Punt: Dov'è? | Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 23:25 |
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22/05/2010 09:35 | |
La definizione di Punt come "Terra degli dei" forse non è generalizzabile, ci andrei cauta con le deduzioni.
Tanto per cominciare non compare sempre, ma solo ad un certo punto e poi tale appellativo potrebbe essere giustificato da mille motivi, tutti in linea con il pensiero egizio, ma finché non si trova un documento dell'epoca in cui viene spiegato il perché, ogni ipotesi rimane tale.
Ad esempio potrebbe essere stato definito così perché luogo in cui si trovavano le riserve dei materiali pregiati destinati all'élite e al culto religioso, materie prime molto costose, e forse nemmeno accessibili a tutti a causa della formazione di certi tabù. |
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22/05/2010 09:53 | |
Si certo, fino a quando non troveremo documenti, sempre che li trovassimo, è vero tutto ed il contrario dello stesso.
D'altra parte se fosse, come dici tu, solo il posto dove trovare certe materie prime, mi chiedo come mai dovessero andarci loro e non ci fossero rotte commerciali tra Egitto e Punt.
I mercanti fenici scorazzavano per i mari e dunque non sarebbe stato difficile per loro arrivare a Punt, in fondo oro, incenso e mirra non erano preziosi solo x gli egizi, in fondo che portano i Magi?
Se fosse successo, Punt sarebbe meno difficile da identificare...e d'altra parte dato che noi sappiamo è evidente che per gli egizi la sua esistenza non era un segreto da mantenere. [Modificato da redrider57 22/05/2010 09:54] |
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22/05/2010 10:35 | |
A me sembra che le rotte commerciali ci fossero, dall'Egitto verso Punt e vice versa, fin dal Periodo Predinastico (Barca, Sovrani predinastici egizi); gli egizi si dimostrarono da sempre interessati alle merci di lusso provenienti da questo "paese", infatti di solito se ne approvigionarono per tramite dei nubiani (Trigger, nel libro "Storia sociale dell'Egitto); saltuariamente, quando cioé si verificarono certe condizioni, provarono a scavalcare gli intermediari, andando direttamente alla fonte.
Probabilmente questo accadde così raramente da diventare evento ragguardevole da registrare sugli annali e da essere in parte dimenticato, nei suoi risvolti pratici, fino alla spedizione seguente.
Non entro nel merito dei Magi altrimenti rischiamo il minestrone, se non sbaglio parliamo di quei Magi citati nei Vangeli, quindi documenti ben posteriori al periodo di cui ci stiamo occupando.
Anche se tiriamo in ballo i Fenici vuol dire che stiamo parlando di un periodo abbastanza tardo, mentre il problema "Punt" si presenta nella storia dell'Egitto già dal regno di Sahura, come ci ha fatto notare FrAnkh, poi, dopo un certo tempo di Punt non si parlerà più, evidentemente si diffuse un altro nome per indicare quel posto, magari più pertinente perché mutuato dai popoli più strettamente in contatto con quello.
Non sappiamo esattamente dov'è Punt anche perché nelle altre lingue, come nubiano e fenicio, non lo chiamavano così, ma in altri modi e non abbiamo ancora trovato il termine di contatto fra queste lingue.
Anzi, forse il problema dell'ubicazione nasce proprio dalla nostra incapacità di identificare Punt nelle altre lingue, se trovassimo a cosa corrisponde in nubiano, magari sapremmo anche dov'è.
Poi c'è sempre l'ipotesi di un posto non definito, o leggendario, da cui si narrava provenissero quantità emormi di cose preziose, una specie di Eldorado, e allora sarebbe comprensibile perchè, ad un certo punto non se ne parlò più.
[Modificato da pizia. 22/05/2010 10:44] |
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22/05/2010 12:58 | |
L'esempio dei Magi evangelici non è sicuramente attinente al thread, ma l'ho fatto solo per dire che quelle merci erano preziose e lo rimasero per tutta l'antichità.
Non so, mi riesce difficile pensare ad un luogo leggendario se poi Hat va ad approvigionarsi per il suo tempio.
Per cui si trattava, presumo, di un luogo reale a cui a volte viene dato l'appellativo di "Terra degli dei" per le ricchezze che ivi si trovavano (grazie Pizia non ci avevo pensato).
Resta il mio dubbio, come mai non diede vita ad una civiltà estremamente importante? Domanda senza risposta ovviamente, ma dato avevano le materie prime che rivendevano, per lo meno, agli egizi... |
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22/05/2010 13:58 | |
redrider57, 22/05/2010 12.58:
Resta il mio dubbio, come mai non diede vita ad una civiltà estremamente importante? Domanda senza risposta ovviamente, ma dato avevano le materie prime che rivendevano, per lo meno, agli egizi...
Non sempre possedere materie prime pregiate, corrisponde a ricchezza. Basta pensare ai diamanti della Sierra Leone che, nonostante i giacimenti di pietre preziose, resta uno dei luoghi più poveri della Terra ed è oggetto di sfruttamento oltre i limiti dell'umanamente possibile.
Non ci è dato sapere, con precisione, quali merci gli egizi scambiassero con i prodotti di Punt. Certo è che se affrontarono quel viaggio in più di un'occasione, dovettero averne un buon tornaconto.
