Punt: Dov'è?

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-Kiya-
00mercoledì 14 giugno 2006 16:09
Ecco un altro di quegli enigmatici interrogativi che spopolano nella storia Egizia.
Il misterioso paese di Punt, considerato la "terra degli dèi" da illustri sovrani Egizi, non ha ancora rivelato la sua reale ubicazione.
Circa un anno fa, la scoperta di navi sulle sponde del Mar Rosso, probabilmente appartenute alla Regina Hatshepsut, forse le stesse che presero parte alla spedizione ilustrata a Deir el-Bahari, restituiscono a Punt l'attenzione che merita.
Il mitico paese comparve già durante la V dinastia e già ne raccontavano magnificenza, senza localizzarlo però.
Numerose le ipotesi fatte nel corso degli anni. E' forse in Sudan? o magari in Eritrea? di certo era a Sud dell'Egitto, nel centro dell'Africa e di certo per raggiungerlo una via era lo Wadi Hammamat, dove sono state trovate iscrizioni lasciate durante il Medio Regno che confermano la tesi.
Ma forse Punt non era nemmeno un paese reale, piuttosto un luogo designato chissà dove, che raccoglieva mercanti provenienti da più posti e dove gli Egizi sapevano di poter trovare cose meravigliose e a loro indispensabili che la loro amata Kemet non produceva.

Apriamo il dibattito?

Egittophili, dove si trovava Punt, secondo voi? :sm12:
Hatshepsut76
00mercoledì 14 giugno 2006 16:17
Sarebbe interessante... fino ad oggi si sono sentite e lette numerose ipotesi... non ho proprio idea di dove si potesse trovare Punt...
pizia.
00giovedì 15 giugno 2006 11:39
Indaghiamo su Punt!!!
Potrebbe essere che il nome designi un luogo in particolare, come un aggregato di villaggi che costituiva già una sorta di stato a sè, con una embrionale idea di unità politica o culturale, però non potrebbe anche essere un luogo definito con quel termine per indicare qualcosa di non perfettamente localizzato?
Cerco di spiegarmi meglio. Nella storia dell'Europa si parla spesso di Indie, ecco ora noi sappiamo dove sono le Indie, o meglio, sappiamo dire se un posto ne fa parte o no, però la definizione di Indie è molto vaga, è quasi un modo di dire.
Non potrebbe essere che i nostri indicassero con Punt ad esepio tutto ciò che si affaccia sul Mar Rosso tranne l'Egitto?
E' un'idea buttata lì...
-Kiya-
00giovedì 15 giugno 2006 14:05
Io credo che designasse un'area geografica specifica, e a prova di ciò cito le raffigurazioni dei regnanti di Punt ritrovate a Deir el-Bahari.

Se non fosse stato un Paese, non avrebbe avuto un Re e una Regina.... ragion per cui non abbraccio appieno l'ipotesi di un'area di scambio commerciale
Hatshepsut76
00giovedì 15 giugno 2006 16:04
Ieri su Pharaon ho letto che potrebbe trattarsi della Somalia, ma l'articolo dice anche che le congetture su dove avrebbe potuto trovarsi sono molteplici, ed ancora molto vaghe
pizia.
00venerdì 16 giugno 2006 01:28
Ok d'accordo, iseguiamo l'ipotesi di un luogo ben definito geograficamente.
Sappiamo che dalle spedizioni verso Punt sono state portate piante particolari, probabilmente perchè nella valle del Nilo non si trovavano. Quindi dobbiamo cercare un posto in cui nel secondo e terzo millennio a.C. nascevano spontanee quelle piante.
Ecco, proprio a proposito dell'interdisciplinarietà auspicata per l'archeologia, sento il bisogno nel forum di un biologo, anzi di un botanico, o di un appassionato, che è la stessa cosa...
-Kiya-
00lunedì 19 giugno 2006 21:33
diamoci dentro e chissà che per settembre non si prospetti un'altra svolta, sul fronte professionale stavolta [SM=x822713]

Il mio è un sgno di grandezza che forse resterà solo un sogno, ma voglio provarci ugualmente [SM=x822712]
Hatshepsut76
00lunedì 19 giugno 2006 21:45
Re:

Scritto da: -Kiya- 19/06/2006 21.33

Il mio è un sgno di grandezza che forse resterà solo un sogno, ma voglio provarci ugualmente [SM=x822712]



E perché mai solo un sogno, dolcissima Kiya?

