| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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30/09/2008 23:54 | |
Credo valga la pena di introdurre il discorso delle unità di misura, che noi, oggi, siamo abituati a definire linearmente. Ma gli Egizi non agivano così.
Sappiamo che l'unità di misura di base era il cubito. Esso aveva un unico multiplo che era la Khet, composta da 100 cubiti.
Il cubito, come il/la khet, trovava impiego quando avevano la necessità di misurare lunghezze. Ma non nel caso di misurazione di superfici, per le quali ricorrevano al setat, che non era una misura lineare, bensì corrispondeva a un quadrato con un lato pari a 1 khet, ossia a 100 cubiti, per un totale di 10.000 cubiti quadrati.
Gli egizi, per facilità, suddivisero il setat in sottomultipli, la principale chiamata ancora "cubito (di terra)", strisce rettangolari coi lati pari a 100 cubiti x 1.
Tutto questo per sottolineare:
per noi, abituati a calcoli e formule, è scontato impiegare unità di misura lineari, attraverso le quali, con operazioni, più o meno semplici, ottenere il valore di superfici o altri risultati. Gli egizi, però, non agivano così. Essi adottarono unità di misure che erano già intrinsecamente delle superfici, delle frazioni delle stesse unità da misurare, sì da facilitare calcoli e operazioni. Da lì a immaginare che impiegassero "strumenti preconfezionati" per raggiungere i risultati desiderati, credo si possa dire che il passo è breve. In fondo 100 cubiti x 1 sono facilmente ricavabili con strisce di lino pari a 5,23 x 0,53 mt |