Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Geroglifici di Soleb

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2008 20:41
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
27/10/2006 19:08
 
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appunto...so che ti sembrerò un po' beota [SM=x822709] ma vorrei capire meglio. Credevo che queste due risposte fossero chiare...in un primo tempo ho pensato che stessi cercando di capire perchè fosse stato tradotto così dagli autori da te indicati, ma lo scopo sembrava ovvio, quindi anche la forzatura della loro traduzione...posso chiederti che tipo di ricerca stai facendo?magari può essere più chiaro... [SM=x822736]
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
27/10/2006 20:59
 
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sto approfondendo le mie ricerche in proposito. Aldilà dell'ambito filologico, ci terrei a riferirvi alcune notizie storico architettoniche a riguardo del Tempio di Soleb:

Si trova a circa 500 km a sud di Assuan, in Sudan. Fu eretto per sottolineare l'aspetto divino del sovrano, che quindi fu divinizzato in vita. E' dedicato ad Amon-Ra e all'"immagine vivente" di Amenhotep III, NebMaatRa, Signore della Nubia che si eleva a figlio di Amon, assimilato a Khonsu.
Il Tempio è orientato da Est a Ovest e fu interamente edificato da questo Re. Quello che ci interessa particolarmente riguarda la sala ipostila.
La stessa è composta da 24 colonne palmiformi, disposte su 3 file trasversali. Alla base di ogni colonna erano scritti i nomi di tutti i paesi del mondo antico, a nord quelli dell'Asia e a sud quelli dell'Africa. Tale nome è racchiuso in un cartiglio-fortezza (non è quindi un cartiglio reale e non contiene il nome di un re, ma di un luogo geografico). Ogni colonna presenta un personaggio che regge il cartiglio con caratteristiche fisiognomiche differenti, riprendendo le caratteristiche del paese indicato. Il merito di questa scoperta va a Davies, membro della spedizione di Breasted, e avvenne nel 1907.

Il fatto che il cartiglio-fortezza contenga un nome geografico di un paese straniero lascia presupporre che i geroglifici siano tutti fonogrammi e che quindi vadano letti singolarmente e non con un significato di insieme (come per il cartiglio di Tolomeo, per fare un esempio) e che, di conseguenza il laccio vada letto come 'w o wa. E' quindi da comprendere nel nome.
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
27/10/2006 21:53
 
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Veramente di risposte vere è proprie non ne ho avute, per meglio dire è stato detto cio che probabilmente non significa il cartiglio in questione.

Faccio un piccolo riepilogo, forse questo renderà più chiara la questione.

Io parto dalla convinzione che il cartiglio di Soleb va tradotto “La terra dei beduini di Yahu” e che Yahu è da intendersi come un nome extra biblico del Dio Yahvè, tutto questo supportato da vari testi specializzati.

Poi mi ritrovo su internet che un certo Gertoux afferma che il nome di Dio si traduce Yehua per avvalorare, credo, una sua tesi che dice che il tetragramma YHWH va tradotto Yehowah anziché Yahvè, magari è un testimone di Geova non lo so.

Sta di fatto che ho cercato di capirci un po di più, ma la scarsità di fonti sull’argomento e la loro difficile reperibilità mi ha reso il compito abbastanza arduo.

Adesso ne discuto in questo forum e cosa leggo? Che “che la lettura di Yahvè è senz'altro una forzatura”! A questo si va ad aggiungere cio che dice Juan de la Torre Suárez, che quel termine si traduce Yhua e che significa “accampamento”.

Ero partito cercando di risolvere un piccolo problema e mi ritrovo, per quanto mi si dice, a dover dubitare del parere di noti egittologi.

La ricerca continua…
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Sacerdotessa
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
27/10/2006 22:29
 
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vedi Biceleon, imbattersi in questo tipo di problemi quando si ha a che fare con i geroglifici egizi è, ahimè, prassi comune...

ciò dipende dalle varie interpretazioni di fatto esistenti e dal fatto principale che si tratta di una lettura praticamente consonantica. Ossia: manca di vocali.
Gli egittologi, per convenzione hanno scelto di introdurre la vocale "e" tra le consonanti, per facilitarne la lettura. Ma tieni conto che non sapremo mai, purtroppo, come venivano letti nell'antichità. E questo preclude anche il nostro modo di riscrivere la traduzione.

Riassumendo in proposito: abbiamo un cartiglio-fortezza, quindi sappiamo che effettivamente ci troviamo di fronte al nome di un popolo. Ed è un popolo straniero. Tendenzialmente gli Egizi, quando dovevano scrivere un nome straniero, praticamente lo sillabavano (ossia non venivano utilizzati i geroglifici ideograficamente - un segno per una parola).
Teoricamente ( e dico teoricamente perchè quanto scrivo è solo frutto di mie riflessioni), quindi il nome in questione va composto segno per segno.

Ma c'è un'altra cosa che non va sottovalutata. Si tratta della posizione dei geroglifici. Anche questa è rilevante per suggerire il significato. Io qui mi fermo per evitare di dire sciocchezze, non avendo la giusta preparazione...