"Se un Uomo sogna da solo, il sogno resta soltanto un sogno; se tanti Uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà"

Non ricordo di chi è questa frase, ma ricordo che mi colpì molto... ed ora la voglio condividere con tutti voi...
-Kiya-
00lunedì 19 giugno 2006 22:36
bellissima.... [SM=x822748]
Hatshepsut76
00lunedì 19 giugno 2006 22:41
Hai proprio ragione! [SM=x822712]
pizia.
00martedì 20 giugno 2006 11:49
Allora forza, sognamo tutti assieme... [SM=x822712]
[SM=x822748]
Maat Ka Ra
00venerdì 22 settembre 2006 14:19
avevo partecipato ad un incontro del G.A.T. in cui una persona che conosciamo bene e stimiamo aveva trattato proprio questo argomento, una stupenda ricerca basata anche su testi letterari oltre che su analisi di opere quali i bassorilievi e dipinti del tempio di Hatshepsut....ricordo bene la sua teoria e da qualche parte a casa dovrei ancora avere gli appunti...l´ autore era il nostro Antef :)
Hatshepsut76
00venerdì 22 settembre 2006 16:34
Proprio oggi ho letto delle ipotesi sulla reale ubicazione di Punt; le ipotesi a confronto sono due:

1 - per Maurizio Damiano Appia, Punt si troverebbe tra la costa dell'Eritrea e quella dell'Etiopia, fra gli estremi rappresentati da Port Sudan e Massaua, con propaggini verso Ovest e Sud-Ovest, in direzione delle colline del Mar Rosso, verso il Nilo e l'Atbara, e verso Sud e Sud-Est, in direzione di Kassala e dell'acrocoro etiopico

2 - L'inglese David Rohl, invece, sostiene che Punt si trovi nel punto in cui si trovano le due regioni costiere che si affacciano sulla parte più meridionale del Mar Rosso, separate dallo Stretto di Oman.

A favore di quest'ultima ipotesi concorrerebbero delle prove a favore:

a) l'antico regno di Saba era il più importante produttore d'incenso dell'antichità
b) L'Oman e la regione di Dhofar in Arabia meridionale sono ricche d'incenso
c) sulla costa africana del Mar Rosso sono stati rinvenuti gli animali che gli Egizi importavano da Punt
d)gli alberi della mirra crescono nel Somalòiland
e)l'Africa nord-orientale è la terra degli elefanti
f)alcuni degli abitanti del Paese di Punt raffigurati nei bassorilievi dipinti e nelle iscrizioni del portico inferiore del tempio funerario di Hatshepsut indossano un bracciale a freccia dello stesso tipo di quello indossato comunemente ancora oggi dai guerrieri Masai del Kenia


[fonte: Natale Barca,Sovrani predinastici egizi]

[Modificato da Hatshepsut76 22/09/2006 16.34]

Maat Ka Ra
00sabato 23 settembre 2006 18:19
l´anno scorso i fratelli Castiglione avevano pubblicato qualcosa delle loro ricerche in merito, ne avevo letto notizia su archeonet, ora pero´ non saprei dove reperire news....comunque, avevano cercato di ripercorrere la strada per Punt ed avevano fatto scoperte interessanti. Una di queste fu senz´ altro la raccolta e successiva analisi delle famose pietre chiamate "silica glass"; oppure alcuni rifugi tra le rocce che certamente furono utilizzate dalle squadre di Thotmess III quando tornarono a Punt: questi ultimi lasciarono diverse tracce del loro passaggio.
Teie
00sabato 23 settembre 2006 23:34
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 22/09/2006 14.19
avevo partecipato ad un incontro del G.A.T. in cui una persona che conosciamo bene e stimiamo aveva trattato proprio questo argomento, una stupenda ricerca basata anche su testi letterari oltre che su analisi di opere quali i bassorilievi e dipinti del tempio di Hatshepsut....ricordo bene la sua teoria e da qualche parte a casa dovrei ancora avere gli appunti...l´ autore era il nostro Antef :)




E chi è Antef?

