Il significato della parola
Ad occhio riesco a comprendere che la parola "sacrificio" deriva dal latino sacrum e facere e potrebbe voler dire "rendere sacro".
Nel linguaggio corrente però un sacrificio è la rinuncia a qualcosa, mentre il valore etimologico della parola è più esattamente indicata da "consacrato", anche se, pure questo concetto, etimologicamente potrebbe essere ricondotto, più sottilmente, ad altro.
Sotto alcuni aspetti i due significati del sacrificio potrebbero coincidere, solo noi, a distanza di millenni facciamo caso alla differenza, ma forse, quando il sacrificio nacque le due cose coincidevano.
Seppellire i morti è certo stato un primevo atto di grande pietas dell'uomo verso sé stesso, ma cominciare anche ad aggiungere qualcosa è certo il segno di un nuovo pensiero.
Quando l'uomo aveva poco e niente, mettere quel poco nella tomba di un morto doveva certo essere un gran sacrificio per tutti, davvero la comunità si privava di parte del cibo, di strumenti, di armi, di cose preziose, utili ed indispensabili per farne dono ad un membro della comunità che se ne andava.
Era ovviamente ferma la convinzione che tali cose dovessero servire nel posto in cui sarebbe andato, altrimenti non si sarebbe fatto così grosso sacrificio; inoltre, in quel particolare momento della storia dell'uomo, la divinità non esisteva ancora, quindi non sarebbe nemmeno giustificato parlare di sacrificio nel senso etimologico della parola, ma solo nel senso di "privazione".
Naturalmente penso all'Egitto e all'Africa in generale e porto a confronto i corredi delle varie sepolture di tutti i tempi, ma presso le altre civiltà nasce analogamente l'idea di sacrificio?
Perché in ogni punto della terra in cui ci sono tracce di colonizzazione umana antichissima ci sono tombe e dentro a queste c'è della roba?