Giza: la seconda Barca Solare di Cheope/Khufu | Ultimo Aggiornamento: 20/09/2011 20:09 |
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| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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15/09/2011 23:44 | |
RAMSY, 15/09/2011 23.24:
Kiya non mi insultare, ma sei a conoscenza del pozzo di Osiride a Giza, vero?
Non è che Diego si riferisse a questo, anche se lo stesso Zak ha datato il pozzo a partire dalla sesta dinastia?
Magari domani provvedo ad aprire una discussione dedicata, in modo da approfondire senza "inquinare" ulteriormente l'argomento delle barche. |
| | | OFFLINE | | Post: 366 Post: 366 | Registrato il: 09/08/2011 | EgiTToPhiLo/a | Artista del Re | |
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15/09/2011 23:57 | |
Cara Kiya, carissimi tutti,
ho letto anch'io la "polemica" tra te e Diego circa il fatto che Giza sarebbe o NON sarebbe dedicata al culto dell'acqua.
Scusate se mi intrometto in questa discussione, ma lo faccio solo per esprimere un principio generale.
Tu kiya hai una cultura egittologica veramente impressionante (non c'è dubbio alcuno), ma discuti a mani libere con qualcuno che ha un braccio legato dietro la schiena (è solo un'immagine ovviamente) che è Diego.
Lui non vuole rivelare, fino ad avvenuta pubblicazione del suo prossimo libro, argomenti, ragioni, fonti, elementi vari che potrebbero (o anche no) dargli parzialmente o totalmente ragione.
Tu Kiya sai benissimo che vi sono vari "simpaticoni" che spesso leggono il tuo/nostro sito senza fare Login magari per approfittare di indicazioni, idee o dritte che potrebbero portare pregiudizio alla ricerca che Diego porta avanti da molti anni.
Io stesso quando ci siamo incontrati ti ho detto ovviamente solo una parte (quella che tu stai cortesemente pubblicando su EgittoPhilia) di quello che rivelerò nel mio libro di prossima pubblicazione.
Quando leggerai quello che ho trovato, capirai subito perché non ne volevo parlare prima...
Ho detto questo perché sono amico di Diego e spero anche tuo...
MaVir |
| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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16/09/2011 08:16 | |
Ne sono più che conscia, Marco.
Sono la prima, come potrai confermare tu stesso, a preoccuparmi della tutela dei materiali e della loro protezione nel caso in cui si scelga di condividerli nello spazio di EgiTToPhiLìa. Ma dimmi una cosa: tu, prima che la stesura del tuo libro fosse completa, hai mai riferito dei tuoi risultati in modo parziale ed enigmatico pur di avere il primato della pubblicazione della teoria, rischiando, oltretutto, di inficiare l'intero lavoro?
Io non pretendo da Diego che pubblichi qui gli esiti delle sue ricerche, chiedo semplicemente che non continui ripetutamente ad introdurre argomenti che non intende trattare. Avrai certamente notato tu stesso che esiste più di una discussione in cui l'iter è lo stesso: qualcuno scrive "acqua" ed ecco che arriva Diego con le sue sentenze sibilline.
Questa medesima situazione si è già verificata in passato, precisamente tre anni fa e anche successivamente. In quel caso il tema preferenziale era l'ipotetica seconda Sfinge di Giza. Ma anche la costruzione della Piana. Per non parlare della questione dei terremoti..... Ebbene sono trascorsi tre anni, appunto, ma stiamo ancora aspettando sia i dettagli dello studio, sia quell'ipotetico libro (o libri) che fin da allora avrebbe dovuto pubblicare.
Internet è uno strumento favoloso, Marco. Ma bisogna volerlo usare a dovere.
Già in passato dissi a Diego che il suo atteggiamento comportava un rischio palese: quello che i lettori possano sentirsi presi in giro. Oltre al fatto, più che naturale, che chiunque ne segua le discussioni possa cominciare a pensare che si tratti esclusivamente di aria fritta.
