Che libro state leggendo?

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Hotepibre
00giovedì 24 ottobre 2013 15:51
...non ti ricorda qualcosa?

Non dimenticare che anch'io ho usato la stessa "tecnica"... i nomi dei miei personaggi sono quelli autentici, e lo stesso per le città ed i luoghi.

Concordo sul fatto che sembra più difficile leggere, ma perchè siamo vincolati al mondo di oggi... nel mio caso quel che volevo era proprio spaesare il lettore, estrarlo dal mondo moderno, costringerlo a vivere quel mondo, senza alcun riferiemento.
Doveva diventare egiziano, calarsi in quella realtà, non avere punti di riferimento di alcun genere: un iterw era un iterw, una unità di misura che si usava in quel tempo; che necessità hai di sapere che sono circa 2 Km? E' davvero importante? Quella città si chiama Niwt, perchè devi ri-conoscerla con il nome di Tebe (che poi non è neanche il suo)? I suoi sudditi lo conoscevano come Nefer-Kheperu-Ra... è propio importante sapere che noi lo conosciamo come Amenhotep IV? ..e la stessa terra in cui si svolgono i fatti, era Kemi... allo stesso modo in cui un autore di fantascienza ci dice che quel pianeta si chiama Dune, ma qui non ci poniamo domande... sappiamo che è un mondo fantastico, che non esiste...ed accettiamo tutto per ben sei meravigliosi romanzi di Herbert Frank...
Ecco, io credo che bisognerebbe leggere i romanzi che raccontano di "altri mondi" come si legge un libro di fantascienza, non ponendoci troppe domande, ma lasciandoci trasportare dal racconto, dall'evolversi degli eventi...

Lo so, è difficile, se mi metto nei panni del lettore capisco che è straordinariamente incasinato, ma leggere per me significa diventare parte del racconto e Tikal (lo lessi non so quanti anni fa) era proprio qualcosa di simile, esattamente come Dune era un pianeta che non esiste....
Riccardo Banchi
00venerdì 25 ottobre 2013 09:15
Concordo, Hotep.
Usare nomi autentici può essere più difficoltoso per il lettore, ma più illuminante. Se l'autore è capace (non è sufficientete usare solo nomi antichi), il lettore potrà calarsi meravigliosamente nella storia. E poi, di solito, i romanzi storici, sono di solito corredati di cartine più o meno dettagliate (e d eventualmente, a fine libro, di glossari).
Dunque Hotep stai scrivendo qualcosa? [SM=x822724]

Per Francis: "I pilastri della Terra" di Ken Follett, come già ho avuto modo di comemntare, sono davvero un libro da leggere, avvincente in tutto e per tutto. Leggere "Mondo senza fine" diventa inevitabile.
"L'Azteco" di Gary Jennings è stupendo. I nomi dei luoghi si ritrovano quasi sempre nelle tre cartine presenti nel testo. Altri nomi di persone, divinità, piante o altro non sono semplici; spesso ne viene spiegato il significato (che poi possiamo anche dimenticare), che di solito viene compreso in base al contesto. Altre volte qualcosa può rimanerci oscuro, ma il tutto resta comprensibile. E la storia segna il lettore per sempre, toccando vette avventurose e altre dolorosissime oltre ogni previsione.
Per adesso, come ho già scritto nelle pagine passate, ho letto solo "L'autunno dell'Azteco", il seguito. Una lettura piacevole, meno impegnativa. Il secondo libro - che giudico positivamente - è comunque inferiore al primo a mio avviso per un semplice motivo: il mondo dell'Azteco non esiste ormai più e se in alcune parti della storia si ricalcano ritagli di avventuire simili, il mondo circostante è ormai diverso. "L'Unico Mondo" esiste solo nel primo libro della saga.
Diverso è il discorso de "L'Assiro" e del seguito "Ninive", che ora sto leggendo, di Nicholas Guild. Capolavori entrambi: ma nel secondo libro, il protagonista è sempre lo stesso e la storia continua in un mondo che esiste sempre. In pratica potrebbero essere un unico libro di 1.500 pagine!
Se "Sinuhe l'egiziano" fosse stato esiliato da giovane... chissà, forse avremmo potuto godere di un secondo capolavoro egizio di Waltari...

