IL NEOLITICO: “Il Signore degli animali” e “Lo Sciamano”
. Il Signore degli Animali è una figura che si ripete in tutte le comunità preistoriche, a dimostrazione del fatto che l'Uomo, nel progressivo sviluppo delle sue capacità cognitive, ha seguìto degli schemi evolutivi comuni, in ogni luogo del mondo, in quanto questi schemi sono coerenti con la necessità primaria di assicurare a loro stessi ed al loro gruppo, la sopravvivenza per la perpetuazione della specie. Come avviene nelle forme vitali più primitive, ogni stimolazione esterna, provoca in esse una immediata reazione ed una altrettanto rapida azione di adattamento alla nuova situazione”. L'uomo, a differenza, di ogni altro essere vivente, ha saputo indirizzare i suoi sforzi evolutivi, “idealizzando”, con la creatività, la propria esistenza. Di fronte ad una natura spietatamente selettiva, l'Uomo ha ricercato in sé stesso i motivi del suo vivere ed ha creato “alleati ideali” in grado di proteggerlo, in vita e di accompagnarlo, in morte, nel viaggio verso la rinascita..Una delle prime figure che hanno coadiuvato idealmente l'uomo nella sua vita quotidiana, è proprio il Signore degli Animali, di cui si parla anche nel libro di Natale Barca (Sovrani Predinastici Egizi)
Il Signore degli Animali aveva un ruolo di intermediario con gli uomini. Caratteristica basilare era la sovranità sugli animali. La buona riuscita della battuta di caccia era soggetta pertanto alla sua volontà, nel rispetto delle norme tribali.. Egli pertanto assicurava l'uccisione della selvaggina, in numero necessario alla sopravvivenza della tribù.
Probabilmente il Signore degli Animali, aveva anche il ruolo di Sciamano; anche questa figura è stata comune a tutte le culture primitive del mondo. Lo SCIAMANO era un po' animale e un po' uomo, viaggiava tra i mondi del reale e dell'inconscio e, grazie a questa capacità, era in grado di arricchire continuamente i suoi poteri. In molte culture lo Sciamano si origina dal mondo sotterraneo, con il quale è in continuo contatto. Spesso accompagna le anime dei morti in qualità di guida. Lo Sciamano (dal libro Sovrani Predinastici Egizi, pag. 110) era il protagonista dei complessi riti di una religione che cercava di influenzare il destino e le forze della Natura; durante tali riti, spesso cadeva in uno stato di alterazione della coscienza. Un graffito su roccia, trovato nel sito 26 del Uadi Abu Wasil, raffigura una persona dai capelli dritti sulla testa, forse uno sciamano in trance, oppure il disegno è la rappresentazione dei suoi sogni. Lo sciamano, solitamente uomo, viveva in condizioni di relativo isolamento, a poca distanza dal villaggio. Indossava ornamenti di piume, di pietre dure, d'avorio e d'oro e copricapi con le corna. Si serviva di astragali d'osso per le divinazioni e affollava il proprio ambiente di maschere, di teschi, di statuette, di scatole ricavate dall'intreccio di fibre vegetali, atte a contenere i “ferri del mestiere”. Era un personaggio rispettato e temuto, sia perché depositario di conoscenze non comuni, sia perché ritenuto in grado di guarire malattie, predire il futuro, mettere in collegamento con gli spiriti, cambiare il corso predestinato delle cose a vantaggio dei singoli o della comunità tutta intera.
Nulla di diverso dai costumi di molti altri popoli nel mondo, anzi in certe parti della terra, lo sciamano è ancora una personalità importante.
Insomma, fino intorno al 3500 i Naquadiani si annodavano i capelli a caschetto, in treccine tinte con l'henné, gli uomini indossavano solo l'astuccio penico e le donne una cinturina di perline (pag. 108 S.P.E.) e, non molto tempo dopo, a Saqqara viene eretta la piramide a gradoni di Djoser!!. Che cosa ci manca?