[Modificato da -Kiya- 16/09/2011 08:16] |
| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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18/09/2011 16:10 | |
Tralasciando per un momento il fatto che già i Naqadiani erano in grado di costruire grandi barche allungate e munite di cabine (un dettaglio che può suggerire la capacità costruttiva navale raggiunta dagli Egizi in epoche successive), sembra vi siano riscontri che suggeriscono l'esistenza di un commercio di navi, atte alla navigazione per mare, attivo con Byblos (queste navi erano chiamate kebenit, termine derivato dalla città di provenienza, Keben come gli Egizi chiamavano Byblos).
I cantieri Egizi erano rinomati per la costruzione di barche a fondo piatto, sicuramente più adatte per la navigazione fluviale. Ma i Gibliti (gli abitanti di Byblos) si distinsero fin dalla più remota antichità per la costruzione di barche in grado di affrontare le perigliosità della navigazione per mare.
[Modificato da -Kiya- 18/09/2011 16:10] |
| | | OFFLINE | | Post: 781 Post: 781 | Registrato il: 27/01/2010 | EgiTToPhiLo/a | Artista del Re | TA makA nen ka neKet | |
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18/09/2011 23:57 | |
...Il legame con l'Egitto si fece più stretto nel II millennio a.C. quando, per lunghi periodi, fu sottoposta direttamente al controllo egizio, come si può rilevare dalla corrispondenza diplomatica tra il sovrano di Biblo, Rid-Adda, e i sovrani egizi Amenofi III ed Akhenaton.....
Questa frase tratta da Wikipedia corrisponde al vero? Ciò può significare che le navi mercantili che portavano legno di cedro ed altre materie prime fossero costruite da egiziani? Ho sempre pensato che fossero navi "made in the rest of the world" e non egizie |
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19/09/2011 08:37 | |
Abbiamo effettivamente riscontri della capacità tutta Egizia di costruire navi per il trasporto di merci e passeggeri, in tempi molto ristretti anche in epoca antica. Mi pare vi sia documentazione riguardante un alto funzionario di nome Uni, vissuto durante l'Antico Regno (concedetemi il beneficio di verificarlo) che, incaricato dal Re di portare a termine il trasferimento di legname dal luogo d'origine fino in Egitto, fu costretto a improvvisare un cantiere navale e a costruire in poco tempo tre navi per il trasporto del materiale e tre per l'equipaggio. Impresa che riuscì in modo egregio, consentendo a Uni di ottenere la riconoscenza del Re.
Il rapporto tra l'Egitto e Biblo ebbe il suo culmine durante il Medio Regno, tuttavia mi sfugge il tuo ragionamento, RAMSY. Vorresti essere più chiaro? |
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19/09/2011 12:33 | |
Hai ragione, scusa, mi spiego meglio: ho sempre saputo degli stretti rapporti commerciali tra Egitto e Byblos ma ho sempre pensato, chissà poi perchè , forse per l'inesistenza di porti egiziani sul mare, che i trasporti marittimi fossero sempre a carico di armatori stranieri. Ma se per lunghi periodi Byblos era considerata "sotto il controllo egizio" allora dovevano esistere per forza dei cantieri navali egizi, se non in Egitto, in Libano (o Fenicia ) |
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19/09/2011 12:58 | |
I cantieri esistevano sul suolo Egizio, specie in prossimità del Delta. E dove non esistevano potevano anche essere improvvisati, grazie alle abilità di comando di alcuni intraprendenti funzionari e alle capacità costruttive degli operai che avevano a disposizione.
Oggi cercherò dettagli riferiti a Uni o Hui.... ora non ricordo con precisione né il nome, né il tempo in cui visse. |
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19/09/2011 14:21 | |
Eccomi qua, con tutti gli approfondimenti promessi:
il personaggio in questione si chiamava proprio Uni e visse agli inizi della VI Dinastia. Si tratta delle stesso Uni reso "famoso" dalla sua Autobiografia, che cominciò la sua carriera da semplice Ispettore di Magazzino per terminarla con i più alti onori, divenuto infine Governatore dell'Alto Egitto. Una scalata sociale di tutto rispetto che consentì a Uni di distinguersi in ognuno dei compiti che il Re gli commissionò, persino in ambito militare.