Scusate la lungagnata.

Ric [SM=x822709]
-francis-
00venerdì 25 ottobre 2013 10:43
Sei scusato, ma chiamo Longagnani!
Hai ragione, andando avanti con la lettura, anche se ostici, i nomi diventano più familiari.
Avendo letto in precedenza - come già detto - una triade sugli Inca, conoscendo già la loro storia e letto successivamente un altro tomo, mi è stato più facile ricordare nomi già famosi e noti.
Ammetto che ho letto, sinora, solo un centinaio di pagine dell'Azteco, perciò il mio commento è stato sicuramente prematuro.
Però, a parte i nomi, che piano piano sto metabolizzando, confermo la bellezza del romanzo.
Hotepibre
00venerdì 25 ottobre 2013 11:26
Re:
Riccardo Banchi, 25/10/2013 09:15:

Concordo, Hotep.
Usare nomi autentici può essere più difficoltoso per il lettore, ma più illuminante. Se l'autore è capace (non è sufficientete usare solo nomi antichi), il lettore potrà calarsi meravigliosamente nella storia. E poi, di solito, i romanzi storici, sono di solito corredati di cartine più o meno dettagliate (e d eventualmente, a fine libro, di glossari).
Dunque Hotep stai scrivendo qualcosa? [SM=x822724]
...
Ric [SM=x822709]



Cartine? E perchè? Se vogliamo, anche quello è un modo per tenere il lettore ancorato al mondo di oggi ed è proprio quel che io ho cercato di evitare con il mio primo libro che ormai ha (acc...) già 7 anni.

Quanto allo scrivere oggi, si, sto lavorando, con molta flemma e calma, ad un secondo romanzo ambientato, questa volta, nella Napoli '700esca (l'idea ha oltre 30 anni, ma è sempre passata in secondo piano non perchè non volessi scrivere, anzi, ma perchè il progetto era -ed è- così importante, per me, che ogni volta ritenevo, e ritengo ancora oggi ogni volta che mi metto a scrivere, di non essere in grado di portarlo a termine. Il tutto anche perchè, fuori dai denti, scrivere romanzi -a meno che tu non sia Dan Brown- non rende ed è anzi, spesso, frustrante!) .
In questo caso, come nel primo, sto scrivendo per me stesso e se poi dovesse andare in porto, tanto meglio!

Vedi, anche in questo caso -a proposito di portare il lettore DENTRO il racconto- quel che mi frega è la puntigliosa ricerca di fatti, anche di contorno, storicamente certi, di personaggi effettivamente esistiti, di vie e vicoli che di certo si chiamavano con altri nomi rispetto ad oggi, di luoghi reali di "quella" Napoli in cui far passeggiare, vivere, correre, soffrire, amare il lettore.

...a proposito, ma voi leggereste un libro che comincia così?

«Lucius aprì la bocca del forno, poggiò di fianco lo sportello di ferro e si voltò per prendere la lunga pala con cui avrebbe estratto le quattro pagnotte con la loro classica forma a fiore.
Allungò il braccio, ma là dove avrebbe dovuto esserci la pala la mano trovò, invece, il vuoto; la pala stava quasi danzando nell’aria e quello fu il primo avvertimento, poi il tremolio del terreno passò dalle gambe di Lucius fino al suo torace e poi alla sua testa riccioluta. Fu costretto ad appoggiarsi al bancone di marmo per non cadere, ma, come era già successo infinite volte nei giorni precedenti, anche quella scossa passò e, recuperata la sua pala poté infine ritirare i pani fragranti dal forno.
“Allora Lucius, ci sei riuscito? Che Minerva ti strafulmini, possibile che ogni scusa sia buona per poltrire un po’ di più, tra poco Marco deve iniziare il giro e…” ma le parole di Paquio si trasformarono bruscamente in un brontolio indistinto; la nuova scossa si era trasmessa anche lungo il suo corpo ed ora gli faceva battere i denti così violentemente che per poco non si era morso la lingua
.
»

