Tutankhamon: test DNA su feti rinvenuti nella KV62 proverà che sono figlie del Faraone?

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Hotepibre
00lunedì 8 settembre 2008 09:18
E'noto che Giluheba (o Gilukipa), figlia di Shutarna II di Mitanni e sorella di Tushratta, giunse alla Corte, con il suo seguito di 317 dame di compagnia, nel 10° anno di regno di Amenhotep III come attesta, peraltro, una serie di scarabei (c.d. quinta serie; la 1ª commemora il matrimonio con Tye, la 2ª conferma Tye quale Grande Sposa Regale, la 3ª celebra la cattura di 95 tori e la 4ª l'uccisione di 102 leoni nei primi 10 anni di regno):

"Meraviglia condotta a Sua Maestà -Vita, Forza e Salute - Kyrgyp (Gilukheba) la figlia del capo di Naharina Satirna (Shutarna), ed il corteo delle sue 317 donne".

Per quanto riguarda Taduheba (o Tadukhipa), giunse alla Corte nel 36°-37° anno di regno di Amenhotep III , dopo lunghi e cavillosi accordi tra le due case regnanti quando il re era già molto ammalato (rammento che non si ha contezza di una prosecuzione del regno del III Amenhotep oltre il 39° stando ai sigilli di giare di vino rinvenute nella tomba di Tutankhamon).

Proprio questa "veneranda" età del Re cui era promessa, il suo malfermo stato di salute, l'assenza di iscrizioni, o scarabei commemorativi, in cui risulti il nome di Taduheba, sono stati tra gli elementi che hanno spinto molti autori ad individuare Nefertiti in Taduheba ipotizzando, peraltro, che l'anziano Re l'avesse "ceduta" al proprio figlio (verosimilmente coreggente e quindi Re a sua volta) Amenhotep IV/Akhenaton non violando, così, gli accordi internazionali presi precedentemente con Tushratta.

E' interessante, inoltre, una lettera di Tushratta a Tye nel 12° anno di regno di Akhenaton in risposta, verosimilmente, ad una della regina con cui questa comunicava l'avvenuta morte del marito:

"Non ho dimenticato l'amicizia con Nimmuria (Neb-Maat-Ra Amenhotep), tuo marito; ora sarò amico di Naphuria (Nefer-Kheperu-Ra Amenhotep), tuo figlio, più che nel passato, dieci volte di più"

...perchè tutta questa ostentazione di affetto verso Akhenaton? ...e se fosse perchè era anche suo genero?


Per onestà e correttezza, tuttavia, è da notare che nel 36-37° anno di regno di Amenhotep III (alla data di arivo di Taduheba), Nefertiti doveva verosimilmente aver avuto già almeno tre o quattro figlie e questo dovrebbe escludere che Taduheba e Nefertiti siano la stessa persona.
antonio crasto
00lunedì 8 settembre 2008 12:25
E’ evidente che ci sono due scuole di pensiero nell’interpretare la lettera di Tushratta a Amenhotep III, classificata come EA 23:

«To Nimmuaria (Amenhotep III), King of Egypt, my brother whom I live and who loves me. Thus speaks Tushratta, King of Mitanni who loves you, your father-in-law. For me everything is well. May everything be well for you, for your house, for Tadu-Heba, my daughter, your wife whom you love. May everything be well for your wives, your sons, your noblemen, your chariots, your horses, your soldiers, your country and everything belonging to you. May everything be well, very well!
Thus speaks Shauskha of Nineveh, Lady of all the lands: I wish to go to Egypt, a land I love and then return from there.
Now I am sending you this letter and She is on the way [...] Then, in the times of my father, She was in that country, and just as on other occasions She stayed there and was honoured. May my brother honour Her now ten times more than the other time. May my brother honour Her. May you let Her leave when She pleases, so She may return. May Shauskha, Lady of the Heavens, protect us, my brother and myself, one hundred thousand years, and may our Queen grant us both great joy and may we treat each other as friends. Is it because Shauskha is my only Mistress? Maybe She is also the Mistress of my brother?

[...] the year 36, in the fourth month of winter, on the first day. The king staying in the southern city, in Per Hai. »


La lettera (tavoletta di argilla) è stata protocollata nell’anno 36° di Amenhotep III. In essa si parla di Tadu Heba, ma come sposa di Amenhotep III.
La lettera parla anche dell’invio del statua di Ishtar di Ninive.

Evidentemente non viene detto quando Tadu Heba fu inviata in Egitto dal re dei Mitanni Tushratta né da quanto tempo Tadu Heba era sposa di Amenhotep III.

Gli Egittologi ritengono di poter interpretare la lettera considerandola come accompagnamento dell’invio della principessa per il matrimonio col faraone. In tal senso il fatto che Tushratta si dichiari suocero di Amenhotep III e chiami la figlia sposa di Amenhotep III viene considerato come un auspicio. L’invio della statua viene considerato poi come omaggio per il previsto matrimonio, una dea di Ninive per benedire il matrimonio della mitannica Tadu Heba.

