le ambiguità sono molte in proposito, principalmente dovute al fatto che il prenome Ankhkheperura, su alcuni reperti è scritto con la desinenza femminile
-t, trasformato quindi in Ankhetkheperura.
Chi avvalla l'ipotesi di Nefertiti giustifica la scarsa presenza della desinenza femminile ad errori di trascriione degli scriba. Io, in tutta verità, non lo ritengo plausibile, data la frequenza con cui compare il nome in forma maschile. L'aggettivo
mery (amato) mantiene la forma maschile posto davanti al nome Waenra. Possibile che anche in questi csi gli scribi si siano sbagliati?!
In quanto a Zacco, i suoi due libri in realtà sono speculari e fanno parte di un unico progetto. Avendo dato quell'impronta storica nel primo (la visione dal punto di vista di Nefertiti) non ha potuto modificarla nel secondo (il soggettivo di Akhenaton). Ciò non toglie che risulta palese il credo dell'autore che evidentemente crede nella bisessualità di Akhenaton.
Per noi oggi potrebbe non esserci nulla di strano in proposito, non per tutti certo... ciò che resta dubbia è la posizione adottata all'epoca in proposito: non è chiaro infatti se fosse accettata o meno. A giudicare da alcuni insegnamenti rivolti agli scribi e giunti fino a noi, sarebbe lecito affermare che non fosse accettata.
Vi devo confessare che anche a me questo personaggio provoca strane reazioni. Il nome Smenkhkhara evoca in me l'idea di un personaggio "negativo", viscido e arrogante, cosa che non so motivare con fatti oggettivi.