Pizia in Egitto 2008

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4, 5
pizia.
00domenica 7 dicembre 2008 09:16
Piramidi
So di non essere riuscita a portare a compimento la mia prima opera del tipo "Diario di Viaggio" e già mi appresto a scrivere la seconda.
Questa volta ho tenuto un quadernino di appunti in cui ho cercato di scrivere cose sensate da subito, in modo da essere più veloce nella trascrizione sul forum, limitandomi agli argomenti più importanti della giornata.

Mi raccomando, aspetto le vostre domande.
pizia.
00domenica 7 dicembre 2008 09:27
Sabato 22 Novembre 2008

Ore 16.25 ora italiana
Sono sull'aereo; sotto di noi è tutto cperto di nuvole, dense dense come panna montata; sono circa alla metà del volo, qui sotto dovrebbe esserci il mare.
Il sole sta tramontando, le persone sedute vicino ai finestrini lo vedranno arrossire vicino all'orizzonte.


La foto non l'ho fatta io, non stavo certo vicino al finestrino!

Siamo partiti da soli, io e Paolo all'avventura.
In realtà grande avventura non è, in fondo andiamo ad alloggiare in un grande hotel in una località molto frequentata dai turisti in prossimità del confine sud-ovest della capitale.
Una mia cara amica e compagna di scuola (dal liceo all'università) ha vissuto qui per circa tre anni, al seguito del marito geologo, impiegato in una famosa società italiana del settore petrolifero.

Dico a Paolo:
"Perché non ti fai mandare a lavorare un po' al Cairo anche tu?
"Troppo caldo!", mi risponde sbuffando.
[SM=x822719]
-Kiya-
00domenica 7 dicembre 2008 18:00
Cara Pizia, che effetto ti ha fatto scendere dall'aereo e mettere piede sul suolo Cairota, sapendo che avresti avuto all'incirca una decina di giorni per godertelo?
roberta.maat
00domenica 7 dicembre 2008 22:42
Senza voler sminuire l'emozione di atterrare al Cairo vorrei sottolineare che, a mio parere, l'emozione sale molto quando si scende a Luqsor, almeno all'epoca del mio ultimo viaggio....!
Quando tornerò in Egitto vorrò fare gli stessi scali, prima Luqsor e, in partenza, Il Cairo, dove, se ha ancora negli occhi i templi e la valle,ti senti quasi a Palermo.
-Kiya-
00lunedì 8 dicembre 2008 00:25
Anche io toccai per primo il suolo di Luxor. E ricordo ancora la carezza del vento caldo su di me, sebbene fossero le due del mattino. Sembrava un abbraccio, in tutto e per tutto all'altezza di un accogliente ritorno... almeno fu questa la sensazione provata.
pizia.
00lunedì 8 dicembre 2008 00:42
Il primo approdo è stato sempre il Cairo, anche la volta scorsa perché lì si arriva con Alitalia.
Per me l'emozione è la stessa, e l'istinto quello di cadere in ginocchio e baciare il suolo, ma non ho potuto farlo finora; dall'aereo siamo usciti con il tunnel, poi siamo arrivati già nell'edificio aeroportuale e baciare le piastrelle lì non ha lo stesso significato, oltre ad essere poco igienico.
Passato il tempo, eseguite le formalità, trovate le valigie e contrattato il prezzo del viaggio in taxi, il gesto non ha più senso.

E' un gesto dovuto, per me, non solo alla terra d'Egitto, ma all'Africa quale luogo d'origine di tutto.
pizia.
00martedì 9 dicembre 2008 17:56
Domenica 23 Novembre 2008

Ore 16.00 (ora egiziana)
E’ il tramonto.
Stamattina ci siamo svegliati verso le 9 perché già insistevano per fare la camera, colpa nostra, non abbiamo appeso il cartellino “Please do not disturb” alla porta.
Ormai siamo svegli, andiamo a fare colazione al buffet, quindi, uno dei primi pensieri è quello di trovare la terrazza da cui si gode il panorama sulle piramidi, ma d’inverno è chiusa, c’è solo un pianerottolo con due panchine di legno proprio davanti alla grande rotonda sempre intasata dal traffico.



Ecco ciò che si vede dalla terrazza dell'Hotel Sofitel Le Sphinx di el-Giza.