Altri Egittologi, con i quali concordo, ritengono invece di dover considerare i testo letteralmente. Tushratta era suocero di Amenhotep III e Tadu Heba era già sposa di Amenhotep III (non si sa da quanti anni).
La statua di Ishtar sarebbe stata inviate nel 36° anno per cercare di ottenere la guarigione del faraone, ormai gravemente malato. Quest’ultima ipotesi sarebbe avallata dalle moltissime statue di Sekhmet, la dea egizia delle guarigioni miracolose.

Senza un ulteriore ritrovamento archeologico le due interpretazioni non possono avere una conforma definitiva e pertanto si potrebbe assegnare ad entrambe la stessa probabilità.

Rimane però il fatto che Nefertiti significa “La bella è arrivata” e il nome si adatta bene a una principessa straniera. Nefertiti si dichiara poi sorella di Mutnedjemet, figlia di Ay e Tey (per me Yuya e Tuia), ma i due personaggi non vengono considerati i suoi genitori. Sembra dunque possibile che “La bella” abbia avuto bisogno di genitori adottivi, i quali la indottrinassero su usi e costumi egizi.
Hotepibre
00lunedì 8 settembre 2008 14:05
Dalla lettura della EA23 sembra in efetti desumibile che Taduheba fosse già sposa del III Amenhotep, ma se si leggono le successive tavolette (EA24 ed ancor più EA26), questa supposizione sembra, in maniera altrettanto valida, venir meno.

EA24, parte III, righi 11-20:

"Ora io ho dato una moglie per mio fratello, ed ella è andata da mio fratello. Quando ella giungerà...omissis... inoltre mio fratello vedrà la dote...omissis..."

...e più avanti (righi 21-34):

"...quando la moglie di mio fratello giungerà, quando ella sarà presentata a mio fratello..."

...in cui il tempo futuro lascia intendere che la "sposa" non sia ancora giunta o che il suo arrivo sia, quanto meno, contestuale (ma anche tale contestualità è improbabile per quanto sopra sottolineato) alla lettera e, a riprova che si tratta di un avvenimento futuro si legge più avanti (righi 35-43):

"...la figlia di mio padre, mia sorella... è lì e la tavoletta della sua dote è disponibile..."

Insomma Tushratta sta "mercanteggiando" la dote della figlia TaduHeba tanto che invita Amenhotep a confrontare le due doti (quella di Giluheba già sua sposa e quella di TaduHeba), ed è improbabile, comunque, che il contratto matrimoniale possa concludersi "sulla parola", ovvero che Tushratta accetti di inviare la propria figlia PRIMA di aver ottenuto in cambio la ricca dote da lui pretesa.

Ma ancora più illuminante è la successiva EA26 di Tushratta a Teye:

"a Teye, signora d'Egitto così parla Tushratta, re di Mitanni. Io sto bene. A te salute! Alla tua casa, ai tuoi figli, salute! A TaduHeba, mia figlia TUA NUORA, salute! ...omissis..."

...dal che sembrerebbe potersi dedurre che TaduHeba ERA effettivamente la sposa del figlio di Teye, ovvero Akhenaton.

E nella EA27, indirizzata proprio ad Amenhotep IV/Akhenaton, il tutto è ancora più chiaro:

"A Naphurya, re d'Egitto, mio fratello, MIO GENERO...omissis... A te salute! A tua madre Teye, alla tua casa, salute! A TADUHEBA mia figlia, TUA MOGLIE... omissis..."

...ed ancora con "mio genero" Tushratta si rivolge ad Akhenaton nella EA27...

Riassumendo, perciò:

1. Tushratta tratta con Amenhotep III la dote della propria figlia Taduheba e, non essendo ancora giunta alla corte egiziana nè lei, nè la sua dote, poichè il contratto matrimoniale non è stato ancora perfezionato, ne parla al futuro. E' verosimile che egli prevedesse un matrimonio con il III Amenhotep, ed in tal senso lo tratti già da genero per una forma di piaggeria, ma che di fatto tale matrimonio NON sia avvenuto per le pessime condizioni di salute del Re.

2. alla morte di Amenhotep III, essendosi intanto perfezionato il contratto di matrimonio, Taduheba è andata in sposa ad Amenhotp IV il quale, in un'otica semplicemente politica e di rapporti internazionali, EQUIVALEVA ad Amenmhotep III poichè anche'egli era RE dell'Egitto.
roberta.maat
00lunedì 8 settembre 2008 14:08
Mi sono fatta due conti e, a meno di errori da disinformazione, mi pare che le cose non quadrino :

1) Nel 10° anno di Amenhotep III, arriva Gilu-Heba, sorella di Tushratta, i due hanno un figlio che si chiamerà Akhenaton.

2) Nel 36°-37° anno di Amenhotep III, arrva Tadu-Heba, figlia di Tushratta e nipote di Gilu-Heba, il cui figlio Akhenaton dunque ha già 25 anni di età più o meno .(strano.....esistono immagini di Akhenaton e Nef sposi molto giovani !)
Tadu-Heba/Nefertiti sposa Akhenaton più o meno in questo momento e a rigore di logica, dovrebbe aver partorito 6 figli nell'arco dei circa 12 anni del suo matrimonio........al limite della credibilità.