-francis-
00venerdì 25 ottobre 2013 11:53
Certamente!
Riccardo Banchi
00venerdì 25 ottobre 2013 13:05
Re: Re:
Hotepibre, 25/10/2013 11:26:


...l'idea ha oltre 30 anni, ma è sempre passata in secondo piano non perchè non volessi scrivere, anzi, ma perchè il progetto era -ed è- così importante, per me, che ogni volta ritenevo, e ritengo ancora oggi ogni volta che mi metto a scrivere, di non essere in grado di portarlo a termine. Il tutto anche perchè, fuori dai denti, scrivere romanzi -a meno che tu non sia Dan Brown- non rende ed è anzi, spesso, frustrante!) .
In questo caso, come nel primo, sto scrivendo per me stesso e se poi dovesse andare in porto, tanto meglio!
...



Come ti capisco.

Riguardo all'incipit a cui fai cenno, non ci trovo nulla di scandaloso, ma sono curioso di capire cosa non va (ho trovato altra roba effettivamente anacronistica...).

Ric [SM=x822712]
Hotepibre
00venerdì 25 ottobre 2013 13:46
Re: Re: Re:
Riccardo Banchi, 25/10/2013 13:05:



...
Riguardo all'incipit a cui fai cenno, non ci trovo nulla di scandaloso, ma sono curioso di capire cosa non va (ho trovato altra roba effettivamente anacronistica...).
Ric [SM=x822712]



...beh, se lo avessi trovato scandaloso allora vorrebbe dire che proprio non so scrivere [SM=g999108] .
Quanto agli anacronismi... non necessariamente un libro che tratta del '700 deve iniziare nel '700, non ti pare? ...specie se è ambientato in una città che è alle falde di un vulcano che qualche millennio prima ha sepolto una città come Pompei!

Per curiosità, vi dirò che Paquio Proculoè un personaggio che tutti conoscete e che, almeno una volta, avete anche visto. Era effettivamente un panettiere, aveva il suo "pistrinum" nella regio X di Pompei, ed era da poco stato eletto Duoviro quando la città venne cancellata dalla terra.
Nella sua casa venne inoltre trovato uno degli esempi più antichi del "quadrato magico" per eccellenza, quello del Sator, e proprio questo sarà uno dei fili conduttori del mio racconto. [SM=g999099]


Hotepibre
00venerdì 25 ottobre 2013 13:54
...e questo è il panettiere Paquio Proculo, duoviro di Pompei, con la bellissima e coltissima moglie... se lei si è fatta rappresentare con lo stilo alle labbra, pensierosa, un po' come la più famosa "Saffo", lui non è da meno... vuole dimostrare di saper leggere e poggia il mento su un "volumen", un rotolo di testo.
Riccardo Banchi
00venerdì 25 ottobre 2013 13:57
Mitico!
Meno male non ho fatto critiche... Infatti non riuscivo a trovare cose criticabili.
[SM=x822707]
Famosi i ritratti (ricordano quelli del Fayyum).

Per anacronismi non mi irferisco a salti nel tempo, ma all'uso di termini scorretti (ad esempio km al tempo degli egizi, cavalleria al tempo di Cheope, ecc.).

