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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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A proposito di Zahi Hawass...

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2009 11:53
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
16/03/2006 14:17
 
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se da un lato apprezzo i metodi di questo signore, soprattutto il suo amore per tutto quel che riguarda l'antichità, dall'altro li condanno, per i metodi applicati, non sempre adeguati alla sua posizione, secondo me.
Troppo sensazionalista, troppo "spettacolare". Questo atteggiamento mette in cattiva luce i suoi buoni propositi, che passano così in secondo piano.

Continua poi a scagliarsi verso tutti quei Paesi (compreso il nostro, in parte) che ospitano reperti egizi, pretendendone la restituzione. Ma forse dimentica che se tuttoa questa dispersione ha avuto luogo è proprio a causa della non curanza, in primis, dei suoi predecessori!
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16/03/2006 16:43
 
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Come darti torto?

Resto sempre interdetta di fronte al menefreghismo che, fino a poco tempo fa, ha caratterizzato l'atteggiamento arabo verso i loro antichi predecessori.

Non voglio nemmeno pensare a quanto patrimonio è andato distrutto, per trarne materiale per le loro costruzioni, sebbene in questo non posso non notare il richiamo ad atteggiamenti passati degli stessi faraoni.
Ciò che noi oggi etichettiamo come "usurpazione" - termine che per forza di cose identifica una connotazione negativa - per loro, all'epoca, nulla risultava più normale che impossessarsi dei monumenti degli avi, in nome della gloria eterna.
Certi il popolo arabo non ha applicato lo stesso concetto...
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- ḥtm mr r ry.t '3.t
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14/06/2006 22:41
 
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Dicono di lui... e dice di sè...
Zahi Hawass, segretario generale del Supremo Consiglio di Antichità Egiziano, può a buon diritto essere considerato il più potente personaggio dell’archeologia del giorno presente. In egittologia, tutte le strade portano a Zahi, come attesta l’affollata sala d’attesa del suo palazzo del Zemalek, caratterizzata da un continuo via vai di segretari e deferenti archeologi stranieri. Nel suo ufficio interno, postulanti avanzano lungo una fila di sedie, accostandosi progressivamente alla sua scrivania, mentre Hawass invia ordini e firma carte che vengono profferte alla sua penna.

Fuori, sul campo, il contegno di Hawass è energico; con il suo cappello da Indiana Jones ed il suo cipiglio da bucaniere, spesso guida le troupe televisive ed i fotografi in giro per gli antichi siti che sono il suo regno.

E’ una figura controversa. Autore di svariati libri di archeologia, e ospite abituale degli speciali televisivi del National Geographic, ha coniato pubblicamente il termine “piramidioti” con riferimento agli appassionati New Age delle piramidi. Nel 2003, ha espulso ben 14 spedizioni dal paese, e ciò non ha certo contribuito a sminuire la sua reputazione da accentratore.

Hawass ha una grande visione dell’egittologia egiziana. Il suo carattere combattivo, la sua oratoria, ed una certa predilezione per l’occhio della telecamera, ha accresciuto la sua fama fino a trasformarlo in una stella dell’archeologia.

Ma il suo alto profilo ha naturalmente attratto anche critiche ed accuse, da parte di chi dice sia solo un uomo di spettacolo, o peggio, un arrogante, opportunista e sciovinista.

Per quanto riguarda l’attenzione dei mass media, Hawass sostiene sia fuori dal suo controllo. “Cosa posso fare?” chiede. “Talvolta le persone che parlano in televisione diventano noiose. Talvolta la gente pensa che chi parla in televisione abbia personalità e carisma. Non ho mai chiesto a nessuno di venire ad intervistarmi. Come dato di fatto, se vi recate dalle mie segretarie, saprete che rifiutano ogni giorno più di cinque interviste. Se voleste davvero osservare il comportamento di altri colleghi, che magari mi attaccano, e dicono che sto in televisione tutto il tempo, ebbene, loro corrono dietro ai giornalisti pur di farsi intervistare. E quando vengono intervistati nessuno li ascolta, perché sono noiosi.”

Secondo la sua biografia di qualche anno fa - Secrets from the Sand - Hawass nacque in un piccolo villaggio nel Governatorato di Damietta. Suo padre era un agricoltore, che si impegnò affinché il suo figlio maggiore conseguisse una buona educazione e “che non avesse mai a doversi sporcare le mani”. Morì quando Hawass aveva solo 13 anni. “Piansi per giorni, e mi sentii di aver perduto tutto quanto contava nella vita” scrive Hawass nelle sue memorie.

