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Il Neolitico: Il Signore degli Animali e Lo Sciamano

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 15:25
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03/07/2010 18:00
 
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IL NEOLITICO: “Il Signore degli animali” e “Lo Sciamano”

. Il Signore degli Animali è una figura che si ripete in tutte le comunità preistoriche, a dimostrazione del fatto che l'Uomo, nel progressivo sviluppo delle sue capacità cognitive, ha seguìto degli schemi evolutivi comuni, in ogni luogo del mondo, in quanto questi schemi sono coerenti con la necessità primaria di assicurare a loro stessi ed al loro gruppo, la sopravvivenza per la perpetuazione della specie. Come avviene nelle forme vitali più primitive, ogni stimolazione esterna, provoca in esse una immediata reazione ed una altrettanto rapida azione di adattamento alla nuova situazione”. L'uomo, a differenza, di ogni altro essere vivente, ha saputo indirizzare i suoi sforzi evolutivi, “idealizzando”, con la creatività, la propria esistenza. Di fronte ad una natura spietatamente selettiva, l'Uomo ha ricercato in sé stesso i motivi del suo vivere ed ha creato “alleati ideali” in grado di proteggerlo, in vita e di accompagnarlo, in morte, nel viaggio verso la rinascita..Una delle prime figure che hanno coadiuvato idealmente l'uomo nella sua vita quotidiana, è proprio il Signore degli Animali, di cui si parla anche nel libro di Natale Barca (Sovrani Predinastici Egizi)

Il Signore degli Animali aveva un ruolo di intermediario con gli uomini. Caratteristica basilare era la sovranità sugli animali. La buona riuscita della battuta di caccia era soggetta pertanto alla sua volontà, nel rispetto delle norme tribali.. Egli pertanto assicurava l'uccisione della selvaggina, in numero necessario alla sopravvivenza della tribù.

Probabilmente il Signore degli Animali, aveva anche il ruolo di Sciamano; anche questa figura è stata comune a tutte le culture primitive del mondo. Lo SCIAMANO era un po' animale e un po' uomo, viaggiava tra i mondi del reale e dell'inconscio e, grazie a questa capacità, era in grado di arricchire continuamente i suoi poteri. In molte culture lo Sciamano si origina dal mondo sotterraneo, con il quale è in continuo contatto. Spesso accompagna le anime dei morti in qualità di guida. Lo Sciamano (dal libro Sovrani Predinastici Egizi, pag. 110) era il protagonista dei complessi riti di una religione che cercava di influenzare il destino e le forze della Natura; durante tali riti, spesso cadeva in uno stato di alterazione della coscienza. Un graffito su roccia, trovato nel sito 26 del Uadi Abu Wasil, raffigura una persona dai capelli dritti sulla testa, forse uno sciamano in trance, oppure il disegno è la rappresentazione dei suoi sogni. Lo sciamano, solitamente uomo, viveva in condizioni di relativo isolamento, a poca distanza dal villaggio. Indossava ornamenti di piume, di pietre dure, d'avorio e d'oro e copricapi con le corna. Si serviva di astragali d'osso per le divinazioni e affollava il proprio ambiente di maschere, di teschi, di statuette, di scatole ricavate dall'intreccio di fibre vegetali, atte a contenere i “ferri del mestiere”. Era un personaggio rispettato e temuto, sia perché depositario di conoscenze non comuni, sia perché ritenuto in grado di guarire malattie, predire il futuro, mettere in collegamento con gli spiriti, cambiare il corso predestinato delle cose a vantaggio dei singoli o della comunità tutta intera.

Nulla di diverso dai costumi di molti altri popoli nel mondo, anzi in certe parti della terra, lo sciamano è ancora una personalità importante.

Insomma, fino intorno al 3500 i Naquadiani si annodavano i capelli a caschetto, in treccine tinte con l'henné, gli uomini indossavano solo l'astuccio penico e le donne una cinturina di perline (pag. 108 S.P.E.) e, non molto tempo dopo, a Saqqara viene eretta la piramide a gradoni di Djoser!!. Che cosa ci manca?


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- ShemsetRa -
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10/07/2010 19:33
 