Ric [SM=x822712]
Hotepibre
00martedì 5 novembre 2013 11:43
Titolo: Uomini Bianchi contro Uomini rossi
Autore: Gualtiero Stefanon
Editore: Rusconi
n.ro pagg.: 511
Riassunto: se La Mecca è la città sacra per eccellenza per i musulmani, e Gerusalemme, o Roma, lo sono per i Cristiani, le Colline Nere erano ancor più sacre per i Pellerossa delle Grandi Pianure... cosa penseremmo noi, uomini "civili", se qualcuno invadesse le nostre terre e vendesse la città di Roma?
Eppure è quel che i bianchi hanno fatto "sfrattando" i nativi, deportandoli, massacrandoli, strappandoli alla loro storia, alle loro tradizioni. relegandoli in zoo per esseri umani chiamati "riserve indiane" dove, non potendo neppure scappare, erano facile bersaglio.
C'era un tempo in cui gli alberi parlavano, ed anche le pietre... solo che noi, civili, non siamo mai stati in grado di sentirli.
Questa è la storia delle guerre indiane viste, peraltro, dall'ottica militare (l'autore era Generale di Divisione dell'esercito), con analisi storico-politica-antropologica dell'"invasione" bianca nelle terre dei nativi!
Da Wounded Knee a Little Big Horn, da Chivington a Custer, la storia delle "guerre" unilateralmente dichiarate dai bianchi contro popolazioni che volevano solo vivere nella LORO terra.
-francis-
00martedì 5 novembre 2013 12:26
Vorrei citare anche il libro di Vittorio Zucconi "Gli spiriti non dimenticano".
L'autore ricostruisce la vita di Cavallo Pazzo che, nel 1876, sconfisse Custer.
Zucconi, recatosi personalmente nella riserva indiana, racconta la vita quotidiana, gli amori, i riti e la disperazione di quello che fu un magnifico popolo di liberi cacciatori, i Lakota Sioux, distrutti dall'invasione dei bianchi.
Hatshepsut76
00martedì 5 novembre 2013 12:36
Ieri ho iniziato a leggere Logos e musica, dell'amica Chiara Bertoglio.



Autore: Chiara Bertoglio
Editore: Effatà (1 gennaio 2009)
Copertina flessibile: 160 pagine
Prezzo: € 11.00


Descrizione:
Un libro per esplorare alcuni capolavori della musica occidentale e avvicinarsi al senso profondo ed ultimo dell’esistenza: l’ascolto musicale si fa icona dell’ascolto del Logos, che diviene a sua volta accoglienza dell’Incarnazione.
«Ascolta, Israele»: il comando dello shema’, dello spalancare le porte del proprio cuore tramite il senso dell’udito, prelude al comandamento dell’amore divino e dell’amore del prossimo. Percorrere i sentieri di cui le musiche di Bach, Händel, Haydn, Beethoven e Mussorgskij sono intessute diventa quindi quasi un pellegrinaggio: la gioia che nasce dall’ammirazione per i paesaggi musicali scaturiti dalla penna dei compositori si assomma alla felicità dell’avvicinarsi alla Civitas Dei, tempio divino sfolgorante di bellezza.

Considerazioni:
Logos e musica è il secondo libro di Chiara, in cui è trattato il rapporto che lega la musica classica alla spiritualità. Purtroppo, me ne sono accorto tardi, che è il secondo libro, ma presto acquisterò anche il primo (dal titolo Musica, maschere e viandanti. Figure dello spirito romantico in Schubert e Schumann. Con CD Audio).
Il libro è diviso in capitoli, ciascuno dei quali porta il titolo di un'opera. Va da sé che, dopo aver letto il capitolo verrebbe lineare ascoltare il brano in questione, ed è così che ho fatto ieri sera, dopo aver letto il capitolo relativo al Magnificat BWV 243 di Johann Sebastian Bach (per chi non lo sapesse, BWV è un acronimo, che sta per Bach Werke Verzeichnis; ovvero: Archivio del lavori di Bach).