3)Nel suo 39° anno di regno muore l'anziano re ammalato perchè non si hanno più notizie di lui dopo questa data. Forse questo 39° coincide con il 12° di Akhenaton, epoca in cui arrivano le "condoglianze di Tushratta a Teie ? Non lo credo possibile ! E neanche è possibile ipotizzare che in questo 12° si festeggia un giubileo o che la partecipazione al lutto di Teie, da parte di Tushratta arrivi dopo tanto tempo dalla morte di suo marito.

Troppi eventi, troppe nascite, in un periodo brevissimo !
Quanto vorrei capirci di più !
roberta.maat
00lunedì 8 settembre 2008 14:11
Il mio ultimo messaggio è OT......perdonate !
Hotepibre
00lunedì 8 settembre 2008 16:49
Perchè OT? direi che pone quesiti ben mirati che derivano dallo stato della discussione; appare chiaro, visti gli orari (14.05 e 14.08), che il tuo post si è "sovrapposto" al mio che, a sua volta, pone altri interrogativi che possono avvalorare, o meno, quanto sopra scritto nell'arco dell'intera discussione e da cui, volendo, si può ancora trarre spunto per proseguire ;)

Direi infatti che la lettura comparata delle lettere EA23, proposta da Antonio, e le EA 24 - 26 -27 da me proposte inquadrano i fatti in una differente ottica di particoalre interesse.
antonio crasto
00lunedì 8 settembre 2008 18:38
Vorrei una conferma.
Le tavolette sono numerate in ordine cronologico o il numero con cui sono contraddistinte è casuale?
Non mi risulta che tutte siano state protocollate e che sia possibile considerarle in ordine cronologico, se non dall'interpretazione degli eventi.
La tavoletta Ea 23 è protocollata nel 36° anno di regno e in essa si parla di Tadu Heba sposa di Amenhotep III o, se vogliamo, sua promessa sposa.
Mi sembra strano che nel 36° anno di regno Amenhotep III avesse ancora voglia di contrattare matrimoni diplomatici.
Mi chiedo se le tavolette EA 24, 26 e 27 non siano state inviate prima della EA 23?

Ritengo possibile che chi ha proposto la numerazione delle tavolette si sia basato su delle ipotesi che sembravano a suo tempo consolidate: non coreggenza fra Amenhotep III, arrivo di Tadu Heba intorno al 36° anno di regno e Tadu Heba non coincidente con Nefertiti.
La sempre più probabile ipotesi di coreggenza e la possibilità che Tadu Heba sia stata sposata in occasione del Giubileo di Amenhotep III e quindi ceduta ad Amenhotep IV cambierebbero l’ordine delle tavolette.

C’è da dire che gli Egittologi egiziani, Hawass compreso, sembrano vedere male l’ipotesi che uno degli orgogli nazionali, Nefertiti, fosse di origine straniera.
-francis-
00lunedì 8 settembre 2008 18:41
Da quello che ho letto sul testo di Liverani, non sempre dalle tavolette si evinceva (perchè probabilmente non pervenute intatte) la data di protocollo...
antonio crasto
00lunedì 8 settembre 2008 18:47
Cara Roberta,
se ti può consolare siamo in due che vorremmo capirne di più.
E’ evidente che la conoscenza della vera storia di Akhenaton non altererebbe, se non minimamente, la storia della XVIII dinastia, ma ormai Akhenaton è sinonimo di mistero e, come in un libro giallo, si desidera fermamente conoscere il nome dell’assassino.

La mia ipotesi è che:

- Amenhotep III abbia celebrato il Giubileo intorno al 27° anno di regno e nell’occasione abbia sposato Tadu Heba;
- Amenhotep IV sia stato nominato coreggente poco dopo il Giubileo del padre, ad un’età di circa 15-16 anni, compatibile con la rappresentazione di Akhenaton e Nefertiti esposta al Louvre;
- Amenhotep IV abbia con l’occasione sposato Tadu / Nefertiti;
- le sei figlie siano nate nei primi 12 anni di regno di Akhenaton, così come è avallato dai documenti archeologici;
- Amenhotep III abbia assunto intorno al 30° anno di regno una valenza divina, cosa che sembrerebbe non giustificare matrimoni con comune mortali;
- Akhenaton abbia celebrato, nel 12° anno di coreggenza, la festa dei tributi dei paesi che avevano contatti diplomatici con l’Egitto, alla quale sicuramente non partecipò l’anziano faraone;
- Amenhotep III sarebbe morto sempre nel 12° anno di coreggenza.

Questi sono gli eventi principali, perché a guardar bene ci sarebbe da considerare: la figura di Smenkhkara, quella di Kiya, Baketaton e Tutankhamon, per non parlare dell’enigma Ay.
roberta.maat
00mercoledì 10 settembre 2008 14:18
Quindi, Antonio, secondo te il totale degli anni di regno di Akhenaton a quanto ammonterebbe ? E per quanto tempo regnò da solo ? Grazie.
[SM=g999100]
Hotepibre
00mercoledì 10 settembre 2008 15:13
Re:
-francis-, 08/09/2008 18.41:

Da quello che ho letto sul testo di Liverani, non sempre dalle tavolette si evinceva (perchè probabilmente non pervenute intatte) la data di protocollo...


