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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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L'Alba: analisi dell'Eresia Amarniana

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2010 14:16
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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
06/08/2008 17:22
 
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Inserisco qui questa discussione soltanto per un fatto di cronologia.

Vorrei tentare, infatti, di "spogliare" il periodo amarniano, della sua connotazione teologica.

Una operazione non facile per mille motivi.
Fatta la dovuta premessa che lo studio delle antiche civiltà necessariamente ci porta alla dimensione del Mito ed ad esaminare gli eventi sempre con riferimento alla "parte forte" del pensiero di un popolo che,in assenza di filosofia, è la Religione, vorrei cercare di
capire quanto della vita di una civiltà evoluta possa essere valutato accantonando il trascendens a favore dell'immanens.

Mi spiego meglio, o tento di farlo,facendo per prima cosa una domanda a voi : esiste uno studioso che abbia tentato questa estrapolazione ?
A prima vista uno studio in questi termini potrebbe sembrare superficiale perchè non tiene conto del contesto globale, ma quanto invece potrebbe offrire in termini di comprensione il conoscere le pulsioni materiali,sociali e politiche tentando di "guardare con occhio laico" ?

Tutti i testi letti da me, ovviamente non fanno questa operazione di impoverimento e magari offrono un quadro delle realtà sociali in egitto e nei paesi viciniori sempre però garantendo l'aderenza alla
situazione religiosa del momento.

La rivoluzione di Amarna potrebbe essere più chiara se tentassimo anche di approfondire, dico approfondire, il contesto scarno politico ?

Forse non ho espresso bene il mio pensiero ma questo è il massimo che sono riuscita ad esprimere e mi auguro che abbiate voglia di chiarirmi le idee.
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Scriba del
Tempio di Thot

06/08/2008 18:19
 
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Perbacco, mi inviti a nozze... se ho ben capito tu vuoi sfrondare la religione dalla sua patina filosofica (che poi questo è secondo me la religione, un sottoinsieme -matematicamente parlando- dell'insieme più grande che chiamiamo filosofia) per individuarne i contorni dappirma "umani" e poi "politici".
Perchè, in sostanza, prima si giunge a QUELLA religione e non ad un'altra e cosa "nasconda" sotto un profilo più prettamente strategico-politico...

Se è questo il tuo obiettivo, direi che NO, nessun autore che io conosca ha lavorato esclusivamente in tal senso e aggiungo che l'argomento mi attira non poco! Potrebbe essere stimolante ed interessante guardare la "religione atoniana" da altre prospettive.

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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
06/08/2008 18:24
 
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Hotep, ti ringrazio, davvero vorrei uno studio "nudo" di quel periodo, non mi va più di sentir parlare di divinità eresie e fanatismi religiosi. Meglio vorrei sentire anche altro.
Vuoi tentare questa strada ?
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- ShemsetRa -
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07/08/2008 22:20
 
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Tutt'altro, che io sappia tutti hanno iniziato la trattazione sempre dal problema teologico... buona fortuna!
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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
08/08/2008 09:03
 
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Tutt'altro, che io sappia tutti hanno iniziato la trattazione sempre dal problema teologico... buona fortuna!



Vedi Pizia...io penso che il problema teologico rappresenti l'involucro del problema politico, quindi una sovrastruttura che l'individuo pensante ha imparato a costruire "mattone su mattone",dapprima per spiegare ciò che apparentemente non può avere spiegazioni e successivamente per motivare e giustificare le proprie azioni e quelle dei suoi simili.
Dovremmo essere noi,dopo secoli di analisi, a dipanare questa matassa liberando la dignità o l'indegnità umana dalle gabbie.

Ci stiamo occupando di una civiltà evoluta e non posso credere che il pensiero e le azioni dell'uomo,dopo i millenni dell'evoluzione, debbano essere studiati solo con l'agevolazione della conoscenza dell'aspetto teologico della loro vita.

Nella rivoluzione Amarniana, a mio parere, il pensiero politico dovette essere un motore potente e a noi non basta sapere che fosse costruito su ciù che ancora non si chiamava "filosofia" ma già era un
sentiero battuto da lungo tempo.

