Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Tempio di Amon a Naga

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2009 22:39
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EgiTToPhiLo/a
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27/01/2009 17:21
 
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Nel tempio di Amon è presente la classica rappresentazione delle due divinità che tengono legato l'Alto e il Basso Egitto. Sono presenti però dei geroglifici che non riesco a leggere.
Al centro ci sono due cartigli che non ho trovato nell'elenco dei faraoni. Altrettanto strani sono i geroglifici spra le teste delle due divinità.
Help Help Help
Grazie Antonio
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Scriba Guardiano
Artista del Re


Capo degli Scribi
02/02/2009 16:01
 
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Le iscrizioni presentate da Crasto, che provengono dal tempio di Amon a Naga, in Sudan, sono in meroitico. Ricordo che la civiltà meroitica si sviluppò in Nubia dopo la fuga del faraone Tanutamon (Tantamani) davanti alle truppe Assire di Assurbanipal. Questa civiltà durò circa 1200 anni, dal 650 a.C. al 550 d.C.. Ora, il meroitico, che non è stato ancora decifrato, si avvale dei segni geroglifici egiziani, però rivisti e reinterpretati. Che vi sia stata una reinterpertazione lo dimostra la scena presentata da Crasto, dove a legare i simboli dell’Alto e Basso Egitto non sono Horus e Seth, come nell’Egitto classico, bensì Horus e Thot. E poi molti segni hanno una fonetica diversa da quella che conosciamo. Così ad esempio l’oca, il segno G39, si legge ‘k’ anziché ‘s3’, e il lago , segno N37, non è ‘S’, (‘sh’), ma ‘r’. Alla luce di quanto detto, si capisce bene che certe situazioni grafiche debbano essere interpretate. Veniamo quindi alle iscrizioni. L’iscrizione A dell’immagine, che si legge da destra verso sinistra, è, nella prima parte, abbastanza chiaro: si tratta del ben noto appellativo di Horus ‘Behedety’; dopo viene ‘neter’ seguito da un segno che interpreterei come un ‘aA’ (segno O29a), traducendo la lucuzione come ‘dio grande’, epiteto questo comune per Horus. Il segno successivo presenta problemi pressoché insormontabili. Potrebbe essere il segno H16a dell’elenco di Hannig, però non sono sicuro. Comunque, essendo una parte del viso di Horus, dovrebbe avere una qualche attinenza con questo dio, visto anche che l’iscrizione si riferisce a lui. Veniamo alla parte B dell’immagine. Il primo gruppo di segni, che si legge questa volta da sinistra verso destra, prsenta il ‘neb’ con sotto sei barrette. Qui bisogna interpretare. Io l’ho visto così: siccome Thot è il ‘Signore degli otto’, questo suo titolo in egiziano classico viene raffigurato col ‘neb’ con sotto otto barrette. Qui, le barrette, sempre alla luce della diversa interpretazione dei segni geroglifici nella lingua meroitica, sono solo sei. ma credo che il principio sia questo. Segue un ‘neb’ con sotto il segno ‘neter’ seguito da un segno misterioso, che non compare negli elenchi che noi conosciamo. Io penso che possa essere un ‘Medu’, cioè ‘parole’: infatti uno dei titoli di Thot è ‘Signore delle parole divine’, che si adatta benissimo a questa iscrizione. Seguono infine i segni M44 (‘spd’, ‘scaltro, abile’) e il ben noto S34, la ‘vita’. La traduzione della locuzione dovrebbe dunque essere: ‘abile nelle cose della vita’, che è un altro titolo di Thot. Parliamo ora dei cartigli. Il cartiglio C, che ho ripreso dalla pubblicazione di Gauthier, tenuto conto della diversa grafia del meroitico rispetto all’egiziano, si legge: ‘n t k m (i) n’, Natakamani, direi. Per il cartiglio D: ‘m (i) n te e r’. Amanitore, moglie del precedente.
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EgiTToPhiLo/a
Scriba
02/02/2009 16:25
 
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Grazie FrAnkh,
come al solito esauriente e ben documentato.
Antonio
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
02/02/2009 18:04
 
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Ottima spiegazione !!!

Anche se non credo che ci sia stata la volontà di rappresentare la contrapposizione di Horus a Seth, come simboli dell'Alto e Basso Egitto, anche se in versione rivista e reinterpretata come dice FrAnkh ma quella di raffigurare la dualità tra il giorno e la notte.
Quindi Horus come rappresentante del giorno e Thot della notte.
Concetti che vengono ripetuti diverse volte all'interno del tempio.

Maurizio


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EgiTToPhiLo/a
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02/02/2009 19:45
 
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Mi sembra di ricordare che le due divinità, Horus e Thot, furono scelte anche nel tempio di Ramesse III a Medineth Abu. Forse si può cogliere la volontà di sostituire il dio Seth come rappresentante dell'Alto Egitto.

