La Grande Piramide di Cheope | Ultimo Aggiornamento: 07/02/2009 12:07 |
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30/12/2008 16:14 | |
Ciao Antonio.
E’ normale che si tratti di supposizioni astronomiche nonché di giochi puramente matematici.
Però, assumendo per un istante che i dati numerici elencati siano corretti, sarebbe riduttivo circoscrivere alla semplice coincidenza la sola chiave di lettura e d’interpretazione di questo enigma.
Se i dati numerici elencati, al contrario, fossero errati o frutto di fantasie popolari, allora sarebbe un altro discorso.
Ora: supponendo che i dati matematici postati siano corretti, quale potrebbe essere una spiegazione plausibile al riguardo?
Io, francamente, non l’ho mai trovata.
“Storia delle piramidi”, di Franco Cimmino, sarà il prossimo testo che acquisterò.
Grazie della segnalazione.
Ciao e auguri di buon anno.
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30/12/2008 19:39 | |
Ciao Mavericks,
non si possono considerare tutte le teorie piramidologiche come un insieme unico. E' indispensabile studiarle una alla volta e vedere le pecche o i pregi.
Se mi dai un po' di tempo cercherò di aprire varie discussioni, così da semplificare la comprensione.
Antonio
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16/01/2009 10:13 | |
Drago Mavericks, 30/12/2008 9.13:
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A) L’altezza piramidale, moltiplicata per 1.000.000.000, rappresenta la distanza minima fra Terra e Sole.
...
Nel mio libro ho considerato le misure della Grande piramide sia in metri, sia in cubiti (0,5236 metri) e ho supposto che il lato di base corrispondesse a 440 cubiti (230,384 m.) e l’altezza a 280 cubiti (146,608 m.).
Per quanto riguarda il punto A) si ha che 280 x 0,5236 x 1.000.000.000 m. = 146.608.000 km
La distanza minima Sole – Terra è di circa 147.000.000 km, per cui la differenza sarebbe uguale a 392.000 km, evidenziando un errore di circa 0,27 %.
La distanza media Sole – Terra è di circa 149.600.000 km, per cui la differenza sarebbe uguale a
2.992.000 km, evidenziando un errore di circa il 2 %.
La distanza massima Sole – Terra è di circa 152.000.000 km, per cui la differenza sarebbe uguale a
5.392.000 km, evidenziando un errore di circa 3,55 %
L’errore rispetto alla minima distanza Sole –Terra è decisamente basso, ma non è detto che gli Egizi sapessero che l’orbita della Terra intorno al Sole ha forma ellittica. E’ più probabile che pensassero a una circonferenza, per cui mi sembra più giusto considerare l’errore rispetto al valor medio della distanza Sole – Terra. Questo errore è ancora abbastanza basso, ma tutto sommato ritengo che si possa parlare di una pura coincidenza.
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17/01/2009 03:19 | |
Grazie Antonio.
Aspettavo che intervenissi, dal momento che sei un fisico (se non erro).
Il tasso di errore è veramente basso; la cosa è molto curiosa…
Wow!
Comunque, a prescindere dal fatto che il risultato ricavato possa essere il frutto di una semplice coincidenza, ti confesso che tutte le speculazioni avanzate sulla struttura matematica della Piramide di Cheope mi hanno sempre affascinato.
Visto che sei abile con l’algebra, se disponi di ulteriori notizie, posta pure…
Ti leggerò volentieri.
Lunedì parto per il Sud Africa (starò via soltanto 3 giorni).
Ma non passerò dall’Egitto, mannaggia!
Pagherei oro pur di visitare Cheope…
Ciao!
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17/01/2009 10:52 | |
Per quanto riguarda il punto B) e sempre ipotizzando il lato di base uguale a 440 cubiti (230,384 m.) si ha che il lato di base è circa uguale a 1/8 di un primo (7,5 secondi) di circonferenza terrestre.