Questa la piscina dell'Hotel, con il giardino.
Tutto molto bello, peccato per il rumore del traffico e dei clackson delle vetture!
pizia.
00martedì 9 dicembre 2008 17:59
La giornata è bella, serena e si preannuncia soleggiata, così decidiamo di andare a vedere qualcosa a piedi, passeggiando.
L’impresa ha quasi dell’impossibile, ma ci avviamo lungo la strada.
L’ingresso all’area è molto più lontano di quanto potesse sembrare, la passeggiata sarebbe anche piacevole se non fosse per gli egiziani!
Ad ogni passo qualcuno offre un taxi oppure chiede di visitare il proprio negozio o quello di un fratello, finché decide di accompagnarci un ragazzo che porta in mano un walkman come unico segno di riconoscimento e dice di essere della Polizia Turistica e di volerci scortare fino alle porte dell’area archeologica.
Inutile dire che vuole essere pagato per questo servizio non richiesto (se è vero che è un poliziotto è stipendiato per questo), ma continua a dire che è molto pericoloso per noi andare in giro da soli.
Arriviamo a pochi metri dall’ingresso e ancora ci offrono taxi, dicendo che è molto lontano, che non si può entrare soli e a piedi ma solo accompagnati e in auto, ma noi, infidi e testardi, procediamo soli, e finalmente guadagniamo il traguardo.
La zona del libero pascolo turistico è già circondata da un alto muro con cancelli di ferro custoditi da molte guardie severe, determinate a non lasciare passare nessuno sì, ma di loro.
Non possono entrare qui gli egiziani non scortati da dei turisti; persino i taxi privati devono lasciare i loro clienti fuori, davanti al primo sbarramento di cancelli.
Però ci provano sempre e continuano a raccontarci di tutto, anche le cose più assurde, non credete mai a ciò che vi raccontano per strada, si può socializzare, rispondendo alle domande incalzanti, ma è meglio restare vaghi sui propri progetti altrimenti qualcuno potrebbe cercare di monopolizzare il vostro tempo per portarvi in mille posti che non vi interessano.



Arriviamo alla biglietteria alle 11 circa, prendiamo il ticket di ingresso all’area di Giza, £60 a persona, chiedo per la Grande Piramide, così, per informazione, credendo ormai sfumata la possibilità di rientrare nei 150 visitatori consentiti.
Mi chiedono £100 a testa e mi danno il biglietto!
Dunque il “numero chiuso” non c’è oppure il prezzo scoraggia a sufficienza la maggior parte dei visitatori.
Bene, andiamo a vedere l’interno della Grande Piramide!



pizia.
00mercoledì 10 dicembre 2008 12:23
Ci arrampichiamo sulla scaletta ricavata nei blocchi della parete nord, ci avviciniamo all’ingresso e lì dobbiamo lasciare le nostre foto e video camere perché ci sono 3 guardiani molto severi che non vogliono sentire ragioni, mi hanno vista mentre la riponevo tutta impacchettata nello zaino e non hanno intenzione di lasciarmi passare.
Pazienza.



Cerco di richiamare alla mente quanto ho letto sull’edificio, ricordo molte cose riportate da Goyon e da Edwards e mi sembra rispondano a verità.

L’ingresso attuale è ricavato allargando, fino ad ottenere dimensioni comode per un uomo in piedi, il budello orizzontale scavato dai predatori.

Sembra proprio di essere in una grotta, si vedono grossi spazi informi fra un blocco e l’altro, se non fosse per le forme subgeometriche delle pietre sembrerebbe proprio una caverna scavata interamente nella roccia.

Si arriva all’innesto col corridoio ascendente, poco sopra all’arrivo del pozzo detto “dei ladri”; la parte sottostante dei percorsi non è accessibile, così come la Camera della Regina, si può solo salire nella Grande Galleria e nella Camera del Re.

I blocchi ancora infilati nel corridoio ascendente verso l’ingresso originale si vedono bene proprio sopra al pozzo; lo spazio qui si fa veramente angusto, solo all’uscita nella Grande Galleria si riesce a rimettersi in piedi, posso cercare un po’ più agevolmente tutti i segni nella muratura di cui ho sentito parlare, buchi, incisioni, letti di posa, ecc.; ecco gli appigli per infilare mani e piedi nella scalata fra il tratto orizzontale del corridoio, nel punto in cui si biforca verso la Camera della Regina e il pavimento della Grande Galleria; ecco i fori sagomati, evidenti alloggi per le teste di trave di un pavimento inteso come continuazione di quello della galleria; la discontinuità del materiale è evidente per il diverso colore delle pietre e per il trattamento delle superfici, le connessioni invece, sono davvero precise, si possono apprezzare i letti di posa dei corsi paralleli al pavimento del corridoio e le connessioni perpendicolari fra un blocco e l’altro; il soffitto a modiglione inclinato della Grande Galleria è sorprendente, pur sapendo che ad intervalli regolari ci sono degli scontri che rendono seghettato il letto di posa, questa inclinazione e queste superfici regolari mi danno l’impressione di veri e propri scivoli di pietra e mi figuro l’infilata del blocchi che spacca la facciata nord nel collasso totale della struttura.

Le luci sono davvero esigue, regna una penombra appena sufficiente per vedere dove posare i piedi, e questo è nulla al confronto delle fatiche e dei disagi cui dovettero sottoporsi i primi visitatori e anche i predoni!



