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Lo scettro uas: Il compasso di Dio

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2009 11:29
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di ATON
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27/09/2008 23:32
 
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Paolo bond., 20/09/2008 8.33:



Lo scettro UAS.

Diego ci ha spiegato come secondo lui lo scettro UAS può essere usato a mo di compasso:
un paletto viene piantato nel terreno mentre la parte bassa dello scettro, che ha la forma di una forcella, viene appoggiata al bastone piantato a terra. A quel punto appoggiando a terra il “muso” del canide, che sta all’altro estremo dello scettro, si può realizzare la circonferenza avente il raggio minore. Sfilando la forcella dal bastone piantato a terra e facendo ruotare di 180° lo scettro UAS, con la “nuca” del canide si può realizzare la circonferenza avente il raggio maggiore. Ecco due cerchi concentrici, ecco una corona circolare, ecco spiegato il progetto della Piana di Giza.
Guardiamo da vicino la cosa.
Il primo problema che si è posto a questa spiegazione, è che lo scettro UAS viene sempre rappresentato graficamente in un modo che non ne consente l’utilizzo come descritto, in quanto forcella e “muso” del canide hanno lo stesso verso. La soluzione proposta da Diego ha senso, basandosi sulla Legge della Frontalità, ma la ricerca di immagini tridimensionali ha messo in seria discussione la funzione di tale scettro come compasso.
Abbiamo potuto verificare con l’ausilio di molte immagini, come lo scettro UAS non sia così palesemente assimilabile ad un compasso. Anzi, lo sforzo di fantasia per vederlo tale è notevole.
L’esistenza di statue con scettro UAS commissionate da potenti sovrani d’Egitto (3 al Museo Egizio di Torino e una al Museo Egizio del Cairo) e di un amuleto a forma di scettro UAS con sopra il cartiglio di Tutankhamon (Museo Egizio del Cairo), presentano tale scettro in una posizione che non consente il suo utilizzo come sopra descritto. Questo fatto rende assai traballante la spiegazione di Diego, anche in presenza di statue con scettro UAS posizionate nel modo che consentirebbe il suo utilizzo come compasso. Il fatto che gli egizi lo rappresentassero in entrambi i modi esclude a mio avviso l’importantissima funzione che gli si vorrebbe attribuire.
Inoltre va fatta una considerazione di tipo simbolico: se lo scettro UAS deve essere messo in relazione con gli eventuali cerchi concentrici che si dovrebbero ottenere sulla Piana di Giza, dovrà pure avere una proporzione con essi. Ma l’analisi attenta di centinaia di immagini dello scettro UAS disegnato dagli stessi egizi nelle decorazioni tombali, ci dimostra come tale proporzione in realtà non esista. Non solo, molto spesso lo scettro UAS è disegnato in modo tale che non potrebbe essere mai usato come compasso, neppure se la testa del canide e la forcella fossero ortogonali tra loro.
Il fatto poi che lo scettro UAS compaia in mano ad un numero elevatissimo di divinità spesso senza nessuna attinenza tra loro, oppure come geroglifico che indica “prosperità” in associazione con l’ankh e il pilastro djed, o ancora come semplice decorazione di pilastri o pareti all’interno delle sepolture, sminuisce quel tratto di unicità che gli si vorrebbe dare all’interno della teoria di Diego.
Ad esempio non mi pare che gli egizi abbiano utilizzato indiscriminatamente l’ascia cerimoniale che troviamo nel rito dell’apertura della bocca, né che il tornio di Khnum sia stato disegnato come caratteristica peculiare di decine di divinità.
Anche pensare ad un suo utilizzo come “strumento” pone seri interrogativi.
Se devo ad esempio misurare un segmento, prendo il righello e lo misuro. Se devo misurare l’ampiezza di un angolo, prendo il goniometro e lo misuro. Se devo realizzare un cerchio di una data misura, prendo il compasso e lo apro a quella misura realizzando poi il cerchio.
Ma uno scettro UAS come lo utilizzo praticamente? Ne costruisco uno ogni volta che devo fare un cerchio? E perché gli devo dare la forma del canide?
In conclusione lo scettro UAS non ha nessuna valenza simbolica e di proporzione in relazione alla Piana di Giza e anche pensandolo come semplice strumento, risulta essere tutt’altro che pratico.
Va aggiunto che non esiste nessuna rappresentazione in cui tale scettro venga usato in ambito geometrico ed anche nelle scene di misurazioni dei terreni, ove il funzionario compare con lo scettro UAS in mano, le misure vengono prese con l’ausilio di corde ben visibili tra le mani degli addetti, mentre lo scettro è usato come appoggio per camminare e segno distintivo della propria funzione, che con quello scettro è da intendersi di emanazione regale.


