| | | OFFLINE | | Post: 2.316 Post: 1.739 | Registrato il: 22/05/2007 | EgiTToPhiLo/a | Scriba | |
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25/10/2008 15:40 | |
Ho detto in vari interventi di ritenere che i miti dei vari popoli antichi e in particolare quelli degli Antichi Egizi possono avere una differente lettura.
Nella storiella narrata può essere cioè nascosta una importante informazione religiosa, storica o scientifica.
Il caso della cosmogonia eliopolitana e quello di Nut mi sembrano esempi molto significativi.
Nut (cielo) e Geb (Terra) sono visti come dèi e fratelli gemelli, figli dell’altra coppia gemellate Shu (acqua) e Tefnut (aria).
La storia in se non ci dice molto se non soffermassimo la lettura sui riferimenti fisici e sulla discendenza gemellare.
Ritengo che sia possibile individuare alcune ipotesi di lettura:
- acqua e aria come elementi primari e cielo e Terra come passo successivo di aggregazione della materia;
- età di Shu e Tefnut ed età di Nut e Geb, come due periodi della civiltà terrestre in genere e di quella egizia in particolare.
Nel primo caso ipotizzo che sia possibile considerare che:
- il mondo iniziale poteva essere visto come un grande oceano primordiale, il Nun;
- la continuità di questo grande oceano di acqua sarebbe stato interrotta dall’aria o dal vuoto;
- nelle regioni dell’oceano si sarebbero formate delle isole cosmiche (galassie), simboleggiate dai fiori di loto, che notoriamente si presentano sull’acqua;
- nella galassia, che ha visto la nascita della Terra, si sarebbe formato un sistema planetario intorno a una particolare stella, il Sole Ra;
- tutti questi astri potrebbero esser stati visti, dalla Terra, muoversi lungo una medesima area celeste, anche se a velocità angolare differente.
E’ possibile che gli Egizi abbiano voluto rappresentare l’area di percorrenza dei pianeti del Sistema Solare, come Nut, una dea in posizione arcuata nel cui corpo viaggia il Sole e i pianeti. Nut tocca con i piedi e le mani la Terra per cui forse gli Egizi hanno voluto dirci che anche la Terra è un pianeta del Sole e che anch’essa viaggia nel grande corpo di Nut.
La rappresentazione geocentrica di Nut sarebbe cioè solamente una visione terrestre del Sistema Solare, non reale, ma egualmente efficace.
Ritornando alla rappresentazione del soffitto della cappella del Nuovo Anno di Dendera, lo sfondo di stelle potrebbe rappresentare la nostra Galassia o in generale tutto il firmamento stellato. Il corpo di Nut, potrebbe indicare il Sistema Solare e in particolare il grande fiume celeste sul quale naviga la barca di Ra e quella dei vari pianeti, Terra compresa.
Il grande fiume disegnato sul corpo di Ra sembra però suddiviso in due grandi fiumi (l’acqua si indica con tre onde e il disegno del vestito di Nut è costituito da due gruppi di tre onde separati da una sequenza di fiori, forse dei fiori di loto). I due grandi fiumi potrebbero indicare due gruppi di pianeti e potrebbe corrispondere alla separazione nei cieli astronomici dei pianeti: Mercurio, Venere e Marte, Giove, Saturno. Se consideriamo anche la Terra avremmo così due gruppi di tre pianeti che navigherebbero sui due grandi fiumi di Nut.
In merito alla domanda di Paolo in merito all’essenza dei fiumi indicati da Nut, mi sembra di poter dire che la fisica moderna non pensa certo a fiumi di acqua, ma a onde gravitazionali create dal Sole e dai pianeti.
Risulta difficile ipotizzare che gli Egizi avessero conoscenza della gravitazione, ma come ho già detto varie volte a riguardo delle conoscenze degli Egizi, sarebbe meglio non esprimere alcuna certezza e tener sempre a portata di mano un sacchetto di: se, ma, forse, chissà, ecc..
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