Fermo restando che non siete solo in due ad avere il monopolio della volontà di saperne di più, ricordo che la mancanza dei bordi delle tavolette (su cui erano annotati mitente, destinatario e dati per la cronologia) sono nella quasi totalità abrase o addirittura inesistenti il che, come scritto da Francis, rende pressocchè impossibile cronologizzarle.

Questo è di certo un dato di fatto, ma se esclude una prosecuzione logica degli avvenimenti così come rilevabili dalle tavolette dalla EA 23 alla 27, è pur vero che la prosecuzione numerica esistente sembra molto più giustificabile e naturale che non altre cronologie di cui non esiste prova alcuna o giustificazione alcuna.
Come giustificare, infatti, un cambio di "promesso sposo" dal figlio al padre?

In ogni caso, a quanto pare, entrambe le ipotesi possono essere prese in considerazione e, quindi, ognuno è libero di scegliere quel che preferisce.


-Kiya-
00lunedì 15 settembre 2008 23:24
finalmente ho l'opportunità di intervenire in questa interessantissima discussione, ma non prima di avervi rivolto i miei complimenti per i vostri interventi tutti puntuali e ricchi di spunti di riflessione e dibattito.

A questo punto le cose da riprendere ed approfondire sono tali e tante che fatico a raccapezzarmici, ma ci proverò, probabilmente in un intervento... a puntate.

Innanzitutto vorrei effettivamente precisare che la cronologia delle lettere Amarniane non è "definitiva", ma presunta, sulla base delle analisi condotte quando gli studiosi riuscirono ad entrarne in possesso e ad analizzarle. Di ciò è anche responsabile la disponibilità parziale. E' notyo infatti che molti reperti di quel gruppo andarono perduti nei vari rimaneggiamenti subiti, prima di pervenire in mani "ufficiali".
Molto è stato, inoltre, tratto non dalle conoscenze dettate dalla storia egizia, quanto piuttosto dai confronti effettuati coi documenti dei paesi coinvolti in tale corrispondenza. Anch'esse, ahimè, assai scarne.
Per quanto tale datazione possa ritenersi affidabile, non è comprovata e, come sempre, non si esclude la possibilità di una revisione futura, che possa portare a ulteriori definizioni.
Proprio in questi giorni attendo di ricevere alcuni testi a riguardo. Si tratta dei volumi di Moran, Petrie e altri autori vari. Tre testi preziosi che confido possano apportare ulteriori approfondimenti all'unico volume in italiano, curato dall'illustrissimo Liverani.


Ora torno all'origine, ovvero alla questione dei feti.
Lungo la lettura di quanto avete scritto mi sono imbattuta in dati che mi hanno colto con non poca sorpresa. Innanzitutto, mi confermate che a questo punto il test del DNA sulle spoglie di Tutankhamon sia un fatto certo? l'esame è realmente stato condotto e con esso anche quello sulle spoglie della KV55 e quindi dei due corpicini in questione?
In tal senso, tuttavia, devo chiedermi:
mi pare accertato che l'esame del DNA nucleare non sia eseguibile (a causa del tempo trascorso), mentre sia possibile effettuare soltanto lo studio del DNA mitocondriale, il quale fornirebbe esclusivamente informazioni sulla linea parentelare materna.
Ho letto riportate anche le rispettive misure dei feti, pari a 30 e 37,5 cm.
Se ciò è attendibile, bisognerebbe allora ritenere di essere in presenza di feti più maturi, rispetto a quanto indicato da Derry (in effetti un po' datata come analisi, possibile che non sia stata rivista?). Un feto, effettivamente raggiunge quella lunghezza intorno alla 33^ settimana di gestazione, ovvero durante l'ottavo mese di gravidanza (30 cm), mentre si aggira intorno ai 38 cm al momento del parto , a termine concluso. Tenendo inoltre conto che l'altezza media degli egizi a quell'epoca era inferiore rispetto alla media attuale, forse bisognerebbe rivedere quelli che sono i parametri indicati e rivalutare la possibilità che le bimbe siano effettivamente nate a termine concluso e morte immediatamente prima, o immediatamente dopo, il parto.
In tal caso la loro presenza, e soprattutto la loro inumazione secondo i canoni tradizionali, acquisirebbe, forse, maggior significato.

Confesso che giunta a termine della lettura, inevitabilmente mi sono tornati alla mente i rilievi presenti nelle due camere della tomba Reale Amarniana e, altrettanto inevitabilmente, mi sono chiesta se quelle due bimbe non possano essere le stesse lì raffigurate, in braccio alle donne rappresentate accanto al feretro delle ipotetiche madri. Del resto vi è forse certezza che le piccole fossero in vita?