Teie
-Kiya-
00mercoledì 27 settembre 2006 02:03
Re: Re:

Scritto da: Teie 23/09/2006 23.34



E chi è Antef?

Teie



[SM=x822720] [SM=x822749]

un carissimo amico filologo e con una grande preparazione in fatto di storia Egizia, conosciuto attraverso un'altra community di cui io e altri membri dello staff (e non solo... [SM=x822716] ) abbiamo fatto parte [SM=x822713]
Neferneferuaton
00mercoledì 9 gennaio 2008 23:20
Cito testualmente da Wikipedia...

La leggendaria terra di Punt (o Paese di Punt), è identificata dagli storici moderni con il Corno d'Africa, ovvero quella regione dell’Africa orientale, che va da Gibuti, al Capo Guadafui, e comprende Somaliland (ex Somalia britannica), Migiurtinia (ex Somalia Italiana) ed Ogaden all’interno (annesso all’Etiopia). Mancando una storia scritta dell’antica Somalia, l’identificazione è stata fatta correlando le testimonianze orali della cultura nomade somala, con le caratteristiche territoriali e con i testi di altre culture che ebbero attinenze col Paese di Punt.


**La terra di Punt nelle fonti antiche
La Bibbia cita il Punt, come la regione abitata dai discendenti di Cam, figlio di Noè, che si chiamarono Camiti, e stanziarono tra il Nilo e il Mar Rosso, tra l'altopiano dell'Abissinia ed il mare.

Il Punt è ancora citato da geroglifci egizi, posti su una parete del tempio di Amon a Tebe, risalente al regno di Seti I, secondo faraone della XIX Dinastia. Quei geroglifici descrivono un viaggio navale per portare oro incenso e mirra, dal Paese di Punt a Tebe, oltre ad un carico di zanne di elefante, lapislazzuli, ebano, pavoni e scimmie.

Più dettagliate descrizioni del Punt, ci pervengono dalla storia della Fenicia. Hiram re dei fenici a Tiro, era il genero del re di Giuda e di Israele Salomone (961-922 aC), e per conto del suocero, fece un viaggio al Paese di Punt, da dove portò ricchezze per abbellire il grandioso Tempio di Salomone a Gerusalemme. Le ricchezze del Punt, secondo la Bibbia (Libro dei Re), consistevano in incenso, mirra, resine, ambra, agata verde, lapislazzuli, oro, avorio, ebano ed altri legni pregiati.

**Il riconoscimento in epoca moderna
Il riconoscimento fisico del Punt con la Somalia del nord, è dato dal territorio arido e sferzato dal monsone, dove vi cresce la savana e vi abitano pastori nomadi, che da millenni praticano la transumanza di capre, pecore e cammelli, e questi usano ancora la raccolta e commercio di incenso e mirra, che sono ancora richiesti dagli arabi.

La Somalia del nord è l’unico posto al mondo dove cresca spontaneo l’arbusto dell’incenso, oltre a mirra, spezie, aromi e profumi. A questa regione corrispondono anche le altre caratteristiche citate dall’antichità, cioè la presenza di pavoni, scimmie, giraffe ed elefanti. Dalla savana veniva preso l’avorio delle zanne d’elefante, mentre dall’interno dell’abissinia, dove sono monti e foreste, veniva ricavato il legname come l’ebano, le pietre preziose e l’oro. Tutto veniva trasportato via Mar Rosso in Egitto ed in Palestina da dove passava al Mediterraneo.

Il luogo più favoloso che si collega all’incenso spontaneo è l’isola di Socotra, mentre l’incenso d’Arabia e Yemen è stato importato dal Punt nell’antichità e poi coltivato, ancor oggi da secoli.

Anche altre spezie, come il pregiato “caffè arabica” in realtà è la coltivazione in arabia di quelle che era una pianta selvatica d’Etiopia. Il fatto che l’antichità indichi l’incenso come esclusivo del Punt, e non anche dell’Arabia, è da ritenersi il collegamento fondamentale tra Punt e Somalia.
************
Ho volutamente citato da questa fonte perchè secondo me il mitico paese di Punt è proprio quello indicato qui e cioè:la Somalia.
Biceleon
00sabato 12 gennaio 2008 15:55
Re:
Hatshepsut76, 22/09/2006 16.34:


2 - L'inglese David Rohl, invece, sostiene che Punt si trovi nel punto in cui si trovano le due regioni costiere che si affacciano sulla parte più meridionale del Mar Rosso, separate dallo Stretto di Oman.

