Diego Baratono
Buon giorno. Scusate il ritardo con cui rispondo, ma sono "in altre faccende affacendato".
Sono sempre relative all'E.A. ovviamente, ma essendo particolarmente importanti, richiedono una cura particolare nella preparazione.
In poche parole preparo un'ennesima conferenza, che però è molto particolare. A tempo debito, quando avrò la piena certezza dell'avvenimento sarà mia cura rendervi partecipi (sempre che sia di vostro interesse, ben inteso). Nel frattempo sono anche impegnato a scrivere un libro molto interessante sulla cartografia antica, che dovrebbe vedere la luce tra qualche mese (forse Aprile o Maggio). Detto questo passiamo alla questione Canone Lepsius.
Secondo il Lepsius (lo so che lo sapete meglio di me, ma me lo scrivo per sicurezza...) esisterebbero tre differenti canoni applicati in epoche differenti della storia egizia.
E' interessante notare che, in ogni caso, sono tutti canoni basati sulla figura umana (LeCorbusier docet).
Un primo canone era la suddivisione in 6 parti appunto della figura umana, ognuna corrispondente alla totale lunghezza del piede.
Il secondo modello, si otteneva dividendo il piede in tre parti, e come risultato dava un totale di 19 moduli.
Il terzo, infine, era derivato dalla suddivisione della figura umana in 7 piedi ed in 21 moduli.
Il canone a cui mi riferisco è il canone più in generale che è alla base di tutto, ossia la "teoria dei quadrati", la griglia di base che gli E.A. tracciavano per disegnare le figure, per propoirzionare le statue, per suddividere i templi e così via.
In diverse rappresentazioni la griglia a moduli quadrati compare insieme ad un'altro elemento geometrico che non si è mai considerato importante, forse perché non si è mai riusciti a giustificarne né l'esistenza né le modalità d'applicazione.
In altri forum sono stato pesantemente criticato in merito, però devo dire in tutta onestà e senza secondi fini, che non tutto ciò che ho scoperto l'ho detto (non tutto si deve dire ... si deve lasciar pensare, credo, ma a quanto pare è più facile criticare che pensare "in proprio" ... legge eterna dell'entropia ...).
Questo forse ha ingenerato un po' di confusione ... me ne rendo conto.
Nel libro in preparazione (questo sì che al momento è "solo" in preparazione) ne parlerò più dettagliatamente e diffusamente.
Ad ogni modo, Antonio, ha visto e credo si ricordi, che nella mia conferenza ho messo in evidenza i dettagli dei quadrati e dei moduli rettangolari (n.b., in "sezione aurea), che esistono nella parete di Shaura e che qualcuno non è riuscito a vedere (mah!).
E' proprio l'insieme di questi elementi geometrici, in ogni caso, ad originare lo schema su cui si fonda "RA", ossia il fondamento dello straordinario sistema geometrico impiegato dagli E. A. per creare i loro capolavori.
Il cosiddetto "Canone Lepsius" risulta essere quindi soltanto una parte del tutto, senza essere "pars pro toto".
Ad oggi, per quanto ne so, l'argomento non si è ancora risolto (si vedano a questo proposito, Roik, Iversen, Robins, Legon, Rossi, Brugsch, etc. etc.).
Questo è il "Canone Lepsius" a cui faccio riferimento, o meglio, si tratta della "teoria dei quadrati" a cui mi riferisco.
Spero di essere riuscito a chiarire un po' la questione e di essere stato più preciso.
Rimane in piedi la domanda che ho formulato.
Grazie per l'attenzione, un saluto, Diego.
P.S.: quanto esce dal vaso sulla sinistra dell'immagine postata da Teie, è proprio "Acqua".
P.S.II: anch'io Teie, per quanto possa sembrare strano, mi baso su dati reali, acclarati e certi senza particolari voli di fantasia ... Non è una metodologia che perseguo e che mi appartiene fondare le mie ricerche su dati incerti, di non chiara provenienza e poco credibili. Non sono un egittologo "tradizionale", ma le cose che ho trovato sono: "certamente reali, tangibili, concrete e derivate da una teoria galileiana cogente (sono parole che mi sono state dette da alcuni personaggi, che mi hanno particolarmente intimorito per la loro autorevolezza: sembravo Fantozzi, mentre me le dicevano) ...