non avrei saputo scrivere meglio... sei riuscita a scindere Hawass nelle sue componenti: quella del "
gestore" di tesori che deve lottare con qualsiasi mezzo per cercarne di nuovi, per manutenere quelli già esistenti, per spingere il mondo ad investire nel suo Paese; e quella dell'
imbonitore da fiera che non trova modo migliore per ottenere il suo scopo che vendere bottiglie d'acqua e succo di ciliegia (nella migliore delle ipotesi) dicendo che si tratta dell'elisir di lunga vita.
Ed in questo
io sono d'accordo, anzi di più, con te:
qualunque modo è lecito per raggiungere lo scopo e salvaguardare nei millenni a venire il patrimonio dell'Egitto Antico.
Spero solo che il suo atteggiamento protaginistico non sia eccessivo ed attiri in Egitto non gli sutdiosi veri, quelli con la "
S" maiuscola, ma una pletora di avventurieri o di miliardari il cui unico intento sia legare il proprio nome ad una sensazionale scoperta. Certo, in ogni caso l'obiettivo sarebbe raggiunto, ma non dimentichiamo che (e non stiamo parlando di tempi poi così remoti) quegli stessi avventurieri, quegli stessi miliardari, aprivano le tombe o i sarcofagi con la dinamite!
Un'altro fattore che io reputo in qualche modo negativo è l'eccessivo nazionalismo di Hawass, vuole i soldi del mondo, ma poi vuole che a far bella figura sia
solo lui (ovviamente) e le equipe egiziane salvo poi ricorrere, per gentile concessione comuncue profumatamente strapagata dagli interessati, a società ed esperti stranieri in possesso di maggiori tecnologie e conoscenze.
Le TAC alle mummia vengono eseguite ormai da una decina d'anni (ed i primi sono stati proprio i "torinesi" nel 2000), eppure lui ha armato un putiferio mediatico su quella a Tut: grande cosa, per carità, ma è pur sempre SOLO un motivo mediatico e non di Studio (coin la "
S" maiuscola)
Merito, quindi
ad Hawass nella sua figura di "responsabile", di colui che, avendo a cuore i beni archeologici del proprio paese non esita ad esporsi in prima perspna, ma se si esponesse in maniera meno plateale e più professionale, pur con tutte le "mutazioni" che il mondo dei "reality" attuale necessita, forse ne sarei, personalmente, più contento.