A favore di quest'ultima ipotesi concorrerebbero delle prove a favore:

a) l'antico regno di Saba era il più importante produttore d'incenso dell'antichità
b) L'Oman e la regione di Dhofar in Arabia meridionale sono ricche d'incenso
c) sulla costa africana del Mar Rosso sono stati rinvenuti gli animali che gli Egizi importavano da Punt
d)gli alberi della mirra crescono nel Somalòiland
e)l'Africa nord-orientale è la terra degli elefanti
f)alcuni degli abitanti del Paese di Punt raffigurati nei bassorilievi dipinti e nelle iscrizioni del portico inferiore del tempio funerario di Hatshepsut indossano un bracciale a freccia dello stesso tipo di quello indossato comunemente ancora oggi dai guerrieri Masai del Kenia




David Rohl ne parla in modo particolare in La Genesi aveva ragione, pp. 323-330

antonio crasto
00martedì 15 gennaio 2008 13:01

Il Punt è ancora citato da geroglifci egizi, posti su una parete del tempio di Amon a Tebe, risalente al regno di Seti I, secondo faraone della XIX Dinastia. Quei geroglifici descrivono un viaggio navale per portare oro incenso e mirra, dal Paese di Punt a Tebe, oltre ad un carico di zanne di elefante, lapislazzuli, ebano, pavoni e scimmie.



Con tutto il rispetto per l'enciclopedia Wikipedia, questa frase andrebbe corretta.
Viene confuso il tempio dei milioni di anni di Hatshepsut a Deir el Bahari col tempio dedicato a Amon a Karnak.
Il viaggio alla terra di Punt fu l'atto più importante del famoso faraone-donna e fu realizzato, fra l'altro, per arricchire il suo magnifico tempio, il Geser Geseru (La meraviglia delle meraviglie), degli alberi d'incenso, gli alberi delle lacrime degli dei.
cennis
00martedì 15 gennaio 2008 14:14
Paese di Punt
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai a: Navigazione, cerca
La leggendaria terra di Punt (o Paese di Punt), è identificata dagli storici moderni con il Corno d'Africa, ovvero quella regione dell’Africa orientale, che va da Gibuti, al Capo Guadafui, e comprende Somaliland (ex Somalia britannica), Migiurtinia (ex Somalia Italiana) ed Ogaden all’interno (annesso all’Etiopia). Mancando una storia scritta dell’antica Somalia, l’identificazione è stata fatta correlando le testimonianze orali della cultura nomade somala, con le caratteristiche territoriali e con i testi di altre culture che ebbero attinenze col Paese di Punt.


La terra di Punt nelle fonti antiche [modifica]
La Bibbia cita il Punt, come la regione abitata dai discendenti di Cam, figlio di Noè, che si chiamarono Camiti, e stanziarono tra il Nilo e il Mar Rosso, tra l'altopiano dell'Abissinia ed il mare.

Il Punt è ancora citato da geroglifci egizi, posti su una parete del tempio di Amon a Tebe, risalente al regno di Seti I, secondo faraone della XIX Dinastia. Quei geroglifici descrivono un viaggio navale per portare oro incenso e mirra, dal Paese di Punt a Tebe, oltre ad un carico di zanne di elefante, lapislazzuli, ebano, pavoni e scimmie.

Più dettagliate descrizioni del Punt, ci pervengono dalla storia della Fenicia. Hiram re dei fenici a Tiro, era il genero del re di Giuda e di Israele Salomone (961-922 aC), e per conto del suocero, fece un viaggio al Paese di Punt, da dove portò ricchezze per abbellire il grandioso Tempio di Salomone a Gerusalemme. Le ricchezze del Punt, secondo la Bibbia (Libro dei Re), consistevano in incenso, mirra, resine, ambra, agata verde, lapislazzuli, oro, avorio, ebano ed altri legni pregiati.


