Mummia Unknown Man E: forse figlio di RamsesIII?

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roberta.maat
00venerdì 9 gennaio 2009 11:38
Identici a quelli che spesso ornavano la dea Bastet !
ciao
00domenica 7 novembre 2010 11:38
ciao sn nuova... avete delle informazioni interessanti da darmi?? =)=)
Hotepibre
00domenica 7 novembre 2010 12:22
Benvenuta tra noi. [SM=g999100]

Intanto puoi tu dare a noi interessanti informazioni su di te e sulla tua passione per l'Antico Egitto. Se entrare a far parte del nostro gruppo ti può far piacere, scegli (se vuoi) un nome che abbia attinenza con l'antico egitto (ma non è obbligatorio) e facci sapere qualcosa di te QUI! (clicca sulla parola QUI).

Per il resto, il forum è a tua completa disposizione.

Mi pare di intuire che forse il tuo interesse sia su questo specifico 3D, ma poichè non è chiaro facci sapere cosa ti interesserebbe sapere.

Ciao e di nuovo Benvenuta!
-Kiya-
00venerdì 27 gennaio 2012 22:15
Trascorso un lungo intervallo di tempo, torno a rispolverare l'argomento "Unknown Man E" e lo faccio dopo essermi imbattuta in un testo letterario Egizio noto a tutti, che rimanda alla XII Dinastia. Naturalmente mi riferisco alle "Avventure di Sinuhe".
Leggendone il contenuto, un passo ha risvegliato il mio interesse per questa mummia. Eccolo riproposto a seguire, tradotto dalla sottoscritta da un testo di Budge, dedicato alla Letteratura Egizia. Il passo in questione introduce la famosa "pelle di pecora". Ma vediamola nel contesto originale:


..."Tu non morirai in terra straniera, gli Amu [ndt.: genti Asiatiche - Siro-Palestinesi] non ti seppelliranno. Tu non sarai avvolto in una pelle di pecora....."



Semplicemente questo, nullaltro, si legge nel racconto di Sinuhe. Contrariamente a quanto originariamente affermato, quindi, non si evince in alcun modo un riferimento a un procedimento "vietato". Oserei dire che l'attenzione è essenzialmente posta al fatto di non morire in terra straniera. Ci è noto, infatti, che per gli Antichi Egizi era di gran lunga preferibile morire entro in confini del Paese, quale garanzia di debita sepoltura, finalizzata al perpetuarsi della vita nell'Aldilà.
A Sinuhe venne garantito il rientro in Egitto in età ormai avanzata, quindi per lui il problema non si pose. Ma possiamo affermare altrettanto per il nostro "Man E"? Purtroppo no.

Proviamo, ora, a rivalutare le ipotesi considerate a suo tempo e a vagliarle in modo più approfondito, laddove possibile.

1) Trattasi di individuo straniero giunto in Egitto e deceduto. A conti fatti lo escluderei, poichè trovandosi in Egitto, seppur in via transitoria, e ritenuto meritevole di sepoltura, sarebbe stato inumato secondo gli usi locali e non secondo quelli adottati nel suo Paese di provenienza, che la pelle di pecora suggerirebbe trovarsi in area Siro-Palestinese.

