Perchè nessuno ha mai usurpato le Piramidi di Giza?

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-Kiya-
00domenica 7 dicembre 2008 21:10
Sappiamo che era prassi nota nell'Egitto antico. Sono documentate usurpazioni di tombe, di templi funerari, almeno in parte, anche di Piramidi riutilizzate in tempi di molto successivi alla loro costruzione.
Eppure Giza in tal senso è rimasta ai suoi possessori originali, o presunti tali.

Perchè?
roberta.maat
00domenica 7 dicembre 2008 22:08
Questa domanda, almeno per la grande piramide, potrebbe dar ragione a coloro che sostengono non fosse una sepoltura ! Niente da usurpare quindi nel cumulo di pietre ! Chissà, magari cunicoli o pozzi sotteranei a noi ignoti potrebbero aver accolto usurpatori !
Mi viene in mente la tomba di Neferhotep -TT49- dove l'usurpatore non si accontentò di usare la tomba così come era ma la arricchì di una scala per portarsi ad un livello inferiore in una camera ancora più segreta.

Non saprei rispondere al perchè non usare le piramidi, ma se non sbaglio, l'usurpazione di tombe nel vero senso della parola non fu diretta alle ultime dimore dei sovrani ma a quelle della gente comune o al più dei nobili. Credo che altra cosa sia l'uso delle sepolture reali per le reinumazioni effettuate dai sacerdoti con lo scopo di proteggere nascondere e depistare.
Forse usurpare un re era ritenuto eccessivamente sacrilego ?

antonio crasto
00domenica 7 dicembre 2008 23:09
Per quanto ne so nessuna piramide è stata mai usurpata, neanche quando un ipotizzabile breve regno di un sovrano, per incoronazione da vecchio, avrebbe reso la cosa abbastanza allettabile.
Ritengo che questo fatto rientrasse nel significato religioso della piramide. Era il luogo della cerimonia funebre del sovrano e quello dell’ascensione al cielo della sua anima, ma a mio parere era anche un grandissimo omaggio al dio creatore e forse un tassello di un progetto unitario concepito da Djoser e Imhotep.
Usurpare una piramide avrebbe significato voler ingannare Dio. Il sacrificio del sovrano e per lui del suo popolo, inteso come offerta al dio creatore, non poteva essere evitato semplicemente usurpando l’opera di un predecessore. Dio sarebbe andato su tutte le furie, per non dire altro e sicuramente la bilancia di Maat avrebbe sottolineato la grave colpa dell’usurpatore..

Bisogna per altro dire che il significato delle piramidi si perse col tempo e che qualcuno pensò bene di utilizzare delle camere già fatte per delle sepolture.
E’ proprio il caso di Giza, dove furono trovate sepolture estranee nella piramide di Macerino. A riprova del fatto, alcune datazioni al C-14 risultarono decisamente errate, così da far pensare a una successiva utilizzazione dei locali.

Mi piace però ribaltare la domanda di Kiya.
Esiste infatti la possibilità che le tre piramidi siano state erette su dei precedenti piccoli monumenti a forma piramidale. Non si tratterebbe di usurpazione nel senso della domanda, ma di inglobamento e trasformazione.
In tal senso ho descritto nel mio saggio come le dimensioni delle tre piramidi, le camere e i vari condotti interni giustifichino l’usurpazione da parte dei sovrani della IV dinastia di monumenti, che ritengo siano stati realizzati durante la 1° dinastia.
pizia.
00lunedì 8 dicembre 2008 01:00
Le sepolture intrusive rinvenute nelle piramidi non possiamo considerale effettive usurpazioni, come quelle di Ramses che fa scalpellare il cartiglio di un su predecessore per far mettere il suo, su questo penso siamo tutti d'accordo.

Secondo me non erano facilmente usurpabili, insomma, si sapeva fin troppo bene chi le avesse costruite e la gente lo sapeva e lo ha tramandato, verbalmente, dato che scritte evidenti non ce ne sono.
Sarebbe impossibile usurpare San Pietro, ma se anche ciò avvenisse resterebbe impresso nella storia il nome del primo beneficiario.
Anche costruzioni più vecchie non possono perdere del tutto la memoria di ciò che erano in precedenza: Santa Sofia di Costantinopoli rimarrà per sempre Santa Sofia, anche se adesso è una moschea.
Il Colosseo è l'Anfiteatro Flavio, e rimarrebbe tale anche se a Traiano (tanto per fare un nome) gli fosse venuto in mente di mettere una lapide con su scritto "fecit".

Forse i monumenti si fanno grandiosi per questo, potrebbe essere il senso stesso dell'invenzione del monumento, così qualunque cosa succeda possono essere al riparo da usurpazioni.