Tornando a Chiara, ho avuto l'opportunità di conoscerla nel 2009, in provincia di Arezzo, entrambi ospiti di una struttura che, sapendo che è una pianista, le affittò una pianola per eseguire dei brani. (Lo so, una pianola non è la stessa cosa di un pianoforte a coda, ma vabbè...); ho avuto la fortuna di vederla/sentirla a maggio di tre anni in Via della Conciliazione, dove eseguì un concerto per pianoforte e orchestra: fu un'esecuzione splendida, dopo la quale, come bis eseguì tre brani singoli per pianoforte.
Riccardo Banchi
00martedì 5 novembre 2013 12:37
Non immaginavo che Zucconi avessi scritto un libro del genere...

Ric
Hatshepsut76
00martedì 5 novembre 2013 16:28
Zucconi?
-francis-
00martedì 5 novembre 2013 17:31
Sì, Vittorio Zucconi. Giornalista nato a Modena, vive negli Stati Uniti dove è corrispondente di una testata italiana.
Direttore di Radio Capital è spesso ospite nei dibattiti dove porta la sua esperienza americana. Praticamente fa la spola fra Usa e Italia.
Ha vinto vari premi giornalistici italiani.
Hotepibre
00martedì 5 novembre 2013 19:30
confermo:

Titolo: GLI SPIRITI NON DIMENTICANO -Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux-
Autore: Vittorio Zucconi
Editore: Mondadori
N.ro pagine: 381
Prezzo: (il mio è ancora in £. 15.000)

..se vi interessa l'argomento "nativi d'America" (ma io continuo a preferire "pellerossa" poichè non ci trovo niente di offensivo o, altrimenti, sarebbe offensivo anche "uomo bianco"), posso darvi qualche titolo.
Qui vi riporto un altro libro di Stefanon:

Titolo: IL FIGLIO DELLA STELLA DEL MATTINO (vita del generale George Armstrong Custer)
Autore: Gualtiero Stefanon
Editore: Mursia
n.ro pagine: 371
Prezzo: anche questo in £. 45.000
Riccardo Banchi
00mercoledì 15 gennaio 2014 10:04
Da tempo ho finito "Ninive", penso sia scontato. Ne è passato di tempo. E scontato è il mio giudizio finale:
meraviglioso! [SM=g999105]
Non riesco a capire il motivo per cui è stato ripubblicato "L'assiro" e non il suo seguito - "Ninive" appunto - nemmeno di un briciolo di livello inferiore al primo libro.

Adesso ho fra le mani "Ripensare Darwin - Il dibattito alla Tavola Alta dell'evoluzione", di Niles Eldredge (Einaudi, 1999). È un libro scientifico di alto livello, ma forse, proprio per questo, ho difficoltà nel comprenderlo appieno (e non sono del tutto ignorante in materia).
Ne consegue che ho difficoltà nel proseguire. [SM=x822707]

Valerio Massimo Manfredi mi fa l'occhiolino sul comodino...

Ric [SM=x822712]
Riccardo Banchi
00martedì 25 marzo 2014 12:48
Finito il libro sull'evoluzione, ho letto successivamente un interessante testo sulla "Decrescita felice": "Monasteri del terzo millennio", di Maurizio Pallante.
Si tratta di un libro di facile lettura, ma illuminante. Lo consiglio a chi ha voglia di avere una visione di sviluppo socioeconomico un po' diverso da quella propinato dai mass-media.

Ric [SM=x822709]
Hatshepsut76
00martedì 8 aprile 2014 13:58
Oggi ho iniziato a leggere La soluzione del codice Maya, di Michael D. Coe

Riccardo Banchi
00martedì 8 aprile 2014 14:16
Grande Hat.

Io ho iniziato da qualche settimana nientepopodimenoche:
"Il mulino di Amleto - Saggio sul mito e sulla struttura del tempo", un bel mattone di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend.
Sono ancora all'inizio; la lettura non è semplice, ma penso si preannunci di ampio respiro e tutt'oggi valido, nonostante il testo iriginale abbia ormai circa cinquant'anni...

