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Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

Avete letto "I misteri di Osiride" di Christian Jacq?

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    Etnahotep
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    Suddito
    00 25/09/2006 18:34
    Un romanzo è un romanzo, anche quando prende spunto da cose, fatti o uomini realmente esistiti.
    Nei racconti di Jacq non si ravvede alcuna pretesa a far passare per vero quanto in essi contenuto, ma soltanto grande amore per la storia e infinita voglia di scorazzarvici dentro con la fantasia.
    Vogliamo discutere anche Julius Verne per Ventimila Leghe sotto i mari?
    In quanto al linguaggio dello scrittore francese, la semplicità con cui scivolano le locuzioni può anche piacere o meno, ma è incontestabile che si tratti di un idioma digeribile e diretto.
    E poi, il profumo delle acacie dove vogliamo metterlo???
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    -francis-
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    - Waenra,
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    00 25/09/2006 18:49
    Questione di gusti. Verne parlava di fantascienza, Jacq, che è egittologo, tratta un argomento che si rifà a storia, non fantasia.
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    Teie
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    00 25/09/2006 18:54
    Re:

    Scritto da: Etnahotep 25/09/2006 18.34
    Un romanzo è un romanzo, anche quando prende spunto da cose, fatti o uomini realmente esistiti.
    Nei racconti di Jacq non si ravvede alcuna pretesa a far passare per vero quanto in essi contenuto, ma soltanto grande amore per la storia e infinita voglia di scorazzarvici dentro con la fantasia.
    Vogliamo discutere anche Julius Verne per Ventimila Leghe sotto i mari?
    In quanto al linguaggio dello scrittore francese, la semplicità con cui scivolano le locuzioni può anche piacere o meno, ma è incontestabile che si tratti di un idioma digeribile e diretto.
    E poi, il profumo delle acacie dove vogliamo metterlo???




    Sono molto d'accordo con quanto dici Etnahotep. E sono d'accordo che non ha mai avuto nessuna pretesa a far passare per storico quanto ha scritto. Un romanzo è un romanzo.
    E secondo me è anche ora di finirla con tutto questo antijacquismo dilagante, a qualcuno da solo fastidio che abbia molto successo e il coro segue la musica. Scusate ma è così.

    Teie
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    -francis-
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    - Waenra,
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    00 25/09/2006 19:12
    Figuriamoci se sono gelosa di uno scrittore. Che banalità.
    Si possono scrivere ottimi romanzi, ed io ne ho letti tanti, in modo più serio, specialmente se lo scrittore è un egittologo.
    Io credo che solo chi ha letto molti romanzi, e di vari autori, possa fare un paragone.
    Non solo. Ma chi ama veramente l'Egitto non può accontentarsi di leggere solo Jacq.
    E questa mia convinzione è suffragata dal parere di tanti egittofili, ed egittologi
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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
    di ATON
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    - ḥtm mr r ry.t '3.t
    wts rn n ՚ḫ n itn,
    S3t n m3't -
    00 26/09/2006 23:23
    Re: Re:

    Scritto da: Teie 25/09/2006 18.54

    Sono molto d'accordo con quanto dici Etnahotep. E sono d'accordo che non ha mai avuto nessuna pretesa a far passare per storico quanto ha scritto. Un romanzo è un romanzo.
    E secondo me è anche ora di finirla con tutto questo antijacquismo dilagante, a qualcuno da solo fastidio che abbia molto successo e il coro segue la musica. Scusate ma è così.

    Teie



    il vero pregio di Jacq, a mio avviso è uno e uno soltanto: l'aver avvicinato milioni di persone alla storia dell'antico Egitto, appassionandoli col suo "Ramses". Questo è il potere dei romanzi, ma non deve restare fine a sè stesso per essere anche un "valido" movente.
    Ciò che intendo dire è che se chi a suo tempo lesse il romanzo suddetto si è poi preso la briga di andare oltre, di approfondire e di farsi una cultura reale su ciò che è stato questo antico popolo, allora benvenga. Ma, laddove ci si limita a leggere un romanzo storico (detto tale, perchè tratta di argomenti del passato realmente accaduti, ma elaborati dalla fantasia dell'autore) e poi si avanza la pretesa di conoscere la realtà, allora decade anche il lato positivo di un'opera di tal genere.