La lunghezza della circonferenza meridiana è circa 40.009.152 m, per cui 1/8 di primo è uguale a circa 231,534, evidenziando un errore di circa 0,50 %;
La lunghezza media della circonferenza terrestre è circa 40.042.873 m, per cui 1/8 di primo è uguale a circa 231,730, evidenziando un errore di circa 0,58 %;
La lunghezza della circonferenza meridiana è circa 40.076.594 m, per cui 1/8 di primo è uguale a circa 231,925, evidenziando un errore di circa 0,66 %;
Sappiamo che gli Egizi avevano diviso la circonferenza in 360 gradi, ma non abbiamo idea (per quanto ne so) se siano arrivati a definire i minuti e i secondi di grado. D’altra parte non sappiamo se essi ipotizzassero la sfericità della Terra e soprattutto se sapessero calcolarne la circonferenza. Io ritengo pertanto che la coincidenza quasi esatta fra lato di base e 1/8 di primo di circonferenza terrestre derivi solamente da un gioco matematico e non abbia alcun valore scientifico.
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17/01/2009 12:38 | |
Per quanto riguarda il punto C) è forse il caso di ricordare che la particolarità fu evidenziata dall’abate Moreux, direttore dell’osservatorio astronomico di Bourges. Egli divise il perimetro di base, stimato all’epoca, con l’altezza calcolata e ottenne un coefficiente di circa 3,1416, pressoché uguale al vero valore del pi greco (circa 3,141593).
Al riguardo Cimmino scrive a pagina 30 del suo “Storia delle piramidi:
«[…] dividendo il perimetro di base della piramide – che oltre tutto all’epoca non era misurabile in quanto sepolto sotto la sabbia e i detriti – per il quadrato della sua altezza, ottenne per il π il valore di 3,1416 (in realtà assai vicino a quello famoso di» 3,1428 di Archimede […].»
dimostrando una superficialità nell’affrontare il problema e una pessima conoscenza della geometria elementare.
Sempre ipotizzando il lato di base uguale a 440 cubiti (230,384 m.) e l’altezza uguale a 280 cubiti (146,608 m.) si ha un’ottima definizione del coefficiente pi greco, che notoriamente definisce in un cerchio il rapporto fra circonferenza e il diametro.
Considerando un cerchio con circonferenza uguale al perimetro del quadrato di base della piramide si ottiene un diametro di circa 293,334 m. e conseguentemente un raggio uguale a circa 146,667 m.
Questo valore sarebbe pressoché uguale all’altezza della piramide (errore circa 0,04 %), per cui si può ipotizzare che Cheope abbia voluto realizzare una piramide che in qualche modo richiamava un cerchio, la cui circonferenza sarebbe stata uguale al perimetro di base della piramide e il raggio uguale alla sua altezza.
In tal modo il coefficiente caratteristico dei cerchi sarebbe stato uguale a circa 3,142857, evidenziando un errore rispetto al valore reale pi greco (circa 3,141593) pari a circa 0,040 %.
Detto questo il ragionamento è valido per qualunque cerchio, la sezione della palla di nostro figlio come per la sfera terrestre.
In quest’ultimo caso, considerando una circonferenza meridiana di 40009152 m. e un raggio polare di 6356912 m. si avrebbe avuto un valore del coefficiente di circa 3,146901, mentre considerando una circonferenza equatoriale di 40076594 e un raggio equatoriale di 6378388 si avrebbe avuto un valore del coefficiente di circa 3,141593.
Considerando valori medi si avrebbe avuto un coefficiente di circa 3,144243
Si ricava pertanto che l’ipotetico cerchio-piramidale di coefficiente 3,142857 si avvicina di più alle caratteristiche del cerchio equatoriale di coefficiente di circa 3,141593 rispetto all’ellisse polare di coefficiente di circa 3,146901.
L’argomento è stato trattato in modo esauriente da Ian Lawton e Chris Ogilvie-Herald nel loro “Il codice di Giza” pagg. 146-150.
Gli autori mettono a confronto i valori di pi greco e phi con le caratteristiche di alcune piramidi della IV dinastia e trovano un coefficiente per la piramide di Cheope di circa 3,140 e un errore percentuale di 0,047 (le piccole differenze sono dovute ai differenti valori di base e altezza considerati dagli autori).