Quanto sarebbe stato credibile un Userkaf o un Amenhemat o persino un Ramses che avesse fatto mettere una pietra con tutti i propri cartigli con cui attribuirsi la costruzione della Grande Piramide o di quella a due pendenze? [SM=x822711]
-Kiya-
00lunedì 8 dicembre 2008 01:35
Concordo con quanto fin qui esposto, tuttavia il discorso introdotto valrebbe anche per tutti i templi e le costruzioni che invece hanno subito usurpazione. Persino le singole statue, delle quali oggi siamo riusciti ad appurare il proprietario originale. Eppure è stato fatto.

Come già detto, quanto fin qui addotto come giustificazione ha indubbiamente il suo valore e la sua ragione, ma forse più ai nostri occhi, occhi moderni, che non agli occhi dell'antichità. Sono affermazioni attendibili, ma gravate del "senno del poi".
In tal senso appoggio quanto riferito da Antonio, a riguardo di una teoria ben più che terrena. Evidentemente le Piramidi già allora avevano un tale potere simbolico del far desistere chiunque all'idea di appropriarsene indebitamente.
pizia.
00lunedì 8 dicembre 2008 01:47
Insomma, usurpare una statua non è proprio la stessa cosa che andare a scrivere il proprio nome seguito da affermazioni evidentemente mendaci su una piramide!
Una statua può essere fatta e rifatta, spostata da un posto all'altro senza che la maggior parte della gente lo sappia; ci sono statue che rappresentano il faraone e quindi chiunque fosse faraone sarebbe stato rappresentato in quelle statue, anche senza procedere alla cancellazione o soscrizione del nome.
I templi sono costruzioni in continuo divenire, molto probabilmente i re che hanno fatto eseguire lavori, o che li hanno fatti ampliare poi se ne sono attribuiti, e con ragione, il merito.
Qualche re avrebbe potuto restaurare una piramide per poi attribuirsela, ma forse sarebbe stato un lavoro troppo dispendioso e di dubbia riuscita.
Anche Thotmes quando ha restaurato la sfinge ha dovuto ammettere che non era opera sua, ma se avesse provato ad attribuirsela, gli avremmo creduto?
-Kiya-
00lunedì 8 dicembre 2008 15:14
Certo che sì, piziuccia. Non intendevo infatti affermare che l'usurpazione di una statua potesse essere paragonata a quella ipotetica di un monumento colossale, quale sono le Piramidi.
Ciò su cui riflettevo è il fatto che, tuttavia, il sito di Giza è pressocchè rimasto intonso, mantenendo il carattere che gli fu dato alle sue origini. Forse parlare di "usurpazione" non è nemmeno corretto, volendo io evidenziare il fatto che Giza, al contrario di molti altri siti, non ha ospitato in seguito altre sepolture o altre costruzioni volute dai successori dei sovrani della IV dinastia.
Insomma, sembra che dopo di allora sia stato quasi abbandonato... o meglio... conservato per ciò che era.
Ciò almeno fino al Nuovo Regno, quando invece si assiste a un ritorno sulla Piana, a cominciare da Tuthmosi IV. E guarda caso fu proprio quella l'epoca in cui vi fu un ritorno al culto solare... ma anche in quel caso, tuttavia, l'opera di ampliamento fu assai più flebile di quella che invece è possibile registrare altrove e ci si limitò, piuttosto, alla restaurazione.
Diego Baratono.
00martedì 9 dicembre 2008 07:57
Diego Baratono
Buon giorno. E' molto probabile che il sito di el-Giza non si potesse, e/o non si volesse usurpare semplicemente perché tutto l'altipiano è un monumento dedicatorio all'Acqua. Nessuno era intenzionato ad appropriarsi di un qualcosa pensato per ingraziarsi le divinità, ossia pensato e realizzato per "...Coloro che danno l'Acqua...nel bell'Occidente ...". Erano queste le divinità che concedevano all'Egitto stesso la sopravvivenza ..."...Ho fatto in modo che l'uomo cessasse di dimenticare l'Occidente ...": la divinità suprema, in questo senso è ben chiara...
-Kiya-
00martedì 9 dicembre 2008 13:19
Bentornato Diego ;)

mi fa piacere leggerti anche al di fuori della tua area.

In merito a quanto scrivi, hai riportato più volte, anche in altre occasioni, la citazione:

"...Ho fatto in modo che l'uomo cessasse di dimenticare l'Occidente ..."

vorresti per cortesia illustrarcela in modo più approfondito?

Grazie ;)
roberta.maat
00martedì 9 dicembre 2008 14:18
Re: Diego Baratono

"...Ho fatto in modo che l'uomo cessasse di dimenticare l'Occidente ...": la divinità suprema, in questo senso è ben chiara...