Grande Piramide col sole di mezzogiorno, guardate com'è basso a Novembre!
pizia.
00mercoledì 10 dicembre 2008 12:31
Siamo in cima, il passaggio si fa di nuovo basso, nel tratto precedente la Camera del Re; cerco tutti i pezzi visibili dei meccanismi di chiusura, scanalature, saracinesche, segni di abrasione, ecc. Il soffitto è nero, come nel corridoio, per il fumo delle torce utilizzate per anni prima dell’arrivo della corrente elettrica.

Mi soffermo parecchio nella Camera del Re, mentre sono lì tanta gente entra ed esce, ma io resto perché aspetto più volte l’occasione di rimanere sola e anche Paolo, cerca di trovare il modo di fotografare col cellulare, ma è impossibile nella sala immersa in un buio quasi totale, l’occhio si abitua, col tempo, l’obbiettivo del telefonino no.

Misuro il sarcofago come posso, con una carta, perché, accidenti a me, ho dimenticato a casa il metro. Ma si può essere più dementi?
Tasto la superficie, all’esterno e all’interno del sarcofago, fino dove riesco ad arrivare e lo sento la superficie regolare, piana ma non liscia; forse i segni rimasti dall’uso del trapano tubolare a sabbia, strumento indicato da molti egittologi come perforatore per svuotare l’interno del blocco in granito massiccio.

Il canale di ventilazione a sud è usato davvero per la ventilazione, dentro ha una ventola in movimento e presenta gravi spaccature sulla parete circostante, immagino durante la ricerca del foro.

Il condotto a nord è aperto e mostra un tratto orizzontale ben visibile, evidentemente era importante sbucare nella stanza a quella certa altezza.

A questo punto mi viene in mente che ho nello zaino il portafogli con tutte le carte bancomat, chiave stanza, postepay, telefoniche, parcheggio, biblioteca, supermercato, ecc., ohibò, non riuscirò più ad entrare nella stanza dell’hotel, ma quel che è peggio, se è vero come si dice che la Grande Piramide sia in grado di smagnetizzare le bande magnetiche, non potrò nemmeno terminare la vacanza per mancanza di fondi liquidi e forse non potrò neppure tornare a casa!
In compenso le forbicine e il tagliaunghie della mia trousse per manicure saranno affilati come nuovi.

Rimango un po’ inquieta per il pensiero, termino le mie osservazioni e mi appresto ad uscire, l’aria sta diventando insopportabile.
Scendere è quasi più faticoso che salire, bisogna stare ancora più piegati, mandando i piedi avanti e tenendo giù bassa la testa, altrimenti si urta il soffitto, in più, in questo budello, si incrociano le persone che salgono e bisogna stringersi per riuscire a passare in due nella sezione.

Dopo tutto questo buio , l’aria viziata, l’umidità e il caldo, emergere dalla piramide è come rinascere, parafrasando il titolo dei famosi libri che parlano della Duat, l’effetto è quello di uscire alla luce del giorno.



Il pavimento dell'area sacra era ricoperto di blocchi di basalto nero e doveva essere anche ben levigato, in contrasto con le pareti bianche del calcare di Tura.
In alto a sinistra si vede come la parte in cui i blocchi di prezioso basalto sono stati asportati sia più bassa di circa mezzo metro.



Fossa per barca.
Anche noi come Bata siamo andati a vedere il Museo della Barca Solare.
E' molto bello, ordinato e preciso. Prima di entrare ci fanno indossare dei sacchetti in tela sulle scarpe, perché dentro c'è il pavimento in legno e si potrebbe rovinare! [SM=x822710]


Paolo vuole andare a scalare una piramide e per quanto io gli dica che è proibito, è incoraggiato dai molti visitatori, soprattutto ragazzini egiziani, che salutano e si fanno fotografare da sopra alla piramide satellite a sud di Cheope, così alla fine, prova, scatenando le ire dei poveri poliziotti turistici che fanno la guardia alle pietre; ormai lo sanno, si mostrano anche un po’ accondiscendenti, permettendo al pubblico di arrivare fino ad un certo punto, per poi mettersi a urlare e soffiare nei loro fischietti finché il visitatore importuno non scende.

Il resto della giornata lo passiamo qui, attorno alla Grande Piramide, scrutando i cimiteri sud e ovest, e ficcando il naso dappertutto, ove possibile, per fotografare, ragionare e memorizzare quanto sta davanti ai nostri occhi.

roberta.maat
00mercoledì 10 dicembre 2008 18:54
Quasi, quasi mi dispiace intervenire in questa discussione e disturbare l'atmosfera che sta creando Pizia, un vero capolavoro tra riflessioni tecniche, flash di emozioni visive e considerazioni turistiche !
Vorrei proporre all' Admin di riservarle un'area monografica, giusto ?
pizia.
00mercoledì 10 dicembre 2008 22:39
A me fanno piacere le vostre osservazioni, ho sempre l'impressione di essere troppo "pesante" a scrivere continuamente messaggio dietro messaggio.
Inoltre per me è una conferma: so che mi leggete!