Dal loro lavoro si evince come la ricerca delle caratteristiche del cerchio sia evidenziata anche nella piramide di Medium.
L’eccezionale definizione del pi greco deve far riflettere. Per prima cosa bisognerebbe avere l’onestà scientifica di riconoscere che il coefficiente del cerchio fu definito al più tardi durante la IV dinastia e ammettere che i Greci, così come riconobbe Erodono, scopiazzarono a piene mani nella Biblioteca di Alessandria.
L’argomento non può però essere limitato a un mero studio matematico.
Io ho ipotizzato nel mio libro che le dimensioni della piramide di Cheope erano tali da esaltare certi numeri sacri e che il passaggio da sezione della piramide a cerchio contenesse un altissimo simbolismo religioso. La piramide avrebbe simboleggiato il passaggio dalla vita terrestre (quadrato di base) alla vita celeste (facce triangolari rappresentanti la trinità del Creatore). Questa caratteristica uguale per tutte le piramidi sarebbe stata esaltata da Cheope assimilando la sezione della sua piramide a un cerchio, simbolo geometrico del Creatore.
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18/01/2009 02:23 | |
Grazie Antonio.
Ho impiegato 2 ore per leggere quello che hai scritto.
Sei stato gentilissimo.
Desidero porti soltanto un’ultima domanda: è vero che la Piramide di Cheope presenta una curvatura “quasi impercettibile” in prossimità dei lati?
Parecchi matematici, speculando sull’ipotesi che la costruzione della Grande Piramide possa riassumere la sintesi approssimativa della rappresentazione “in scala” del pianeta terra, fanno leva su questo particolare.
Si tratta di una verità geometrica testata oppure di una banale ipotesi fantasmatica, priva di fondamento?
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18/01/2009 10:42 | |
Quanto tu dice è vero. Le facce della piramide sono state realizzate in modo tale che le due semi facce formino un piccolo angolo. Questo è ciò che almeno si ricava dall'osservazione di ciò che rimane dei massi. E' molto probabile comunque che anche il rivestimento finale delle semi facce formasse lo stesso angolo.
Gli Egittologi non si sanno spiegare questa particolarità costruttiva. Io ritengo che fosse legata alla ricerca di giochi di luci e ombre in particolari giorni dell'anno. |
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18/01/2009 10:44 | |
In merito al punto D), ricavo dal libro di Lawton che il volume approssimato della piramide sarebbe: 2.583.000 mc. Il peso specifico del calcare duro è circa 2700 kg/mc, per cui il peso della piramide (trascurando le parti in granito) dovrebbe essere di circa 6.974.100.000 kg
La massa della Terra viene considerata di circa 5.976.000.000.000.000.000.000.000 kg, per cui, anche moltiplicando il peso della piramide per 1.000.000.000, il postulato del punto D) sembra non tornare.
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18/01/2009 10:45 | |
Per quanto riguarda il punto E) ho preso il valore del pollice piramidale e del cubito sacro secondo Charles Piazzi-Smith dal libro di Cimmico a pagina 29.
A meno di errori dell’autore si ha che il pollice piramidale corrisponderebbe a 1/25 cubiti sacri e che il cubito sacro corrisponderebbe a 0,6356 m.
Sempre con l’ipotesi che il lato di base della piramide sia uguale a 440 cubiti (230,384 m.) si ha che il perimetro sarebbe uguale a circa 921,536 m. = 1449,86784 cubiti sacri = 36246,696 pollici piramidali, per cui dividendo per 100 si avrebbe il numero 362, 47
Il valore di cui al punto E) si ottiene invece considerando il valore del cubito sacro uguale a 0,6311
Detto questo bisogna ricordare che il pollice piramidale e il cubito sacro non hanno alcun riscontro archeologico e sembrano dettati dalla volontà di Smith di far tornare alcuni conti, come quello della relazione fra perimetro della base della piramide e lunghezza dell’anno civile egizio.
Dette operazioni matematiche oltre a non rimandare a simbolismi religiosi sembrano anche completamente artificiose e si devono pertanto considerare puri giochi matematici.
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