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Nulla, secondo me hai detto tutto...
Forse ti sembra strano che degli uomini con addosso solo l'astuccio penico possano costruire monumenti in pietra dell'impegno della Piramide a gradoni?
Fammi spezzare una lancia a favore dei Naqadiani!
Per una volta mi trovo costretta a citare Winkler (personaggio non molto simpatico a causa del suo sostrato culturale...), e la sua classificazione degli abitatori dell'Africa nord-orientale fra il neolitico e il predinastico.
Egli individua 5 gruppi, nei quali i portatori di astuccio penico sono definiti "abitatori delle montagne", essenzialmente cacciatori raccoglitori, culturalmente e tecnicamente meno evoluti rispetto gli abitatori della valle, dediti all'agricoltura a tempo pieno e soprattutto rispetto ai "suoi" invasori occidentali, veri portatori di ogni sapere.
In effetti questi gruppi sembrano essere davvero le componenti della civiltà egizia, cioé come schematizzazione quella di Winkler può essere accettabile.
Quindi non tutti gli antenati dei costruttori di piramidi appartenevano a questa cultura, ma solo alcuni.
Certo, ai pescatori e agli agricoltori l'astuccio penico sarebbe stato un po' scomodo, forse anche agli allevatori, ma invece per i cacciatori era uno status.
Possiamo discutere sulla sua funzione, eventualmente.
Comunque gli altri non se la passavano meglio, perché lavoravano nudi completamente, anche in epoca dinastica, come si vede nelle raffigurazioni delle mastabe della V e VI dinastia ad esempio.
Sembrerebbe dunque che ogni tipo di vestito o ornamento per il corpo fosse simbolico, prima ancora di essere pratico.
Adesso rischio l'OT, bisogna rientrare nel discorso sul "Signore degli animali".
Ammetto di averne sentito parlare per la prima volta sul libro di Barca, al contrario dell'icona del re mentre abbatte un nemico colpendolo con la mazza, e altre ben più ricorrenti.
Se non sbaglio ne parla a proposito del gruppo di raffigurazioni della Tomba 100, citandolo come esempio di una tipologia ricorrente, ma finora non sono riuscita a trovare, nella tradizione futura, immagini da ricondurre a questo modello.
Forse le scene di offerta con accurata rappresentazione di tutti gli animali "donati" al re?

