Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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L'Egitto di .Bata. : Edizione Agosto 2008

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2008 13:50
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
08/12/2008 00:30
 
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Non mi stancherò mai di ripetere quale effetto mi fece vedere i bimbi, appena fuori Luxor, stringersi intorno a me chiedendomi delle biro.

Delle semplici penne...
La nostra guida allora ci raccontò che la povertà in quella zona era tale da rendere quegli oggetti insignificanti (delle Bic) un vero e proprio lusso.
Mi ripromisi che quando sarei tornata ne avrei portate quante possibili com me per donarle loro.
Forse le cose lì oggi sono cambiate, almeno mi auguro che in parte sia così, tuttavia, quando due anni fa ho chiuso il mio negozio, ho messo via tutte le biro che avevo avanzato nel reparto cartoleria, col preciso intento di portarle con me in occasione del prossimo viaggio in Egitto.
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

08/12/2008 00:31
 
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Qualcosa si deve pur costruire, non dimentichiamo che l'Egitto conta 80 milioni di abitanti in aumento esponenziale e il turismo è una delle maggiori fonti di reddito.
Penso anche che sia giusto distribuire il carico turistico in varie parti della nazione, altrimenti solo la capitale continuerà a crescere come un enorme cancro, con tutti i problemi conseguenti.
Per noi relativamente pochi, il traffico dà un certo fastidio quel giorno in cui il Tour Operator prevede visita al Museo del Cairo, ma per loro che lì devono vivere...
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
08/12/2008 11:54
 
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Re:
-Kiya-, 08/12/2008 0.30:

Non mi stancherò mai di ripetere quale effetto mi fece vedere i bimbi, appena fuori Luxor, stringersi intorno a me chiedendomi delle biro.




E' ancora così...


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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
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09/12/2008 16:33
 
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6° Giorno

La sveglia questa mattina è un poco più umana o il nostro accompagnatore non vuole fermarsi nel deserto a seppellirci, sono già le 6,30 quando scendiamo a far colazione.
La giornata si preannuncia molto interessante, sono in programma le visite ai templi di Abydos e di Dendera.
Il buon Mufid promette di farci vedere aerei, astronavi e carri armati ad Abydos mentre a Dendera ci porterà a vedere le famose “Lampade”.
Approfitto dell’occasione per fargli notare che il tempio di Abydos l’ho già visitato due volte al che mi consiglia di visitare il piccolo tempio di Ramses III costruito appena dietro l’Osireion.
Ringrazio e appena giunti sul posto salutiamo i nostri amici che si godono lo spettacolare tempio di Seti I e Ramses II con le sue sette cappelle e la doppia sala ipostila nonché la sala degli antenati e raggiungiamo il piccolo tempio.
E’ un piccolo grande gioiello, una festa di colori ancora brillanti che impreziosiscono le illustrazioni incise sui muri, scene d’offerta, di battaglie, di dei sulle loro barche sacre, ecc..
Quando usciamo, seguendo il consiglio di Mufid, torniamo passando dietro il tempio e qui, sulle pareti esterne della cinta del tempio la grande battaglia del faraone contro i “Popoli del Mare” sembra ancora in corso, carri che calpestano i nemici, guerrieri che tagliano le mani dei nemici uccisi, particolari di carri e cavalli.
Incontriamo di nuovo i nostri amici nei pressi dell’Osireion, uno dei più misteriosi templi dell’antico Egitto.
E’ misterioso soprattutto perché non lo si può studiare essendo abbondantemente sommerso da un’acqua putrida di un colore verde cupo.
Rientrando nel grande tempio ringrazio Mufid per l’indicazione relativa al piccolo tempio e chiedo di vedere le astronavi e tutte le armi di cui ci aveva parlato durante il viaggio.
Sono curioso anche perché non avevo mai cercato quei geroglifici nelle mie visite precedenti essendo più attratto da cose concrete che da fantasie.
Sarà come penso io ma su quell’architrave si vedono chiaramente elicotteri, aerei, carri armati e persino un’astronave; che scherzi può fare una stuccatura mal riuscita!
Lasciatoci alle spalle il tempio di Abydos ci dirigiamo verso Dendera.
Rimaniamo con i nostri compagni e seguiamo le spiegazioni e le illustrazioni che ci fa Mufid finché non giungiamo in una piccola cappella con le pareti e il soffitto riccamente intarsiati come peraltro è tutto il tempio.
In alto, su uno degli ultimi registri, eccole, sono proprio loro le ormai mitiche “Lampade di Dendera”, geroglifici che fanno pensare a molti che gli antichi abitanti di Kemet conoscessero l’energia elettrica se non, addirittura, l’energia atomica.
Mentre usciamo per raggiungere il pulmino la ruota di una macina attrae la mia attenzione, è quella che ha fotografato Ivana, non posso fare a meno di fare altrettanto.
Raggiungiamo Luxor, l’antica Tebe o meglio Waset, verso la metà del pomeriggio, ci sistemiamo in camera e dopo una doccia rinfrescante ci immergiamo in quella che, per me, è la più bella località d’Egitto.

