La Grande Piramide di Cheope

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-Kiya-
00giovedì 19 gennaio 2006 15:38
La piramide di Cheope si erge maestosa con le quattro facce ordinate secondo i punti cardinali. Era rivestita di blocchi bianchi levigati con un perimetro di un chilometro. La sua area potrebbe contenere il duomo di Firenze, quello di Milano, la basilica di San. Pietro, l’abbazia di Westminster e la chiesa di Saint Paul. L’ingresso è caratterizzato da uno stretto cunicolo, alto 1,19m , largo 1,04m e con l’inclinazione di 26° 31’ 23”. Tale cuniculo discende nella parte inferiore della piramide per poco più di 105 metri e sbocca in una stanza rozzamente intagliata. A 18 metri dall’ingresso comincia un secondo corridoio ascendente per 40 metri a 26° di inclinazione. Esso sbocca nella grande galleria in direzione Nord-Sud, e con un breve tratto di corridoio orizzontale giunge nella camera della Regina (5,74 m X 5,23 m, h 6,23 m). In questa camera sono stati scoperti dei cunicoli, “condotti d’aria”, che non sboccano all’esterno. Dal livello della camera della Regina inizia la grande galleria che è alta 8,53m, è simile ad una scalinata senza gradini, che parte da una altezza di un metro dal pavimento e mostra i segni di una ringhiera e delle tacche per infilare i piedi. Non sembra concepita per salire. Proclo, filosofo neoplatonico, nel commento al Timèo di Platone, ipotizzò che la piramide fosse stata usata, prima della copertura, come un osservatorio astronomico. Anche altri studiosi, nel 1883, avanzarono l’idea che le fessure nei parapetti della grande galleria fossero serviti a fissare una rampa mobile usata per i rilevamenti delle stelle (la galleria è allineata a Sud con il cielo meridionale). Alla fine della galleria c’è la camera del Re (10 X5.23 m; h 5,38 m), a forma di doppio cubo in enormi e levigati blocchi calcarei con un sarcofago vuoto e senza traccia alcuna di manufatti. Anche qui due condotti salgono dalle pareti nord e sud, sbucando all’esterno. Essi hanno un’inclinazione di 32°28’, sboccano, verso Nord, sulla stella Thuban (a -Draconis), costellazione del Drago; quello meridionale 45°14’, punta su Al-Nitak (z -Orionis). I condotti della camera della Regina che non hanno sbocco puntano a Nord con 39° verso Kochab nella costellazione dell’Orsa Minore, quello a Sud, con 39°30’ punta verso Sirio (a -Canis maior). Ricreando al computer il cielo di Giza, vediamo che le posizioni sul meridiano di Giza della stella Al-Nitak, nel corso di 13000 anni, sono:



2550 d.C. 58°11’

2000 d.C. 58°07’

2450 a.C. 45°00’

10450 a.C. 11°08’

(catalogo Yale Bright star).

E’ nel 2500 a.C. che i condotti puntavano esattamente queste stelle; sembrerebbe, quindi, che in tal modo si sia voluto segnare il tempo: con i condotti la data di costruzione, con le posizioni delle piramidi l’età dell’oro.


antonio crasto
00mercoledì 14 novembre 2007 20:13
La possibilità che i così detti canali di ventilazione costituissero dei canali stellari, progettati da Khufu per inquadrare simbolicamente alcune importanti stelle del cielo meridionale e settentrionale è stata considerata da alcuni scienziati e quindi ripresa da R. Bauval.
Inizialmente le uniche certezze erano date dal puntamento del canale settentrionale della Camera del Re verso la stella polare del momento, Thuban (alfa del Drago) e da quello del canale meridionale della Camera della Regina verso Sopedet / Sirio (alfa del Cane Maggiore), al momento della sua culminazione al meridiano. Il primo puntamento sembrava un affinamento del grossolano allineamento dei condotti discendenti delle piramidi verso la regione polare, mentre il secondo puntamento sembrava richiamare l’importante simbolismo di Iside, associata notoriamente a Sopedet.
Il canale meridionale della Camera del Re era sicuramente orientato verso la costellazione di Orione / Osiride al momento della sua culminazione al meridiano, ma il target dipende ovviamente dal riferimento temporale.
Bauval ritenne che questo taget potesse essere la stella Al Nitak (zeta di Orione), in quanto essa corrispondeva, nella similitudine piramidi / stelle, proprio alla piramide di Khufu. Egli intendeva così dire che il puntamento verso Al Nitak avrebbe potuto costituire una datazione abbastanza precisa del periodo di costruzione della piramide intorno al 2450-2500 a.C.
In merito al canale settentrionale della Camera della Regina, Bauval ritenne da prima di poter considerare come puntamento il centro del Piccolo Carro, quindi la stella Kochab (beta dell’Orsa Minore).

