In origine, in età arcaica, che io sappia anche in Egitto vennero adoperati cilindri incisi, a mo' di sigillo, di origine mesopotamica.
E' chiaro che questo sistema di apposizione dei sigili (o della "firma") poteva funzionare solo se il supporto scrittorio era morbido (creta o argilla). Il "sigillo" riportava inciso il segno che si voleva imprimere sul supporto e la "firma" veniva apposta, ovviamente, facendo rotolare il cilindretto sulla tavoletta ancora morbida.
E' chiaro, però, che un cilindro non consente di prevedere scritte troppo lunghe visto che le dimensioni della scritta sono in funzione della stessa circonferenza; inoltre, con la "nascita" dei cartigli e con il passaggio a supporti rigidi, come la pietra, il sistema dei "cilindretti" fu destinato a scomparire a vantaggio di un altro sistema che, per il papiro, poteva essere la parte piatta degli scarabei (usati a mo' di timbro) mentre per le incisioni era necessariamente lo scalpello.
Questo per dire che, come reminiscenza arcaica, quei cilindretti potrebbero anche rappresentare non solo "papiri", o "mini-scettri", ma anche cilindretti su cui era inciso il nome del "portatore" oppure, come segnalato sopra, servivano "semplicemente" a
giustificare la posizione della mano chiusa a pugno che, materialmente,
è più facile scolpire se chiusa attorno a qualcosa.
(il mio post e quello di Kiya si sono praticamente sovrapposti)
[Modificato da Hotepibre 14/02/2011 00:04]