| | | OFFLINE | | Post: 7.073 Post: 6.865 | Registrato il: 12/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Capo del Tesoro | - ShemsetRa - Architetto Reale | |
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03/03/2006 12:31 | |
Nelle opere di artigianato e arte i numeri hanno spesso un significato di rilievo.
Cominciamo da lontano:
Uno due e tre sono numeri ben significativi per tutte le civiltà antiche, fanno parte di un insieme di conoscenze ascrivibili già al periodo paleolitico e forse anche preglaciale: l’uno può essere un simbolo egoistico oppure divino, rappresenta comunque l’unicità, il due rappresenta la coppia, la coscienza dell’altro del differente e della dualità, il tre comincia ad essere un simbolo complesso di trinità, famiglia, pluralità.
Il quattro assume significati simbolici ben più tardi, forse nel neolitico o dopo, e si lega a concetti spaziali e geografici, come i punti cardinali. Grazie a questo numero gli edifici (anche quelli precari) assumono forma in pianta di quadrato o rettangolo e abbandonano quella circolare.
Che il quattro fosse un numero molto usato dagli Egizi lo sappiamo, abbiamo sotto gli occhi le piramidi, ma ci sono anche i vasi canopi, i mattoni magici, i figli di Horus, ecc.
Numeri simbolici ufficiali dell’Egitto sono certamente l’otto e il nove, le congreghe di dei con o senza il Primo, il demiurgo, il padre di tutti, dei e umani.
Non trovo però un significato per il cinque, il sei, il sette, quest’ultimo molto importante nella nostra cultura moderna, nella religione cattolica e non solo.
Che dire poi di altri numeri importanti come il dieci, il dodici, il venti, il ventiquattro, il cinquanta, il sessanta, il cento ecc.?
Avevano questi altri un valore simbolico nell’Egitto antico?
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