Ric [SM=x822709]
Hatshepsut76
00martedì 8 aprile 2014 14:51
Ciao Ric!
Conosco Il mulino di Amleto, ma non l'ho mai letto finora. Tra l'altro, non risulta tra i testi in dotazione... Piuttosto, approfitto per dirti che oggi sono riuscito ad ordinare un testo che avevi consigliato temop fa: Anatolia. Le origini.
Riccardo Banchi
00mercoledì 9 aprile 2014 09:03
Bravo! Non te ne pentirai (se sei interessato alla materia, ma quello è scontato...).

Ric [SM=x822712]
annaisis
00domenica 15 giugno 2014 09:15
Ho cominciato a leggere il libro appena uscito "I bronzi di Riace" di Alberto Angela.
In questo libro Alberto Angela ci parla dei due bronzi, la nascita, il viaggio, il destino di questi due immensi capolavori. Risponde alle domande più comuni : i due bronzi furono realizzati dallo stesso autore? a quale ideale di bellezza rispondevano? possiamo immaginarli nell'Atene di Pericle? e chi ordinò di portarli in Italia per mare?
Il libro è inoltre corredato da numerosissime foto scattate dallo stesso autore.

Dati del libro:
Titolo: "I bronzi di Riace"
Autore: Alberto Angela
Editore: Rizzoli RaiEri
Costo: Euro 15.00

Ciao
Anna
Riccardo Banchi
00martedì 26 agosto 2014 10:03
Rieccomi.
Da tempo ho finito "Il mulino di Amleto - Saggio sul mito e sulla struttura del tempo": confermo che Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend hanno redatto un vero mattone di alti contenuti, forse troppo alti... almeno per me. Non posso che apprezzare questo lavoro, che a me ha lasciato più domande che dato risposte. E forse anche questo è un elemento positivo.

Ho poi letto un romanzo di un mio amico di Piombino, Diego Luci: "I violatori del blocco".
Anni '60 dell'800, avventura fra Livorno, Piombino e le coste americane durante la Guerra di Secessione. Lettura piacevole con alle spalle un'approfondita conoscenza storica del periodo.

E adesso tutt'altra lettura...

Ric [SM=x822709]
Hotepibre
00martedì 26 agosto 2014 16:13
...ebbene si! L'ho fatto! [SM=x822736]

Sono passato agli e-book anch'io... mia moglie mi ha proibito di comperare altri libri (a meno che non siano di egittologia o storia dell'arte) perchè davvero non sappiamo più dove metterli (circa 3.000 volumi non sono poi così pochi in una casa...).

L' e-reader che sto usando è, peraltro, davvero ottimo (è anche retroillumonato e consente di leggere al buio senza dar fastidio a chi ti dorme accanto) ed anche con il sole a picco non dà riflessi cosa che, invece, rende difficile usare gran parte dei "tablet". E' inoltre leggerissimo... ha solo un problema... come faccio a sottolineare le parti che mi interessano [SM=x822741] ...

Questa discussione, che è forse la più seguita del forum, è l'occasione buona per fare il punto sull'uso di e-reader da parte vostra: chi di voi lo usa? Vi piace leggere libri virtuali oppure, come me, rimpiangete la fisicità della carta?

Riccardo Banchi
00mercoledì 27 agosto 2014 08:40
Pure a casa mia siamo passati all'e-reader! E per gli stessi motivi. E' ottimo; è come leggere davvero un foglio di carta!
Per i romanzi è l'ideale. Per libri di archeologia da consultare, il discorso è diverso.
Sottolineare? (o evidenziare) Si può. Mi pare che se tocchi in maniera prolungata un punto del testo e scorri col dito, evidenzi quella parte. Me lo ha fatto vedere la mia ragazza, ma io per adesso non ho ancora utilizzato l'oggetto.