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22/05/2010 23:04 | |
Per il re un gran ritorno di immagine, in particolare nell'Antico Regno quando queste imprese erano degne della registrazione nell'annuario, del regno del re "X" veniva ricordato come nel primo anno di regno avesse fatto una certa opera, nel secondo un'altra, nel terzo una spedizione per legno, nel quarto solo il censimento del bestiame, ecc., mi riferisco alla Pietra di Palermo perché è il reperto più conosciuto giunto fino a noi, ma essa probabilmente compendia notizie raccolte su vari documenti lapidei e/o papiracei ormai perduti.
Però lo spirito di avventura degli antichi doveva essere davvero eccezionale (è una dote di cui sono priva), se qualcuno trovava il coraggio di partire dal suo villaggio abbastanza comodo in Egitto per compiere una simile impresa: insomma, fosse via mare o via terra si trattava di spingersi in località sconosciute, abitate da popoli sconosciuti, basandosi su indicazioni sommarie o da chiedere lungo il percorso, senza sapere quale fosse la distanza effettiva, senza poter preventivare il tempo necessario...
Chi tornava probabilmente riceveva riconoscimenti a vita e garantiva un futuro a sé stesso e alla propria famiglia, ma a che prezzo?
Nei periodi in cui gli egizi ebbero più "confidenza" con i nubiani, forse carpivano loro i segreti per raggiungere quelle fonti di materiali preziosi e sacri bypassandoli, e magari l'ignoto sembrava meno pericoloso perché "garantito", in un certo senso, dai loro vicini del confine sud.
Però immagino che durante il Secondo Periodo Intermedio non ci siano state spedizioni verso Punt, quindi riprendere questa attività nel Nuovo Regno, dopo secoli dall'ultima impresa, fosse proprio un salto nel buio. |
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22/05/2010 23:48 | |
A proposito dei dati su cui contare, è vero che forse non possedevano mappe (certo non carte nautiche come quelle a cui si affidano i viaggiatori moderni), ma non scordiamo l'innata capacità egizia di orientarsi in base alle stelle. Di sicuro questa propensione ebbe basilare importanza in imprese come quella di cui parliamo qui. |
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23/05/2010 00:38 | |
Le stelle aiutano tantissimo in mare, ma il tratto di mare per raggiungere Punt era possibilmente percorso facendo cabotaggio sottocosta, forse per l'avventura in mare aperto non erano portati...
E poi aiutano nel deserto, perché come il mare non possiede punti di riferimento stabili, visibili l'uno dall'altro tanto da guidare un cammino.
Le stelle sono di valido aiuto quando si può procedere in linea retta, perché indicano la direzione come una bussola, ma se non si può procedere in linea retta, a causa di barriere naturali, della presenza di tribù ostili da evitare, dalla facilità di percorrere lunghi tratti in barca, anche la direzione rispetto alle stelle diventa una cosa complicata, necessita delle informazioni tipiche di una "rotta", quindi più difficili da mandare a memoria e da conservare immutate in una tradizione orale... mi meraviglio che da qualche parte non abbiano scritto qualcosa, se non disegnato.
Inoltre le stelle sono osservabili di notte, ma se si viaggia di giorno non sono visibili, quindi bisogna creare riferimenti nel momento in cui si vedono, individuando la direzione grazie a elementi del paesaggio visibili anche di giorno; però l'ambiente notturno di solito non è favorevole a compiere osservazioni sul paesaggio, il quale, nelle notti in cui la Luna non splende abbastanza, con la sola luce delle stelle non è visibile.
Insomma, in fin dei conti la stella più affidabile è ancora il Sole.
Sarà anche per questo motivo che fu divinizzato in vari modi? |
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26/05/2010 13:28 | |
La Somalia del nord è l'unico posto al mondo dove cresca spontaneo l'arbusto dell'incenso, oltre a mirra, spezie, aromi e profumi. A questa regione corrispondono anche le altre caratteristiche citate dall'antichità, cioè la presenza di pavoni, scimmie, giraffe ed elefanti. Dalla savana veniva preso l'avorio delle zanne d'elefante, mentre dall'interno dell'abissinia, dove sono monti e foreste, veniva ricavato il legname come l'ebano, le pietre preziose e l'oro. Tutto veniva trasportato via Mar Rosso in Egitto ed in Palestina da dove passava al Mediterraneo.
Il luogo più favoloso che si collega all'incenso spontaneo è l'isola di Socotra, mentre l'incenso d'Arabia e Yemen è stato importato dal Punt nell'antichità e poi coltivato, ancor oggi da secoli.
Anche altre spezie, come il pregiato “caffè arabica” in realtà è la coltivazione in arabia di quelle che era una pianta selvatica d'Etiopia. Il fatto che l'antichità indichi l'incenso come esclusivo del Punt, e non anche dell'Arabia, è da ritenersi il collegamento fondamentale tra Punt e Somalia>.
Stralcio preso da wikipedia, ma tutt'altro che pellegrino come possibilità.
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26/05/2010 13:38 | |
Grazie Goldeneye57 ;)
solo per chiarezza, quindi in base a quanto riporta Wiki Punt sarebbe la Somalia?
In tal caso, occorrerebbe verificare a quando risale l'ultimo aggiornamento della voce, poichè a seguito delle ultime analisi condotte su due mummie di babbuini, la Somalia sarebbe stata scartata.
Puoi trovare i dettagli dello studio condotto, qui:
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9250059 |
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