Tempio di Amon a Naga | Ultimo Aggiornamento: 07/02/2009 22:39 |
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03/02/2009 12:57 | |
Innanzitutto, Maurizio, non credo di averti ancora accolto come dovuto. Pertanto colgo l'occasione per porgerti il mio benvenuto tra noi.
Ora veniamo all'argomento trattato qui, che si prospetta sempre più interessante.
In effetti non vi è alcun riferimento al Basso Egitto.
Nella parte bassa del rilievo è evidente la presenza, unicamente, del loto, in entrambe le posizioni, mentre non compare il papiro.
Trovo indubbiamente affascinante l'ipotesi della rappresentazione di giorno e notte, attraverso la rappresentazione di Horus e Thot.
Rappresentazione che Maurizio segnala come più volte ripetuta all'interno del Tempio. In quali altri ambiti è possibile cogliere questo dualismo e come si espresse l'architetto in tal senso, per rendere quel messaggio (sempre limitatamente al Tempio in oggetto)?
Con ciò non iintendo naturalmente bocciare questa teoria che, come ho detto, mi pare più che attendibile. Ma vorrei quanto meno tentare di cogliere altre possibilità, sempre nel rispetto del tipico dualismo egizio. Penso, ad esempio, al fatto che a Thot sovente furono attribuiti caratteri funerari, potremmo dire che rivestì connotazione Osiriaca, praticamente.
Alla luce di ciò, aggiunto all'importanza che Thot ebbe in quelle regioni, non si potrebbe considerare la possibilità che si intendesse rapresentare la Giustizia, la Verità e quindi, come anticipato da Maurizio effettivamente la Maat, attraverso le due divinità che presiedevano al Tribunale Divino?
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03/02/2009 16:30 | |
Maurizio Giudice, 03/02/2009 10.59:
Ritengo che decontestualizzare le due entità sacre, dal prodotto architettonico, possa rendere più complicata la comprensione del loro significato.
Pertanto, leggere l'opera come prodotto unitario basato sulla sintassi compositiva, sul linguaggio architettonico e sul codice permette di penetrare con più facilità all'interno dell'unicum morfologico che l'architetto del periodo ha assemblato nell'opera progettata.
Agli equinozi, acuta osservazione, Thot e Horo hanno lo stesso dominio sul tempo...
Effettivamente decontestualizzare la singola immagine dall'intero contesto in cui è stata inserita può complicare le cose e portare su una strada sbagliata, attribuendo a Thot e Horo aspetti diversi da quelli esposti in questa raffigurazione.
Vice-versa, se è vera l'ipotesi di Maurizio, con Thot-Luna e Horo-Sole, potremmo indagare perché sia stato sottolineato questo aspetto, partendo dal dato di fatto, cioé l'oggettiva traduzione dei geroglifici fatta da FrAnkh.
Il bassorilievo può essere ragionevolmente datato al regno dei sovrani nominati nei cartigli, e se sì, è stato scolpito ex novo oppure è il risultatao di rimaneggiamenti su una vecchia raffigurazione?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe sapere qualcosa di più sulle fasi costruttive del complesso, sulle unità stratigrafche ed altri dati oggettivi.
Ma la solita raffigurazione di Seth e Horo come Alto e Basso Egitto poteva non rispondere più alle esigenze politiche e religiose durante il regno di Natakamani e Amanitore, dunque l'immagine simbolo, usata da secoli potrebbe essere stata modificata per sorvolare sulla questione delle Due Terre, in quanto durante il regno dei sovrani nubiani le terre avrebbero dovuto essere tre, delle quali, l'ultima aggiunta, non meno importante delle altre due.
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03/02/2009 17:21 | |
In realtà già nel Nuovo Regno Seth fu sostituito da Thoth o entrambe le divinità furono sostituite dal dio Api.
In queste sostituzioni si può cogliere un primo tentativo di abbandonare il concetto delle due Terre, protette da Horus e Seth, per passare a un'idea più astratta del sovrano responsabile della Maat nei confronti dell'Egitto.
Da qui il passaggio alla continuità temporale della Maat nel nome di Ra è abbastanza breve. I sovrani meroiti si ritenevano i custodi della civiltà egizia per cui potrebbero aver ancorato la Maat all'equinozio di primavera. |
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03/02/2009 17:57 | |
Ma la sostituzione dei due con Hapi potrebbe avere una ragione conservatrice dell'unione delle Due Terre, espressa con una nuova iconografia in cui il Nilo unisce i simboli dell'Alto e del Basso Egitto.
Invece la sostituzione di Seth con Thot mi è sempre sembrato un indizio carico di significati da indagare, fra i quali l'ampliamento dello stato a molte terre, non più due, oppure l'abbandono definitivo di vecchie divisioni totemiche aggrappate all'identificazione delle parti con la divinità patrona.
Un'operazione così, se voluta dai ramessidi sottintende qualche intento imperialistico, facilmente attribuibile anche a molti altri sovrani del Nuovo Regno, mentre adottata dai nubiani prende altre sfumature, alle quali non avevo mai pensato.
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03/02/2009 19:21 | |
Ringrazio Kiya per le parole di benvenuto e per l'ospitalità.
Sono un architetto e da circa 20 anni mi interesso di archeologia però non secondo le metodologie tradizionali ma seguendo la relazione che intercorre tra architettura, astronomia, simbologia ed energia.