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Le didascalie:

1 - Abydos
2/3/4 - Il Piccolo Tempio d Ramses III
5 - Ramses III e Horo
6/7 - Fregi raffiguranti offerte
8 - Ramses III sulla barca sacra
9/10/11 - Colori di 3000 anni fa
12 - Ramses III offerente
13 - Cartigli
14/15/16/17/18 - Battaglia contro i Popoli del Mare
19 - Il taglio delle mani dei nemici uccisi
20 - Le mani dei nemici
21 - Il Piccolo Tempio dal retro
22 - Osireion
23 - Scorcio della sala ipostila di Abydos
24/25 - L'armata faraonica!!!!!!!
26/27/28 - Dendera, soffitto della sala ipostila
29/30 - Dendera, pareti dopo la ripulitura
31/32 - Dendera, colonne
33 - Dendera, NUT
34 - Dendera, "Le Lampade"
35 - Dendera, Particolare di una cappella
36 - Dendera, "La Macina di PIZIA"
37 - Il Nilo e la Montagna tebana a Luxor
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

09/12/2008 17:29
 
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La macina è sempre lì, tale e quale!

Concordo con te, finora ho viaggiato relativamente poco in Egitto, ma il luogo migliore per stare è Luxor, trafficato un pochino e tranquillo al punto giusto, a contatto con il grande fiume in ogni suo angolo, e dall'altro lato ta set maat.
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
Colui che divenne Re
per onestà
10/12/2008 09:08
 