-Kiya-
00lunedì 15 settembre 2008 23:28

Ho letto riportate anche le rispettive misure dei feti, pari a 30 e 37,5 cm.
Se ciò è attendibile, bisognerebbe allora ritenere di essere in presenza di feti più maturi, rispetto a quanto indicato da Derry (in effetti un po' datata come analisi, possibile che non sia stata rivista?). Un feto, effettivamente raggiunge quella lunghezza intorno alla 33^ settimana di gestazione, ovvero durante l'ottavo mese di gravidanza (30 cm), mentre si aggira intorno ai 38 cm al momento del parto , a termine concluso. Tenendo inoltre conto che l'altezza media degli egizi a quell'epoca era inferiore rispetto alla media attuale, forse bisognerebbe rivedere quelli che sono i parametri indicati e rivalutare la possibilità che le bimbe siano effettivamente nate a termine concluso e morte immediatamente prima, o immediatamente dopo, il parto.



evidentemente, secondo tale ragionamento, sarebbe possibile anche accettare l'ipotesi di un parto gemellare.
antonio crasto
00martedì 16 settembre 2008 09:45
In merito alle determinazioni del DNA ci possiamo basare solamente su quanto riportato dalla stampa e quanto reperibile su Internet.
Credo che Hawass voglia ripetere tutti gli accertamenti, sia per non riconoscere meriti ai ricercatori da lui esonerati, sia per verificare i risultati e costruire delle conclusioni in accordo con le sue ipotesi.

Per quanto riguarda la tomba reale di Akhetaton, voglio ricordare che esiste la stessa rappresentazione di omaggio a una giovane donna sul letto funerario in due stanze differenti. Nella rappresentazione si vede sempre una balia con in braccio un neonato e nel caso di una delle rappresentazioni si può leggere “…figlia della Gran Sposa Reale, Nefertiti”.
La rappresentazione ha suggerito l’ipotesi che si sia trattato della morte per parto di Maketaton e di Kiya.
A mio parere è molto improbabile che entrambe siano morte per parto e che entrambe abbiano avuto la stessa rappresentazione in due camere della tomba reale.
Il neonato è comunque sempre uno e sembra vivo e vegeto. In caso di morte di madre e figlio, ritengo che entrambi sarebbero stati raffigurati sul letto funebre.
Nel caso delle due piccole mummie si parla di feti e di probabile aborto o morte subito dopo la nascita, in quanto entrambe presentano ancora il cordone ombelicale attaccato, dimostrando di non essere sopravvissute a lungo.
E’ irreale che la donna sia stata sepolta subito dopo la morte, senza essere mummificata, per cui Akhenaton avrebbe avuto tutto il tempo di seppellire contemporaneamente madre e figlio e far realizzare una rappresentazione in linea col doppio funerale.
-Kiya-
00martedì 16 settembre 2008 22:55
Re:
antonio crasto, 16/09/2008 9.45:

In merito alle determinazioni del DNA ci possiamo basare solamente su quanto riportato dalla stampa e quanto reperibile su Internet.
Credo che Hawass voglia ripetere tutti gli accertamenti, sia per non riconoscere meriti ai ricercatori da lui esonerati, sia per verificare i risultati e costruire delle conclusioni in accordo con le sue ipotesi.




insomma sarebbe arrivato il momento di inaugurare il nuovo laboratorio specializzato annesso recentemente al Museo Cairota... mi pare evidente...
ben venga, se questo gioverà all'Egittologia. Auguriamoci che le censure restino contenute e non rappresentino, per contro, un danno... (illusione?)




Per quanto riguarda la tomba reale di Akhetaton, voglio ricordare che esiste la stessa rappresentazione di omaggio a una giovane donna sul letto funerario in due stanze differenti. Nella rappresentazione si vede sempre una balia con in braccio un neonato e nel caso di una delle rappresentazioni si può leggere “…figlia della Gran Sposa Reale, Nefertiti”.
La rappresentazione ha suggerito l’ipotesi che si sia trattato della morte per parto di Maketaton e di Kiya.
A mio parere è molto improbabile che entrambe siano morte per parto e che entrambe abbiano avuto la stessa rappresentazione in due camere della tomba reale.



temo non possa essere ritenuto poi tanto improbabile. Credo che purtroppo la mortalità per parto contasse percentuali assai elevate a quell'epoca. Se pensiamo che accade ancor oggi (certo in misura ridotta), nonostante tutta l'assistenza su cui è possibile contare.
Indubbiamente il numero si alzava a largo spettro tenendo conto del popolo. Ma i limiti della medicina con cui si faceva conto a quell'epoca purtroppo non penso risparmiassero le donne della famiglia reale.


Il neonato è comunque sempre uno e sembra vivo e vegeto. In caso di morte di madre e figlio, ritengo che entrambi sarebbero stati raffigurati sul letto funebre.



sulla doppia raffigurazione ho riflettuto anche io, in ogni caso ho voluto evidenziare quei rilievi ugualmente, poichè anche in quel caso non vi è alcun riferimento al nome del/dei piccoli.
Inizio a credere che il nome non rivestisse poi il significato che gli fu attribuito in altri tempi e in altri luoghi. Ritenete sia possibile ipotizzare che non venisse assegnato al momento della nascita? So che di primo achito può sembrare assurdo, ma riflettendoci su, questo spiegherebbe la particolarità che identifica nomi e persone, associati sempre in modo più che azzeccato. Cosa che difficilmente si poteva indovinare al momento della nascita, non trovate?

p.s. cosa ti fa affermare con tanta certezza che il neonato e la madre rappresentati nelle due scene amarniane fossero i medesimi? per quale ragione dedicare due pareti, situate in due stanze diverse, allo stesso evento?