Il riconoscimento in epoca moderna [modifica]
Il riconoscimento fisico del Punt con la Somalia del nord, è dato dal territorio arido e sferzato dal monsone, dove vi cresce la savana e vi abitano pastori nomadi, che da millenni praticano la transumanza di capre, pecore e cammelli, e questi usano ancora la raccolta e commercio di incenso e mirra, che sono ancora richiesti dagli arabi.

La Somalia del nord è l’unico posto al mondo dove cresca spontaneo l’arbusto dell’incenso, oltre a mirra, spezie, aromi e profumi. A questa regione corrispondono anche le altre caratteristiche citate dall’antichità, cioè la presenza di pavoni, scimmie, giraffe ed elefanti. Dalla savana veniva preso l’avorio delle zanne d’elefante, mentre dall’interno dell’abissinia, dove sono monti e foreste, veniva ricavato il legname come l’ebano, le pietre preziose e l’oro. Tutto veniva trasportato via Mar Rosso in Egitto ed in Palestina da dove passava al Mediterraneo.

Il luogo più favoloso che si collega all’incenso spontaneo è l’isola di Socotra, mentre l’incenso d’Arabia e Yemen è stato importato dal Punt nell’antichità e poi coltivato, ancor oggi da secoli.

Anche altre spezie, come il pregiato “caffè arabica” in realtà è la coltivazione in arabia di quelle che era una pianta selvatica d’Etiopia. Il fatto che l’antichità indichi l’incenso come esclusivo del Punt, e non anche dell’Arabia, è da ritenersi il collegamento fondamentale tra Punt e Somalia.

Questo è quello che dice Wikipedia...
di altro non c'era niente...
ciao da cennis. :D
ilfigliodelsole
00sabato 11 luglio 2009 13:48
Il luogo geografico dove si trovi la terra di Punt è uno dei misteri della storia Egizia... secondo me si trova, come molti hanno già detto, nel corno d'Africa.
Una prova a sostegno di questa tesi potremmo ritrovarla nei bassorilievi raffiguranti la regna di Punt la quale oltre ad essere caratterizzata dalla sua malattia, l'elefantiasi, ha anche dei tratti somatici tipici delle zone a sud dell'Egitto, ovvero molto marcati.
Un'altra prova potrebbe anche essere il fatto che ci furono varie spedizioni, alcune anche sotto il regno della regina Hatshepsut, che riportarono da quella terra, con la quale avevano dei frequenti commerci, oro ed avorio.
Vi sono anche alcune raffigurazioni di queste spedizioni nel tempio di Deir el-Bahri dove si vede la preparazioni di alcune navi pronte a salpare alla volta della terra di Punt e l'unica direzione verso la quale potrebbero andare è a sud, lungo il corso del Nilo.
roberta.maat
00sabato 11 luglio 2009 18:47
La regina di Punt forse era affetta da steatopigia.....ma forse era solo grassa. Comunque quel tipo fisico spesso è riscontrato nelle ottentotte.
elenaras
00sabato 11 luglio 2009 23:24
dov'era Punt? e perchè la fama del suo nome appare, scompare, riappare e poi definitivamente è consegnata all'oblìo? e se il termine "punt" avesse indicato il concetto di "porto-emporio" mentre successivamente le diverse località furono riconosciute ciascuna con il suo nome? Incenso spontaneo cresce in Oman tuttora!
Certo è che a Marsa Gawasis il team del prof. Rodolfo Fattovich e della prof. Katryn Bard, oltre alle parti di navi ed ai metri e metri di cime, hanno riportato alla luce una scatola dove era scritto "le meraviglie di Punt".... una sorta di "sorpresa made in Punt", dell'epoca di Hatshepsut :-)
a mia sensazione, comunque, il grande porto luogo di scambi e di mille intrecci era presumibilmente sia in terra d'Africa, che nella penisola arabica, dove il braccio di mare è più stretto ed è necessario controllare ed ordinare il traffico delle imbarcazioni e delle merci su entrambe le rive... oltre c'è l'Oceano Indiano, sopra ci sono le ricche terre dei faraoni.
-Kiya-
00domenica 12 luglio 2009 00:19
Il termine Pwnt è accompagnato dal determinativo
N25 - terra montuosa
.
Gli Egizi, inoltre, parlano anche di pwntyw, intendendo le "genti di Punt", termine che comprende il segno T14 (il bastone da lancio), usato come determinativo per indicare i popoli stranieri.

