Con queste ultime precisazioni, e la soluzione sia del testo che dei quesito posti, si conclude l'esercizio N° 10.
Qui a seguire, sarà esposta tutta la documentazione/soluzione a partire dai dati della stele.
Bibliography
S.Bosticco, Le stele egiziane di Epoca Tarda, III, Roma, 1972, pgg. 21-22.
Stele di Penbu, Preposto ai Sacerdoti astronomi di Osiride ad Abydos. Magazzino N.inv.2502 Dimensioni: alt. cm 44,5; largh. cm 32S stele funeraria centinata di Epoca Tarda (713 circa - 30a.C.;
In Epoca Tarda le stele sono quasi tutte centinate. La centina è bordata dal segno geroglifico pet ( = cielo) che appare arcuato per seguire l'orlo della stele, ma che ritorna orizzontale al di sopra del testo geroglifico. La centina è occupata dal disco solare con le ali spiegate:è uno dei modi per rappresentare il dio Horo, cioè il dios ole, adorato in particolar modo nella attuale città di Edfu (Alto Egitto), il cui antico nome egizio (Behedety) è scritto in geroglifici al di sotto delle ali. Dal disco solare partono due urei con corona bianca e corona rossa,simboli del potere sull'Alto e sul Basso Egitto. Il serpen-te ureo era ministro del dio sole, con funzione di protezione dai nemici: perciò appariva anche sulla fronte del faraone. La centina è separata dal resto della stele da una cornice ornamentale: in Epoca Tarda si moltiplicano infatti i motivi decorativi, costituiti da file di rettangoli (come qui), o file di urei o kèkeru (motivo ornamentale in uso fin dalle prime dinastie).Sulla nostra stele appare poi una doppia scena di adorazione a divinità: il defunto, in piedi, volto prima a destra e poi a sinistra, fa atto di adorazione a due divinità, cioè a Horo, con testa di falco e disco solare con ureo, e Atum, cioè il sole che tramonta, con in testa le corone rossa e bianca. Ambedue le divinità portano abiti con bretelle e tengono nelle mani lo scettro was (segno di potere) e il segno ankh (vita). Il defunto ha in testa una fascia annodata con il cono di unguento profumato e indossa un gonnellino sorretto da una bretella con una gonna trasparente sopra. Dietro la sua figura, sia a destra che a sinistra, si intravede uno strumento: è un mirino per traguardare le stelle, poiché il nostro defunto era il preposto ai sacerdoti orari della città di Abido. Fra il defunto e le divinità è presente un fiore di loto e una tavola d'offerte (con il passare del tempo questa diventa sempre più schematica), su cui sono posati dei pani di varia forma, stilizzati.
Evidenziati il testo, il proprietario della stele e la sua professione si passa allo strumento descritto bene da Annaisis.
In realtà, come spiegato nei post precedenti, si tratta di due strumenti da usarsi in contemporanea da due persone.
Ecco lo strumento in foto, con visibili le iscrizioni...
Questa è invece un disegno che evedenzia sul Bay, tacche di riferimento, e la scritta in geroglifici:
Instrumentos de astrónomo egipcio: bay y
merkhit (L. Borchardt, ZÄS 37 - 1899, 10).
J. Lull, La astronomía en el antiguo Egipto, (Valencia, 2006)
Infine un disegno sul come gli antichi astronomi potevano lavorare con questi attrezzi:
Astronomi egiziani in osservazione dalla terrazza di un edificio
(Adaptado de R. W. Sloley, JEA 17 - 1931, pl. XVII)
J. Lull, La astronomía en el antiguo Egipto, (Valencia, 2006)
E con questo è tutto.
Spero che questa formula di esercizio di traduzione abbia "stuzzicato" un po' la fantasia dei lettori.
Un ringraziamento particolare ad Annaisis, per la sua tenacia e volontà, nel risolvere tutto l'esercizio.
Si prosegue a breve con l'esercizio 11, un po' più tecnico, che tratterà in maniera
molto superficiale, i verbi.
Ciao ...Nec.