[....]
A questo punto giova inserire anche un mio intervento in community del 28 agosto 2008 sullo scettro UAS, quello che piace tanto a Diego e che fa parte di una statua di Ptah proveniente dal corredo funerario di Tutankhamon. Anche in questo caso si può leggere come aldilà dell’essere in disaccordo con la sua teoria, io faccia le mie scuse a Diego per un intervento fatto dalla solita persona sgarbata…e più sopra si sarà letto come senza nessuna difficoltà ho attribuito a Diego la scoperta dell’eventuale seconda sfinge.

“Carissimo Diego…

Intanto ti chiedo scusa se qualcuno della community ti ha offeso personalmente. Avrai notato che non è costume NOSTRO fare così e 8 anni di storia alle nostre spalle non possono che confermarlo.
Detto questo…direi che posso passare a descriverti come lo scettro UAS della statuetta di Ptah che a te piace tanto…(quella proveniente dal corredo della tomba di Tutankhamon), non abbia proprio nulla a che fare con la Piana di Giza…

Dopo aver letto la rivista “Taglio e Cucito”, come tu mi ha suggerito di fare... ed aver riposto ago e filo nel cassetto…ho preso squadre, righello e compasso e mi sono messo a studiare.
Ho preso 3 immagini, di cui una è quella postata in community, della statuetta che ti piace tanto (per evitare che ci fossero errori dovuti all’impaginazione) ed ho misurato con attenzione lo scettro UAS che Ptah tiene tra le mani.
Ho misurato la distanza tra il vertice della forcella e il muso del canide e tra il vertice della forcella e la nuca del canide (ovvero il presunto compasso).
Il rapporto tra le due misure è di 1,11 in tutti e tre i casi.
Poi ho preso tre planimetrie della Piana di Giza ed ho fatto i due cerchi che ti piacciono tanto: ho puntato il compasso sul vertice della piramide di Khafra e l’ho allargato fino a quello della piramide di Khufu ed ho tracciato la circonferenza (che non passa da Menkaura); poi lasciando il vertice sempre sulla piramide di Khafra ho allargato il compasso fino a raggiungere le zampe della sfinge nota ed ho tracciato la relativa circonferenza.
Ho fatto questo procedimento in tutte e tre le planimetrie realizzando due cerchi concentrici per ogni planimetria.
Ho misurato poi il raggio corto (vertice Khafra => vertice Khufu) e il raggio lungo (vertice Khafra => zampe sfinge nota) e il loro rapporto è 1,45 in tutte e tre le planimetrie.
Ad esempio rilevando le misurazioni con Google earth si vede come il raggio corto (vertice Khafra => vertice Khufu) misuri 480 mt, mentre il raggio lungo (vertice Khafra => zampe sfinge nota) misuri 700 mt. Queste misure sono confermate dagli studiosi che hanno misurato la Piana di Giza in lungo e in largo e dalle quali sono poi scaturite le planimetrie che sono in nostro possesso.
Il rapporto tra questi due numeri è di 1.45 (prendendo i primi 2 decimali per semplificare i calcoli).

Riassumiamo…

I 2 cerchi concentrici che si possono realizzare con lo scettro UAS della statua di Ptah che ti piace tanto, hanno un rapporto tra loro di 1.11.
I 2 cerchi che si possono realizzare sulla Piana di Giza secondo le tue indicazioni, hanno un rapporto tra loro di 1.45.
Dal punto di vista pratico questo significa che se io applico ai cerchi realizzati sulla Piana di Giza la stessa proporzione riscontrata sullo scettro UAS, come la teoria di Diego vorrebbe, ci troviamo di fronte a questo stato di fatto:

1) lasciando invariato il raggio corto (vertice Khafra => vertice Khufu) che misura 480 mt, per avere la stessa proporzione dello scettro UAS in oggetto, il raggio grande (vertice Khafra => zampe sfinge nota) passerebbe da 700 a 535 mt.
2) lasciando invariato il raggio grande (vertice Khafra => zampe sfinge nota) che misura mt 700, il raggio corto (vertice Khafra => vertice Khufu) passerebbe da 480 a 630 mt.