Sono questi gli elementi che mescolati tra di loro danno origine all'opera architettonica.
Questa, deve essere considerata come la trasformazione del messaggio spirituale che è etereo in messaggio plastico, cioè visibile e tangibile, che molto più semplicemente può essere associata al Dio trasformato in materia.
Ora il discorso diventa sempre più complicato e devo capire cosa devo fare per inserire delle foto ma se avete in numero 3 di Fenix leggete il mio articolo a pag. 70 così alcuni concetti risulteranno più semplici.
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03/02/2009 20:18 | |
Per Maurizio:
trovi indicazioni per inserire immagini, a questo link
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=66845&f=66845&idd...
Ci si legge più tardi per continuare con la discussione ;)
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03/02/2009 21:08 | |
Rieccomi e ... scusate, ma mi sto un po' perdendo nei ragionamenti.
Ho l'impressione che stiamo sovrapponendo argomentazioni differenti.
Da una parte quella che riguarda la sostituzione di Seth con Thot, attestata nel Nuovo Regno, in cui comunque i riferimenti all'Alto e Basso Egitto mi pare siano ancora esplicitati dalla presenza delle relative simbologie. Dall'altra, invece la rappresentazione di Thot, accanto a Horus, con riferimento esclusivo ed esplicito all'Alto Egitto, come nel caso del rilievo proposto in apertura, al quale si sta tentando di dare interpretazione.
Sbaglio, o si tratta effettivamente di argomentazioni distinte?
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03/02/2009 22:31 | |
Maurizio Giudice, 03/02/2009 19.21:
Sono un architetto e da circa 20 anni mi interesso di archeologia però non secondo le metodologie tradizionali ma seguendo la relazione che intercorre tra architettura, astronomia, simbologia ed energia.
Sono questi gli elementi che mescolati tra di loro danno origine all'opera architettonica.
Questa, deve essere considerata come la trasformazione del messaggio spirituale che è etereo in messaggio plastico, cioè visibile e tangibile, che molto più semplicemente può essere associata al Dio trasformato in materia.
Ora il discorso diventa sempre più complicato e devo capire cosa devo fare per inserire delle foto ma se avete in numero 3 di Fenix leggete il mio articolo a pag. 70 così alcuni concetti risulteranno più semplici.
Qualcosa nella descrizione della tua metodologia mi ha riportato alla mente i principi armonici trattati da Swaller De Lubicz nel suo "Il Tempio dell'Uomo".
Purtroppo non posseggo la rivista indicata. Se però fossi disponibile a riassumere i contenuti dell'articolo in questione, te ne sarei infinitamente grata (nel caso apri una discussione dedicata nella sottosezione riservata all'editoria ;) )
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04/02/2009 12:42 | |
La lettura delle due fotografie proposte da Antonio mi porta a notare che ci troviamo di fronte, molto probabilmente, allo stesso concetto anche se la seconda rappresentazione ci dà qualche indicazione in più.
Da una prima lettura sulla composizione delle raffigurazioni noto che Thot una volta è a destra mentre la volta successiva è a sinistra ed ovviamente il contrario per Horus.
Questo, molto probabilmente, è un particolare di poco conto ma già differenzia le due riproduzioni simboliche.
Inoltre nel caso di Naga il re meroitico è rappresentato dal cartiglio ed essendo questo espresso con i geroglifici l'immagine risulta statica in quanto non esiste nessuna propensione, da parte del re, verso una delle due entità divine. Quindi ci troviamo di fronte all'equilibrio assoluto: sia concettuale che visivo.
Nella seconda rappresentazione il faraone rivolge il suo sguardo a Thot.
Questo atteggiamento mi induce ad una doppia lettura:
- le figure egizie sono sempre di profilo e quindi è naturale che il faraone debba rivolgersi o alla sua destra o alla sua sinistra però alla base non esiste nessuna intenzione nel favorire una delle due divinità quindi l'immagine è da considerare simile a quella statica di Naga;
- diversamente lo sguardo rivolto verso Thot indica la figura predominante della scena ed allora ci troviamo di fronte ad un altro significato e quindi nonostante le due immagini siano apparentemente simili presentano significati diversi.
Nella rappresentazione di Naga la tensione delle corde si scarica su di un nodo mentre stessa lettura non può essere fatta nella seconda perchè lo stato di degrado non permette di leggere il particolare.
La seconda rappresentazione è totalmente circondata dai geroglifici è sarebbe bello se FrAnkh ci illuminasse sulla descrizione.
Come ultima indicazione riporto la presenza del Maat nella parte alta al disopra della testa del faraone.
Quindi anche questo elemento serve ad inquadrare il messaggio insito nel bassorilievo.
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04/02/2009 13:07 | |
Maurizio complimenti per le tue considerazioni!
Ho zoomato sull'immagine di Karnak, il particolare è poco chiaro, ma sicuramente si tratta di un nodo fatto con gli steli delle due piante.
Bisogna sicuramente tener conto dell'altissimo simbolismo dell'arte egizia. Nulla era lasciato al caso e se il faraone si fece rappresentare in quel modo, doveva avere le sue buone ragioni.
Avete inoltre notato i due strani nastri sulla testa del faraone?
Maurizio ritieni che l'avvoltoio voglia indicare il Maat?
Antonio
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