Vari studiosi (vedi Castellani) hanno dimostrato che i quattro puntamenti proposti da Bauval non presentavano una finestra temporale comune, per cui sembrava impossibile che tutti e quattro potessero costituire i veri puntamenti voluti da Khufu.
Bisogna inoltre dire che l’elevazione del canale meridionale della Camera della Regina risulta ancora troppo imprecisa, per cui sembra impossibile per il momento ottenere una conferma definitiva del suo target.

Io ha approfondito l’esame dei canali stellari e ho potuto constatare che per essi esiste una giustificazione temporale univoca considerando il regno di Khufu intorno al 3000 a.C. (con una ovvia riserva per il canale settentrionale della Camera della Regina), datazione che sembra confermare quella ottenuta col C 14 (prima campagna del 1984-85) e la cronologia di Manetone / Africano da me rivisitata.
Alla luce dell’analisi dei canali e grazie allo studio dei possibili simbolismi dei targets, ritengo possibile definire i seguenti puntamenti:

- canale settentrionale della Camera della Regina verso Kochab (beta dell’Orsa Minore);
- canale settentrionale della Camera del Re verso Thuban (alfa del Drago);
- canale meridionale della Camera del Re verso la regione toracica di Orione / Osiride;
- canale meridionale della Camera della Regina verso Sopedet (alfa del Cane Maggiore).
pizia.
00mercoledì 14 novembre 2007 22:31
Mi piacerebbe molto che il regno di Cheope potesse essere retrodatato al 3000 a.C. [SM=g999097]
Ma, considerazioni personali a parte, come giustifichi il fatto che i condotti non sono bucati fino in fondo, ma solo fino ad un certo punto?
Che senso ha puntare qualcosa e non poterlo vedere?
antonio crasto
00giovedì 15 novembre 2007 09:09
Cara pizia,
i miei studi hanno fornito così tante prove che, per me, la retrodatazione del regno di Khufu intorno al 3000 sembra una cosa certa. Con essa prende sempre più consistenza una cronologia lunga dell’età dinastica.
Lo studio dei canali stellari della piramide ha fornito solamente l’ultima prova scientifica. Finora tutti gli studiosi sono stati ingannati dalle cronologie cortissime, considerate in questo ultimo secolo, e hanno investigato gli eventuali puntamenti intorno al 2600-2500 a.C. Un tale approccio non fornisce una soluzione esatta, mentre questa si trova proprio considerando il 3000 a.C. La piccola sezione dei canali stellari lascia ipotizzare che Khufu fosse pienamente a conoscenza del fenomeno di precessione degli equinozi e della conseguente variazione della declinazione delle stelle. Ebbene la sezione dei canali (circa 20x20 cm) lascia ipotizzare che alcuni targets erano inquadrabili simbolicamente solamente per 60-70 anni, così da portarci a ipotizzare che Khufu si era posto nelle condizioni ottimali, non aveva cioè voluto perdere certi appuntamenti stellari a causa di un regno troppo lungo.
In merito al fatto che i canali non costituiscono dei visori ottici per le stelle, non mi meraviglio più di tanto. Essi non erano destinati ad osservatori posti all’interno delle camere, ma dovevano essere percorsi dal ba e dall’akh del sovrano nel corso della cerimonia funebre. Come è noto le anime non hanno bisogno di percorsi liberi da ostacoli, ma sono in grado di attraversare anche i muri di pietra (vedi le false porte).
Il fatto che non si sia ancora compreso il simbolismo dell’andamento non lineare dei canali stellari e il fatto che quelli della Camera della Regina presentino porte e piccole chiusure è una nostra lacuna. Possiamo esser certi che Khufu sapeva cosa aveva progettato e che ogni particolare aveva un simbolismo importante.
In merito alla mancata uscita all’esterno dei canali della Camera della Regina ho seri dubbi. Si sa che qualche ricercatore ha riportato di aver visto l’apertura di quello meridionale o settentrionale. Bisogna considerare che i massi di rivestimento sono stati fatti cadere e che essi hanno prodotto una mole notevole di materiale di scarto, il quale ha quasi sicuramente ostruito le due piccole aperture.
-francis-
00giovedì 15 novembre 2007 11:48
Re:
-Kiya-, 19/01/2006 15.38:

La piramide di Cheope si erge maestosa con le quattro facce ordinate secondo i punti cardinali. L’ingresso è caratterizzato da uno stretto cunicolo, alto 1,19m , largo 1,04m e con l’inclinazione di 26° 31’ 23”. Tale cuniculo discende nella parte inferiore della piramide per poco più di 105 metri e sbocca in una stanza rozzamente intagliata. A 18 metri dall’ingresso comincia un secondo corridoio ascendente per 40 metri a 26° di inclinazione. Esso sbocca nella grande galleria in direzione Nord-Sud, e con un breve tratto di corridoio orizzontale giunge nella camera della Regina (5,74 m X 5,23 m, h 6,23 m).



Ora non si entra più nella piramide di Cheope da questo cunicolo, bensì da quello che è stato definito (impropriamente) passaggio scavato dai ladri. E' molto meno suggestivo ma certamente più comodo.
Prima dovevi scendere, all'indietro, la parte del cunicolo in discesa, e poi risalire, sempre accucciato, nel cunicolo successivo, fino a sbuccare nell'ingresso della grande galleria, alla sommità della quale un piccolissimo passaggio (dovevi quasi sdraiarti) conduce alla camera del re.
Ora il tragitto è percorso tutto stando diritti.
Ed io non credo che i ladri avessero il tempo e la voglia di scavare un passaggio nel quale si transitava eretti.
antonio crasto
00giovedì 15 novembre 2007 12:05
Cara francis,
conosco le tue origini sarde, ma spero per te che tu non riesca a percorrere l'ultimo tratto del condotto ascendente (quello senza i blocchi di chiusura) stando in posizione eretta.
In merito al condotto orizzontale, scavato dagli uomini dell'emiro Al Mamoun, io non credo che sia stato realizzato nel tentativo di trovare l'ingresso alla piramide. Ritengo più probabile che Al Mamoun sia entrato dall'ingresso reale e sia risalito alla Grande Galleria tramite il pozzo di servizio, nel quale molto probabilmente era stata lasciata una scala di corda. Egli avrebbe fatto scavare l'attuale condotto d'ingresso per poter portar fuori della piramide il coperchio del sarcofago, che non avrebbe potuto superare l'incrocio fra i condotti discendente e ascendente, una volta che fossero stati demoliti i tappi di chiusura.
Il coperchio del sarcofago fu molto probabilmente l'unico reperto trasportabile trovato da Al Mamoun.
-francis-
00giovedì 15 novembre 2007 14:16
In effetti non ricordo la parte finale prima di entrare nella grande galleria... è passato troppo tempo e nell'ultimo viaggio la piana di Giza è stata saltata (sigh!).
CHEOPEIRAL
00martedì 15 gennaio 2008 16:40
SALUTO!!!
Ciao Kija...è da tanto che non ci sentiamo, mi sto interessando alla grande Piramide...avrai presto mie notizie...UN ABBRACCIO A TE E A TUTTI GLI AMICI DEL FORUM

CHEOPEIRAL
Drago Mavericks
00martedì 30 dicembre 2008 09:13
Studio l’argomento da 2 anni.

Sappiate questo:

A) L’altezza piramidale, moltiplicata per 1.000.000.000, rappresenta la distanza minima fra Terra e Sole.

B) La base piramidale è un “ottavo” di un “minuto” di un “grado” di lunghezza.
Dunque moltiplicando la lunghezza per 8, per 60 e per 360, il risultato ricavato è straordinariamente vicino alla misura della circonferenza terrestre.

C) Il rapporto piramidale fra “altezza” e “perimetro” è uguale a quello vigente fra raggio polare terrestre e circonferenza relativa.

D) Il peso piramidale, moltiplicato per 1.000.000.000, rappresenta un’approssimazione perfetta del peso terrestre.

E) I 4 lati piramidali mostrano una lunghezza complessiva di 36.506 pollici egiziani.
Inserendo una virgola decimale, si ottiene il numero esatto dei giorni annuali (365,06).