2) Man E era Egizio, ma per una qualche ragione si trovava al di fuori dei confini del suo Paese. In terra Siro-Palestinese. Ipotesi plausibile, tenuto conto del tempo a cui appartenne. Una campagna militare? O magari una permanenza diplomatica? Non sussistono elementi in grado di definire la situazione.
A questo punto occorre ragionare su entrambe le possibilità e valutare quale potesse essere la procedura, in caso di sopraggiunta morte, nell'uno e nell'altro caso.
In caso di guerra: possiamo affermare che fosse previsto uno stuolo di sacerdoti a seguito dell'esercito, con il compito di occuparsi dei cadaveri dei caduti? Onestamente lo ignoro. Confesso di essermelo chiesto, ma di non avere, al momento, trovato risposte in grado di soddisfare questo interrogativo. Se ciò fosse plausibile, tuttavia, non si giustificherebbe l'adozione della pelle di pecora per avvolgere il corpo di Man E. In caso di sacerdoti qualificati presenti sul campo di battaglia dovremmo supporre che questi recassero con sé tutto, o quasi, il corredo necessario ad un'adeguata mummificazione. Ipotesi alquanto improbabile, tenuto conto che questo rito doveva avere luogo in ambienti prestabiliti e ritenuti sacri. Alla luce di queste considerazioni appare piuttosto logico ipotizzare che ai caduti in battaglia non potesse essere garantita adeguata sepoltura, fatto salvo un repentino rientro in Patria che ritengo poco auspicabile.
In caso di "trasferta" permanente a scopo diplomatico: nemmeno questa circostanza lascia presupporre la presenza di un corpo sacerdotale Egizio, specializzazto in mummificazione. Ma, al contrario del caso precedente, possiamo affermare con buona dose di certezza che il corpo del defunto venisse preparato per un'adeguata sepoltura, secondo gli usi locali o, quanto meno preparato in modo da affrontare un eventuale viaggio di ritorno in terra natia. Man E potrebbe essere dunque stato un dignitario Egizio collocato presso un regno vassallo dell'area Siro-Palestinese. Al sopraggiungere della morte, il suo corpo venne trattato secondo gli usi funerari locali, che prevedevano l'impiego di pelle di pecora e, forse, il fissaggio degli arti. Evidentemente non rinunciarono ad applicare il rito Egizio di mummificazione, seppur in modo blando e superficiale a causa di conoscenze scarsamente approfondite. Venne tentato anche un processo di disdratazione, che però produsse scarso esito per le ragioni già espresse.
Infine le spoglie di Man E riguadagnarono la via di casa, per essere collocate nella dimora eterna all'uopo predisposta, fino a quando i sacerdoti non lo trasferirono nella Cachette.
.Bata.
00domenica 29 gennaio 2012 14:53
Non so quanto possa essere coerente con il presente post ma mi risulta che per gli egizi il termine Aamu (= Amu ???) corrispondesse al termine dispregiativo "Quelli che vivono sulla sabbia" ovvero popolazioni nomadi di origine cananea.

Questo termine venne usato (sempre e molto più in modo dispregiativo) per indicare gli occupanti Hyksos.

Ciao, Bata.

P.S.: Ho cercato la fonte ma al momento non riesco a rintracciarla.
-Kiya-
00domenica 29 gennaio 2012 16:23
A riguardo posso solo dirti che Budge riporta il termine "Asiatici" e non si sofferma sullo stesso. "Amu" (scritto proprio così) proviene da fonti web, come anche il riferimento all'area Siro-Palestinese. Proverò ad approfondire anche io.
.Bata.
00lunedì 30 gennaio 2012 12:34
La fonte cui mi riferivo nel mio post precedente è:

Franco Cimmino - Dizionario delle Dinastie Faraoniche - I ed.Tascabili Bompiani novembre 2003 - pag.236.

Ciao, Bata.
-Kiya-
00lunedì 30 gennaio 2012 13:58
Mi pare che quanto riporti rappresenti conferma del fatto che Aamu identificasse le genti Asiatiche, compresi i popoli originari dell'area Siro-Palestinese.

Damiano-Appia, infatti, nel suo "Dizionario dell'Anico Egitto e delle Civiltà Nubiane", così definisce gli Aamu:

Termine usato per designare gli Asiatici nomadi dei deserti del Sinai e del Negev, ma che, più in generale, indicava i nomadi del settentrione, compresi quelli delle aree circostanti al Delta i i Libici..

Lo stesso Sinuhe, dopo la fuga, si trova a vivere tra i Beduini della Siria, il che è un'ulteriore attestazione del fatto che le parole estrapolate dal suo racconto confermino le usanze funebri in auge in quella regione.
Per scrupolo ho fatto ulteriori controlli, consultando il volume "Letteratura e poesia dell'Antico Egitto", della Prof.ssa Bresciani. Anche qui trovo conferma che il termine in questione è reso con "Asiatici", oltre a una nota dell'Autrice, riferita alla pelle di montone quale usanza funeraria beduina.

