Era ovviamente ferma la convinzione che tali cose dovessero servire nel posto in cui sarebbe andato, altrimenti non si sarebbe fatto così grosso sacrificio; inoltre, in quel particolare momento della storia dell'uomo, la divinità non esisteva ancora, quindi non sarebbe nemmeno giustificato parlare di sacrificio nel senso etimologico della parola, ma solo nel senso di "privazione".
Questo tuo pensiero mi fa riflettere...
perchè affermi che in quel momento storico la divinità non esisteva ancora? Forse interpreto, però, male il tuo riferimento temporale...
direi che potremmo parlare di "divinità" fin da quando l'uomo comincia ad avere percezione del sovrannaturale (inteso come tutte quelle manifestazioni della natura che non sapeva spiegare altrimenti).
Possediamo tracce riconducibili all'esistenza di miti cosmogonici che sono state datate a 30.000 anni fa (pitture rupestri del Pleistocene).
E' pur vero che, però, le prime testimonianze concrete di un credo religioso sono assai più recenti, risalgono infatti a 5000 anni fa. Quindi parlare di riti cosmogonici, 30.000 anni fa èpotrebbe apparire ancora alquanto azzardato.
Tornando all'importanza dei corredi funerari, credo che già l'esistenza di pratiche specifiche volte ai defunti fosse indice dell'esistenza di un credo e che questi, a sua volta, giustificasse il privarsi di alimenti, oggetti, utensili, praticamente fondamentali e indispensabili, nonchè scarsi in termini di disponibilità, per dotare il congiunto di quanto gli sarebbe servito nell'altra vita.
Credo anche che ciò sia coinciso con la nascita dell'esigenza di credere in un'altra vita, altrove, in altri luoghi, nemmeno terreni, ma pur sempre una continuità. Anche un modo per tutelare la propria tranquilla esistenza, tenuto conto che il credere in un'altra vita, presuppone anche la possibilità che, da essa, i defunti potessero "vedere", e giudicare, quale trattamento gli fosse stato concesso. Per questo era fondamentale che fossero soddisfatti. Da qui e dall'esigenza di sconfiggere l'idea della morte (niente di più attuale, oltretutto) il desiderio/necessità di dotare il defunto del suo corredo. Una sorta di garanzia, oltretutto, che, probabilmente, pacificava le coscenze all'idea che un giorno, avrebbero ricevuto il medesimo trattamento.