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15/07/2010 16:04
 
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Non riesco a ritrovare il punto preciso per verificare se si trattava delle tomba 100 e comunque Barca ne parla molto poco ed attribuisce al Signore degli Animali esclusivamente una funzione iniziatica dei riti della caccia. Riguardo all’ipotesi di un ruolo specifico nelle rappresentazioni d’offerta, ci troveremmo a parlare di una figura sicuramente più moderna, un vero sacerdote con proprie funzioni ed in grado di svolgere riti specifici di ringraziamento. Rimanendo invece al Neolitico, la figura del Signore degli Animali si ripete un pò in tutte le culture primitive. Scavando nel web, ho riunito qualche informazione in merito ed ho scoperto che la figura ricorrente è quella femminile.La Signora degli Animali è figura peculiare nel sistema mitico dei cacciatori-raccoglitori, così come la Terra Madre concerne gli agricoltori. Entrambi i paradigmi femminili (non si deve dimenticare la diffusione anche di una versione maschile, il Signore degli Animali), rimandano ad un ulteriore archetipo “primordiale”: la Grande Madre. Un popolo di cacciatori-raccoglitori non vive e prega come un popolo d’agricoltori. Nel momento però che una civiltà passa dallo stadio “primitivo” (assenza della scrittura, dell’aratro, struttura sociale indifferenziata, assenza di sviluppo urbano, ecc.), le due variabili possono coesistere. Per esempio, in una civiltà “superiore” come quella ellenica, troviamo contemporaneamente la Signora degli Animali nelle vesti di Artemide e la Terra Madre raffigurata da Cibele o Demetra. È possibile rintracciare la Signora degli Animali in molte tradizioni. In Grecia, troviamo non soltanto Artemide con il cervo, ma anche Atena con la civetta e Afrodite con la colomba. Questo archetipo è anteriore non soltanto all’età classica (V e IV secolo a.C.), ma anche all’età omerica (700 a.C.). Sicuramente la Signora degli Animali appartiene al neolitico (9.000 a.C.), ma si trovano tracce del suo culto risalenti addirittura all’era paleolitica (10.000 a.C.). Nell’Anatolia centrale è stata rinvenuta un’antichissima scultura, presso il sito di Çatal Hϋyϋk (Turchia centrale), risalente, approssimativamente, al 6500 a.C. La statua in terracotta raffigura una SdA seduta su di un trono, nell’atto di partorire, mentre con le mani si appoggia a due leopardi collocati ai lati. Un’altra statua di terracotta di provenienza sumera (2000 a.C.) rappresenta una SdA, nuda e alata – presumibilmente identificabile con Lilith – circondata da due civette, che siede sul dorso di due scimmie. Nel palazzo di Cnosso, della Creta minoica (1700-1450 a.C.), una statuetta ritrae una figura femminile che impugna due serpenti, mentre ne sta partorendo un terzo. Sempre nella Creta minoica, un sigillo riproduce una figura femminile che fuoriesce dalla vetta di una montagna, accompagnata da due leoni e da un fanciullo. Ad Efeso, nel tempio di Artemide, un’imponente rappresentazione della SdA giganteggiava all’ingresso. La figura presentava dei seni a forma d’uovo ed aveva al collo una collana di segni zodiacali. Le braccia erano poste nel gesto rituale della benedizione, mentre la parte inferiore del busto era ricoperta da teste di animali. Deposte ai suoi piedi si trovavano degli alveari ed era affiancata da una coppia di cervi. La riproduzione della città fungeva da corona. Purtroppo la statua originale è andata perduta, una copia del II secolo si trova nel museo di Efesto. Nell’Asia Minore, la SdA è conosciuta come Kubaka o Cibele, affiancata da leoni. In Egitto è Iside nella sua manifestazione sotto forma di falco, ma anche Hathor dalle corna di vacca. Astarte è la Sda cananea e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).La SdA indiana è Pārvatī o Tārā, rappresentata mentre cavalca un leone o anche Durgā, dea dalle dieci braccia con le quali colpisce i demoni. In Giappone troviamo Amaterasu, dea solare, fondamentale nello shintoismo, mentre presso gli Inuit è presente Sedna, protettrice delle foche, dei trichechi e delle balene. Per gli indiani americani Hopi, la Sda si presenta sotto le vestigia della Donna Ragno, Kokyanguruti, madre della nascita e della morte. Nokomis è la Sda algonchina, mentre la messicana Chicomecoate rappresenta il Cuore della Terra ed è raffigurata insieme ai soliti serpenti. (www.esonet.it). Riguardo ad Iside, l’introduzione nell’Impero Romano del culto della dea Bastet, e la sua identificazione con la stessa dea, rinnovarono e rafforzarono il culto egizio del gatto sacro. Iside godette di una tale popolarità che ogni centro urbano possedeva un tempio detto Serapeum poiché dedicato alla dea e al suo sposo e fratello Osiride, divenuto nella nuova religione sincretica Serapide. Un importante Serapeo sorse a Ostia (Roma) – numerose sono le testimonianze ivi rinvenute, soprattutto iscrizioni e statue di gatto – dove si svolgeva un’importante festa il 5 marzo. A Roma il tempio di Iside sorgeva nell’attuale chiesa di Santo Stefano del Cacco, qui venne rinvenuta la statua marmorea della gatta che ancora oggi occhieggia al passante dal primo cornicione di Palazzo Grazioli, all’angolo di Via della Gatta e Piazza Grazioli, un tempo Piazza della Gatta. Anche a Tivoli nella Villa Adriana sorgeva un importante Serapeo. Iside era patrona del matrimonio, della famiglia e della maternità, moglie e madre devota, per lungo tempo rimase fonte di ispirazione per le donne romane. Spesso raffigurata intenta ad allattare il figlio Horus, appellata anche come hagia theotokos, Santa Madre di Dio, costituirà il modello base per la rappresentazione iconografica della Madonna che allatta il Bambino, la Maria lactans: insomma l’Iside che conquista i romani è più Madonna che donna (www.italiadonna.it) Una curiosità a proposito della figura della dea Iside venerata a Roma, nei pressi di Piazza Venezia, la toponomastica ci ricorda la presenza di Via della Gatta. Il nome della strada dipende dalla presenza di una piccola statua in marmo che rappresenta appunto una gatta a grandezza naturale: la piccola statuetta è posta sul primo cornicione all'angolo tra Palazzo Grazioli e Palazzo Pamphili. Il felino in marmo dava il nome anche all'angusta piazzetta che è presente nello spazio sottostante la scultura: oggi – o meglio, da quando il Duca Grazioli costruì il suo palazzo -questa piccola piazza ha invece il nome di Palazzo Grazioli. La piccola scultura proviene dal vicino Tempio di Iside. La leggenda vuole che sia stata lì posta in omaggio ad una piccola gattina in carne ed ossa che, avendo visto un bambino di pochi anni sporgersi e restare in bilico sul cornicione, iniziò a miagolare in maniera forsennata e continua, attirando l'attenzione della madre che poi lo salvò. Nell'immaginario popolare, lo sguardo della gatta indicherebbe la direzione nella quale è seppellito un ricco tesoro, mai ritrovato.

Chiedo scusa per le troppe divagazioni, ma quando si scava nelle “sabbie” del web, si trovano tanti “reperti” ed alcuni sono più interessanti degli altri, pertanto, esaminandoli, si perde tempo e si rischia di andare fuori argomento. In conclusione, mi viene da immaginare che il ruolo principale del Signore/a degli Animali fosse quello di consentire all’Uomo di allora, di accedere ai doni della Natura, a volte prodiga, ma più spesso avara. Il prelievo venatorio, in una sorta di “investimento futuro”, era commisurato alle necessità alimentari del momento, nel rispetto della vita degli esseri viventi che venivano soppressi. Forse molte delle ossa di animali trovate sepolte in diversi siti, scarnificate e disarticolate (Barca menziona addirittura il ritrovamento delle ossa di un elefante sottoposto a tale trattamento), erano state oggetto di cerimonie e riti che a noi continueranno a rimanere sconosciuti.

