Per il momento ne ho letto solo la premessa, scritta dall'autore medesimo, e come accennavo promette di rivelarsi una lettura davvero interessante.
L'Autore cerca di ricostruire il carattere e le tendenze della religione Egizia ma non, ci tiene egli stesso a sottolineare, lo sviluppo in quanto, a suo parere, non di evoluzione si può parlare, quanto di immutabilità.
Come sappiamo bene, gli Egizi, lungo l'intero corso della loro storia, fecero dell'ordine universale il fondamento delle loro leggi. L'universo era sì ciclico, ma comunque immutabile e così strutturarono il loro Credo, facendo di quella stessa immutabilità l'unica prospettiva di eternità.
Galbiati introduce fin da subito l'associazione divinità/animali, definendo questa assimilazione per noi così inusuale non solo come mera eredità di una primitiva religione, quanto piuttosto come una scelta ponderata, basata sull'osservazione. Il mondo animale, al contrario di quello dell'uomo, non è soggetto ad evoluzione, in quanto non conosce mutamenti generazionali. Ogni specie è immutevole e, in quanto tale, degna di essere assimilata al divino, seppur non divinizzata essa stessa.
[Modificato da -Kiya- 18/04/2011 22:45]