Tutto ciò lascerebbe intendere che che essi si riferissero effettivamente a un paese straniero specifico e non a una zona geografica più ampia.
NEFERNEFERURE
00domenica 12 luglio 2009 15:11
Ho letto in passato un bel libro su Hatshepsut e mi pare di ricordare che ubicasse il Punt nella zona della Somalia...ma noin ne sono certa, sono in vacanza e vi parlo dal portatile, quando torno vado a spulciare sul libro e mi farò viva
ilfigliodelsole
00domenica 12 luglio 2009 21:32
Re:


e se il termine "punt" avesse indicato il concetto di "porto-emporio" mentre successivamente le diverse località furono riconosciute ciascuna con il suo nome? Incenso spontaneo cresce in Oman tuttora!




Punt non potrebbe affatto indicare, secondo me, solo un concetto di porto-emporio sennò a che scopo raffigurare la regina di Punt?
Un concetto non può avere una regina...
pizia.
00lunedì 13 luglio 2009 22:00
Più o meno il paese di Punt è stato individuato, un po' tutti gli studiosi sono d'accordo su quella zona...
L'unico problema è che finora manca un ritrovamento decisivo, cioé una città scavata di cui si possa dire: "Questo è il luogo chiamato Punt dagli egizi".
Ma come l'archeologia nubiana da qualche anno sta dando i suoi frutti, presto anche quella centrafricana, etiopica, somala, arabica, ecc., daranno risultati interessanti.
NEFERNEFERURE
00domenica 9 agosto 2009 15:49
Questa l'interessante teoria scaturenta dall'indagine di Christiane Desroches Noblecourt
in merito alla localizzazione della terra di Punt e al viaggio effettivamente intrapreso
dalla spedizione di Hatshepsut. Vi riporto un estratto dal suo libro LA REGINA MISTERIOSA
Ed. Sperling & Kupfer

PUNT - la terra del Dio

Sin dalla giovinezza Hatshepsut sognava del paese di Punt, che si riteneva
essere la Terra del dio. Le spedizioni militari di Thutmose I non avevano mai
superato la Quinta Cataratta e quindi non avevano mai raggiunto gli orizzonti
delle regioni orientali dell'Alto Nilo da dove, si diceva, provenissero le
resine che raggiungevano l'Egitto tramite le carovaniere e i sementiu (agenti
dei re e dei principi incaricati di incontrare le carovane che trasportavano
i prodotti rari provenienti dall'estero; erano ugualmente degli interpreti ed
abili informatori.
Le truppe regie informarono la Regina dell'accessibilità verso gli "orizzonti
del sole" precisandole che per raggiungerli si doveva percorrere dapprima lo
"Uadi Ur" (il Grande Verde) ciè il fiume nel periodo dell'Inondazione e poi
lasciarlo per un corso d'acqua minore che penetrava nelle terre dal paese di
Punt.
Il termine "Grande Verde" definiva il Nilo in piena che trascinava gli alberi
all'inizio dell'inondazione, per estensione poteva anche significare "distesa
d'acqua", "grande lago", "mare". Tuttavia non ci si poteva sbagliare quando
gli egizi, che diffidavano del mare e della sua acqua salata e "sterile",
facevano libagioni con Uadi Ur:era senza dubbio l'acqua particolarmente dolce
ùdell'Inondazione. Anche l'egittologo Vandersleyen è giunto alla medesima
conclusione. La maggior parte delle difficoltà incontrate fino ad oggi per
localizzare il paese di Punt deriva effettivamente dall'interpretazione che è
stata fatta della parola Uadi Ur. Per molto tempo non si è voluto approfondirne
il significato, e parimenti si sono trascurate le condizioni ed il ruolo
primordiale del Nilo, ostinandosi a tradurlo con "mare"". Le difficoltà sono
cominciate quando si è trattato di localizzare le rare allusioni al viaggio
verso il paese di Punt. Partendo da questa ipotesi, ai viaggiatori non si
aprivano che due strade:
a) sulla base di iscrizioni assai difficili da comprendere si era concluso
che partendo da Tebe, occorreva discendere il Nilo fino a Copto, per finire
al porto di Quseir sil Mar Rosso, duecento chilometri più lontano. A quel punto
occorreva costruire un battello. Fabbricarne diversi era ancora più irrealistico:
dove trovare legname in loco? Poi la rotta marittima conduceva alle coste
dell'Eritrea e dell'Arabia felix, dato che le rare iscrizioni affermavano che
Punt "si trovava sulle due rive di Uadi Ur": il mare? Dunque Somali, Arabia.
Una volta effettuato il carico, bisognava fare all'inverso il medesimo percorso,
e una volta giunti al porto di Quseir, ricomporre una carovana di uomini e di
asini per trasportare sui duecento chilometri dello Uadi Hammamat gli animali,
gli alberi con le loro radici ecc.
Una simile ricostruzione pare poco plausibile per la flottiglia di Hatshepsut
composta da cinque battelli partiti dal Nilo e ritornati dal Nilo dopo aver
raggiunto il mare.
b)la seconda soluzione era quella di una discesa lungo il corso del Nilo fino
all'estremità del Delta, da dove pare che un canale d'acqua voluto da Sesostri
fosse stato approntato per raggiungere la parte nord del Mar Rosso.Pare tuttavia
assodato che il canale sia stato utilizzato solo all'epoca di Dario,
cioè durante l'occupazione persiana.