La dualità Horus/Sole e Thoth/Luna andrebbe approfondita per vedere se la rappresentazione possa avere, oltre ad un simbolismo geografico, anche quello temporale.
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
02/02/2009 20:58
 
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Re:
antonio crasto, 02/02/2009 19.45:

Mi sembra di ricordare che le due divinità, Horus e Thot, furono scelte anche nel tempio di Ramesse III a Medineth Abu. Forse si può cogliere la volontà di sostituire il dio Seth come rappresentante dell'Alto Egitto.






A tal pro, non si potrebbe considerare anche l'ipotesi politica?
Sappiamo che Thot è considerato quale capo dell'ogdoade,quindi Demiurgo, nella cosmogonia Ermopolitana.
E' possibile, quindi, ipotizzare che la presenza di Thot in luogo di Seth, stesse a significare un rinato potere della città del Medio Egitto?

Mi pare, inoltre, che proprio Ermopoli ebbe un certo ruolo per la salita al potere di Meroe. Non era una delle 5 città governate da un sovrano pseudo-indipendente, quando Re Piankhy (etiope) invase l'Egitto, sconfiggendolo e riconducendo i 5 Re al rango di Governatori? Da lì poi scaturì il tentativo di riallacciare i rapporti con la Siria che indussero Assurbanipal ad intervenire.

Con riferimento alla presenza di Thot a Medinet Habu, invece, la cosmogonia Ermopolitana non fu di "ispirazione" a Tebe che la adattò in favore di Amon? E' possibile considerare quindi una sorta di assimilazione tra i due Demiurghi?
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EgiTToPhiLo/a
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02/02/2009 21:25
 
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Forse una statistica della rappresentazione di Thoth al posto di Seth può essere utile. Provo a vedere se trovo qualcosa per i templi di Ermopolis.
Sarebbe il caso di vedere se il fatto si ripete a Karnak e Luxor. Da una prima occhita sembra che a Luxor le due divinità siano state sostituite dal dio Api.
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di ATON
Thiatj

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wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
02/02/2009 21:40
 
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Il legame tra Horus e Thot è comunque da ritenersi molto forte.
Grazie a Thot, che conquista i cosiddetti 5 giorni epagomeni, ha luogo la nascita dei figli di Geb e Nut.
E' l'intervento di Thot a guarire l'occhio che Seth strappò a Horus, rimettendolo al suo posto. Non ultimo, poi il fatto che Thot sia il detentore del 64esimo mancante alle frazioni dell'occhio di Horus, per ricomporre l'intero.
Thot è inoltre colui che pose termine alla distruzione degli uomini, comandata da Ra, poi pentito, intervenendo per placare l'ira di Sekmet.
Insomma Horus rappresenta certo il bene che prevale vittorioso, ma nulla sarebbe possibile senza la magia di Thot.


Se non erro, Karnak ospita un bassorilievo dell'epoca di Ramesse II in cui il sovrano si fece immortalare proprio in compagnia di Thot, Sekmet e Horus e vi rappresenta il suo "albero genealogico".
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02/02/2009 22:18
 
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Ho rilevato tracce di un culto molto forte riservato a Thot di Pnubs, ovvero Kerma, regione Nubiana.

Cercherò approfondimenti in merito
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
03/02/2009 10:59
 
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Ritengo che decontestualizzare le due entità sacre, dal prodotto architettonico, possa rendere più complicata la comprensione del loro significato.
Pertanto, leggere l'opera come prodotto unitario basato sulla sintassi compositiva, sul linguaggio architettonico e sul codice permette di penetrare con più facilità all'interno dell'unicum morfologico che l'architetto del periodo ha assemblato nell'opera progettata.
Come sottolineato nell'intervento precedente Horus e Thot non rappresentano l'Alto e Basso Egitto ma più semplicemente sono la rappresentazione del Sole e della Luna.
La loro contrapposizione o meglio la tensione tra i due elementi trova, anche, nella corda tesa la raffigurazione di questo concetto e nel nodo il giusto equilibrio tra forze che sono in antitesi tra di loro.
In questo caso è possibile estendere il concetto al cartiglio soprastante, infatti, il compito del faraone egiziano o del re meroitico, come prosecutore della cultura egizia, è quello di assicurare il benessere ai propri sudditi facendo rispettare la Legge e quindi il Maat.
Quando si verifica la contrapposizione o il giusto equilibrio tra il giorno e la notte?
La risposta è agli equinozi.
Così verificando l'orientamento del Tempio sul posto è possibile notare che questo si sviluppa secondo una direttrice che da ovest va verso est.
Quindi l'orientamento est-ovest racchiude già alcuni concetti che l'architetto del periodo ha enfatizzato con l'ausilio di altri elementi simbolici e non.


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