Hai visto Roby che ho postato una foto dell'ingresso principale originario?
Inutile dire che ho pensato a te quando ho cercato di avvicinarmi per vedere meglio, volevo scattare una foto da mandarti proprio da vicino.
E la scaletta scavata nei blocchi, aggiustata con un po' di cemento moderno arriva proprio fino la in cima, proseguendo a salire verso sinistra, però era interdetta al pubblico, sbarrata con una corda.
Ho provato a superarla, e come me anche altri ci hanno provato, ma i guardiani e i poliziotti fischiavano e protestavano subito, così ho desistito, ho scattato da sotto, con l'aiuto dello zoom della mia nuova macchinetta!
antonio crasto
00giovedì 11 dicembre 2008 12:55
Re:
pizia., 10/12/2008 12.23:


...

...
Grande Piramide col sole di mezzogiorno, guardate com'è basso a Novembre!



Ho ricavato da un programma stellare che l'altezza del Sole il 27 Novembre al momento del mezzogiorno al Cairo era di circa 38°.
Il meraviglioso effetto di Ra sul vertice della piramide è chiaramente dovuto alla posizione del fotografo. Se il Sole fosse stato più basso avresti dovuto allontanarti dalla piana.

Allego immagine stellare (visibile se si fosse spento Ra!!!).


EGIZIA72
00venerdì 12 dicembre 2008 14:46
E' vero!!!nel vedere queste immagini e leggere ciò che scrivi trasmetti delle emozioni uniche nel suo genere [SM=g999097] i miei complimenti x tutto.......
pizia.
00domenica 14 dicembre 2008 22:38
Ma grazie Egizia!

Antonio:
Hai proprio ragione, per fare la foto mi sono posizionata sul margine dell'ombra, ancora qualche metro indietro e c'è la scarpata!
pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 00:57
Lunedì 24 Novembre 2008

Ore 16.05
Adesso esco e vado sulla terrazza a vedere il tramonto.
Ecco, stasera non lo perdo, peccato che il sole vada giù dietro a un gruppo di alberi e non dietro alle piramidi, situate un po’ più a sud.
Il cielo è leggermente annuvolato, ma con nuvole molto meno dense di quelle dei nostri cieli, così da lasciar trasparire la luce del sole.



Ho imparato che il detto “cielo a pecorelle acqua a catinelle” qui non è applicabile, le nuvole hanno spesso la forma del gregge di pecore, però non da mai origine a precipitazioni.

Comunque è meno limpido del solito.
Arrivata a questo punto la giornata per me è quasi conclusa, fra poco sarà buio, (ora effettiva del tramonto 16.35), quindi riparto dalla mattina.


Da gran pigroni quali siamo ci alziamo alle 8.30 e dopo una breve colazione partiamo subito per il centro cittadino, meta il Museo Egizio.

Essere da soli e poterci muovere da soli ci permette di non sprecare tempo con troppe formalità, perciò anche gli orari possono essere più elastici e non prevedono soste obbligate.

In circa 45 minuti arriviamo, per fortuna abbiamo fatto presto, non ostante il traffico eternamente congestionato della capitale.

I lavori fervono, attorno al Museo stanno ristrutturando gli spazi, il muro di cinta è in ristrutturazione, un operaio sta fissando alla sommità delle modanature in gesso; camminiamo per mezzo giro attorno alle mura perché il nostro taxi ha parcheggiato in uno spiazzo alle spalle dell’edificio, così possiamo avvicinarci a piedi e guardarci anche un po’ attorno.

Non mi piace fare il VIP accompagnato dalla macchina con autista fino davanti alla porta di ingresso, e forse in questo punto particolare non si può neanche fare, i taxi “normali” non sono autorizzati ad avvicinarsi così tanto a quello che deve essere sentito come un obiettivo particolarmente sensibile.

Entrati dal cancello, si passano i controlli al metal detector di routine, e la biglietteria si trova subito a destra; ci fermiamo a fare foto nel giardino antistante, a proposito, devo cercare il sarcofago di Akhenaton e fotografarlo bene in tutte le sue parti, almeno le cose parcheggiate qui fuori sono libere da vincoli.



Certamente è in posizione provvisoria, qui sul lato sinistro (guardando di fronte l’igresso) è tutto troppo accalcato, mentre lungo il prospetto principale i reperti sono disposti meglio, anche nelle aiuole di erbetta.

Qualche visitatore poco rispettoso ha buttato dentro cartacce e una lattina vuota, ma questi rifiuti non hanno l’aria di essere lì da molto tempo, è evidente che venga periodicamente ripulito e comunque non si trova in una posizione definitiva, a causa dei lavori cui ho già accennato, ma presto otterrà la posizione che merita.
Adesso entriamo a vedere cosa c’è dentro.

