| | | OFFLINE | | Post: 798 Post: 612 | Registrato il: 21/10/2006 | EgiTToPhiLo/a | Artista del Re | |
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13/04/2008 09:31 | |
Hotepibre, 13/04/2008 0.47:
Quanto alla notizia di Diodoro Siculo riportata sopra (e di cui sinceramente neppure io avevo mai sentito nulla), direi che potrebbe anche trattarsi di una interpretazione dell'autore, o potrebbe essere svincolata dal contesto. Inoltre, la ricettazione (poichè è di questo che si sta parlando) era, ed è ancor oggi, un reato ancor più grave del furto in se. La legge italiana (art. 648 C.P.) prevede, tra le altre, la pena della reclusione da due ad otto anni.
Questo perchè se non ci fosse il ricettatore, il ladro cosa se ne farebbe delle cose rubate?
Non vorrei che Diodoro abbia male interpretato una consuetudine esistente non legalmente, ma solo negli ambienti ladreschi dell'epoca!
A mio parere Diodoro Siculo non mi sembra così facilone anzi, egli tiene a precisare quanto sia stato attento nel suo ruolo di storico:
«Ora, per quanto riguarda ciò che hanno inventato Erodoto e qualche autore che ha trattato le vicende egiziane, preferendo deliberatamente alla verità la narrazione di storie strabilianti e la creazione di miti fittizi per affascinare i lettori, lo ometteremo, mentre esporremo proprio ciò che è scritto nelle cronache dei sacerdoti egiziani e che abbiamo esaminato scrupolosamente» - I 69,7
Inoltre Diodoro parla chiaramente di “legge egiziana” di “legislatore” che non fanno pensare a consuetudini illegali, senza dimenticare che la dott.ssa Marta Zorat tende a confermare la cosa. |