Un altro problema: perchè il paese di Punt era considerato la Terra del dio?
Quale dio? Nei racconti delle spedizioni del padre attorno alla Quarta Cateratta,
passando davanti alla grande roccia di Napata, Akheperkara aveva più volte
scorto l'alta pietra che apreva ergersi come un cobra davanti alla montagna.
Gli indigeni avevano assicurato al re che quel fenomeno della natura era l'immagine
pietrificata del serpente di Amon-Nilo venerato in quel luogo. Il misterioso serpente
del Racconto del naufrago e il serpente di Napata erano parimenti il il medesimo
simbolo del Nilo; del resto la barba del rettile descitta nel racconto iniziatico
era la barba ricurva khebeset che era attribuita nei riti all'effigie di Amon,
ben diversa dalla barba posticcia dei re. Una barba simile era stata attribuita alla
mummia di Osiride, che il mito faceva ritornare con le acque dell'Inondazione ogni anno.
Altro elemento di riflessione, gli abitanti di Punt erano chiamati khebestiu, "le genti
dalla barba curva" della Terra del dio.
Amon dalla barba curva, era allora originario della Terra del dio? Era Amon la forza
nascosta, il fecondatore. L'Inondazione benefica per l'Egitto proveniva allora dal
"Paese del dio" verso la quale conduceva il fiume Atbara che ha la sua sorgente a nord
del lago Tana in Etiopia? Si sa -a proposito dell'Inondazione - che il fenomeno si
produceva in due tempi: all'inizio di luglio il Nilo Bianco, alimentato dai grandi laghi,
cominciava a veicolare in abbondanza acque verdastre. Qualche settimana dopo l'Atbara
si gettava nel Nilo Bianco, a nord della località in cui il Nilo Azzurro di Etiopia
raggiunge il Nilo Bianco (oggi a Khartum). Percorrendo il suo letto, l'Atbara
staccava terre ferruginose che formavano le fertili alluvioni che si diffondevano più
a nord in Egitto per 4 mesi all'anno. Erano dunque le terre dell'Atbara a nutrire gran
parte dell'Egitto.
Da quello stesso paese di Punt arrivavano in Egitto ogni anno con l'Inondazione
le fronde dei banani selvaggi dell'Abissinia (il Musa ensete) strappati con violenza
dalle acque. Il Nilo Azzurro, uscito dal Lago Tana, trasportava quegli alberi:
in tempi leggendari Amon aveva regnato su Punt.

