A più di un anno di distanza dall'ultimo post, riesumo questa discussione e lo faccio per proporvi l'argomento da un altro punto di vista, ossia ... quello Ittita.
Sto infatti leggendo un saggio di storia Ittita e, credetemi, è stata dura seguire l'ordine cronologico e le pagine del libro, senza compiere un salto in avanti fino alla trattazione dell'argomento qui analizzato. Ma ce l'ho fatta. Ed ora ci sono arrivata.
I due autori del testo in questione infatti non potevano non considerare l'avvenimento che, come loro stessi affermano, è caratterizzato da una certa ... esclusività e misteriosità.
Naturalmente, anche Birgit Brandau e Hartmut Schickert, divulgatori scientifici (non mi è chiaro in cosa consista esattamente questa professione... tuttavia non nascondo che la loro trattazione dell'argomento "storia ittita" è alquanto scevra da pareri personali e basata sui resoconti della ricerca archeologica)) autori del volume "Gli ittiti, il misterioso popolo dai mille dèi", edito in Italia da Newton & Compton, chiariscono fin da subito che non è ancora stato definitivamente appurato, senza ombra di dubbio, se la mittente della lettera sia stata Ankhesenamon, ma sottolineano che le ricerche avviate a riguardo dell'esistenza di Suppiluliuma stabiliscono che esso sia morto al più presto intorno al 1320. Questo dato potrebbe essere considerato come conferma del fatto che l'autrice sia stata proprio la vedova di Tutankhamon. Successivamente vi sarà più chiaro il motivo di questa affermazione.
Tralasciando tutti gli eventi politici e militari dell'epoca che videro coinvolti il Regno di Mitanni, quello Ittita e quello Egizio, i quali spiegano molto chiaramente vicende che nei testi di Egittologia vengono invece trattate con grande superficialità, inficiando addirittura la figura di Akhenaton e relegandolo all'immagine di un sovrano "incapace" politicamente parlando (la verità è ben altra invece...), vado a riportare quanto scritto negli annali di Mursili, figlio di Suppiluliuma:
Mentre mio padre si tratteneva nel paese di Karkamis, Tahamunzu ( = moglie del Re), la regina d'Egitto, inviò un messaggero a mio padre e gli scrisse quanto segue:
"Mio marito è morto e non ho figli. La gente dice che tu hai tanti figli. Se mi invii uno dei tuoi figli, lui potrebbe diventare mio consorte. Non prenderò mai per sposo uno dei miei servitori".
Quando mio padre seppe questo, radunò il Consiglio dei Grandi e disse: "Da quando sono nato, non ho mai sentito una cosa del genere!"
Lo stupore del Re ittita ha, se vogliamo, una doppia giustificazione. La tradizione egizia, di fatto, escludeva che la vedova di un Re dell'Egitto si sposasse con un principe straniero rendendolo Faraone. E ancora: non era consentito nemmeno a una principessa di rango inferiore di sposarsi in terra straniera, come lo stesso Amenhotep III, alcuni anni prima, aveva dichiarato a Kadasman-Enlil I, sostenendo che "fin dall'antichità una figlia di un Re dell'Egitto non era mai stata consegnata a qualcuno".
Sulla base della sua perplessita, Suppiluliuma inviò dapprima un delegato con mandato esplorativo in Egitto, per valutare la veridicità dell'offerta o, per contro, l'esistenza di una trappola a sfavore di uno dei suoi figli. Nell'attesa continuò nelle sue battaglie, portando a termine l'assedio di Karkamis, conquistando la fortezza in otto giorni.
Dopo la vittoria ittita su Karkamis, morì Tusratta, re dei Mitanni, assassinato. Successivmente a una serie di avvicendamenti sul trono di Mitanni, Sattiwaza divenne Re e Suppiluliuma strinse un accordo con lui, offrendogli in sposa una delle sue figlie, rendendo però il Mitanni uno stato vassallo.