Naturalmente all’interno è proibito fotografare, la cosa più assurda del mondo in un museo, intanto non comprerò foto o cataloghi ugualmente.

pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 01:02

Ecco una raffigurazione insolita, generalmente la regina affianca il suo sposo, abbracciandolo oppure no, ma questa iconografia non è molto comune: lei sembra quasi nascondersi alle sue spalle. In questo caso il detto funziona "dietro ad ogni grande uomo si nasconde una grande donna".

pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 01:08
Mi sento polemica:

Foto nei Musei
Teie
00domenica 21 dicembre 2008 11:50
Le tue foto sono bellissime, Pizia.
Aldilà delle emozioni che possono suscitare e concentrandosi solo sull'arte del fotografare devo dire che sono stupende.
Ben esposte, nitide, ben contrastate e il soggetto ben inquadrato.
Brava! La mia preferita? La fossa della barca.

Teie
antonio crasto
00domenica 21 dicembre 2008 12:41
Sai dirmi chi sono i due personaggi "allineati e coperti"?
Ritieni possibile che la figura femminile sia una dea e non una regina?
Ciao Antonio
pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 22:57
Re:
Teie, 21/12/2008 11.50:

concentrandosi solo sull'arte del fotografare devo dire che sono stupende.
Ben esposte, nitide, ben contrastate e il soggetto ben inquadrato.
Brava! La mia preferita? La fossa della barca.



Ma scherzi? [SM=g999108]
Il sarcofago di Akhenaton è storto, alla coppia reale ho quasi tagliato i piedi, la piramide con le nuvole è sgranata, la fossa della barca è piena di spazzatura... però rispetto alle foto che ho mostrato in precedenza sono effettivamente migliorata!
Grazie [SM=g1621243]
Rispetto al viaggio del 2006 ho cambiato macchina, avevo già manifestato, in occasione dei concorsi fotografici, il mio disappunto per le brutte foto che avevo, pur trattandosi di soggetti così belli.
Non ho ancora imparato a fondo tutte le potenzialità del nuovo strumento, ma sto studiando... ad esempio non ho capito bene come fare ad avvicinare la Sfinge, come fanno vedere nella pubblicità, ma ci riuscirò [SM=x822712]




pizia.
00domenica 21 dicembre 2008 23:23
Re:
antonio crasto, 21/12/2008 12.41:

Sai dirmi chi sono i due personaggi "allineati e coperti"?
Ritieni possibile che la figura femminile sia una dea e non una regina?
Ciao Antonio



Non so chi sono, li ho fotografati al volo perché ho notato l'iconografia strana, ma non ho pensato ad andare vicino a vedere se dietro c'era scritto qualcosa, stavo cercando qualcosa in particolare, come da istruzioni di Kiya e di Roberta.
Il khepresh sulla testa potrebbe indicare uno di quei faraoni che erano soliti farsi raffigurare così, forse Ramses II.
La figura femminile potrebbe essere una dea oppure la regina vista come dea.
I due sono alti uguali, perciò si tratta di una coppia che solitamente si faceva rappresentare così, in situazione paritaria anche nella statuaria ufficiale, quando essa era dedicata esplicitamente alla funzione del re.
L'acconciatura della donna non mi sembra particolare attributo di dea, e sulla fronte potrebbe portare anch'essa il cobra.
Il copricapo non ho ancora capito cosa sia, il frammento cilindrico mi porterebbe ad escludere il geroglifico del trono di Iside o quello di Neith, ma anche un disco solare, con o senza corna di vacca, e la spoglia di avvoltoio.
Potrebbe sembrare la base di una corona rossa, ma non avrebbe senso (o sì?), oppure la tiara di Nefertiti.
Antonio, hai qualche idea in più?
Teie
00lunedì 22 dicembre 2008 09:56
Re: Re:
pizia., 21/12/2008 22.57:



Ma scherzi?
Il sarcofago di Akhenaton è storto, alla coppia reale ho quasi tagliato i piedi, la piramide con le nuvole è sgranata, la fossa della barca è piena di spazzatura... però rispetto alle foto che ho mostrato in precedenza sono effettivamente migliorata!
Grazie



Beh alcune cose le impari solo con l'esperienza. Ma quello che ho detto è vero, mi piacciono molto.
E poi: l'immondizia? Certo avresti potuto spazzarla, la fossa, prima della foto [SM=g999108]

Teie
pizia.
00lunedì 22 dicembre 2008 23:42
[SM=x822710] La tentazione l'ho avuta... ma torniamo al museo!

Per orientarsi c’è una pianta schematica appesa al muro, nella stanza di ingresso, dopo le transenne, a sinistra, così mi posso fare un’idea su dove dirigermi…dritto davanti all’ingresso, in fondo, c’è la sezione amarniana, proprio alle spalle della colossale statua di Amenhotep III e Teie.

Sono già lì, confusa nella folla di gente disorientata ferma davanti all’entrata, in attesa di qualcuno che dica cosa si deve fare, nella sezione Predinastico, Protodinastico e Dinastie Thinite, in mezzo alla quale campeggia, ad altezza occhi la Tavoletta di Narmer, sorretta da un vetro sagomato, per farla ammirare da un lato e dall’altro. Che emozione!