F) L’altezza media dei continenti sul mare è perfettamente figurata dalla misura geometrica dell’altezza piramidale.

G) Il meridiano e il parallelo (30° di latitudine nord e 31° di longitudine est) s’intersecano perfettamente nel cuore della Grande Piramide, ponendola così al centro del pianeta.

H) Ogni roccia insita nella Piramide contiene una data profetica, la quale ha trovato compimento nella storia del genere umano (data storica dell’Esodo, data storica della Prima Guerra Mondiale, data storica della Seconda Guerra Mondiale, data storica della Riforma Protestante di Martin Lutero, data storica della Scoperta dell’America…).

Inoltre, a detta degli archeologi, in prossimità dello Zed (nascosto nel cuore della Piramide) il tempo si ferma, assumendo una dimensione che si estrinseca totalmente dalla cognizione spazio – temporale presente nel genere umano.

Saluti a tutti.
antonio crasto
00martedì 30 dicembre 2008 12:10
Scrive Miroslav Verner nel “ Il mistero delle piramidi”, pagg. 389-398.

Lo studio dei misteri della Grande Piramide è stato definito “piramidologia”.
Questa branca dell’egittologia è stata portata avanti da astronomi, matematici e altri specialisti e ha portato alla definizione di diverse teorie.
Gli Egittologi considerano queste teorie un’assurdità e così di regola le ignorano o ironizzano in proposito. Esistono però delle eccezioni.

Jean-Philippe Lauer si è concentrato sulle teorie bibliche, teosofiche, astronomiche e matematiche.
La teoria biblica fu fondata da John Taylor alla metà del XIX secolo.
La teoria teosofica considera la G.P. come luogo di iniziazione dei faraoni o comunque di uomini importanti.
La teoria astronomica vide la nascita con Edmé Jomard, ai tempi di Napoleone.

Ludwing Borchardt ha mosso una critica convincente alle diverse teorie matematiche.
Petrie scriveva: “E’ inutile constatare lo stato reale delle cose, fondato sulla verità, perché non ha nessun potere su questa forma piramidologica di allucinazione. Costoro possono tranquillamente essere annoverati fra quelli che credono che la terra sia piatta, e fra quelli che hanno più cara la teoria che non la verità”.

Altre critiche si possono leggere in Franco Cimmino “ Storia delle piramidi” pagg. 25-34.

Altri Egittologi preferiscono dire che non esistono misteri a riguardo delle piramidi e che loro hanno capito tutto!!!

Non voglio entrare per il momento nel merito delle singole ipotesi. Ritengo i giudizi di Verner e Cimmino spesso troppo pesanti, ma bisogna riconoscere che la fantasia degli studiosi si è scatenata, dimenticandosi spesso del rigore che richiedono certe ipotesi di lavoro.
Drago Mavericks
00martedì 30 dicembre 2008 16:14
Ciao Antonio.

E’ normale che si tratti di supposizioni astronomiche nonché di giochi puramente matematici.
Però, assumendo per un istante che i dati numerici elencati siano corretti, sarebbe riduttivo circoscrivere alla semplice coincidenza la sola chiave di lettura e d’interpretazione di questo enigma.
Se i dati numerici elencati, al contrario, fossero errati o frutto di fantasie popolari, allora sarebbe un altro discorso.
Ora: supponendo che i dati matematici postati siano corretti, quale potrebbe essere una spiegazione plausibile al riguardo?
Io, francamente, non l’ho mai trovata.

“Storia delle piramidi”, di Franco Cimmino, sarà il prossimo testo che acquisterò.
Grazie della segnalazione.

Ciao e auguri di buon anno.
antonio crasto
00martedì 30 dicembre 2008 19:39
Ciao Mavericks,
non si possono considerare tutte le teorie piramidologiche come un insieme unico. E' indispensabile studiarle una alla volta e vedere le pecche o i pregi.
Se mi dai un po' di tempo cercherò di aprire varie discussioni, così da semplificare la comprensione.
Antonio
antonio crasto
00venerdì 16 gennaio 2009 10:13
Re:
Drago Mavericks, 30/12/2008 9.13:



...
A) L’altezza piramidale, moltiplicata per 1.000.000.000, rappresenta la distanza minima fra Terra e Sole.
...