Buongiono Diego, anche per me sarebbe necessaria qualche parola in più, grazie e bentornato ! [SM=g999100]


Hotepibre
00martedì 9 dicembre 2008 15:31
Io credo che la statuaria rappresentasse il simbolo "Re", più che la persona "Re", questo poteva spingere anche a sostituire i cartigli e ad appropriarsi della statua di un predecessore senza con questo violare la figura precedentemente effigiata.

Potrei anche arrivare a pensare che scegliere la statua di un predecessore, facendola diventare la propria, poteva essere addirittura una forma di omaggio a quel predecessore, quasi a voler dire "magari assomigliassi a lui".
Del resto, presso le case regnanti, anche moderne, non c'è regalo più bello che (scusate il gioco di parole) donare un dono ricevuto giacchè si ritiene che, il privarsi di un qualcosa che appartiene alla casata da tempo, sia il regalo più prezioso.

E' altrettanto vero, tuttavia, che questa usanza non doveva essere molto gradita da colui che si faceva scolpire una statua al punto che dai geroglifici scopiti in rilievo si passò a quelli incisi profondamente che rendevano quasi impossibili le sostituzioni.

Ma usurpare una tomba? Il "tempio del milione di anni"?

...e d'altra parte, vado a memoria, non credo siano molte le tombe reali "usurpate", ne' piramidali, ne' ipogee.

E' ovvio che nel caso delle traslazioni di mummie deposte nei c.d. "depositi" non si può parlare di "usurpazione" in senso stretto poichè, in quel caso, il bene primario da proteggere era l'integrità del corpo reale più che la sua collocazione tombale.

Nel caso delle piramidi più note, peraltro, si trattava di vere e proprie montagne notoriamente realizzate da "qualcuno" e le stesse dimensioni ne avevano immortalato nei secoli, anzi nei millenni, il nome.

Usurpare, sostituire la destinazione originaria, poteva voler dire due cose negative: da una parte non essere ricordati (come ha scritto più sopra qualcuno) poichè quella costruzione era legata indissolubilmente al vero costruttore, e dall'altro, in qualche modo, sentirsi responsabili di un vero e proprio furto sacrilego.
pizia.
00martedì 9 dicembre 2008 16:44
Re:
Hotepibre, 09/12/2008 15.31:


...
E' ovvio che nel caso delle traslazioni di mummie deposte nei c.d. "depositi" non si può parlare di "usurpazione" in senso stretto poichè, in quel caso, il bene primario da proteggere era l'integrità del corpo reale più che la sua collocazione tombale.
...


E il nome, come abbiamo visto successe subito dopo il periodo amarniano, con lo spostamento di mummie, di parti di corredo, di tutte quelle cose che hanno confuso in maniera irrimediabile i fatti.

Effettivamente le tombe non vengono usurpate, almeno fino al periodo saitico (correggetemi se sbaglio), mentre le costruzioni utilitaristiche e le cose mobili sì.

A pensarci bene quando le tombe vennero depredate, anche pochi anni dopo essere state terminate ed usate per una sepoltura, tutto ciò che venne sottratto non poteva essere riutilizzato o ricommercializzato senza opportune modifiche.

Cerco di spiegarmi con un esempio: la piramide di Unas avrà contenuto altre cose, oltre al sarcofago e alla mummia, dunque ii predoni portarono via molti oggetti inutilizzabili così com'erano.
Se un vaso d'olio poteva essere ancora buono durante il Primo Periodo Intermedio e un sacco di semi eduli anche, una sedia di legno dorato col suo nome doveva essere modificata, mentre un gioiello d'oro doveva essere smontato e fuso ed eventuali pietre preziose ritagliate.

Il nuovo destinatario dell'oggetto non avrebbe saputo della sua provenienza illecita, invece l'artigiano sì, ma forse esistevano già gli atei, quelli che non credevano alle maledizioni e alle punizioni divine, quindi non si facevano scrupolo di manomettere gli oggetti, né di violare le tombe.

antonio crasto
00martedì 9 dicembre 2008 17:51
E’ veramente difficile stabilire l’usurpazione di una piramide, una tomba o un tempio. Chi avesse effettuato l’opera sacrilega sicuramente non avrebbe lasciato il nome del precedente possessore. Dobbiamo pertanto ritenere che tutte le piramidi non siano state usurpate basandoci sul fatto che l’azione era decisamente contro il Maat e che nessun faraone avrebbe mai avuto il coraggio di una tale azione.
Le piramidi erano per altro opere gigantesche per cui l’usurpazione non poteva passare inosservata.
Non così doveva essere per le tombe reali, per esempio quelle della Valle dei Re. Esse erano scavate nella più grande riservatezza da squadre di poche centinaia di uomini. Un’eventuale usurpazione poteva benissimo essere nascosta al popolo e tacitata pagando sacerdoti e operai.
Non esiste anche in questo caso la prova di un’eventuale usurpazione, ma ritengo che qualche caso ci sia stato.
Per quanto riguarda i templi sappiamo con certezza che alcuni furono non usurpati, ma smontati. Ciò avvenne in corrispondenza di alcune damnatio memoriae e in particolare per cancellare la memoria dei faraoni del periodo eretico.
E’ il caso del grande tempio ad Aton, a est del grande tempio di Karnak, dell’intera città di Akhetaton, del tempio dei milioni di anni di Amenhotep III, Ay e Tutankhamon.

