Il
Mathieu-Grandet ha alcuni difetti. Il primo è che il sistema didattico è piuttosto complesso ed è, secondo me, destinato ad un pubblico già esperto nello studio dei geroglifici; per un principiante è difficile da assimilare. Poi, il vocabolario presenta solo la
traslitterazione delle parole e non la versione in geroglifico, e questo è un errore piuttosto grave: io ho sempre sostenuto che per tradurre una parola è indispensabile averne la grafia in geroglifico. Anche la mancanza della soluzione degli esercizi non giova allo studio di chi si appresta ad imparare i geroglifici. Infine, la terminologia, assai complessa, che si distacca notevolmente da quella classica e che ha destato critiche anche da parte di eminenti egittologi.
Vantaggi. In primis è in italiano, il che non è poco. Poi l’elenco dei geroglifici è più completo di quello della grammatica di
Gardiner. Infine, un capitolo dedicato ai nomi propri (
antroponimia), con la spiegazione filologica del significato dei nomi, e un altro capitolo che tratta della
metrica che si trova nei testi egizi. Ma questi ultimi due argomenti sono rivolti più ad un pubblico di specialisti che ad uno di appassionati dilettanti.
P.s. Non so se lo avete notato, ma in questa grammatica, nella parte dedicata alle sigle ed abbreviazioni, sono citato anch’io….non come autore (ci mancherebbe…..), ma come
disegnatore. Quindi:
aHa .n=i hrw Hr=s .