Nel mio libro ho considerato le misure della Grande piramide sia in metri, sia in cubiti (0,5236 metri) e ho supposto che il lato di base corrispondesse a 440 cubiti (230,384 m.) e l’altezza a 280 cubiti (146,608 m.).

Per quanto riguarda il punto A) si ha che 280 x 0,5236 x 1.000.000.000 m. = 146.608.000 km

La distanza minima Sole – Terra è di circa 147.000.000 km, per cui la differenza sarebbe uguale a 392.000 km, evidenziando un errore di circa 0,27 %.

La distanza media Sole – Terra è di circa 149.600.000 km, per cui la differenza sarebbe uguale a
2.992.000 km, evidenziando un errore di circa il 2 %.

La distanza massima Sole – Terra è di circa 152.000.000 km, per cui la differenza sarebbe uguale a
5.392.000 km, evidenziando un errore di circa 3,55 %

L’errore rispetto alla minima distanza Sole –Terra è decisamente basso, ma non è detto che gli Egizi sapessero che l’orbita della Terra intorno al Sole ha forma ellittica. E’ più probabile che pensassero a una circonferenza, per cui mi sembra più giusto considerare l’errore rispetto al valor medio della distanza Sole – Terra. Questo errore è ancora abbastanza basso, ma tutto sommato ritengo che si possa parlare di una pura coincidenza.



Drago Mavericks
00sabato 17 gennaio 2009 03:19
Grazie Antonio.
Aspettavo che intervenissi, dal momento che sei un fisico (se non erro).

Il tasso di errore è veramente basso; la cosa è molto curiosa…

Wow!

Comunque, a prescindere dal fatto che il risultato ricavato possa essere il frutto di una semplice coincidenza, ti confesso che tutte le speculazioni avanzate sulla struttura matematica della Piramide di Cheope mi hanno sempre affascinato.

Visto che sei abile con l’algebra, se disponi di ulteriori notizie, posta pure…
Ti leggerò volentieri.

Lunedì parto per il Sud Africa (starò via soltanto 3 giorni).
Ma non passerò dall’Egitto, mannaggia!
Pagherei oro pur di visitare Cheope…

Ciao!
antonio crasto
00sabato 17 gennaio 2009 10:52
Per quanto riguarda il punto B) e sempre ipotizzando il lato di base uguale a 440 cubiti (230,384 m.) si ha che il lato di base è circa uguale a 1/8 di un primo (7,5 secondi) di circonferenza terrestre.

La lunghezza della circonferenza meridiana è circa 40.009.152 m, per cui 1/8 di primo è uguale a circa 231,534, evidenziando un errore di circa 0,50 %;

La lunghezza media della circonferenza terrestre è circa 40.042.873 m, per cui 1/8 di primo è uguale a circa 231,730, evidenziando un errore di circa 0,58 %;

La lunghezza della circonferenza meridiana è circa 40.076.594 m, per cui 1/8 di primo è uguale a circa 231,925, evidenziando un errore di circa 0,66 %;

Sappiamo che gli Egizi avevano diviso la circonferenza in 360 gradi, ma non abbiamo idea (per quanto ne so) se siano arrivati a definire i minuti e i secondi di grado. D’altra parte non sappiamo se essi ipotizzassero la sfericità della Terra e soprattutto se sapessero calcolarne la circonferenza. Io ritengo pertanto che la coincidenza quasi esatta fra lato di base e 1/8 di primo di circonferenza terrestre derivi solamente da un gioco matematico e non abbia alcun valore scientifico.
antonio crasto
00sabato 17 gennaio 2009 12:38
Per quanto riguarda il punto C) è forse il caso di ricordare che la particolarità fu evidenziata dall’abate Moreux, direttore dell’osservatorio astronomico di Bourges. Egli divise il perimetro di base, stimato all’epoca, con l’altezza calcolata e ottenne un coefficiente di circa 3,1416, pressoché uguale al vero valore del pi greco (circa 3,141593).
Al riguardo Cimmino scrive a pagina 30 del suo “Storia delle piramidi:

«[…] dividendo il perimetro di base della piramide – che oltre tutto all’epoca non era misurabile in quanto sepolto sotto la sabbia e i detriti – per il quadrato della sua altezza, ottenne per il π il valore di 3,1416 (in realtà assai vicino a quello famoso di» 3,1428 di Archimede […].»

dimostrando una superficialità nell’affrontare il problema e una pessima conoscenza della geometria elementare.