Conclusioni…

Caro Diego, come vedi ancora una volta la tua teoria ad un’analisi attenta non regge. Oltre a tutte le critiche dettagliate che ho mosso verso lo scettro UAS e i cerchi su Giza e alle quali tu non hai ancora risposto, ti ho dimostrato che il “codice Lespius” non lo puoi applicare in questo caso…che con lo scettro UAS che ti piace tanto, non puoi realizzare i cerchi sulla Piana di Giza in modo proporzionale.
A questo punto gioverebbe davvero un tuo intervento dettagliato e chiarificatore sulla faccenda. Non mi pare che risolvendo un po’ dei miei dubbi tu debba svelare segreti particolari che invece stanno nel tuo libro, perché la proporzione UAS-Giza l’hai già comunicata a tutto il mondo…
Ma ti giuro che se mi rispondi ancora con frasi del tipo: “…lo scettro UAS è collegato alla Piana di Giza, che ti piaccia o no!”…costruisco personalmente uno scettro UAS in robusto legno di acacia e dopo averti raggiunto in terra sabauda, ti faccio vedere anche il quarto e il quinto livello!!! (Ovviamente…scherzo…)”.



Un po’ di tempo prima abbiamo parlato anche di alcune fonti che nella community di Egittologia.net Diego ha portato a conforto del suo pensiero. Riporto qua di seguito alcune parti del mio intervento del 22 luglio 2008:
[...]

E così, di fronte a Diego che cita addirittura Rundle Clark e il testo di Tiradritti/Donadoni sulla mostra “Kemet. Alle sorgenti del tempo”…come “sostenitori” della sua teoria (pare che con un mio post avrei distrutto non solo il lavoro di Diego, ma anche quello di questi studiosi) sono andato a dare una buona occhiata.

RUNDLE CLARK: Mito e Simbolo nell’Antico Egitto.

Ne ho comprate 2 copie (e se non ricordo male una la comprai da Kiya un po’ di anni fa) perché la prima l’ho letteralmente consumata sfogliandola e leggendola.
Il testo è suddiviso in 7 capitoli a cui si aggiungono la prefazione e l’introduzione, le conclusioni e alcune appendici di grande interesse.
La frase che cita Diego è tratta dal secondo capitolo, intitolato “Il dio supremo ai tempi dei testi dei sarcofagi” e già devo rilevare una prima importante anomalia.
Diego non cita l’intero testo come sta nel libro, ma comincia dalla terza frase. Il testo integrale è quello che segue:
“Io ero [lo spirito entro?] le acque primeve, colui che non aveva compagno quando ebbe origine il mio nome. La forma più antica in cui fui era quella dell’annegato. Fui [anche] colui che ebbe origine come un circolo, colui che dimorava nel suo uovo. Fui colui che cominciò [tutto], l’abitatore delle acque primeve. Prima Hehu emerse in me e poi cominciai a muovermi. Io creai le mie membra nella mia “gloria”. Io fui l’autore di me stesso in quanto formai me stesso secondo il mio desiderio e secondo il mio cuore.”
Dalla lettura di questo passo tratto dal Testo dei Sarcofagi n. 714, si evince chiaramente come il “circolo” sia un concetto che arriva in seconda battuta, perché la forma più antica del Dio Supremo è quella dell’annegato. Più avanti l’autore torna su questo capitolo dei Testi dei Sarcofagi e dice testualmente:
“Atum, quando era ancora informe nelle acque, emise un pronunciamento, e da questo vennero le “miriadi di forme”: cioè, i modelli di tutto quello che doveva prender forma nel mondo visibile esistevano già nella mente del Creatore quando era ancora, come dicono i Testi dei Sarcofagi, “un annegato.”
Riprendendo quindi quel capitolo dei Testi dei Sarcofagi, Rundle Calrk ritiene di citare la parte più importante e cioè quella in cui Atum nella sua forma più antica, era un annegato…non un circolo.

Ma non basta…

Nella prefazione, nell’introduzione, nel primo capitolo intitolato significativamente “Il dio supremo al tempo dell’Antico Regno”, nel secondo capitolo di cui abbiamo già detto il titolo…e sono qualcosa come una cinquantina di pagine, NON SI FA MAI MENSIONE DEL CERCHIO!!! Ne da solo, ne in associazione con qualche concetto religioso. Non c’è neppure un velato accenno, un lontano “rimbalzo”…NIENTE! Non se ne parla neppure nei periodi che immediatamente precedono e seguono la frase che cita Diego, che resta l’unico momento dove il cerchio viene citato, per altro senza essere il soggetto principale del testo stesso, come lo stesso autore lascia chiaramente intendere.

