| | | OFFLINE | | Post: 516 Post: 517 | Registrato il: 25/10/2006 | Scriba Guardiano | Artista del Re | Capo degli Scribi | |
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21/10/2009 23:12 | |
In passato mi sono interessato al problema di Punt (ricordo che, una ventina di anni fa ho tenuto la mia prima conferenza proprio su questo argomento), e, tuttora, sto approfondendo le mie cognizioni alla luce di ritrovamenti recenti.
Comunque, riguardo a Punt, si ha l’impressione che non fosse una regione ben definita, ma che tendesse a dirigersi verso sud, sulle rive del Mar Rosso, man mano che le conoscenze egizie si spostavano in quella direzione.
Nell’Antico Regno, numerose sono le testimonianze dei viaggi a Punt: la prima menzione risale al re Sahura della V dinastia, ed è registrata sulla ‘pietra di Palermo’. In questo periodo andarono a Punt Isesi e Pepi II. Nell’Antico Regno l’ubicazione di Punt rimane molto incerta: si può ipotizzare che si trovasse sul Mar Rosso, più o meno al parallelo di Assuan.
Nel Medio Regno l’ubicazione si fa più precisa: nella stele dei fratelli Amenhotep e Nebesu (pubblicata sul n. 1 di Pharaon magazine) e datata ad Amenemhat III, apprendiamo che questi due personaggi furono mandati, uno a Punt e l’altro alla ‘miniera di Punt’. L’ unica miniera del Sudan, non lontana dal mare è quella di Gebeit, in corrispondenza di Ras Abu Shagara, ed è una miniera d’oro. Si può quindi ragionevolmente ipotizzare che nel Medio Regno Punt fosse ubicata proprio nella regione intorno a Ras Abu Shagara, che si trova a circa 150 km a nord di Port Sudan. E verso quella zona, partendo da Mersa Gawasis si erano molto probabilmente dirette le spedizioni a Punt di Mentuhotep III (XI dinastia, funzionario Henu), Sesostri I (funzionario Antefoker, con destinazione le miniere di Punt), Amenemhat II (funzionario Khentketur), Sesostri II (funzionario Khnumhotep, tesoriere del re).
Arriviamo quindi alla XVIII dinastia, con la famosa spedizione della regina Hatshepsut. Questa impresa era stata predetta dall’oracolo di Amon alla regina, che, ad un certo punto così si esprime: ‘Questa terra divina (cioè Punt) non è mai stata calpestata, le terrazze della mirra sono ignote agli uomini!’ (cioè agli Egiziani). Questa frase, probabilmente qualcosa di più di un semplice modo di dire, significherebbe che la spedizione della Regina era andata oltre le terre fino a quel momento conosciute dagli Egizi. Si può quindi ubicare Punt, ancora sulle rive del mar Rosso, ma in Eritrea, fra Massaua e lo stretto di Bab el Mandeb.
In seguito, nella XVIII dinastia andarono a Punt Thutmosi III e Horemheb. Particolare curioso relativo a quest’ultimo re, nel bassorilievo che nel tempio di Karnak raffigura gli abitanti di Punt, questi sono rappresentati con la barba (come nei bassorilievi di Hatshepsut) e con i capelli crespi (non rilevati a Deir el Bahri).
Non è chiaro se Sethi I raggiunse Punt: di questo fatto abbiamo solo un’allusione, forse solo letteraria, che si trova in un inno inciso nella parete esterna nord del tempio di Karnak.
Per avere la notizia di un altro viaggio a Punt dobbiamo arrivare a Ramesse III. Questo re organizzò la spedizione più imponente di cui si abbia notizia, con grande dispiego di navi ed equipaggi. Probabilmente le navi di Ramesse III passarono lo stretto di Bab el Mandeb. Si può sostenere questa ipotesi considerando un passo del resoconto di Ramesse III che così ci narra: ‘(Le navi) avanzarono nel grande mare dell’acqua capovolta ed arrivarono al paese di Punt’. Osservando questa frase si può arguire che le navi, dopo avere passato lo stretto di Bab el Mandeb entrarono in mare aperto nel golfo di Aden e, per mantenere la vista della terra, compirono un’ampia virata di circa 90° ad est, dando ai marinai l’impressione che l’acqua del mare si fosse ‘rovesciata’, o ‘capovolta’. Probabilmente dopo questa virata le navi di Ramesse III raggiunsero la Somalia.
Non condivido l’ipotesi della Desroches Noblecourt, che pone Punt non sul Mar Rosso, ma all’interno del continente africano, ma di questo parlerò in un prossimo intervento.
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