Quello che appare strano è che gli autori del testo da cui hai tratto l'immagine, estrapolano tre geroglifici per dar vita al nome Y(e)HU (ossia doppio giunco, cortile, pulcino), escludendo così i due restanti segni composti dal cappio (wa) e dall'altro pulcino (u)(non molto chiaro quest'ultimo), che danno vita a WAU


Anche volendoli unire a formare un unico nome avremmo: Y(e)HUWAU...
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
27/10/2006 23:35
 
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quel che scrivi mi sembra coerente con quanto già detto, faccio solo presente che la "W" è un modo di traslitterare la "U", quindi non va scritta due volte...

Biceleon, io non so che dire...volevo solo capire meglio le tue richieste,magari si riusciva a girare qualche domanda a qualcuno....Kiya non sbaglia quando dice che cercando spiegazioni a volte si finisce per mettere in dubbio le poche certezze che si hanno.... [SM=x822709]
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
27/10/2006 23:52
 
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mi pare oltretutto che le conclusioni cui giungono, nel sito da te indicato, non lascino tanto spazio alla fantasia, quanta probabilmente ne hanno invece messa altri in interpretazioni che risalgono a più di trent'anni fa:
Jamás se ha encontrado una mención a Yahvé en Egipto durante el Imperio Nuevo o anteriormente, lo cual es bastante significativo pero este tema tendría que desarrollarse más ampliamente en otro artículo. De momento baste decir que no hay prueba alguna de que fuese una divinidad concreta de los shasu plasmada en los textos egipcios como pretenden algunos autores y evidentemente es un dios sólo identificable posteriormente

comunque, la traduzione corretta è stata data dal nostro FrAnkh e penso sia stato esaustivo anche in riferimento alle altre interpretazioni. Tutto sta a capire se tu stai cercando prove particolari, oppure no. [SM=x822709]

[Modificato da Maat Ka Ra 27/10/2006 23.53]

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27/10/2006 23:58
 
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Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 27/10/2006 23.35
quel che scrivi mi sembra coerente con quanto già detto, faccio solo presente che la "W" è un modo di traslitterare la "U", quindi non va scritta due volte...

Biceleon, io non so che dire...volevo solo capire meglio le tue richieste,magari si riusciva a girare qualche domanda a qualcuno....Kiya non sbaglia quando dice che cercando spiegazioni a volte si finisce per mettere in dubbio le poche certezze che si hanno.... [SM=x822709]



Ohi... ora rischio di perdermi io... [SM=x822714]

Ricapitolando, abbiamo:

doppio giunco = Y
cortile = H
pulcino (in alto)= U

e fin quì è quanto utilizzato per ottenere YaHU.

Poi, a seguire:

cappio o laccio = W o WA
pulcino (forse)* = U

con cui si ottiene WAU

quello che non mi spiego è perche quest'ordine...

il primo "pulcino" si trova infatti a seguito del segno "giunco" (quello erroneamente indicato come figurativo del Re) e il "cortile" e il "cappio" sono sovrapposti (questo non indica che fanno parte della stessa parola? - è una mia supposizione quindi passibile d'errore...)
Qundi non sarebbe più corretta la sequenza "doppio giunco" + "cortile" + "laccio"? ossia YHWA?


* l'ultimo segno non potrebbe essere un "avvoltoio egizio", quindi una "3"? guarda le zampe, sono diverse da quelle del primo "pulcino"
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
28/10/2006 00:16
 
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no, la testa è diversa....guarda la tabella che avevo postato degli unilitteri, lì trovi sia il pulcino che il vulture...
quello che dici sulla posizione dei segni è vero, ma se pensi che all'interno della tomba di Nefertari il cartiglio con il suo nome è quasi sempre composto diversamente....l'ordine non è sempre rispettato e infatti anche FrAnkh aveva dato due o tre modi di lettura.....

La "W" si usa come segno fonetico per indicare la "U". Il problema dell'uso del cappio sta nell'inserimento della "A", se cioè vada letto come "W3" o solo come "W" ( il "3" viene usato come segno fonetico per indicare una "A" lunga e piena, come in italiano. Altrove la stessa "3" potrebbe trovarsi come "A" ed essere contrapposta alla "a" breve, resa con il segno fonetico " ' ", un'apostrofo al contrario)
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Sacerdotessa
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28/10/2006 01:00
 
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insomma, per approcciarsi ai geroglifici .... prima regola: nessuna regola, si direbbe... [SM=x822709]

d'accordo che la W è segno fonetico per U... ma il penultimo (laccio) e l'ultimo segno (pulcino), quindi, che suono danno?
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
28/10/2006 17:12
 
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tra le traslitterazioni che ci aveva fornito il nostro FrAnkh, c'erano appunto
YHWAW, oppure
YHWW...
proprio per questa ragione diceva che non si può far finta di nulla quando c'è un segno ed aveva portato l'esempio di "DIOR"...ricordi? [SM=x822712]
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