Potrebbero essere collegati alla pratica dell'imbalsamazione
Osiride è l'imbalsamato per eccellenza, avvolto interamente, esclusa la testa in un sudario di lino; forse rappresenta anche il primo re mummificato e divinizzato.
Oltre al mito di Osiride, che è pur sempre un mito, esistono prove reali: nel sito di Hierakonpolis sono stati rinvenuti parecchi corpi con fasciature in lino intrise di resine, ad esempio alle mani, ai piedi, al collo; non si può parlare ancora di mummificazione vera e propria, ma è sicuramente testimonianza di pratiche tese alla conservazione del corpo.
Ma torniamo all’alchimia.
Da profana ne ho un’idea vaga, ho sempre pensato che fosse lo studio di procedimenti per tramutare il piombo in oro, cioè materia pesante e vile in materia preziosa, la più preziosa.
In particolare per gli egizi l’oro era il materiale di cui erano costituiti i corpi degli dei, quindi, volendo affidarci al significato simbolico più evidente, possiamo intendere che il piombo rappresenti il corpo degli umani mortali e l’alchimia studiasse dunque il procedimento per trasformare l’uomo qualunque in divinità.
Non a caso nel linguaggio simbolico vengono utilizzati come “allegorie” il piombo e l’oro.
Dal punto di vista chimico, noi lo sappiamo perché abbiamo la tavola di Mendeleev, essi sono effettivamente due materie molto simili.
Sono due elementi, cioè non composti da altri, la loro molecola è formata da atomi tutti uguali; sono due metalli, proprietà che dona loro molte caratteristiche simili, sia in purezza che nella combinazione con altri elementi; sono molto pesanti, fra quelli conosciuti in antichità sono i più pesanti, assolutamente simili nel peso molecolare; occupano la stessa riga e la stessa zona nella tavola periodica, n° di protoni 82 e 79 rispettivamente, cioè hanno gli elettroni posizionati negli stessi orbitali e con uguale spin, l’oro ne ha solo qualcuno in meno.
Fisicamente è anche possibile trasformare l’uno nell’altro, anche se la trasformazione da oro a piombo necessita di somministrazione di energia, mentre quella da piombo a oro l’energia dovrebbe fornirla.
Ma queste osservazioni, chiare, ma col senno di poi, hanno riscontro nella simbologia ermetica?
Conoscevano i nostri antichi queste proprietà oppure le intuivano paragonandole con altri aspetti della realtà a loro più accessibili?
E se sì, da quando?