Il racconto di Mursili riprende recitando che "
la neve si era sciolta da poco(era primavera inoltrata?), quando il rappresentante di Suppiluliuma fece ritorno ad Hattusa, assieme al legato egizio, Hani e una seconda lettera della vedova del Faraone, a conferma che la proposta di matrimonio era da prendere seriamente in considerazione. Quindi le trattative tra Suppiluliuma e Hani ebbero inizio. Dopo un lasso di tempo alquanto lungo, il sovrano si convinse ad inviare suo figlio Zannanza in Egitto.
Ma l'unione dinastica che sarebbe risultata di rilevanza fondamentale sul piano politico internazionale, come ben sappiamo, non ebbe luogo.
Tuttavia a questo punto, la storia ittita ci mette di fronte a una situazione che l'Egittologia contempla solo marginalmente, come mera ipotesi, ma scarsamente attendibile.
Secondo la storia a cui siamo abituati, infatti, Zannanza non giunse nemmeno ad oltrepassare il confine Egizio; morì prematuramente, forse vittima di un'imboscata organizzata da chi non aveva interesse a "perdere il trono" o, comunque, desiderasse proteggerlo ad ogni costo dall'avvento di un sovrano straniero.
Secondo gli annali di Mursilis invece le cose andarono diversamente.
Zannanza giunse in Egitto, ma, anzichè trovarsi al cospetto della Regina vedova, si trovò al cospetto del nuovo Faraone.
Non è chiaro a questo punto se si trattava di Ay, tuttavia il nome di questo sovrano compare nel testo, ma è fatto dagli autori e non dalla fonte originaria. Stando a quanto dichiarato, Ay, anzichè rimandare il principe a casa sua, lo trattenne in Egitto, dove lo "sventurato" morì.
In merito alla teoria più ampiamente diffusa, secondo la quale Zannanza non fosse mai giunto effettivamente in Egitto, gli autori si esprimono in questo modo:
"Finora gli studiosi ritenevano che Zannanza non fosse neanche giunto in Egitto, ma che fosse stato ucciso ancor prima di arrivare ai confini del paese. Ma la scoperta di un passo appropriato di una lettera conferma che lui arrivò fin lì e che vi trovò un successore al trono già insediato. Questo frammento di pochi centimetri è un buon esempio di come interpretazioni ormai accolte da tempo possano essere modificate da nuovi ritrovamenti."
Purtroppo non fanno alcun riferimento al reperto indicato, quindi non mi è stato possibile approfondire oltre, per constatare la veridicità di quanto affermato. Tuttavia proseguono nel loro scritto, riportando alcuni passi degli annali di Mursili, in base ai quali sarebbe possibile evincere che effettivamente Zannanza giunse in Egitto, ove morì misteriosamente successivamente, facendo sì che Suppiluliuma
ipotizzasse l'assassinio. Egli infatti scrive al sovrano in questi termini:
Quando tu ti sei seduto sul trono, allora avresti dovuto rispedire a casa mio figlio!... Cosa avete fatto a mio figlio?
a dire il vero, seguendo le parole di Suppiluliuma, riportate da Mursilis, sembrerebbe quasi che Zannanza giunse in Egitto addirittura ancor prima dell'ufficiale investitura del nuovo Faraone...
A questo punto, Mursilis conclude così:
Mio padre lasciò libero sfogo alla rabbia, scese in guerra contro l'Egitto e l'aggredì, sgominò le truppe e i carri da combattimento della terra d'Egitto. Il dio del vento, mio signore, con il suo consiglio dette la vittoria a mio padre; sgominò e sconfisse le truppe e i carri della terra d'Egitto...
Il successo di Suppiluliuma, in realtà, non fu duraturo. Poco dopo infatti fu stroncato da un morbo che colpiva sempre più uomini nella terra di Hattusa. Il conflitto citato a quel punto si congelò.
Al di là delle varie questioni già proposte, bisognerebbe chiedersi che cosa sarebbe successo se Suppiluliuma non avesse esitato così a lungo, impedendo alla vedova del sovrano Egizio di contrastare il volere dei suoi... "servi"...