A 16 anni, iniziò l’Università ad Alessandria e quasi per caso si iscrisse all’appena sorto dipartimento di archeologia. Si laureò nel 1967 all’età di 20 anni, ed un anno più tardi divenne ispettore per il Dipartimento delle Antichità del Cairo. Quindi conseguì un diploma in egittologia dell’Università del Cairo ed un dottorato dell’Università della Pennsylvania negli Stati Uniti. Tornò in Egitto nel 1987, e divenne direttore generale delle Piramidi di Giza, Saqqara, Eliopoli e dell’oasi di Bahariya, prima di essere nominato capo del SCA dal Ministro della Cultura Farouk Hosni nel 2002.

Ha dedicato la sua vita a quello che non vede come un lavoro, ma come una missione.

“Non conosco vacanze” ha dichiarato. “Non ho mai preso un giorno di vacanza nella mia vita. Mai. Non ho vita privata. Talvolta il venerdì vado a vedere un film”

Come responsabile per la piana di Giza, Hawass ha coordinato un aggressivo progetto per la nuova gestione del sito.

“Le piramidi stanno soffrendo per l’avvicinarsi della città” ha dichiarato. “Si vedono case attorno alle piramidi ormai. E davanti alla Sfinge, c’è un Pizza Hut. Quando arrivano i turisti il sito diventa uno zoo. Cammelli e cavalli ovunque. Anche se arrivi alle quattro del mattino non puoi credere che questo sia il luogo più sacro al mondo: troverai gente che vende souvenir ovunque, e ti disturba.”

Hawass ha supervisionato la costruzione di un muro perimetrale attorno al sito. Alcuni hanno lamentato che il muro minaccerebbe la sopravvivenza dei commerci attorno alle piramidi, e limiterebbe l’accesso ai monumenti. Ma Hawass è stato risoluto. “Ogni luogo al mondo ha bisogno di una legge e le leggi vanno rispettate. Le piramidi sono cadute nel caos, perché sono state controllate da persone che si curano più dei loro interessi, che di quelli dell’Egitto, dell’eredità dell’Egitto” ha affermato. “Le persone che vivono nel villaggio attorno alle piramidi, possiedono un piatto d’oro, ma invece che tenerlo pulito, lo imbrattano”.

Un’altra recente controversa decisione del SCA riguarda gli scavi in corso. Hawass ha dichiarato che “l’Egitto ha 300 gruppi di scavo stranieri. Nessuno nuovo scavo sarà intrapreso nell’Egitto superiore, a meno che non si tratti di lavori di recupero, e questo vale tanto per gli stranieri quanto per gli Egiziani”. Inoltre, le spedizioni straniere che hanno omesso di pubblicare i risultati del loro lavoro, come richiesto dalla legge, sono stati “sospesi” per un anno.

“Credo che questa sia la prima volta che, nella storia delle antichità, vi sono delle regole” ha dichiarato Hawass. Ha aggiunto poi che tutte le nuove leggi sono state discusse da un comitato e che egli stesso si è consultato ampiamente con i suoi collaboratori circa la nuova normativa. Prima di lui, “lo SCA non aveva leggi. Chiunque poteva fare tutto. Perfino i semplici amatori, privi di qualsiasi credenziale, venivano a fare scavi in Egitto”.

Oltre a pianificare la costrizione di tredici nuovi musei specializzati attraverso l’Egitto, Hawass ha anche tentato di addestrare esperti locali.

“Quando sono tornato dagli Stati Uniti, avendo avuto un ottimo addestramento, ho creato una scuola per Egiziani ed ho addestrato più di 25 archeologi, ed ora, quando sono diventato capo delle antichità, ne ho addestrato più di 100” racconta. “E queste persone con me, il mio gruppo, hanno effettuato le scoperte di cui tutti parlano oggi. Intendo, se qualcuno ti chiede delle scoperte in Egitto, ti parleranno della valle delle mummie d’oro, che io ho scoperto, della tomba dei costruttori delle piramidi, che io ho pure scoperto”.

Questo tipo di arroganza è quella che spesso mette Hawass in situazioni poco piacevoli. Nelle sue memorie scrive che “Devo combattere ogni giorno con le forze di Seth, l’antico dio del male e del caos e nemico del successo, che mi appare nella forma di turisti senza riguardi, di politici avidi, di colleghi gelosi e delle distruttive forze della natura”.

Hawass spiega che “il campo dell’Egittologia, è pieno di persone gelose. Ho incontrato nella mia via, negli ultimi 30 anni, molte persone che hanno tentato di uccidermi. C’è gente che non fa altro che osservarti”.

Né gli antagonisti di Hawass si possono dire confinati all’interno dell’Egitto. Nell’estate del 2003, Hawass ha pubblicamente dichiarato tutta la sua rabbia ed il suo disprezzo per Joanne Fletcher, un’archeologa inglese che, finanziata da Discovery Channel, ha trovato una mummia e sostenuto appartenesse a Nefertiti. La sua presunta scoperta ha fatto il giro del mondo prima che lo SCA avesse la possibilità di verificarla, ed è stata in seguito discussa dalla maggior parte dei suoi colleghi.