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7° Giorno

Il giorno precedente per utilizzare al meglio il tempo nell’ultima giornata nella vera Kemet, i nostri compagni di viaggio avevano visitato il tempio di Amon in Luxor e il piccolo museo archeologico che a fronte della sua ridotta struttura è un vero gioiello sia per i reperti ospitati che da come sono esposti.
Io e mia moglie avevamo dedicato questa parte della giornata allo shopping e alla visita ai numerosi amici della città.
Così questa mattina partiamo per la riva ovest con obbiettivo la Valle dei Re, i Templi Memoriali e una sosta presso i laboratori di alabastro.
Durante il viaggio accenno brevemente a Deir el Medina, l’antica Ta Seet Maat, la città degli artigiani che costruirono le tombe e i templi nonché il piccolo tempio del villaggio.
Questo basta ad accendere la curiosità e Mufid, sempre pronto a qualche variante al programma, ce ne propone la visita, cosa che viene accettata all’unanimità.
Al villaggio ho la riprova che non siamo solo noi italiani a non saper visitare luoghi d’arte o archeologici infatti un gruppo di turisti spagnoli si fiondano nelle anguste tombe della necropoli senza dar tempo a noi, ma anche ai loro compagni, di poter ammirare quanto ci circonda.
A dire il vero ho avuto uno scatto d’ira verbale e credo che alcuni di questi presunti turisti abbia capito o almeno intuito il mio sfogo nei loro riguardi.
Attendiamo che il branco selvaggio lasci il sito e ci dirigiamo verso il tempietto posto all’estremità opposta dell’antico villaggio.
E’ un tempio molto semplice, di epoca tolemaica e formato da tre piccole cappelle.
Sulla parete di sinistra della cappella di sinistra, è raffigurata la scena dell’ipostasia o pesatura del cuore, unico esempio in un tempio di una scena solitamente riprodotta su papiro.
Sulla via del ritorno facciamo sosta presso un artigiano che lavora l’alabastro dove acquistiamo dei ricordini per amici e parenti, quindi proseguiamo verso la Valle dei re.
Qui ci separiamo, io e mia moglie saliamo a visitare la tomba di Thutmosi III, forse una delle più belle aperta al pubblico, mentre i nostri amici seguono la guida dando i primi segni di stanchezza.
Raggiunto il piccolo terrazzino naturale dove si apre l’ingresso della tomba, lasciamo defluire alcuni turisti notando come siano abbondantemente bagnati di sudore e quindi scendiamo a nostra volta.
Raggiungiamo l’anticamera e poi, superato il pozzo, la camera sepolcrale in perfetta solitudine, l’umidità è abbondantissima e i due ventilatori in funzione servono a pochissimo.
Abbiamo solo il tempo di volgere lo sguardo alle pareti, di rammentare i colori e i disegni dei dipinti incompiuti e da noi già ammirati in precedenza che una fiumana ininterrotta di persone si riversa nella piccola tomba.
La cosa mi irrita parecchio anche in considerazione che molte tombe sono chiuse (ufficialmente) per eccesso di umidità e altre scusanti (microclima) qui abbondantemente dimenticate.
Cerchiamo di uscire ma la mandria non si ferma costringendo me e un altro turista, forse tedesco, a urlare per farli fermare .
Usciti raggiungiamo il resto della compagnia sotto la tettoia nei pressi dell’ingresso della Valle per poi dirigerci verso i templi memoriali.
La prima tappa è al tempio di Ramses II, il Ramasseo come è oggi chiamato, qui le orde di turisti urlanti non si vedono e possiamo ammirare quanto rimane di quello che una volta copriva una superficie pari a undici stadi di calcio moderni, comprendeva magazzini, cucine, ambienti destinati ai più svariati usi oltre al vero e proprio corpo centrale del tempio, formava a tutti gli effetti una piccola comunità indipendente.
Il tempio memoriale di Hatshepsut, che raggiungiamo subito dopo, al confronto è un tempio che richiama molto di più la religiosità.
La sua imponenza, accentuata dalla verticalità della montagna retrostante, il suo sviluppo su tre livelli e il gran numero di cappello che lo completano lo rendono unico.
Qui, anche a causa del calore che riverbera dalle rocce, cediamo un po’ tutti alla stanchezza, non ho voglia di rivedere quello che conosco bene anche se le spiegazioni di Mufid hanno il pregio di aggiungere sempre qualche tocco di novità senza stravolgere la realtà.
Solamente io e mia moglie saliamo alla terza terrazza solo per fare delle foto, i nostri compagni ci attendono sotto la tettoia, ora munita anche di bar, per poi tornare a Luxor.
Dopo pranzo, come richiesto da Mauro, ci rechiamo in un negozio di profumi e poi tutti in libertà.
Antonella vuole recuperare un po’ le forze e rientra in albergo, Mauro vuole fare una gita in feluca, Alessandra non può non vedere Karnak e Mufid insiste perché vada anch’io.
Come sempre il grande tempio di Karnak, o meglio la Cinta Sacra di Amon del complesso di Karnak, è uno spettacolo anche solo dall’esterno, camminando nei labirinti di colonne, sale e corridoi tutti ricoperti di geroglifici fino all’ultimo centimetro disponibile si ha la percezione della potenza dei faraoni e del clero di Amon.
Ritorniamo in hotel, ci ritroviamo tutti verso l’ora di cena e veniamo raggiunti da Mufid in sala da pranzo, è venuto a salutarci prima di recarsi all’aeroporto per tornare al Cairo.
Usciamo per una passeggiata nel vecchio suq che raggiungiamo con un taxi ma con nostro sommo dispiacere ci rendiamo conto che del mercato arabo non è rimasto molto, le strade sono lastricate di granito, i negozi hanno tutti le insegne nuove e uguali, tutto è spazzato e lindo, alle 23 le saracinesche vengono abbassate.
Una grande delusione.
Nella hall dell’albergo ci salutiamo, il mattino seguente il prof. Mauro o, come ormai lo chiamiamo, ABU MAURO s’imbarcherà per l’Italia, facciamo ancora un ultimo blando tentativo di trattenerlo con noi anche al mare ma i suoi impegni lo richiamano a casa e, a malincuore, deve tornare.
La mattina seguente io, Antonella e Alessandra partiamo per El Qusir per un soggiorno marino, per tutto il viaggio parliamo di ABU MAURO e anche durante la permanenza, ogni tanto, affiorerà nei nostri discorsi.
Eravamo una bella compagnia, chissà se si ricostituirà.

