Hotepibre, 09/12/2008 15.31:
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E' ovvio che nel caso delle traslazioni di mummie deposte nei c.d. "depositi" non si può parlare di "usurpazione" in senso stretto poichè, in quel caso, il bene primario da proteggere era l'integrità del corpo reale più che la sua collocazione tombale.
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E il nome, come abbiamo visto successe subito dopo il periodo amarniano, con lo spostamento di mummie, di parti di corredo, di tutte quelle cose che hanno confuso in maniera irrimediabile i fatti.
Effettivamente le tombe non vengono usurpate, almeno fino al periodo saitico (correggetemi se sbaglio), mentre le costruzioni utilitaristiche e le cose mobili sì.
A pensarci bene quando le tombe vennero depredate, anche pochi anni dopo essere state terminate ed usate per una sepoltura, tutto ciò che venne sottratto non poteva essere riutilizzato o ricommercializzato senza opportune modifiche.
Cerco di spiegarmi con un esempio: la piramide di Unas avrà contenuto altre cose, oltre al sarcofago e alla mummia, dunque ii predoni portarono via molti oggetti inutilizzabili così com'erano.
Se un vaso d'olio poteva essere ancora buono durante il Primo Periodo Intermedio e un sacco di semi eduli anche, una sedia di legno dorato col suo nome doveva essere modificata, mentre un gioiello d'oro doveva essere smontato e fuso ed eventuali pietre preziose ritagliate.
Il nuovo destinatario dell'oggetto non avrebbe saputo della sua provenienza illecita, invece l'artigiano sì, ma forse esistevano già gli atei, quelli che non credevano alle maledizioni e alle punizioni divine, quindi non si facevano scrupolo di manomettere gli oggetti, né di violare le tombe.