    In base a ciò, da lettrice e da libraia, concordo nel dire che un romanzo è un romanzo. Ma va preso per ciò che è: un prodotto di fantasia, il più delle volte. E per farlo bisogna maturare conoscenza dell'argomento. Diversamente non si raggiungerà mai la capacità critica per dividere ciò che è reale da ciò che è frutto della fantasia dell'autore che ha voluto metterci del suo o semplicemente "colorire" la trama. Ragion per cui, sovente, mi ritrovo a rileggere le stesse opere a distanza di anni. Maturando esperienza e incrementando le mie conoscenze in termini storici ogni volta che riprendo in mano un romanzo già letto è quasi come leggerne uno nuovo. Colgo aspetti, sfumature, avvenimenti che in prima battuta, per mie mancanze, mi erano sfuggiti e sono in grado di stabilire se ciò che leggo è realmente accaduto oppure è meramente inventato.

    Non si tratta di "antijacquismo dilagante", come lo definisci tu.
    Se proprio dovessi invidiare il successo di un autore, invidierei quello di Smith, i cui romanzi storici dedicati all'Egitto sono qualitativamente decisamente superiori in termini di contenuti rispetto a quelli di Jacq.... sebbene siano romanzi in buona parte nati dalla fantasia dell'autore.

    E' solo questione di gusti di lettura: c'è chi apprezza Jacq (ed io rispetto il suo favore) e chi invece da un "sedicente" egittologo si attende qualcosa in più....


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    pizia.
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    - ShemsetRa -
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    00 26/09/2006 23:35
    Mi fa molta più rabbia Dan Brown che Jacq [SM=x822739] [SM=x822739]



    Ma chi ama veramente l'Egitto non può accontentarsi di leggere solo Jacq.



    Su questo credo possiamo essere tutti d'accordo!!!
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    Hotepibre
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    00 27/09/2006 11:05
    "Jacquisti" ed "Antijaquisti"? beh, non la metterei giù così pesante.
    Invidia? e per cosa? allora dovremmo invidiare e parlar male anche di Valerio Massimo Manfredi per partito preso!
    No, qui si dice semplicemente che se si scrive un romanzo storico usando personaggi inventati di sana pianta, si può scrivere tutto ed il contrario di tutto, ma se si scrive qualcosa che si basa su realtà storiche a quelle realtà in qualche modo si deve dar corpo. Si possono anche "inventare" caretteri e situazioni, ma il filo conduttore deve essere reale, o quanto meno realista.

    Tornando a Jacq, non dimentichiamo che ci troviamno in un forum di appassionati di EGITTOLOGIA che, per proprio per questa passione, ne sanno un po' di più della media e, quindi, credo sia più che naturale "pretendere" da un libro di ambientazione storica egiziana qualcosa in più del semplice romanzetto.
    L'ho già scritto, Jacq ha innegabilmente il merito di aver avvicinato all'Antico Egitto tante persone, ma ha l'altrettanto innegabile colpa di aver dato notizie che, se non suffragate da approfondimenti seri in materia, possono essere fuorvianti.
    Ho conosciuto tanti lettori ed estimatori di Jacq aprlare di egittologia affermando che era certamente la verità: "diamine, l'ha detto Christian Jacq!"
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    Hotepibre
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    Scriba del
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    00 27/09/2006 11:12
    ...per inciso, io non prendo per oro colato neanche quello che dice Zahi Awass figuriamoci quel che dice Jacq [SM=x822710]

    Ha azzopapto più cavalli Awass che un reggimento di cavalleria: avete fatto caso che per lui ogni scoperta è stata casuale perchè "il cavallo di una turista inglese è inciampato in una buca e, guarda caso, sotto, c'era una tomba..."
    Beh, che a me risulti, l'unico inciampato in qualcosa di buono, fu il cavallo di Carter nella spianata di Deir el-Bahari, dinanzi al tempio di Montuhotep II, tanto che, quella "porta" si chiama ancora oggi "bab el-hosan", la porta del cavallo! [SM=x822713]
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    Giuseppe II D'Addio
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    EgiTToPhiLo/a
    00 25/07/2019 22:45
    Non so voi, ma io, tanto per riaprire la discussione, potrei scrivere uno sviluppo diverso nell'ultimo libro della tetralogia...
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    Giuseppe II D'Addio
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    EgiTToPhiLo/a
    00 25/07/2019 22:45
    Non so voi, ma io, tanto per riaprire la discussione, potrei scrivere uno sviluppo diverso nell'ultimo libro della tetralogia...
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