Solo ieri sera ho avuto modo di leggere la discussione sull’iscrizione di Soleb, e voglio dire la mia opinione in merito.Ero stato contattato da Maatkara in proposito, ed ho dato la mia risposta che trovate nel topic del 23.10.2006, 16,51. Ribadisco tutto quello che ho scritto, ad eccezione di:
'Effettivamente, il nome yhwaw potrebbe anche essere ricondotto, con una buona dose di buona volontà, a Yahvè,...'
Mi sbagliavo per eccesso di accodiscendenza. Avrei dovuto scrivere:
’Il nome Yhw3w (o Yhww) non può in alcun modo essere ricondotto a Yahvè (o Jahvè).’ Che c’entra Yahvè (o Jahvè) con Yhw3w
?
Circa il segno V4 e la sua possibile lettura
w3 o
w, bisogna fare una precisazione. Quando gli Egizi dovevano scrivere nomi stranieri, per lo più di popoli o di località, spesso adottavano un tipo di scrittura particolare, quella che viene chiamata comunemente ‘scrittura sillabica’, e che al § 60 della Grammatica di Gardiner viene definita come ‘groupe writing’. Con questo sistema, quando volevano scrivere un segno monolittero, ad esempio la
b, lo scrivevano facendolo seguire dalla consonante debole
w: scrivevano
bw, ma leggevano (e noi traslitteriamo) semplicemente
b. Oppure (sempre nell’esempio con la
b) usavano un segno bilittero che presentasse come prima consonante la
b seguita dalla consonante debole
3 (ad es. il segno G29) + il suo naturale complemento fonetico
3; quindi scrivevano G29+G1 :
b3+
3 , con pronuncia (e traslitterazione) semplicemente
b. Chiaro
? Mmmhhhh…… Vabbè, comunque, è così
. Ma questo modo di scrivere, ripeto, valeva solo per le parole di origine straniera.
Ora veniamo alla nostra parola
Yhw3w, o
Yhww. I segni sono i seguenti: M17, M17, O4, V4, G43. Sono tutti monolitteri, tranne V4, che nella traslitterazione classica è
w3. Ora, essendo la parola in questione straniera, per questo segno (V4) si deve applicare la scrittura sillabica? Se si applica si legge
w, altrimenti si legge
w3. E’ molto difficile dirlo, anche perché il segno V4 nel testo che stiamo esaminando non ha il complemento fonetico. E poi in questi casi così dubbi, non v’è concordanza neppure fra studiosi importanti. Il nome citato da Maatkara che compare al §60 della Grammatica di Gardiner, che il Gardiner stesso traslittera
Ihi, Rainer Hannig nel suo ‘Handwörterbuch Ägyptisch-Deutsch’ lo traslittera alla maniera classica:
Ihwiw. Io, in questo caso vedrei meglio la traslitterazione di Gardiner: la consonante debole
w che segue un monolittero non dovrebbe traslitterarsi in un nome di origine straniera. O, almeno, quasi mai.
Ora, un’ultima cosa: il carattere
3, che ho usato abbastanza spesso è il segno convenzionale per la
‘alef’, che, sempre convenzionalmente, si pronuncia
a.