“Di questa signora, ogni egittologo nel mondo dice sia un’imbrogliona” ha dichiarato Hawass, che normalmente è l’unico cui è consentito annunciare le nuove scoperte ai media. “Perché se tu hai una teoria, non la puoi pubblicare come un dato di fatto. Non permetteremo più alla York University (cui la Fletcher appartiene) di lavorare in Egitto, perché hanno infranto la nostra legge”.

La stampa inglese, comunque, ha posto sotto una luce particolare l’espulsione del team della York ed, in generale, la nuova normativa di Hawass. “(I giornali inglesi) dicono che sono un fanatico musulmano e che voglio bloccare le ricerche degli stranieri in Egitto” ha dichiarato Hawass. “Non potete scrivere articoli senza intervistare le persone. Non ho niente a che fare con i fanatismi.”
Indomito, Hawass sembra combattere come un soldato per il futuro e la gloria dell’archeologia Egiziana. “Una forte personalità è esenziale per un buon archeologo” ha scritto nel suo libro. Se questi sono gli standard, Hawass sembra essere davvero un ottimo archeologo.

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14/06/2006 22:44
 
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che altro dire?

in tutta verità, leggendo le sue parole sopra riportate, giungo fin a ricredermi sul suo conto... insomma, prendete la mia affermazione per quello che è il suo reale valore, potrei quasi "amare" quest'uomo!

non posso negarlo, in tutto questo io leggo un grande Amore verso l'antico Egitto... e se così fosse realmente, come credo, posso soltanto dire:

Grazie, Zahi, per quello che fai per Kemet...
14/06/2006 23:09
 
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In realtà anch'io ho sempre creduto che Hawass tenese più al denaro guadagnato platealmente, con trasmissioni di NG, o Discovery Channell... mi sto ricredendo...
15/06/2006 16:24
 
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a me è sempre piaciuto....il prezzemolino....
Non c'è da stupirsi che sia odiato da tanti ...chi non invidierebbè un lavoro come il suo....
Secondo me si vede che ha nel cuore l'Egitto e le sue bellezze....


piccola parentesi:Io sono appassionata di gialli della Christie, che come saprete era anche lei innamorata dell'archeologia e seguiva il marito(archeologo) durante gli scavi in quei posti meravigliosi, che hanno ispirato la scrittrice per alcuni dei suoi romanzi più belli....
Sarebbe fantastico partecipere a delle ricerche.
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15/06/2006 17:01
 
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Re:

Scritto da: Macchiona 15/06/2006 16.24
a me è sempre piaciuto....il prezzemolino....
Non c'è da stupirsi che sia odiato da tanti ...chi non invidierebbè un lavoro come il suo....
Secondo me si vede che ha nel cuore l'Egitto e le sue bellezze....


piccola parentesi:Io sono appassionata di gialli della Christie, che come saprete era anche lei innamorata dell'archeologia e seguiva il marito(archeologo) durante gli scavi in quei posti meravigliosi, che hanno ispirato la scrittrice per alcuni dei suoi romanzi più belli....
Sarebbe fantastico partecipere a delle ricerche.



Una piccola puntualizzazione che ha sorpreso recentemente anche me. Il marito della Christie era sì un archeologo... ma non lavorò mai in Egitto. Era specializzato su Assiri o Babilonesi, ora non ricordo.
Quindi la Christie sviluppò la passione seguendo lui, ma ci mise del suo, dirottandola sull'Egitto antico. [SM=x822713]

L'hai letto "C'era una volta"? :sm7:
15/06/2006 17:12
 
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Re: Re:

Scritto da: -Kiya- 15/06/2006 17.01


Una piccola puntualizzazione che ha sorpreso recentemente anche me. Il marito della Christie era sì un archeologo... ma non lavorò mai in Egitto. Era specializzato su Assiri o Babilonesi, ora non ricordo.
Quindi la Christie sviluppò la passione seguendo lui, ma ci mise del suo, dirottandola sull'Egitto antico. [SM=x822713]

L'hai letto "C'era una volta"? :sm7:



aahh questo non lo sapevo....

C'era una volta [SM=x822733] no non l'ho letto .....dimmi tutto [SM=x822745]
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15/06/2006 17:18
 
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E' l'unico giallo che la Christie scrisse, ambientato nell'antico Egitto. Poco conosciuto ma di piacevole lettura, ottimo compagno per l'estate appena iniziata [SM=x822713]

trovi la recensione


qui




p.s. visto che vai alla grande? [SM=x822748]
15/06/2006 17:21
 
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[SM=x822754]

corro a vedere la recensione...

Ma c'è anche "assassinio sul Nilo" molto bello anche il film con peter hustinov(si scrive così)

[SM=x822748]
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