Perdo quasi tutto il mio tempo a guardare gli oggetti di questa sezione (è ovvio, no?) li adoro!
Vedo cose famosissime, quelle grandi me le aspettavo piccoline, quelle minuscole, alle quali è sovrapposta una lente, pensavo fossero dei colossi.

Tutto è spettacolare, coperto ancora di polvere millenaria; però le bacheche sono lustre, una donna egiziana si affanna a togliere le ditate e le impronte di nasi stampati sui vetri.


Nel complesso il Museo è mal tenuto, subito, appena entrati dà una sensazione di sporco e di disordine, confermata poi vagando per le sale.

Forse si potrebbe fare di più: visto che molti luoghi in Egitto hanno tariffe differenti per gli stranieri e per gli egiziani, si potrebbe anche aumentare un po’ il costo del biglietto per gli stranieri, oppure vendere il diritto fotografico sul posto, studiando un sistema rapido e flessibile, ad esempio un ticket acquistabile all’ingresso, con adesivo da applicare sopra al vetrino del flash, per ulteriore sicurezza.

Insomma, se si volesse davvero risolvere il problema, sono sicura si potrebbe trovare una soluzione vantaggiosa per tutti.

Anche perché, volenti o no, infine il Museo risulta pieno di persone che più o meno spudoratamente, quando non viste dalla sorveglianza, scattano foto a raffica e non solo con i cellulari, al punto che capita anche, in salette piccole e verso i muri, di vedere brillare il bagliore del flash!

Ma come poter elevare giusta lamentela per il flash quando, proprio qui, al secondo piano, nella stanza delle mummie dipinte del Fayyum, dove le facce e i corpi bendati di queste persone defunte da millenni giacciono sotto i raggi del sole diretto del primo pomeriggio?

Ebbene sì, l'ho fatto anche io, di nascosto, col cellulare.
Vasetti predinastici




Sono qui e penso a voi, alle cose che mi avete detto di cercare e di trovare, fosse facile!
Appena riesco a staccarmi dalle tazze predinastiche proseguo il cammino lungo l’asse principale, puntando dritta al fondo.
Si scende qualche gradino, il grande atrio a pianterreno ha il pavimento più basso delle sale che lo circondano, l’altezza del suo soffitto è più che doppia, raggiunge il tetto.
Qui sono esposti grandi manufatti in pietra, quali statue, stele, sarcofagi e al centro, coperto da una serra in vetro, il pavimento portato via da Tell el Amarna.

E’ molto bello ed emozionante stare qui a guardarlo, molto più bello di quanto si possa immaginare; essendo realizzato in una sorta di intonaco dipinto, non deve essere stato usato molto, altrimenti porterebbe segni di calpestio e di usura, ai quali questo materiale non può certamente resistere, ma solo il re e pochi altri potevano portare calzature, anzi, probabilmente in ambito domestico nemmeno costoro approfittavano di questa opportunità.

Il vero piacere di avere un pavimento così è proprio quello di potervi camminare a piedi nudi, maggiormente apprezzabile e desiderabile da chi sia abituato a condurre i suoi passi sempre sulla sabbia o sulle rocce, fondo faticoso e cedevole il primo, bruciante ed asperrimo l’altro.

Oltre la statua colossale della coppia reale Amenhotep III – Teie, ecco la collezione amarniana; è uno dei luoghi più affollati di tutto il museo, pieno di gruppi compatti e di guide urlanti in tutte le lingue del mondo, assomiglia più a Babilonia che al Cairo.

Cerco di farmi strada per raggiungere tutti i pezzi e poterli ammirare da vicino, cerco, cerco, cerco ancora, ma il sarcofago di Meritaton non lo trovo, decido di salire al piano di sopra per prendere visione un po’ di tutto, anche per rendermi meglio conto della struttura dell’esposizione e per capire se possano esistere altri luoghi in cui gli oggetti cercati possano essere posizionati.

Il piano superiore è costituito da una doppia fila di stanze disposte ad anello, verso il centro dell’edificio c’è la balaustra per affacciarsi sulla grande sala sottostante; anche molte sale hanno forma ad anello, in modo da poter guardare sotto; in una di esse si vede un laboratorio di manutenzione e restauro dei reperti, in cui alcuni tecnici sono al lavoro vicino ad opere di pittura e di scultura.



Tutta la fila di stanze sul fondo e una delle due ali laterali accolgono il corredo della tomba di Tut.
Questa è di certo la zona più affollata di tutto il Museo, qui adiacenti ci sono anche le stanze buie, piene dell’oro dei faraoni: una dedicata a Tut, ovviamente, altre con gli oggetti d’oro e argento, con i gioielli di regine e faraoni da Hetepheres a Psusenne.

Il tempo è volato, sono già passate le 4 ore a mia disposizione per la visita al Museo, corro da una parte all’altra per vedere ancora una cosa, ancora una cosa, ma è l’ora di andar via, taxi, hotel, pranzo.