Ric [SM=x822709]
Hotepibre
00mercoledì 27 agosto 2014 09:54
...si, confermo, si può evidenziare... ma se ti faccio vedere un mio libro di carta (specialmente quelli di saggistica) sono un ricamo di sottolineature e appunti a margine (un po' come le Bibbie medievali).
Comunque è vero, se per la saggistica e i libri d'arte o comunque da consultare non si può prescindere (almeno non ancora) dalla carta, per i romanzi (specie quelli "usa e getta") l'e-reader è il massimo. Peccato che come succede per il navigatore dell'auto (che usiamo all'inizio solo per farci riportare a casa nostra su una strada che conosciamo alla perfezione) sull'e-reader la prima cosa che fai è rileggere libri che hai già letto (e dimenticato).
Io sto quasi trerminando di rileggere l'intera saga dell'Atzeco di Jennings (L'Atzeco, L'Autunno dell'Atzeco, Il sangue dell'Atzeco etc.)

Sai che cosa manca con l'e-reader? Quelle sane mezz'ore (e qualche volta anche di più) che passavi tra gli scaffali della "libreria del cuore" guardando copertine, sfogliando libri, leggendo risvolti... ora dovresti andar lì armato di carta e penna per poi ricercare lo stesso libro una volta tornato a casa... secondo me potrebbe essere una buona idea creare un "distributore" di e-book, una macchinetta a cui collegare, ad esempio, l'e-reader in libreria e scaricare direttamente il libro visto in cartaceo.

...hai visto mai...
Riccardo Banchi
00mercoledì 27 agosto 2014 12:47
Rileggere la saga dell'Azteco (non Atzeco; anch'io mi sono spesso sbagliato) è tanta roba!!!
Il primo è un capolavoro assoluto. Ho letto anche il secondo, ottimamente scritto, ma... il vecchio "Unico Mondo" dell'Azteco non esisteva più. I successivi non li ho letti; dovrebbero essere ambientati in epoche successive, vero?

Ric [SM=x822712]
Hotepibre
00mercoledì 27 agosto 2014 13:26
"L'Azteco" è il primo della saga ambientato prima, durante e dopo la conquista spagnola dell'Unico Mondo nel racconto/confessione di Mixtli al Vescovo Zumarraga;

...sull'onda del successo del primo bellissimo romanzo dovrebbero seguire, in ordine cronologico:

"L'autunno dell'Azteco" ambientato qualche anno dopo la "fine" del protagonista precedente [e scusate se non scrivo di più, ma chi non ha letto i romanzi potrebbe perdere il piacere di leggerli];

"Il sangue dell'Azteco" ambientato nel '600 dovrebbe trovar posto qui cronologicamente anche se, di fatto, è l'ultimo scritto poichè nel 1999 Jennings è morto e suo figlio ha dato incarico ad un "ghost-writer" (di cui non viene neppure menzionato il nome) di ricavare un romanzo dai molti appunti di suo padre;

con "La furia dell'Azteco" siamo nell'800... anche se, in qualche modo alcuni dei personaggi vengono fatti risalire all'Azteco "originale" si tratta di racconti ben differenti, ma nessuno può eguagliare il primo.

...è davvero tanta roba... I romanzi di Jennings sono sempre molto "corposi"... vedi "Il Viaggiatore", ovvero il "Milione" di Marco Polo nelle parti che lui non avrebbe potuto scrivere per non essere bruciato dall'Inquisizione, o "Predatore", il racconto di Thorn, l'ermafrodito goto privo di scrupoli, un vero predatore, ambientato all'epoca di Teodorico, o ancora "Nomadi" sulla vita del circo agli albori... insomma, da quando ho l'e-reader, salvo "Nomadi", ho riletto tutti i libri di Jennings...
-francis-
00mercoledì 27 agosto 2014 13:37
Pure io ho migliaia di libri, addirittura li conservo in scatoloni perché non ho più posto né sulle librerie né in altri luoghi adatti. Ma, sebbene mio figlio me lo consigli, non riesco a passare agli e-book. L'odore della carta, sfogliare un libro nuovo, girare le pagine, e poi catalogarlo assieme agli altri romanzi dello stesso scrittore per me non ha prezzo.
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