Ma non basta…

A pagina 253 il libro fornisce un elenco dei “Principali simboli religiosi”, elencandone 44 e numerandoli in progressione. Al numero 33 troviamo il nostro scettro UAS che Rundle Clark definisce letteralmente così: Prosperità. (Bastone dello sceicco del deserto). Nessun accenno a compassi o a qualcosa che faccia riferimento a misure o geometrie.

Ma non basta…

Al capitolo che Rundle Clark dedica alle “Conclusioni”, vediamo come l’egittologo abbia elencato alcunii punti che ritiene importanti, identificandoli con le lettere minuscole dell’alfabeto.
Alla lettera i) troviamo scritto quanto segue:
“Collegata con l’anima è la forma – khepru. Il Dio Supremo passò per una serie di forme mutevoli da quando emerse dalle Acque. Egli può essere un pastore fra il suo gregge, un re sul trono, un idolo nel suo santuario, o una qualunque delle sue forme passate – fiore di loto, fanciullo divino, falco, serpente, ariete, e così via. Per questo gli egiziani comprendevano senza sforzo che Khnum, l’ariete di Elefantina, quando foggiava il genere umano sul suo tornio di vasaio, era il Dio Supremo in un’altra forma. Le “forme” tennero insieme la mitologia, e impedirono che la religione egiziana divenisse una massa di culti indipendenti.”

Mi pare che l’autore non parli di nulla che somigli ad una forma circolare.

Ma non basta…

Il testo offre a pagina 274 uno “Schema mitologico” molto utile. E’ suddiviso in “momenti”, che poi sono descritti per fatti salienti.
Alla voce “emersione”, Rundle Clark scrive quanto segue:
“Lo Spirito appare come Tumulo Primevo. Oppure: come Fiore, Serpente eretto, Fanciullo o pilastro. Oppure: una serie di queste trasformazioni. Oppure: lo Spirito richiama la Prima Coppia. Oppure: lo Spirito si alza in volo come Uccello Primevo”.

Ma quante forme ha questo Spirito quando emerge!!! Ma di cerchi e circoli che dir si voglia, non se ne parla nemmeno qua.

In conclusione mi pare che il testo di Rundle Clark sostanzialmente smentisca la teoria di Diego, nonostante lui lo citi come testo “a supporto”. Niente circolo, niente scettro UAS a mo’ di compasso…o per meglio dirla …niente scettro compUAS…”


[...]


In conclusione secondo quanto ho potuto verificare e quindi secondo il mio modestissimo parere, la teoria di Diego è tutt’altro che accettabile così come la propone. I testi che cita a suo supporto lo smentiscono. Molte cose che afferma come elucubrazioni personali risultano essere poco convincenti in relazioni a controlli su testi ed immagini che lui stesso ci propone. Per me, lo scettro UAS è un bastone che ha sulla sua sommità l’immagine di un canide, probabilmente un feticcio adorato nell’area tebana della quale diverrà poi il simbolo, che viene usato quasi sistematicamente in relazione a concetti funerari di buon auspicio. Sfogliate un libro o un sito dove ci sono foto della tomba di Nefertari e guardate l’uso che ne viene fatto: usato come scettro per le divinità, come geroglifico per indicare “prosperità, come rifinitura per tutti i pilastri della tomba…giusto per fare un esempio. Oppure guardate la Cappella Bianca di Sesostri I…oppure ad Abido, nei templi in genere (come ad esempio nel tempio di Luqsor in una scena dove Tutankhamon compie il rituale dell’offerta e accanto al suo cartiglio ci sono i geroglifici che Roccati ha tradotto come ho già indicato sopra), in tantissime stele in pietra fatte scolpire dai sovrani…

Un caro saluto…

Paolo






roberta.maat, 20/09/2008 14.43:

Ciao Paolo, mi presento.....sono Roberta.

[...]

Per quanto riguarda il "compUAS" sono d'accordo con te sulla sua inesistenza. L'ho visto rappresentato in tutti i modi, misure,proiezioni,materiali,tridimensionale e non.....questo mi fa
pensare a simbologie antiche ma per nulla attinenti mansioni geometriche. Sai che penso ? Probabilmente fu un attrezzo molto utile
fin dai primordi per immobilizzare e catturare cobra o altri serpenti ....da qui la sacralizzazione derivante dal fatto che esso rappresenta ciò che elimina il "pericolo".


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