Meno male che qui a qualunque ora del giorno si può chiedere un pranzo o comunque qualcosa da mangiare, Paolo non mi perdonerebbe mai un pasto saltato!
roberta.maat
00martedì 23 dicembre 2008 09:23
Non so perchè ma a colpo d'occhio mi è parso di vedere Amenuotep III
e Teie.
pizia.
00giovedì 25 dicembre 2008 18:34
Eccolo lì, nell'ultima foto, il testone di pietra in basso a sinistra è lui, Amenhotep III. [SM=g1361788]
-Kiya-
00giovedì 25 dicembre 2008 20:27

Qui sono esposti grandi manufatti in pietra, quali statue, stele, sarcofagi e al centro, coperto da una serra in vetro, il pavimento portato via da Tell el Amarna.

E’ molto bello ed emozionante stare qui a guardarlo, molto più bello di quanto si possa immaginare; essendo realizzato in una sorta di intonaco dipinto, non deve essere stato usato molto, altrimenti porterebbe segni di calpestio e di usura, ai quali questo materiale non può certamente resistere, ma solo il re e pochi altri potevano portare calzature, anzi, probabilmente in ambito domestico nemmeno costoro approfittavano di questa opportunità.

Il vero piacere di avere un pavimento così è proprio quello di potervi camminare a piedi nudi, maggiormente apprezzabile e desiderabile da chi sia abituato a condurre i suoi passi sempre sulla sabbia o sulle rocce, fondo faticoso e cedevole il primo, bruciante ed asperrimo l’altro.



Della mia visita al Museo del Cairo, il pavimento è senz'altro quello che mi è rimasto più impresso. Lo ricordo perfettamente, ancora oggi che sono passati più di 12 anni. Ed è un ricordo nitido, perfetto.

Forse quanto scriverò a qualcuno potrà apparire sciocco, eppure, credetemi, non aggiungerò alcun effetto, nessuna parola o emozione nel raccontarvi quanto accaduto. Tutto sarà esattamente come l'ho vissuto.

Eravamo in gruppo. Circa 25/30 persone ammassate in una delle aree al pian terreno. In quella sala ricordo statue in teche di vetro. Una, quella centrale, credo appartenesse a uno scriba. Ma è tutto molto offuscato ora. Ricordo solo il colore del calcare utilizzato per scolpirla.
Ad un certo punto, sento di dovermi allontanare e mi spingo verso il centro della costruzione. I colossi di Amenhotep III e Teie sono proprio di fronte a me, ma è dal centro sale che ... "proviene il richiamo".
E' la serra. Mi ci avvicino. Stranamente c'è poca gente intorno a me.
Mi posiziono sul lato lungo. Teie mi fissa dal mio fianco destro, ma io sono come impietrita, lì, incollata al vetro.
Gli occhi si fissano su quel pavimento e resto lì, un tempo imprecisato.
Non so perchè sono lì. Ma so che voglio restarci.
A quell'epoca la mia parte razionale si chiedeva dove fosse il luogo che aveva ospitato quei decori. A chi appartenesse quel pavimento e quali piedi vi si erano poggiati. Amarna... Akhetaton... mi dicevano poco o niente quei nomi.
Eppure ero lì, incurante di tutto quanto accadeva intorno a me. Il rumore, il chiacchiericcio era diventato un brusio appena percettibile. Ed io desideravo soltanto di togliere i sandali, inginocchiarmi e permettere ai miei piedi, alle mie mani e al mio viso di toccare quel gesso, o che altro fosse...
pizia.
00sabato 27 dicembre 2008 00:30
Eppure un tempo solo l'élite indossava le calzature ed erano uno status symbol.
Adesso per noi è il contrario, quando sentiamo la voglia di toglierle, viviamo di fatto questa pulsione come una necessità di liberazione.
Perché davanti a questo pavimento pensiamo a camminare a piedi nudi?
-Kiya-
00sabato 27 dicembre 2008 01:00
chissà.... forse semplicemente per il timore di recargli danno. O forse no....
pizia.
00sabato 27 dicembre 2008 01:35
Martedì 25 Novembre 2008

Ore 23.15
Di nuovo a Giza oggi, in fondo siamo qui per questo.
Stamattina abbiamo preso un taxi fra quelli sempre in attesa di fianco all’uscita dell’hotel e in pochi minuti arriviamo davanti al cancello di ingresso.

Il prezzo giusto per la corsa è 20 lire, ma si possono avere richieste variabili dalle 10 alle 30 lire, tutte accettabili, in rapporto al tipo di taxi, all’ora della giornata, al giorno della settimana.

Il primo giorno qui siamo riusciti a vedere solo la zona attorno a Khufu, oggi ci dedichiamo a Khafra e Menkaura, i biglietti vanno acquistati tutti qui, alla biglietteria dell’ingresso, ad esclusione di quello per il Museo della Barca Solare, venduto in loco.
Mi dicono che la Piramide di Menkaura è chiusa.