L'aspetto che qui maggiormente ci interessa è quello relativo ad incarichi in cui l'abilità di Uni gli consentì di portare a termine alcuni viaggi per conto del Sovrano, che lo mandò a Ibhat, ad Elefantina, ad Hat Nub e nei paesi meridionali con il compito di riportare dei blocchi di pietra necessari alla costruzione di una Piramide ( quella della Regina Merenra Kanefer - ne deduciamo, quindi, che il Sovrano in questione fosse Pepi I), il relativo Pyramidion, un sarcofago, una falsa porta e una grande tavola di offerte in alabastro.
Fu in occasione di questi viaggi che Uni seppe dare egregia prova delle sue capacità e che consentì agli operai del suo seguito di poter dimostrare le abilità che avevano maturato gli Egizi in campo navale, nonostante l'epoca remota a cui ci stiamo riferendo.
In occasione del viaggio nei paesi del Sud, Uni si trovò nella circostanza di dover far costruire dei canali, per improvvisare un cantiere navale necessario alla costruzione di tre grandi navi e di quattro imbarcazioni da carico. Impiegò meno di un anno, con l'auto dei Principi stranieri che gli procurarono il legname necessario.
Ognuna di queste imprese è stata registrata dal protagonista nella sua Autobiografia, vergata su una stele rinvenuta ad Abido ed oggi conservata al Museo del Cairo. Autobiografia che, se da un lato ha il compito di esaltare il Re assicurandogli la dovuta fedeltà, dall'altro non disdegna di evidenziare le notevoli capacità mostrate dal soggetto che la scrisse e la fierezza per il raggiunto successo, oltre a una piena coscienza dei meriti personali. Il testo dell'Autobiografia di Uni è pubblicato sul volume "Letteratura e Poesia dell'Antico Egitto", scritto da Edda Bresciani.
Generalizzando, aggiungerei che data la tipologia dell'economia Egizia e soprattutto la particolare posizione geografica del Paese, l'importanza delle imbarcazioni dovette essere indubbiamente elevata, come anche la varietà di navi su cui gli Egizi dovevano poter contare. Al di là delle lussuose barche appartenenti al Re (di cui forse abbiamo un'esempio proprio nelle due brche sepolte ai piedi della Piramide di Cheope) e di quelle dei nobili funzionari, occorrevano navi ad uso militare, in grado di trasportare le truppe che certo non potevano affrontare la traversata dei deserti prima di impegnarsi in un conflitto; occorrevano delle chiatte per i trasporti dei blocchi di pietra impiegati nella costruzione dei monumenti e spesso per il trasporto di elementi architettonici già finiti, come abbiamo appurato qui sopra; non di meno occorrevano navi per il trasporto degli alimenti e del bestiame.
Per tali ragioni, i cantieri navali dovevano necessariamente essere numerosi sul territorio Egiziano e le capacità costruttive ben sviluppate. |
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20/09/2011 14:37 | |
RAMSY, 19/09/2011 12.33:
Hai ragione, scusa, mi spiego meglio: ho sempre saputo degli stretti rapporti commerciali tra Egitto e Byblos ma ho sempre pensato, chissà poi perchè , forse per l'inesistenza di porti egiziani sul mare, che i trasporti marittimi fossero sempre a carico di armatori stranieri. Ma se per lunghi periodi Byblos era considerata "sotto il controllo egizio" allora dovevano esistere per forza dei cantieri navali egizi, se non in Egitto, in Libano (o Fenicia )
Buaaahhhh non riesco proprio a spiegarmi ripeto il mio post con le debite correzioni
Hai ragione, scusa, mi spiego meglio: ho sempre saputo degli stretti rapporti commerciali tra Egitto e Byblos ma ho sempre pensato, chissà poi perchè , forse per l'inesistenza di porti egiziani sul mare, che i trasporti marittimi fossero sempre a carico di armatori stranieri. Ma se per lunghi periodi Byblos era considerata "sotto il controllo egizio" allora dovevano esistere per forza dei cantieri navali egizi sul mare, se non in Egitto, in Libano (o Fenicia ) dove venivano costruite navi adatte alla navigazione marittima
Tanto di capp.... tanto di nemes per Uni ma si parla sempre di cantieri fluviali e imbarcazioni fluviali....
Io volevo capire se prima di Alessandria esistevano porti marittimi, una flotta egiziana marittima, e se i cantieri navali egizi costruissero anche imbarcazioni marittime |
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