Sempre ipotizzando il lato di base uguale a 440 cubiti (230,384 m.) e l’altezza uguale a 280 cubiti (146,608 m.) si ha un’ottima definizione del coefficiente pi greco, che notoriamente definisce in un cerchio il rapporto fra circonferenza e il diametro.

Considerando un cerchio con circonferenza uguale al perimetro del quadrato di base della piramide si ottiene un diametro di circa 293,334 m. e conseguentemente un raggio uguale a circa 146,667 m.
Questo valore sarebbe pressoché uguale all’altezza della piramide (errore circa 0,04 %), per cui si può ipotizzare che Cheope abbia voluto realizzare una piramide che in qualche modo richiamava un cerchio, la cui circonferenza sarebbe stata uguale al perimetro di base della piramide e il raggio uguale alla sua altezza.
In tal modo il coefficiente caratteristico dei cerchi sarebbe stato uguale a circa 3,142857, evidenziando un errore rispetto al valore reale pi greco (circa 3,141593) pari a circa 0,040 %.

Detto questo il ragionamento è valido per qualunque cerchio, la sezione della palla di nostro figlio come per la sfera terrestre.
In quest’ultimo caso, considerando una circonferenza meridiana di 40009152 m. e un raggio polare di 6356912 m. si avrebbe avuto un valore del coefficiente di circa 3,146901, mentre considerando una circonferenza equatoriale di 40076594 e un raggio equatoriale di 6378388 si avrebbe avuto un valore del coefficiente di circa 3,141593.
Considerando valori medi si avrebbe avuto un coefficiente di circa 3,144243
Si ricava pertanto che l’ipotetico cerchio-piramidale di coefficiente 3,142857 si avvicina di più alle caratteristiche del cerchio equatoriale di coefficiente di circa 3,141593 rispetto all’ellisse polare di coefficiente di circa 3,146901.

L’argomento è stato trattato in modo esauriente da Ian Lawton e Chris Ogilvie-Herald nel loro “Il codice di Giza” pagg. 146-150.
Gli autori mettono a confronto i valori di pi greco e phi con le caratteristiche di alcune piramidi della IV dinastia e trovano un coefficiente per la piramide di Cheope di circa 3,140 e un errore percentuale di 0,047 (le piccole differenze sono dovute ai differenti valori di base e altezza considerati dagli autori).
Dal loro lavoro si evince come la ricerca delle caratteristiche del cerchio sia evidenziata anche nella piramide di Medium.

L’eccezionale definizione del pi greco deve far riflettere. Per prima cosa bisognerebbe avere l’onestà scientifica di riconoscere che il coefficiente del cerchio fu definito al più tardi durante la IV dinastia e ammettere che i Greci, così come riconobbe Erodono, scopiazzarono a piene mani nella Biblioteca di Alessandria.

L’argomento non può però essere limitato a un mero studio matematico.
Io ho ipotizzato nel mio libro che le dimensioni della piramide di Cheope erano tali da esaltare certi numeri sacri e che il passaggio da sezione della piramide a cerchio contenesse un altissimo simbolismo religioso. La piramide avrebbe simboleggiato il passaggio dalla vita terrestre (quadrato di base) alla vita celeste (facce triangolari rappresentanti la trinità del Creatore). Questa caratteristica uguale per tutte le piramidi sarebbe stata esaltata da Cheope assimilando la sezione della sua piramide a un cerchio, simbolo geometrico del Creatore.
Drago Mavericks
00domenica 18 gennaio 2009 02:23
Grazie Antonio.
Ho impiegato 2 ore per leggere quello che hai scritto.
Sei stato gentilissimo.

Desidero porti soltanto un’ultima domanda: è vero che la Piramide di Cheope presenta una curvatura “quasi impercettibile” in prossimità dei lati?
Parecchi matematici, speculando sull’ipotesi che la costruzione della Grande Piramide possa riassumere la sintesi approssimativa della rappresentazione “in scala” del pianeta terra, fanno leva su questo particolare.