Nel caso delle due piccole mummie si parla di feti e di probabile aborto o morte subito dopo la nascita, in quanto entrambe presentano ancora il cordone ombelicale attaccato, dimostrando di non essere sopravvissute a lungo.




questo è pacifico, ma non permette di stabilire una morte pre o post parto, nè tanto meno ci pone in condizione di affermare che l'uno fosse più prematuro rispetto all'altro.
Ritengo che sia necessario attendere gli esiti dei nuovi esami per pronunciarsi oltre. Ho la sensazione che tutto quanto pubblicato dal momento della scoperta ai giorni nostri si basi esclusivamente sulle conclusioni tratte in un'unica circostanza e più o meno condivise da chi si è pronunciato a seguire (senza però aver eseguito ulteriori approfondimenti e/o revisioni)



E’ irreale che la donna sia stata sepolta subito dopo la morte, senza essere mummificata, per cui Akhenaton avrebbe avuto tutto il tempo di seppellire contemporaneamente madre e figlio e far realizzare una rappresentazione in linea col doppio funerale.



Purtroppo allo stato attuale non possiamo stabilire se la madre sia morta durante il parto o se invece sia sopravvissuta. Certo la presenza dei feti nella tomba di Tut (siano essi o meno figli suoi) lascerebbe presupporre che la madre sia sopravvissuta.
E' la loro collocazione che mi lascia perplessa a riguardo di una possibile paternità del giovane Re, per quanto io abbia sempre (e ancora adesso) voluto auspicarla.
Razionalmente si direbbe che la cassa contenente i due corpicini sia stata introdotta nella tomba per essere celata e non per la sua reale appartenenza. Non mi sento quindi di escludere in toto la possibilità, già palesata qui, che originariamente fossero sepolti ad Akhetaton.


-Kiya-
00martedì 16 settembre 2008 23:40
Re:
Hotepibre, 21/08/2008 15.16:

:

la malatia di cui sarebbe stata affetta una delle bimbe (qualora nata) era di carattere ereditario e, alla luce delle conscenze mediche attuali, è possibile ipotizzare che il Re ne fosse affetto? ...o ne era forse affetta la madre? ...e, in tal caso, sempre ammesso che possa identificarsi in Ankhesenamon, trattandosi di una delle figlie di Akhenaton, può ipotizzarsi qualcosa di più a proposito delle condizioni fisiche del regale genitore?




Caro Hotep,

Parlando di spina bifida, non penso si possa ritenere che uno dei due genitori ne fosse affetto.
Con questo non voglio escludere che tale malattia abbia carattere ereditario, sebbene ciò non sia ancora stato accertato con chiarezza, ma intendo dire che forse i genitori (o uno di essi) potessero essere portatori di quel gene "difettoso" a causa della carenza di acido folico, ma non affetti dalla malattia. Non credo sarebbe possibile, tenuto conto che ancor oggi, i bimbi che nascono con questo problema vengono sottoposti a un primo intervento chirugico (a cui dovranno seguirne molti altri) fin dalle prime 48 ore di vita.
Soltanto in questi ultimi anni la medicina è riuscita ad ottenere risultati rinfrancanti contro la mielomeningocele e affini, sì da poter offrire a chi ne è colpito un'aspettativa di vita. Per questa ragione non ritengo che fosse possibile per un individuo affetto da spina bifida nell'antichità raggiungere un'età adulta.

Allo stato attuale, la medicina ci informa che nel 95% dei casi, il piccolo affetto da questa anomalia nasce da genitori con anamnesi familiare negativa (nessun caso di spina bifida nelle rispettive famiglie) ai quali magari è possibile però imputare carenza di acido folico dettata da scarso apporto nutrizionale o da problematiche quali il diabete (riguarda prevalentemente le donne - evidentemente il diabete nel padre non presenta particolari rischi) o altre cause secondarie. Ciò lascerebbe presupporre che i riscontri del test del DNA (che in caso di carenza di acido folico, mostrerebbe una sintesi alterata) saranno fondamentali per l'individuazione della madre, piuttosto che per quella del padre, del quale ci diranno poco, temo...

Tenuto conto però che possediamo un certo numero di mummie femminili prive di attribuzione, direi che potremo mettere in conto di leggere quanto prima affermazioni del tipo:

"La mummia identificata con la sigla xxyyz, rinvenuta nella tomba AB della Valle dei Re, appartiene alla donna che diede alla luce i due ferti conservati nella tomba di Tut".

Tirando le somme... avremo una madre ignota e ne sapremo quanto prima....


