In questi giorni ho preso in mano un testo molto particolare e altrettanto bello, seppur, temo, poco conosciuto.
Si tratta di un volume intitolato:
"La Dinastia del Sole", scritto da Alfred Grimm, pubblicazione del Museo Vela di Ligornetto.
Il testo in questione è un omaggio a Thomas Mann, quale celebrazione della sua passione Egizia, volta principalmente al Periodo Amarniano.
Apre la pubblicazione una foto che riproduce Thomas Mann nel suo studio, seduto alla scrivania, sulla quale fa bella mostra di sè una copia della testina che riproduce una delle figlie di Akhenaton e Nefertiti, che, ancora oggi, riteniamo essere Maketaton.
Il testo comincia proprio con una descrizione di questo reperto, il cui originale è scolpito in quarzite giallo-marrone, di dimensioni assai inferiori alla grandezza naturale.
Ci si riferisce, poi, al rapporto di scavo eseguito da Borchardt, autore della scoperta nel 1912. Il rapporto si intitola
"Ausgrabungen in Tell el-Amarna 1912/13".
Dallo stesso è estrapolato il brano che vi riporto a seguire, contenente l'"analisi" fatta da Borchardt a riguardo del manufatto, nel quale l'Egittologo ritenne, già allora, di riconoscere la secondogenita di Akhenaton:
[...]I pezzi principali di questo genere sono le teste di principesse in pietra arenaria marrone durissima, trovate in tre esemplari di diversa grandezza. La testa della secondogenita si era spezzata all'altezza del collo nel laboratorio e già allora era stata rimessa insieme con un perno, probabilmente di metallo.
Essa presenta, a prescindere dal teschio deformato, che è il segno di riconoscimento della famiglia di Amenofi IV e dei suoi discendenti, le morbide forme di una faccia di bambina non proprio intelligente, sebbene la sorella più giovane la superi persino in questo. Che questa piccola cretinella abbia per di più delle orecchie un po' quadrate - tra l'altro le hanno fatto due buchi in ogni lobo - sarà certamente solo un caso, poichè mi sembra abbastanza improbabile che la piccola principessa abbia concesso al mastro scultore Tutmosi una seduta per la modellazione delle sue orecchie.
Parole decisamente eloquenti, non v'è dubbio.
La costernazione e il disappunto che si è generato nel leggerle, mi porta ad rivedere l'idea che ho radicato in me su Egittologi del passato, i cosiddetti padri dell'Egittologia. Temo di averne sbagliato il peso... temo di aver attribuito loro una Passione che non gli appartenne, non a tutti almeno, ma che certamente è mia.
Costui è la stessa persona di cui recentemente si fa un gran parlare, con riferimento alla sua possibile "complicità" nel voler sottrarre il busto di Nefertiti, volontariamente e con l'inganno, all'Egitto.
Beh.... non c'è che dire... leggendo queste sue parole e l'evidente tono con cui sono state scritte, mi trovo a rivalutare appieno la mia posizione sulla questione del busto. A pieno favore di Hawass.