Si tratta di una verità geometrica testata oppure di una banale ipotesi fantasmatica, priva di fondamento?
antonio crasto
00domenica 18 gennaio 2009 10:42
Quanto tu dice è vero. Le facce della piramide sono state realizzate in modo tale che le due semi facce formino un piccolo angolo. Questo è ciò che almeno si ricava dall'osservazione di ciò che rimane dei massi. E' molto probabile comunque che anche il rivestimento finale delle semi facce formasse lo stesso angolo.

Gli Egittologi non si sanno spiegare questa particolarità costruttiva. Io ritengo che fosse legata alla ricerca di giochi di luci e ombre in particolari giorni dell'anno.
antonio crasto
00domenica 18 gennaio 2009 10:44
In merito al punto D), ricavo dal libro di Lawton che il volume approssimato della piramide sarebbe: 2.583.000 mc. Il peso specifico del calcare duro è circa 2700 kg/mc, per cui il peso della piramide (trascurando le parti in granito) dovrebbe essere di circa 6.974.100.000 kg
La massa della Terra viene considerata di circa 5.976.000.000.000.000.000.000.000 kg, per cui, anche moltiplicando il peso della piramide per 1.000.000.000, il postulato del punto D) sembra non tornare.
antonio crasto
00domenica 18 gennaio 2009 10:45
Per quanto riguarda il punto E) ho preso il valore del pollice piramidale e del cubito sacro secondo Charles Piazzi-Smith dal libro di Cimmico a pagina 29.
A meno di errori dell’autore si ha che il pollice piramidale corrisponderebbe a 1/25 cubiti sacri e che il cubito sacro corrisponderebbe a 0,6356 m.
Sempre con l’ipotesi che il lato di base della piramide sia uguale a 440 cubiti (230,384 m.) si ha che il perimetro sarebbe uguale a circa 921,536 m. = 1449,86784 cubiti sacri = 36246,696 pollici piramidali, per cui dividendo per 100 si avrebbe il numero 362, 47

Il valore di cui al punto E) si ottiene invece considerando il valore del cubito sacro uguale a 0,6311

Detto questo bisogna ricordare che il pollice piramidale e il cubito sacro non hanno alcun riscontro archeologico e sembrano dettati dalla volontà di Smith di far tornare alcuni conti, come quello della relazione fra perimetro della base della piramide e lunghezza dell’anno civile egizio.

Dette operazioni matematiche oltre a non rimandare a simbolismi religiosi sembrano anche completamente artificiose e si devono pertanto considerare puri giochi matematici.
Alterest
00giovedì 5 febbraio 2009 23:31
Re:
antonio crasto, 18/01/2009 10.44:

In merito al punto D), ricavo dal libro di Lawton che il volume approssimato della piramide sarebbe: 2.583.000 mc. Il peso specifico del calcare duro è circa 2700 kg/mc, per cui il peso della piramide (trascurando le parti in granito) dovrebbe essere di circa 6.974.100.000 kg
La massa della Terra viene considerata di circa 5.976.000.000.000.000.000.000.000 kg, per cui, anche moltiplicando il peso della piramide per 1.000.000.000, il postulato del punto D) sembra non tornare.



L'errore è dell' 1%, per cui ritengo invece che torni abbastanza il punto D).

antonio crasto
00venerdì 6 febbraio 2009 09:24
A me sembra che l'errore sia del 100%
Alterest
00sabato 7 febbraio 2009 11:26
E' una constatazione che vuoi forzare tu. Libero di farlo.
antonio crasto
00sabato 7 febbraio 2009 12:07
Io ho sviluppato alcuni dei punti posti da Drago.
Alcuni di queste teorie, a volte strampalate, sono state la causa di un irrigidimento del mondo accademico. Non basta giocare con i numeri, specie quando non si sa giocare, per dimostrare chi e perché fu edificata la Piramide di Cheope.
Tutto ciò ha contribuito a definire una categoria di "pseudo studiosi" definiti da molti Egittologi "Piramid-idioti".

Occorre invece soffermarsi su studi che abbiano un senso rispetto alla storia e la civiltà egizia.
Con ciò non voglio dire che il mondo accademico abbia risolto tutte le problematiche sulle piramidi.
Io sono uno di quelli che ha avanzato delle nuove teorie, ma sempre nell'ambito della logica.

Per quanto riguarda le constatazioni matematiche, ti ringrazio per la gentile concessione.
Fino a d oggi credevo che la libertà di fare di calcolo vi venisse dall'aver studiato ed essermi laureato in matematica e fisica.
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