Che a seguito dell'invasione degli Hyksos tale termine assunse connotazione dispregiativa ci può anche stare, specie nella cerchia di coloro che non videro di buon occhio tale sovranità (leggi Tebe).
sargon.
00martedì 31 gennaio 2012 00:21
Unknown man
DAL RAPPORTO STILLATO da Fouquè e Matathey sulla ricognizione della mummia di "uomo sconosciuto" rilevavano quanto segue:
La mummia era avvolta in una pelle di pecora come sudario, sotto quella pelle uno strato di bende che coprivano uno strato di natron frapposto alla seconda fasciatura. La seconda fasciatura che fasciava strettamente la mummia vi era , sopra la pelle, uno strato di calce viva e natron. L' individuo era decritto come maschio biondo dall' età di 20/25 anni. L' uomo non era stato eviscerato e il cervello era ancora nel cranio. Avevo ancora gli orecchini con un solo foro nell' oreccio.Il corpo mostrava segni di disidratazione naturale come avesse giaciuto sulla sabbia rovente del deserto. Il primo strato di calce e natron fu applicato dopo che era cessato il rigor mortis, giustificando così la fasciatura stretta per ricomporre le membra in una posizione regolare."
Secondo la letteratura medica, se le temperature corporee sono elevate, a causa di un intenso sforzo fisico o febbre alta da infezione il processo è accelerato. A volte, a causa di differenza di temperatura la contrazione del rigor mortis fa assumere al cadavere posizioni innaturali o bizzarre. Il lino usato per le fasciature era di qualità elevatae la pelle del sudario era stata conciata e non usata grezza.
Imentet
00lunedì 12 marzo 2012 11:41
Tornata nel forum, rispolvero questo argomento con una menzione in cui mi sono imbattuta. E' un frammento di decorazione parietale dalla tomba di Dua-er-neheh (TT125, periodo di Hatshepsut) dove figura il "tekenu" -l'ho trovato nell'archivio del Global Egyptian Museum:

www.globalegyptianmuseum.org/detail.aspx?id=10881

Cliccate anche sul link del "tekenu", a quanto pare questa misteriosa figura riposa, come dice anche il testo, in una pelle di animale, ed è connessa con i riti funerari. Per me l'argomento è del tutto nuovo; qualcuno ha informazioni in più al riguardo? E questa "pelle di animale" potrebbe avere qualche connessione con il sudario dell' Unknown Man E?
roberta.maat
00lunedì 12 marzo 2012 15:16
Imentet
00lunedì 12 marzo 2012 16:40
Ops, a quanto pare sono arrivata tardi, "dopo i fòchi", come si dice a Firenze... Mi pareva in effetti strano che il forum non avesse trattato questo argomento! Perdonate dunque l'inutilità del mio intervento, e grazie Roberta!
-Kiya-
00lunedì 12 marzo 2012 17:05
Nessun intervento è inutile, Imentet ;)

In questo caso, ci hai consentito di riproporre una discussione datata, ma dai contenuti interessanti. Anzi, qualora volessi aggiungere qualcosa sul tekenu, procedi pure in coda a quanto già riportato.
Hotepibre
00domenica 4 novembre 2018 17:18
Sconosciuto "E" dalla TT320
Riapro, dopo 6 anni, questo 3D .
Come sapete sto scrivendo le voci relative alle Tombe dei Nobili e da un paio di giorni sto revisionando (poiché già esisteva in forma alquanto striminzita) la TT320, o cache di Deir el-Bahari.
Mi sono perciò imbattuto in tante cose interessanti, ivi compreso, si intende "sconosciuto E" (è la penultima mummia della tabella che troverete nella voce TT320). Girovagando tra libri e siti ho perciò potuto scrivere una nota, alquanto lunga e complessa, anche se non esaustiva, proprio sulla sua morte e sulle ipotesi avanzate nel tempo: impalamento, avvelenamento, sepoltura da vivo perchè implicato nel complotto contro Ramses III.
Vi riporto, qui di seguito, il testo della nota, se poi volete dare un'occhiata alla voce, vedrete che è alquanto complessa:

"Gaston Maspero sbendò la mummia di sconosciuto "E", ritenuta singolare, il 6 giugno 1886, al Cairo, in presenza del Dr. Fouquet e del farmacista Mathey. Nel 1999 la mummia venne esaminata dall'egittologo Dylan Bickerstaffe, questi confermò che il corpo era avvolto in una pelle di pecora che presentava ancora il vello, alimentando molti degli interrogativi già sorti in occasione delal prima ispezione e derivanti dalla descrizione di Erodoto, che aveva indicato come gli antichi egizi considerassero impuri gli indumenti di lana. Tale circostanza, secondo Bickerstaffe, era peraltro confermata dal Racconto di Sinhue secondo cui la sepoltura in una pelle di pecora era esecranda. Non esiste, inoltre, nessun'altra sepoltura egizia in cui esista un identico metodo di imbalsamazione. Sotto la pelle di pecora le bende (datate da Maspero alla XVIII dinastia per il sistema di posizionamento) erano cosparse di natron che aveva assorbito il grasso corporeo emettendo un forte odore di putridume. Le bende di lino erano impregnate di sostanza adesiva (forse resina) ed erano state legate attorno a polsi e gambe così strettamente da lasciare solchi visibili sulla pelle; sotto tale strato di bende il corpo era stato ricoperto con un composto di natron, resina e calce. Il corpo apparteneva a un uomo di circa 25 anni; il volto appariva contorto e i visceri erano ancora in situ. Molte ipotesi sono state avanzate su "sconosciuto E": data una lacerazione al perineo, si pensò fosse morto per impalamento, ma l'esame degli organi interni, integri, escluse tale circostanza e portò a ritenere si trattasse di lesioni post mortem; considerato il volto contorto, e la contrazione dei muscoli addominali, si pensò quindi a un avvelenamento il che sarebbe stato avvalorato dal fatto che "sconosciuto E" aveva poco o nulla nello stomaco (ancora in situ), condizione compatibile con il vomito che potrebbe essere stato causato dall'agente venefico; Maspero giunse alla conclusione che il corpo poteva essere quello di Pentawer, nobile di corte, coinvolto nel complotto per assassinare Ramses III e che questi era stato sepolto vivo. Considerazioni più moderne, anche di Bickerstaffe, ipotizzano invece che "sconosciuto E", che recava ancora alle orecchie orecchini d'oro di gran valore, indossava biancheria di lino di gran pregio ed era chiuso in un sarcofago di cedro particolarmente raro in Egitto e, quindi, molto costoso, fosse un uomo di alto rango, forse un Governatore, che viveva in avamposti egizi nell'area palestinese verosimilmente durante la XVIII dinastia. Morto per cause naturali, il suo corpo non venne immediatamente ritrovato e assunse perciò atteggiamenti contorti che costrinsero a stringere bene le bende per fargli assumere una posa più naturale. Gli imbalsamatori provinciali, e stranieri, fecero del loro meglio per preservarlo in "modo egiziano", ma si appoggiarono su procedure di imbalsamazione locale. "Sconosciuto E" fu perciò trattato da imbalsamatori stranieri con natron e calce viva, avvolto strettamente per raddrizzare le membra in una posizione accettabile, e dotato di un sudario di pelle di pecora che potrebbe in realtà essere stato un segno d'onore nelle loro usanze funerarie. Conferma indiretta derivò, peraltro, dall'ispezione che della mummia eseguì, nel 1912, l'anatomopatologo Smith che sottolineò come l'espressione facciale, come di persona che urla, era presente anche in altre mummie citando, ad esempio, quelle di Inhapi o Merytamon."
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