In basso a sinistra l'ingresso attuale, in corrispondenza, ma un po' più in alto lungo la faccia della piramide, un altro ingresso antico, non avvicinabile dai turisti

Ci avviamo subito in quella direzione, costeggiando il lato est della Grande Piramide, quindi raggiungiamo l’entrata, situata circa a metà della base rivolta a nord della piramide di Khafra, al livello del terreno e ci tuffiamo nel corridoio discendente, la cui sezione ha dimensioni sempre attorno al metro; la costruzione colossale è grande quasi quanto l’altra piramide, nella quale, entrando, si sale per raggiungere la sala del sarcofago.


All'angolo nord-ovest della piramide di Khafra si vede bene come sia stato scavato il substrato roccioso per ottenere un piano orizzontale su cui fondare la costruzione

Fa una certa impressione entrare così in basso e ancora scendere.
La fatica è la stessa, il caldo forse è anche peggiore e l’aria più umida e irrespirabile, io sono spinta da ragioni più che sufficienti, ma non capisco le persone che entrano senza essere più che convinte.
Ancora una volta mi raccomando, non entrate se non lo ritenete necessario per i vostri studi!

In fondo c’è veramente poco da vedere nelle piramidi, le persone passano velocemente nei corridoi e vanno, ansiose di arrivare alla fine perché il percorso è stretto e basso, va fatto tutto con la schiena e le gambe piegate, inoltre la particolare sezione di questa costruzione, con un corridoio discendente, un tratto orizzontale ed un corridoio ascendente che culmina nella camera del sarcofago crea una sorta di sifone in cui l’aria è particolarmente stagnante.

Meglio non pensarci quando si è là sotto e far lavorare occhi e memoria.
Cammino lentamente e mi fermo spesso per guardare qualche particolare; si vedono i vari innesti di altri corridoi e pozzi di collegamento, dei quali approfitto per tirarmi su dritta in piedi; si vedono le varie stanze non accessibili ai turisti chiuse da cancelli; è un peccato non poter vedere tutto, ma solo il minimo indispensabile, il percorso per raggiungere la camera di sepoltura e poi dietrofront!

Eccomi arrivata.
Appena entrati si para davanti l’enorme scritta lasciata da Belzoni sulla parete di fronte all’ingresso.
Certo non fa onore agli italiani il muro insozzato in maniera così evidente e in madrelingua; attorno le pareti sono state pulite, -mi rifiuto di credere che nessun altro abbia emulato il gesto-, così quella scritta, volutamente lasciata, risalta ancora di più, un “murales” di sette metri per mezzo!

Considerando la mia altezza di 1.60 metri, penso sia difficile per me comprendere la fatica impiegata dal Belzoni per entrare, non aiutato da luci elettriche e passerelle scalinate di legno.
Il mio impegno è stato davvero una minima parte di ciò che dovette affrontare il nostro compaesano protoarcheologo (per non dire predone), per arrivare lì e sostarvi abbastanza a lungo da poter prendere appunti, misurare, disegnare e scrivere col nerofumo il suo nome sulle pietre…

Nella stanza principale ci sono due piccoli condizionatori, ma sono spenti, vengono accesi dalla guida egiziana di un gruppo arrivato appena dopo di noi.
Il risultato non è molto differente, non rinfrescano né muovono l’aria a sufficienza.
Almeno nella Grande Piramide il condotto usato per l’aerazione qualche effetto lo ha.ù

Mentre la comitiva va via cerco di riempirmi gli occhi di ciò che vedo; la luce è fioca, ma ormai gli occhi sono abituati e posso guardarmi attorno, e sopra, e sotto, alla ricerca dei particolari.

Guardo il soffitto fatto di lastre contrapposte, 17 per falda, e penso di non aver guardato a sufficienza l’altro soffitto, quello della Camera del Re e non avrò un’altra occasione per vederlo, almeno a breve termine.
Per fortuna molti egittologi ci hanno fornito di accurate descrizioni, così potrò ripassare a casa, sui libri.

Il pavimento è strano, è realizzato su due livelli, il sarcofago si trova ancora incassato nella parte più bassa.
E’ aperto, vuoto, circondato da altre lastre di granito.
Arriva un’altra comitiva di turisti spagnoli, con guida egiziana, stanno pochi minuti, vanno via.

L’egiziano indugiasi rivolge a noi, vuole che io vada sotto il centro della piramide, ma non mi presto, così si rivolge a Paolo; credo voglia farsi dare dei soldi, ci propone di fare delle foto, ma rispondiamo di no e dopo un po’ di insistenze va via.

Pensate un po’ alla falsità di queste persone: non potendo pretendere soldi in quel frangente dal gruppo al suo seguito (ha provato anche con loro a proporre foto ma invano), tentava l’approccio con noi!
Dopo circa mezz’ora, su insistenza del coniuge, meno motivato di me, decido di uscire.


Da sud

Il nostro giro prosegue lungo il lato ovest di questa piramide, per avvicinarci all’altra.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:16.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com