-Kiya-
00martedì 16 settembre 2008 23:47
Re:
permettete una domanda apparentemente sciocca?


come si procedeva nel caso in cui un feto moriva prima di venire alla luce, ma a gravidanza avanzata?
ovvero:

se questi due feti sono davvero morti tra il 5 e l'8 mese di gravidanza, com'è avvenuto il parto, tenuto conto che il taglio cesareo ha origini più tarde? parto provocato? Come? dubito che potesse avvenire spontaneamente....
-Kiya-
00mercoledì 17 settembre 2008 22:48
Re:
Hotepibre, 21/08/2008 19.35:


Entrambi i feti, sia pur sommariamente, sono stati sottoposti a mummificazione (se di interesse cerco qualcosa per essere più preciso sulle operazioni compiute su ciascun corpicino)



sì, Hotep. Se volessi approfondire a riguardo delle tecniche applicate te ne sarei grata [SM=x822713]






...si dovrebbe valutare se la loro deposizione nella tomba sia stata contestuale o meno alla sepoltura del "padre".
Se, infatti, fossero stati sepolti contestualmente, ciò potrebbe indicare che, prima ancora che terminasse il periodo di preparazione dell'"Osiride Tutankhamon" già si sapeva che la "vedova" sarebbe convolata a nuove nozze con Ay (ed in tal caso, quasi quasi, troverebbe giustificazione quel che ho ipotizzato nel mio libro).
Nel caso in cui, invece, fosse possibile stabilire che la deposizione dei corpicini è avvenuta in un tempo successivo, si potrebbe ipotizzare che il matrimonio di Ankhesenamon ed Ay è stato deciso in un tempo successivo alla chiusura della tomba KV62 o, addirittura, che i due feti non siano frutto del matrimonio tra Tut ed Ankh.




mi sfugge quello che è il ragionamento che poni alla base di queste affermazioni, pertanto ti pongo qualche domanda con l'intento di chiarirlo:

1) perchè affermi che se i feti sono stati posti nella tomba di Tut contestualmente al funerale paterno allora il matrimonio tra Ankhes ed Ay era già stato deciso?
Non potrebbe essere semplicemente che i due corpicini, deceduti prima della morte di Tut, si trovassero altrove e alla morte del Re la stessa madre abbia voluto deporli accanto a lui?

2)supponendo che i feti siano stati introdotti nella tomba in un tempo successivo, bisognerebbe cercare la spiegazione a un tale gesto, che forse potrebbe metterne in dubbio l'effettiva paternità da parte del Re Fanciullo. In tal caso, però, dovremmo considerare l'ipotesi che la tomba di Tut sia stata successivamente utilizzata come "deposito" per "nascondere" un certo numero di reperti (e se vogliamo, la collocazione della cassa contenente i feti potrebbe avvallare tale possibilità), ma quali? possibile che si siano limititati ad aprire il sepolcro per introdurre soltanto quella cassa?
In alternativa, potremmo ipotizzare che Ankhes non fu l'unica consorte di Tut e che vi fu un'altra sposa con cui il Re potrebbe aver concepito le due bimbe? Potrebbe essere che costei abbia atteso la scomparsa di Ankhes per poter deporre i due corpicini nella tomba dell'ipotetico padre?

Al di là del fatto che oggi ci informano che i due feti potrebbero essere gemelli, mi pare che allo stato attuale non si possa nemmeno escludere che appartengano a madri diverse, almeno non per il momento, e che a costoro non sia attesa la stessa sorte, ovvero la morte al momento del parto.

.... come sempre l'immaginazione galoppa e cerca sfogo....
Tuttavia, in entrambi i casi non riesco a cogliere il collegamento che fai con il possibile successivo matrimonio con Ay...
-Kiya-
00mercoledì 17 settembre 2008 23:45
Re:
-francis-, 22/08/2008 16.06:

Però, se guardiamo attentamente le foto postate da Giuseppe, sui sarcofagini ci sono delle iscrizioni. Penso, però, come ha fatto rilevare Antonio, che siano quasi illeggibili. Peccato!




ho individuato le iscrizioni. Le ho elaborate per renderne più chiara la lettura; eccole:



Iscrizioni sul I sarcofago, contenente la mummia 317a




Iscrizioni sul II sarcofago, contenente la mummia 317a




Iscrizioni sul I sarcofago, contenente la mummia 317b




Iscrizioni sul II sarcofago, contenente la mummia 317b
-Kiya-
00mercoledì 17 settembre 2008 23:54
Per completezza, sottolineo che Derry affermò che il più grande tra i due corpicini, quello che si stima essere giunto almeno al 7/8 mese di gravidanza, nacque e visse brevemente. Per il primo, invece non è chiaro: potrebbe essere nato prematuramente e morto subito dopo, o essere deceduto nel grembo materno.
La differenza di mummificazione tra i due lascerebbe intuire che la seconda ipotesi sia quella corretta. Mentre nel secondo (il più grande) è infatti visibile una piccola incisione sull'addome per l'inserimento di strisce di lino imbevute di sali, nel primo ciò non fu eseguito. La bimba più grande inoltre presenta bende di lino anche nella cavità cranica.
pizia.
00giovedì 18 settembre 2008 00:11
Sono trascrizioni, la calligrafia è bella, (è quella di Carter? forse sì, visto che era anche disegnatore) ci si può lavorare sopra, anche se non abbiamo ancora fatto il corso di geroglifico...
roberta.maat
00giovedì 18 settembre 2008 09:12
Magari riuscissimo ad impegnare il nostro FrAnk nella traduzione !


