| | | OFFLINE | | Post: 2.316 Post: 1.739 | Registrato il: 22/05/2007 | EgiTToPhiLo/a | Scriba | |
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19/10/2008 13:05 | |
L’immagine del soffitto appartiene alla Cappella del Nuovo Anno. Essa era strettamente collegata con la cappella situata nell’angolo di sud-ovest del terrazzo, nella quale la statua dorata di Hathor veniva portata in processione per essere esposta ai raggi del Sole Ra durante la notte del primo giorno dell’anno civile.
La rappresentazione del soffitto è chiaramente ispirata alla celebrazione che si svolgeva annualmente sul terrazzo. Il cielo Nut partorisce il disco solare Ra, i cui raggi colpiscono e illuminano la testa di Hathor.
L’interpretazione del geroglifico in questione come D35 potrebbe suggerire una traduzione differente rispetto a quella fatta dalla Cauville.
Invece di Nut – la sconosciuta, si potrebbe intendere Nut – la misteriosa o Nut – il mistero (il doppio nome potrebbe essere giustificato dal doppio colore scoperto da Paolo).
Vorrei sottolineare ancora una particolarità del disegno dei raggi del Sole.
E’ forse la prima volta che i raggi non vengono disegnati come linee rette.
Nello stile artistico di Akhenaton essi furono rappresentati come delle linee rette partenti dal disco solare e terminanti con delle mani offrenti l’ankh o altri amuleti.
Ora, in piena età tolemaica, i raggi solari sono rappresentati come una sequenza di particelle a forma di tegola. Sembra proprio il primo esempio di teoria particellare delle onde elettromagnetiche.
Il Sole emanerebbe una sequenza di particelle (fotoni) a forma di parallelepipedo che allargandosi assumerebbero l’aspetto di tronchi di cono.
Non ho idea se un simile concetto sia stato espresso dai Greci e / o dai Romani, ma è certo che il soffitto della Cappella è intrigante ed estremamente moderno.
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