Trascorso un lungo intervallo di tempo, torno a rispolverare l'argomento "Unknown Man E" e lo faccio dopo essermi imbattuta in un testo letterario Egizio noto a tutti, che rimanda alla XII Dinastia. Naturalmente mi riferisco alle "
Avventure di Sinuhe".
Leggendone il contenuto, un passo ha risvegliato il mio interesse per questa mummia. Eccolo riproposto a seguire, tradotto dalla sottoscritta da un testo di Budge, dedicato alla Letteratura Egizia. Il passo in questione introduce la famosa "pelle di pecora". Ma vediamola nel contesto originale:
..."Tu non morirai in terra straniera, gli Amu [ndt.: genti Asiatiche - Siro-Palestinesi] non ti seppelliranno. Tu non sarai avvolto in una pelle di pecora....."
Semplicemente questo, nullaltro, si legge nel racconto di Sinuhe. Contrariamente a quanto originariamente affermato, quindi, non si evince in alcun modo un riferimento a un procedimento "vietato". Oserei dire che l'attenzione è essenzialmente posta al fatto di non morire in terra straniera. Ci è noto, infatti, che per gli Antichi Egizi era di gran lunga preferibile morire entro in confini del Paese, quale garanzia di debita sepoltura, finalizzata al perpetuarsi della vita nell'Aldilà.
A Sinuhe venne garantito il rientro in Egitto in età ormai avanzata, quindi per lui il problema non si pose. Ma possiamo affermare altrettanto per il nostro "Man E"? Purtroppo no.
Proviamo, ora, a rivalutare le ipotesi considerate a suo tempo e a vagliarle in modo più approfondito, laddove possibile.
1) Trattasi di individuo straniero giunto in Egitto e deceduto. A conti fatti lo escluderei, poichè trovandosi in Egitto, seppur in via transitoria, e ritenuto meritevole di sepoltura, sarebbe stato inumato secondo gli usi locali e non secondo quelli adottati nel suo Paese di provenienza, che la pelle di pecora suggerirebbe trovarsi in area Siro-Palestinese.
2) Man E era Egizio, ma per una qualche ragione si trovava al di fuori dei confini del suo Paese. In terra Siro-Palestinese. Ipotesi plausibile, tenuto conto del tempo a cui appartenne. Una campagna militare? O magari una permanenza diplomatica? Non sussistono elementi in grado di definire la situazione.
A questo punto occorre ragionare su entrambe le possibilità e valutare quale potesse essere la procedura, in caso di sopraggiunta morte, nell'uno e nell'altro caso.
In caso di guerra: possiamo affermare che fosse previsto uno stuolo di sacerdoti a seguito dell'esercito, con il compito di occuparsi dei cadaveri dei caduti? Onestamente lo ignoro. Confesso di essermelo chiesto, ma di non avere, al momento, trovato risposte in grado di soddisfare questo interrogativo. Se ciò fosse plausibile, tuttavia, non si giustificherebbe l'adozione della pelle di pecora per avvolgere il corpo di Man E. In caso di sacerdoti qualificati presenti sul campo di battaglia dovremmo supporre che questi recassero con sé tutto, o quasi, il corredo necessario ad un'adeguata mummificazione. Ipotesi alquanto improbabile, tenuto conto che questo rito doveva avere luogo in ambienti prestabiliti e ritenuti sacri. Alla luce di queste considerazioni appare piuttosto logico ipotizzare che ai caduti in battaglia non potesse essere garantita adeguata sepoltura, fatto salvo un repentino rientro in Patria che ritengo poco auspicabile.
In caso di "trasferta" permanente a scopo diplomatico: nemmeno questa circostanza lascia presupporre la presenza di un corpo sacerdotale Egizio, specializzazto in mummificazione. Ma, al contrario del caso precedente, possiamo affermare con buona dose di certezza che il corpo del defunto venisse preparato per un'adeguata sepoltura, secondo gli usi locali o, quanto meno preparato in modo da affrontare un eventuale viaggio di ritorno in terra natia. Man E potrebbe essere dunque stato un dignitario Egizio collocato presso un regno vassallo dell'area Siro-Palestinese. Al sopraggiungere della morte, il suo corpo venne trattato secondo gli usi funerari locali, che prevedevano l'impiego di pelle di pecora e, forse, il fissaggio degli arti. Evidentemente non rinunciarono ad applicare il rito Egizio di mummificazione, seppur in modo blando e superficiale a causa di conoscenze scarsamente approfondite. Venne tentato anche un processo di disdratazione, che però produsse scarso esito per le ragioni già espresse.
Infine le spoglie di Man E riguadagnarono la via di casa, per essere collocate nella dimora eterna all'uopo predisposta, fino a quando i sacerdoti non lo trasferirono nella Cachette.