I sementiu di Hatshepsut erano ritornati dalle loro esplorazioni e le avevano indicato
che il cammino migliore era quello di risalire il Nilo, superare la Quinta Cataratta
e attraversare la regione chiamata Irem, a sud di Miu. Poco dopo i flutti diventavano
piuttosto tumultuosi per il fatto che il corso del Nilo veniva raggiunto dalle acque
di un fiume dalle tinte terrose, rossastre, provenienti dalla zona orientale :l'Atbara,
afflente abissino del Nilo le cui acque rese fangose dalla terra ferruginosa strappata
dalle rive hanno contribuito a creare la fertilità dell'Egitto.
"La terra del dio si situava sui due lati di Uadi ur" il che porta a localizzare Punt
tra l'Atbara e la ragione umida del "delta del Gash", il cui centro è oggi Kassala, e
si prolunga fino al Mar Rosso. Si tratta dunque dunque dell'attuale parte orientale del
Sudan, prossima all'Eritrea.
La spedizione sarebbe così potuta penetrare nell'interno sulle navi. I sementiu avevano
avvertito le popolazioni rivierasche e i loto capi avrebbero accolto l'ambasciatore di
sua maestà, il paese sarebbe stato aperto agli inviati della regina che avrebbero avuto
la libertà di circolare nel cuore della regione dominata da un fiume largo e corto che
si divideva in meandri simili alle dita di una mano (il futuro delta del Gash, sulla
strada di Kassala).
Sembra dunque evidente poter localizzare il paese di PUnt nel quadrilatero posto al
confine fra l'Eritrea e il Sudan nella parte orientale del territorio tra l'Atbara e il
Nilo Azzurro, limitato ad ovest dal corso del Nilo Bianco, dopo Khartum.
Giunta così per via d'acqua, la spedizione della Regina continuò "via terra" percorrendo
la regione fino alla successiva Inondazione. Evitate le montagne, i navigatori di
Hatshepsut risalirono l'Atbara dirigendosi verso Kassala nell'accogliente valle del
Gash, tra il Nilo ed il Mar Rosso (all'altezza dell'attuale Port Sudan, anord di Aquiq)
in un territorio già popolato da millenni. Scrive al proposito Rodolfo Fattovich: "La
gente che vive lungo il confine etiope-sudanese sfruttava le principali risorse di Punt
nel quadro dei loro spostamenti stagionali e controllava le vie commerciali tra l'Etiopia
e la valle de Nilo. Auquiq e Kassala erano forse gli accessi alla regione dal mare e
dall'entroterra, mentre Agordat agli altopiani".
I primi sondaggi eseguiti da Fattovich nel delta del Gash, vicino alle montagne di Kassala,
alla frontiera est del Sudan, hanno in effetti dato risultati convincenti; gli scavi hanno
consegnato una quantità considerevole di vasellame kushita (appartenente alla cultura di
Kerma -gruppo C) sudanese dell'epoca ( ciò prova le relazioni tra sudanesi dell'Alto Nilo
e il delta del Gash) ed egizio (un lotto di 172 vasi rotti del Nuovo Regno ritrovati in
loco) provano l'esistenza di luoghi di incontro fra i due paesi, nonchè degli scambi che
ne furono il risultato. Fattovich segn ala inoltre i prodotti che era possibile
procurarsi in questo luogo tropicale di scambi, presenti anche nelle raffigurazioni egizie;
Vi arrivavano infatti i più bei prodotti dell'Africa orientale, mentre tutta le regione era
ricca di aromi: olibano, mirra, resina di terebinto, legno d'ebano, animali selvatici come
le giraffe, gli elefanti, i rinoceronti, le pantere e poi l'oro e l'elektron provenienti
dalle regioni a sud-est dell'attuale Port Sudan. Pietre come l'ossidiana, la cornalina ed i
lapislazzuli che provenivano dallo Yemen.




[SM=g1619697]
Emilioraffaele
00domenica 9 agosto 2009 17:38
Da parte mia, difficile aggiungere qualcosa. Quando l'analisi si avvale di tutti gli strumenti a disposizione, i risultati sono sempre rilevanti.
Sono contento di essermi iscritto ad Egittophilia, siete un gruppo molto unito, fatto di gente preparata, quindi apprenderò molto.

Dario
NEFERNEFERURE
00lunedì 10 agosto 2009 09:30
Ti ringrazio Emilioraffaele [SM=x822748] , non sono un'esperta ma solo un'appassionata di A.E. e quando trovo qualcosa che mi pare interessante trovo sia bello condividerlo con
altri appassionati Egittophili. [SM=x822745]
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