Strani geroglifici a Dendera | Ultimo Aggiornamento: 25/10/2008 15:40 |
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| | | OFFLINE | | Post: 516 Post: 517 | Registrato il: 25/10/2006 | Scriba Guardiano | Artista del Re | Capo degli Scribi | |
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19/10/2008 22:58 | |
Ribadisco che secondo me, dopo avere visto il disegno della pubblicazione di Chassinat e la scansione fatta da Kiya, il geroglifico in questione non è D35, bensì N35.
[Modificato da FrAnkh 19/10/2008 23:26] |
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20/10/2008 08:44 | |
paolopietrapiana, 19/10/2008 17.20:
Sulla "modernità" del soffitto della cappella del nuovo anno, vorrei fare una domanda:
se NUT è la dea del cielo (o rappresenta il cielo stesso) perchè non viene rappresentata con una veste adorna di stelle ma bensì con un motivo ad "onde" ? Nel soffitto in questione, tra l'altro, le stelle sono ben visibili ma stanno "dietro", fanno da sfondo alla figura della dea.
Nut nasce da Shu e Tefnut, rispettivamente l'aria e l'umidità. Nel suo nome compare il piccolo vaso che di norma conteneva acqua e sovente viene rappresentata nelle tombe mentre offre l'acqua della vita, accanto al sicomoro che essa incarna, all'anima del defunto.
In origine essa rappresentava il cielo diurno, ovvero il luogo in cui prendevano forma le nubi (apportatrici d'acqua).
Sempre in tempi antichi, come riportato nei testi della Piramide di Unas, Nut era anche identificata con Api.
L'associazione con l'acqua è quindi assai presente, ogni qual volta ci si riferisca alla dea del cielo. Probabilmente a Dendera si intese sottolinearlo. |
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20/10/2008 13:37 | |
-Kiya-, 20/10/2008 8.44:
Nut nasce da Shu e Tefnut, rispettivamente l'aria e l'umidità. Nel suo nome compare il piccolo vaso che di norma conteneva acqua e sovente viene rappresentata nelle tombe mentre offre l'acqua della vita, accanto al sicomoro che essa incarna, all'anima del defunto.
In origine essa rappresentava il cielo diurno, ovvero il luogo in cui prendevano forma le nubi (apportatrici d'acqua).
Sempre in tempi antichi, come riportato nei testi della Piramide di Unas, Nut era anche identificata con Api.
L'associazione con l'acqua è quindi assai presente, ogni qual volta ci si riferisca alla dea del cielo. Probabilmente a Dendera si intese sottolinearlo.
Il fatto che sulla sua veste siano rappresentate delle onde, vale a dire l' acqua, dipende dalla visione che gli egizi avevano del cielo. Il cielo era immaginato anche come un corso d'acqua, dove navigava la barca del dio sole. |
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20/10/2008 13:52 | |
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20/10/2008 20:12 | |
Men-Maat-Ra, 20/10/2008 13.37:
Il fatto che sulla sua veste siano rappresentate delle onde, vale a dire l' acqua, dipende dalla visione che gli egizi avevano del cielo. Il cielo era immaginato anche come un corso d'acqua, dove navigava la barca del dio sole.
potremmo quindi affermare che i numerosi riferimenti che collegano Nut all'acqua (il vaso nel nome, l'iidentificazione con Api e la sua raffigurazione nei rilievi tombali, mentre offre acqua al defunto) possano essere scaturite da qui oppure sono elementi da ritenersi slegati gli uni dall'altro? |
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23/10/2008 21:40 | |
Se Nut nasce da Tefnut e Shu rispettivamente eiaculati da Atum il dio LUCE autogeneratosi dal NUN "oceano promordiale" (non certo di acqua), potrebbero le onde di Nut non essere esse stesse acqua ma qualche cosa che la ricorda? |
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25/10/2008 15:40 | |
Ho detto in vari interventi di ritenere che i miti dei vari popoli antichi e in particolare quelli degli Antichi Egizi possono avere una differente lettura.
Nella storiella narrata può essere cioè nascosta una importante informazione religiosa, storica o scientifica.
Il caso della cosmogonia eliopolitana e quello di Nut mi sembrano esempi molto significativi.
Nut (cielo) e Geb (Terra) sono visti come dèi e fratelli gemelli, figli dell’altra coppia gemellate Shu (acqua) e Tefnut (aria).
La storia in se non ci dice molto se non soffermassimo la lettura sui riferimenti fisici e sulla discendenza gemellare.
Ritengo che sia possibile individuare alcune ipotesi di lettura:
- acqua e aria come elementi primari e cielo e Terra come passo successivo di aggregazione della materia;
- età di Shu e Tefnut ed età di Nut e Geb, come due periodi della civiltà terrestre in genere e di quella egizia in particolare.
Nel primo caso ipotizzo che sia possibile considerare che:
- il mondo iniziale poteva essere visto come un grande oceano primordiale, il Nun;
- la continuità di questo grande oceano di acqua sarebbe stato interrotta dall’aria o dal vuoto;
- nelle regioni dell’oceano si sarebbero formate delle isole cosmiche (galassie), simboleggiate dai fiori di loto, che notoriamente si presentano sull’acqua;
- nella galassia, che ha visto la nascita della Terra, si sarebbe formato un sistema planetario intorno a una particolare stella, il Sole Ra;
- tutti questi astri potrebbero esser stati visti, dalla Terra, muoversi lungo una medesima area celeste, anche se a velocità angolare differente.
E’ possibile che gli Egizi abbiano voluto rappresentare l’area di percorrenza dei pianeti del Sistema Solare, come Nut, una dea in posizione arcuata nel cui corpo viaggia il Sole e i pianeti. Nut tocca con i piedi e le mani la Terra per cui forse gli Egizi hanno voluto dirci che anche la Terra è un pianeta del Sole e che anch’essa viaggia nel grande corpo di Nut.
La rappresentazione geocentrica di Nut sarebbe cioè solamente una visione terrestre del Sistema Solare, non reale, ma egualmente efficace.
Ritornando alla rappresentazione del soffitto della cappella del Nuovo Anno di Dendera, lo sfondo di stelle potrebbe rappresentare la nostra Galassia o in generale tutto il firmamento stellato. Il corpo di Nut, potrebbe indicare il Sistema Solare e in particolare il grande fiume celeste sul quale naviga la barca di Ra e quella dei vari pianeti, Terra compresa.
Il grande fiume disegnato sul corpo di Ra sembra però suddiviso in due grandi fiumi (l’acqua si indica con tre onde e il disegno del vestito di Nut è costituito da due gruppi di tre onde separati da una sequenza di fiori, forse dei fiori di loto). I due grandi fiumi potrebbero indicare due gruppi di pianeti e potrebbe corrispondere alla separazione nei cieli astronomici dei pianeti: Mercurio, Venere e Marte, Giove, Saturno. Se consideriamo anche la Terra avremmo così due gruppi di tre pianeti che navigherebbero sui due grandi fiumi di Nut.
In merito alla domanda di Paolo in merito all’essenza dei fiumi indicati da Nut, mi sembra di poter dire che la fisica moderna non pensa certo a fiumi di acqua, ma a onde gravitazionali create dal Sole e dai pianeti.
Risulta difficile ipotizzare che gli Egizi avessero conoscenza della gravitazione, ma come ho già detto varie volte a riguardo delle conoscenze degli Egizi, sarebbe meglio non esprimere alcuna certezza e tener sempre a portata di mano un sacchetto di: se, ma, forse, chissà, ecc..
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