Riguardo ai costumi “osé” (si fa per dire) degli abitatori delle montagne ed ogni altra notizia collegata, ti sarei veramente grato se mi potessi indicare dove posso reperire le relative informazioni, magari sono già disponibili su Egittophilia.

15/07/2010 16:27
 
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Re:
emilioraffaele, 15/07/2010 16.04:

Astarte è la Sda cananea e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).



Questa tua affermazione mi ha riportato alla mente questa immagine:




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Re: Re:
Hatshepsut76, 15/07/2010 16.27:

emilioraffaele, 15/07/2010 16.04:

Astarte è la Sda cananea e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).



Questa tua affermazione mi ha riportato alla mente questa immagine:







Che, per chiarezza, è la famosa dea dei serpenti cretese.

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16/07/2010 20:11
 
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Si, l'avevo vista già, affascinante nella sua semplicità.
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20/07/2010 16:30
 
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Re:
emilioraffaele, 15/07/2010 16.04:

Non riesco a ritrovare il punto preciso per verificare se si trattava delle tomba 100 e comunque Barca ne parla molto poco ed attribuisce al Signore degli Animali esclusivamente una funzione iniziatica dei riti della caccia.



Ciao emilioraffaele, sì nella tomba 100 c'è un signore degli animali, guarda nella foto sottostante e lo vedi subito nella classica posa mesopotamica che separa 2 fiere:
tomb 100
L'ispirazione di questo signore degli animali della tomba 100 è quasi certamente proveniente dalla Mesopotamia ed è presente tale e quale nei sigilli di epoca sumerica e in una famosa paletta egiziana decorata di Naqada III (quindi poco dopo la tomba 100) dove il "signore" ha addirittura il cappello e il vestito di un "Ensi-Lugal" sumero.

E a proposito di tomba 100, approfitto per dirvi che attualmente la sua posizione precisa è stata persa, sepolta sotto i campi coltivati così come tutta la parte di necropoli a cui appartiene, e la missione di Hierakonpolis non la cerca ufficialmente fino a che ci saranno i soldi e il tempo di scavare l'area. Attualmente sono occupati con i clamorosi sviluppi della necropoli HK6 sulla quale ho fatto la mia tesi di specializzazione.

Pizia, ma pure Winkler ti sei letta!! Brava!! ;)



[Modificato da MassimoIzzo 20/07/2010 16:38]
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20/07/2010 17:45
 
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Pizia,
a proposito dell' iconografia del signore degli animali in epoca dinastica: dai un'occhiatina al segno gardiner A39 e la sua variante A38, scrive il nome della città egiziana di Kish, guarda caso nome identico alla città reale semitica (molto piu antica) della dinastia di Akkad.... :-)
Comunque quest'iconografia, come la buona parte delle iconografie sumero-mesopotamiche, tende a scomparire con le prime dinastie del proto-dinastico. L'idea generale è un "rigetto" dell'influenza culturale mesopotamica alla fine del predinastico.
Solo l'architettura a lesene sembra sopravvivere ancora per un pò, fino a Djoser dove è chiaramente presente.

Ma la questione dell'influsso culturale mesopotamico sul predinastico è vasta e articolata. Io personalmente credo che sia cessata per incontri-scontri violenti e relativo rifiuto culturale, più o meno quando a Uruk succede qualcosa di forte intorno al III° millennio....
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20/07/2010 21:03
 
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Re: Re:
MassimoIzzo, 20/07/2010 16.30:


Pizia, ma pure Winkler ti sei letta!! Brava!! ;)



Ma ho letto molto poco, quello che sono riuscita a trovare finora sul web, anche se mi piacerebbe leggere qualche opera intera.
Spero salti fuori da qualche parte un .pdf scaricabile prima o poi...

Comunque grazie per il chiarimento.
Leggendo il libro del Barca (pag. 161, il discorso sulla tomba 100), sembrava che per "Signore degli animali" fosse da intendere quello raffigurato sotto la tenda attorniato da animali, quindi non mi tornava come immagine ricorrente.
In tal caso sarebbe stato plausibile il parallelo con analoghe figure di "Signora degli animali" e altri sciamani, ma il "domatore" assalito dalle due fiere un po' meno.

Dunque questo tipo di raffigurazione scompare abbastanza precocemente dall'iconografia egizia dinastica, mentre quella coeva, e forse di origine simile, in cui il re immobilizza il nemico brandendo la mazza, rimane e diventa tipica di tutta la storia egizia.

Ma cosa significa: la figura di un uomo in posizione ieratica assalito da due fiere simmetriche?


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21/07/2010 08:54
 
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Pizia, perché pensi che sia assalito?
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