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Le didascalie

1/2 - Deir el Medina - Il villaggio degli operai e la ua necropoli
3 - Deir el Medina - L'ingresso del tempio
4 - Deir el Medina - Interno di una cappella
5/6/7 - Tempio di Dir l Medina - L'ipostasia
8 - La vecchia Qurna, città dell'alabastro e di tombaroli
9/10/11 - Plastico ed eleconco dela Valle dei Re
12 - Ingrsso al Ramasseum
13 - Ramasseum - Ramses II offerent
14 - Ramasseum - Parete dela sala astronomica
15 - Ramasseum - Cortile
16 - Deir el Bahari - Io e Lei
17 - La falesia laterale di Deir el Bahari
18/19/20/21/22/23/24/25 - El Quseir - Soggiorno marino.
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

10/12/2008 11:55
 
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Hai fatto visita alla nostra amica di Luxor?
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
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per onestà
10/12/2008 14:30
 
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Non potovo esimermi.
Le bimbe crescono, Bashmala, la prima, è una vera monella sia nell'aspetto che nel comportamento.
Roha, la secondogenita sta diventando ancora più bella della sorella.
E' una famiglia che mi sembra felice nonostante i guai che sono capitati a Nasser negli ultimi anni.
Non ho potuto restare molto con loro perchè in totale restavo a Luxor solo un giorno e mezzo, già totalmente impegnato dal programma.

Ciao, BATA.
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Suddito
10/12/2008 15:52
 
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Mi corre l'obbligo di ringraziare .Bata. per il report fotografico dettagliato ed i suoi amici non ho letto tutto il post ma sono stato colpito da questa immagine di cui tanto si è parlato e della cui autenticità non vi è più alcun dubbio e mi domando: ma sono cose che hanno potuto gli egizi vedere davvero o è una casuale somiglianza a ciò a cui l'uomo è arrivato dopo oltre 4000 anni e che invece per gli egizi avevano un significato? Ma poi il resto è il futuro? So che sono domande già fatte e a cui nessuno ha dato risposte ma a voi le faccio visto che vi siete trovati faccia a faccia con questi geroglifici e sapere cosa avete provato voi mi incuriosisce non poco.



P.S.: vi seguo sempre poco ma vi seguo ...
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
10/12/2008 16:30
 
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Il dott. Chioffi, in un suo testo, scrive che: "i re sovente cancellavano i testi lasciati dal predecessore coprendo tutto con uno strato d'intonaco, sul quale nuove scritte in geroglifico, alternate a raffigurazioni, elencavano i titoli e le imprese del sovrano regnante. Ma con il tempo l'intonaco s'indebolisce e si sgretola per cui oggi appare un insieme di ciò che via via è stato rappresetnato sui vari strati.
Dai vari strati di intonaco riusciamo a identificare chiaramente tre geroglifici che, sovrapposti, danno l'impressione di rappresentare un disco volante: sono il segno della bocca (r), del braccio(a) e del canestro (K)."

Quando visitai il sito con Alberto Elli, esperto in geroglifici, ci fece vedere come si era formata l'illusione ottica: cioè con parte del segno sottostante e parte di quello sovrastante, nonchè causato anche da un piccolo sgretolamento dell'intonaco...
[Modificato da -francis- 10/12/2008 19:21]
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