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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
08/08/2008 12:05
 
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Io credo che agli albori l'uomo fosse consapevole di una entità superiore che guidasse le sue gesta e i suoi pensieri.
Le manifestazioni della natura per lui erano espressioni di questa entità: la pioggia, il sole, la notte, etc.
I pesci nei fiumi erano mandati da quello che, per semplicità, chiamerò Dio, così come la selvaggina e tutto quello che serviva all'uomo per vivere.
Poi, piano piano, la mente si è evoluta, ha scoperto il fuoco e, chissà, forse ha pensato che quella scoperta non era opera di Dio ma di lui stesso, ed avrà iniziato a pensare che poteva iniziare per lui una vita non più soggetta ad una entità invisibile, ma determinata dalla propria volontà.
Gli stregoni di un tempo, che guidavano la vita spirituale dell'uomo, si sono poi tramutati in sacerdoti... ed oggi nel clero.
Saltando all'antico Egitto questo clero, come ben sappiamo, ha prevalso sulla regalità del faraone, mettendolo in secondo piano agli occhi del popolino e togliendogli la prerogativa propria di un regnante.
Credo che Akhenaten abbia voluto toglierere a questa casta (oltre al potere temporale) anche la possibilità di fare da tramite fra il popolo e il Dio: solo lui, a questo punto, era deputato a questa incombenza...
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MerytAton Sitenjterw -
09/08/2008 16:53
 
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Credo che Akhenaten abbia voluto toglierere a questa casta (oltre al potere temporale) anche la possibilità di fare da tramite fra il popolo e il Dio: solo lui, a questo punto, era deputato a questa incombenza...



Questo pensiero eleva Akhenaton alla posisione di mistico e facilmente lo identifica con l'eretico.......io non vorrei continuare su questa falsariga, piuttosto vorrei cercare di capire se la sua vita fu l'espressione di un metodo, facilmente comprensibile dai suoi contemporanei,teso al raggiungimento di un disegno politico o se fu invece l'espressione di una spiritualità vera frutto di elaborazione del pensiero teologico.

Mi rendo conto che esistono più elementi a favore della seconda tesi ma continuo a pensare che si potrebbe astrarre dal contesto e,quasi come una esercitazione matematica, procedere all'esame di tutte le variabili meno una, per valutare poi se la figura di Akhenaton sia stata una necessità storica o un "evento" imponderabile.
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- ShemsetRa -
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10/08/2008 01:17
 
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Dunque se ho capito bene non vuoi parlare di teologia solare.
Bisogna trasformare tutto in lucida tattica.
Già dai tempi di Amenhotep III (o dal suo predecessore?) si sentì l'esigenza di porre un freno allo strapotere della casta sacerdotale della capitale: avevano superato il limite e andavano ridimensionati.
E con i potenti religiosi anche tutti i vari funzionari, che erano diventati una schiera potente.
Se si fossero coalizzati avrebbero potuto porre fine all'istituto fatraonico ed imporre un loro governo alternativo, uno stato militare oppure un'oligarchia.
Il re non dormiva sonni tranquilli.
Il modello della monarchia appartenuto all'Antico Regno dava maggiori garanzie di sopravvivenza?
Tornare ad essere l'unico in contatto col divino poteva essere il rimedio contro la degenerazione del sistema?
Esisteva una percezione della realtà storica di eventi accaduti un millenio prima?
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MerytAton Sitenjterw -
10/08/2008 10:52
 
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Pizia:

......Esisteva una percezione della realtà storica di eventi accaduti un millenio prima?



La percezione storica.......questa è già una bella domanda ma io ritengo che la risposta sia necessariamente un sì.
Questo popolo è figlio di una civiltà millenaria e porta con sè il ricordo di realtà che non possono essere inquadrate esclusivamente come Miti.
Non sappiamo o crediamo di non sapere quale fosse realmente la memoria del passato ma è certo che una parte almeno dei "pensanti" avesse gli elementi per valutare gli eventi.
I Miti passano tra le generazioni per trasmissione orale, il più delle volte, ma il succedersi degli avvenimenti, sia pure in chiave teologica e spesso rimaneggiato, è stato trasmesso ai posteri nella forma della pietra o del papiro a testimoniare l'esigenza di sottolineare ricordando insieme all'esigenza della propaganda.

Nelle epoche successive abbiamo conosciuto la figura dello "storico" che, seppure in ambiti territoriali diversi, si è dato cura di stendere cronache, più o meno attendibili, con lo scopo di raccontare
e capire.
Storici egiziani non se ne conoscono ma è superficiale, secondo me, credere che l'uomo del Nilo non abbia mai intrapreso questa strada pur sentendo, quasi in modo maniacale, l'esigenza di annotare tutto.

Mi chiedo se la chiave di lettura di questa civiltà possa arricchirsi anche di un altro aspetto o se dobbiamo "rassegnarci" all'idea che dai Greci viene la codificazione del pensiero politico perchè furono i primi ad aver avvertito questo aspetto del pensiero.
[Modificato da roberta.maat 10/08/2008 10:57]
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- ShemsetRa -
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11/08/2008 14:26
 
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Re:
roberta.maat, 10/08/2008 10.52:


Pizia:

......Esisteva una percezione della realtà storica di eventi accaduti un millenio prima?



La percezione storica.......questa è già una bella domanda ma io ritengo che la risposta sia necessariamente un sì.



E allora quanto distorta?
Siamo in grado di capirlo e di aporre alcune correzioni?


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