Nel caso delle due piccole mummie si parla di feti e di probabile aborto o morte subito dopo la nascita, in quanto entrambe presentano ancora il cordone ombelicale attaccato, dimostrando di non essere sopravvissute a lungo.



Se non mi sbaglio, con le attuali possibilità di indagine, non dovrebbe
essere difficile stabilire se si tratta di feti o neonati. Infatti un
elemento fondamentale differenzia i soggetti e cioè il feto non ha
introdotto ossigeno nei polmoni mentre il neonato con il primo vagito ha modificato l'apparato respiratorio.
Mi pare che il cordone ombelicale non sia sufficiente a stabilire se feti o neonati ma lo stato chimico polonare forse sì. Spero di non aver detto ovvietà o stupidità.
-Kiya-
00giovedì 18 settembre 2008 13:02
Stasera contatterò FrAnkh e gli sottoporrò questa discussione [SM=g999103]

Confermo che si tratta della calligrafia di Carter [SM=x822708]

In merito alla differenziazione tra feto e neonato: Derry si basa solo sul cordone ombelicare per stabilire che la bimba più grande nacque e morì entro breve, mentre la più piccina, probabilmente, nacque morta. Credo che Harrison successivamente confermò questa teoria.
Vedremo cosa diranno in proposito dopo i nuovi esami, sempre che i corpicini vengano sottoposti al vaglio di un'equipe medica, oltre che ai biologi.
roberta.maat
00giovedì 18 settembre 2008 14:04
Benvenuto on line FrAnkh, che piacere vedere di nuovo il tuo nome !
Vuoi darcj una mano con queste mummiette ?
FrAnkh
00giovedì 18 settembre 2008 15:14

Ad un primo esame, così a colpo d'occhio, le iscrizioni sono quelle usuali che compaiono sui sarcofagi della XVIII dinastia, e sono alquanto ripetitive. Si trovano i nomi di Anubi, Osiride e dei quattro figli di Horus. C'è anche Horus 'vendicatore di suo padre. In due occasioni è menzionata Nut, la dea del cielo, con la preghiera di porre il feto fra le stelle. Non sono menzionati i nomi dei due feti, contraddistinti genericamente come 'Osiride'. Per un lavoro più accurato, bisognerà attendere un po' di tempo; magari, spero, che qualcun altro possa precedermi nelle traduzioni, in quanto sono impegnato praticamente 'full time' in altri lavori.
Saluti a tutti [SM=x822712]
roberta.maat
00giovedì 18 settembre 2008 16:16
Ciao FrAnkh, grazie comunque e buon lavoro di cuore da me !
-francis-
00giovedì 18 settembre 2008 17:36
Bè, se sono nominati Anubi ed Osiride sicuramente non sono stati tumulati sotto Akhenaten, che li aveva eliminati dal pantheon degli dei...
pizia.
00giovedì 18 settembre 2008 18:35
Carissimo FrAnkh, sempre gradita ogni tua visita al forum!

Tanto per cominciare potremmo, da principianti quali siamo, cercare di individuare i segni e provare a traslitterarli, i nomi dovremmo riuscire ad individuarli.
Poi per le voci verbali e le cose più complesse potremmo chiedere sempre a FrAnkh, ma con una parte di lavoro già svolto per lui sarà immediato tradurre e capire il senso.
E per noi sarebbe una bella palestra, già saper riconoscere i segni e scontrarsi con il problema dalla calligrafia è un bell'esercizio per cominciare [SM=g999097] per la grammatica abbiamo FrAnkh.
Così potremmo anche abituarci alle frasi solite che si trovano a corredo di un sarcofago.

Se Kiya potesse rendere le immagini stampabili, ad esempio invertendo il bianco col nero.... [SM=x822706]
roberta.maat
00giovedì 18 settembre 2008 19:59
Francis la tua osservazione mi pare giusta e forse potremmo cominciare
ad eliminare, come indiziate, le due tasherit di Meritaton e Ankhesempaton, che ne dite ?
-Kiya-
00giovedì 18 settembre 2008 22:09
Il mio parere, escludendo ogni ipotetico ragionamento (che però intendo sempre considerare, anche solo per trovare motivo di esclusione), e riflettendo con un pizzico di razionalità, rimane sulla posizione che vorrebbe Tut padre delle due piccole.
Non posso escludere un coinvolgimento affettivo di un certo peso, indipendentemente da ogni possibilità che si voglia considerare. Anche se la scatola contenente i due sarcofagi non è stata probabilmente ritrovata da Carter nella sua posizione originaria, il fatto che comunque si trovasse accanto al sarcofago antropomorfo contenete i due cimeli appartenenti a Teie e Amenhotep III, potrebbe forse avallare un'importanza che un precedente rimaneggiamento da parte di "infiltrati" ha necessariamente posto in secondo piano.
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