Pizia stai forse dicendo che i credenti non compiono peccato e che il male del mondo è opera degli atei???
pizia.
00martedì 9 dicembre 2008 18:19
No, immagino che anche i credenti facciano peccato, ma forse con qualche resistenza in più.
In particolare se il credere rasenta la superstizione.
Il furto di cose appartenenti ad una persona è un atto immorale, ma ci sono persone che decidono di essere immorali e farlo: rubando ad un vivo c'è solo il pericolo di essere scoperti, di essere visti fisicamente, ma rubando ad un morto c'è anche qualche pericolo in più a seconda dei poteri che si vogliono attribuire ai morti.

Il re doveva mostrare in prima persona di credere a quei poteri, in modo da dare il buon esempio, così, continuando la tradizione e rafforzandola avrebbe anche avuto maggiori possibilità di non subire tale affronto egli stesso dopo morto.

Quante cachette sono state rinvenute perché si preferiva infilare tutte le vecchie statue e stele votive in un buco e coprirle piuttosto che macchiarsi della loro distruzione o della cancellazione di un nome!
Diego Baratono.
00giovedì 11 dicembre 2008 08:46
Diego Baratono
Buon giorno, scusate il ritardo, ma sapete com'è, mi si sono capottate le renne, con la neve che è venuta ...
La frase che riporto è un testo funerario tratto dai "Testi dei Sarcofagi".
Il brano fu identificato ed analizzato dal Breasted (The dawn of conscience, New York, 1933, p. 221) e poi dal De Buck (The Egyptian Coffin Texts, vol. VII, Chicago, 1961, cap. 1130).
Il testo venne ritrovato su sei esemplari da Berscia (periodo del Medio Regno).
Ritengo sia importante giacché è il Dio Creatore in persona a parlare, pronunciando quattro buone azioni, la quadruplice legge, che Egli ha compiuto nel momento del Tep Zepi, ossia l'origine di tutto.
Tra queste vi è appunto quella di aver fatto sì che l'Uomo, al fine di ottenere la benevolenza delle divinità, non dimenticasse mai l'Occidente.
Questa traduzione, se corrisponde al vero (Donadoni e Rundle-Clark traducono quasi specularmente), porta a pensare che l'Occidente rappresentasse per la mentalità degli E.A. qualche cosa di ben più importante che non quanto fino ad ora si è inteso, o quanto meno, che l'Occidente avesse qualche particolarità, ben nota all'epoca, che a noi è sfuggita.
Secondo Rundle-Clarck, questi principi vennero addirittura formulati dalla divinità prima ancora che sorgesse in forma visibile, quando era ancora un serpente nelle Acque, quindi sono precedenti a tutto lo schema creativo tramandatoci.
In testi similari, anche se qualcuno ha ferocemente criticato i riferimenti al Cerchio, sminuendo "acriticamente" (???) l'importanza di questa figura geometrica, esistono inoltre importanti indicazioni che inducono invece a ritenere che proprio il Cerchio sia una figura fondamentale nell'attrezzatura intellettuale propria della cultura nilotica.
In apparenza, le mie due affermazioni sembrerebbero essere completamente estranee, ma non è proprio così.
A presto, Diego.
antonio crasto
00giovedì 11 dicembre 2008 11:59
Re: Diego Baratono
Diego Baratono., 11/12/2008 8.46:


...
In testi similari, anche se qualcuno ha ferocemente criticato i riferimenti al Cerchio, sminuendo "acriticamente" (???) l'importanza di questa figura geometrica, esistono inoltre importanti indicazioni che inducono invece a ritenere che proprio il Cerchio sia una figura fondamentale nell'attrezzatura intellettuale propria della cultura nilotica.
...



L'ipotesi che i monumenti di Giza siano in qualche modo ispirati alla geometria del Cerchio, può essere correlata alla mia ipotesi che il Cerchio simboleggiasse, in una visione geometrica piana, il Creatore.
In questo caso l'area di Giza sarebbe stata dedicata al Dio Creatore egizio, rappresentato in forma concreta dall'epifania Ra.
Le Piramidi sarebbero templi funerari dei faraoni, ma sopratutto un omaggio al Creatore, volto a esorcizzare possibili nuove catastrofi in Egitto.
Usurpare le piramidi di Giza avrebbe costituito uno sfregio al suo costruttore, ma sopratutto sarebbe stata un'azione sacrilega, una mancanza di rispetto per il Dio Creatore.


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