Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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TT353: La seconda tomba di Senenmut

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13/01/2007 17:59
 
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Re: Re:

Scritto da: pizia. 12/01/2007 19.29


Secondo me non ci sono prove per asserire che il lato rivolto ad ovest avesse qualche volta cambiato la sua collocazione con quello rivolto ad est, comunque per sicurezza chiederò a qualche geofisico.



E’ vero, non ci sono prove dirette inequivocabili, non di meno però esiste una prova inconfutabile che dimostri il contrario, comunque difficilmente troverai un geologo o un astronomo che ritenga possibile una cosa del genere, anche se ultimamente le cose stanno cambiando.



Unico tipo di inversione possibile che io conosca è stata quella, ipotizzata da molti studiosi, ma non ancora del tutto certa, dell'inversione dei poli magnetici avvenuta più volte durante la vita del nostro pianeta, possibile concausa delle glaciazioni.
Forse è possibile che l'uomo primitivo avesse avuto percezione in qualche modo di tale avvenimento.



Che l'inversione dei poli magnetici possa essere una possibile concausa delle glaciazioni mi risulta nuova, se hai qualche informazione fammi sapere, altrimenti…

Tornando a noi, è chiaro che parliamo dello spostamento dell’asse di rotazione della Terra e non di quello magnetico, del quale, gli antichi egizi ed altri ne erano allo scuro, almeno per quello che so.

Riguardo alle glaciazioni la scienza ortodossa non ha ancora dato una spiegazione sostenibile, ecco un osservazione interessate di Velikovsky:

«Non solo sono sconosciute le cause dell’apparizione e della successiva sparizione della calotta glaciale, ma perfino la forma geografica dell’area ricoperta dal ghiaccio costituisce un problema. Perchè mai la fascia di ghiaccio, nell’emisfero meridionale, mosse dalle regioni tropicali dell’Africa verso le regioni polari antartiche e non in direzione opposta? E perché, analogamente, nell’emisfero settentrionale il ghiaccio mosse in India dall’equatore verso le montagne dell’Himalaya e le più elevate latitudini? Perché i ghiacciai dell’Era Glaciale copersero la maggior parte del Nord America e dell’Europa, mentre il nord dell’Asia ne rimase libero? In America la calotta di ghiaccio si estese fino alla latitudine di 40° e superò perfino quel limite; in Europa raggiunse la latitudine di 50°; mentre in Siberia nord-orientale, al disopra del Circolo Polare, anche al disopra del 75° parallelo, non rimase coperta da questo ghiaccio eterno. Tutte le ipotesi riguardando l’aumentata o diminuita insolazione dovuta ad alterazioni solari od a cambiamenti di temperatura dello spazio cosmico, ed altre simili supposizioni, non possono eludere questo problema.
I ghiacciai si formano nelle regioni coperte da nevi eterne; per questa ragione restano sulle pendici delle alte montagne. Il nord della Siberia è il punto più freddo del mondo. Perché l’Era Glaciale non toccò questa zona, mentre visitò il bacino del Mississippi e tutta l’Africa a sud dell’equatore?
A questo problema non si è data finora alcuna soluzione soddisfacente.»

Oggi, come ho accennato precedentemente, nel mondo accademico le cose iniziano a cambiare, vi riporto un paio di citazioni prese dal web:

«TJEERD H. VAN ANDEL, che insegna all'Università di Stanford (USA) ed è membro dell'Accademia Olandese delle Scienze, scrive: "I geologi per lungo tempo hanno considerato la Terra come un'entità caratterizzata […] da una lenta evoluzione in base a forze immutabili, che hanno sempre avuto la stessa intensità […]. Oggi questa prospettiva non sembra più valida. Più probabilmente la Terra è stata testimone di cambiamenti repentini […]. Le montagne si sollevarono, poi furono spazzate via dalla erosione […] perfino la posizione dei continenti è cambiata in maniera costante."
T. VAN ANDEL, Storia della Terra, Bollati Boringhieri, Torino, 198, p. 9.

Anche J. DOUGLAS. MAC DOUGALL, professore di Scienze della Terra presso l'Università della California a San Diego, riconosce l'aspetto dinamico della Terra: "Per la maggior parte di noi l'ambiente naturale è, in qualche modo, stabile […]. Ma la Terra, nel corso della sua vita, ha subito straordinarie trasformazioni. Nei miliardi di anni della sua esistenza, il nostro pianeta è stato colpito da catastrofi su scala così enorme da non essere confrontabili ai casi dell'esperienza umana […].
Nel corso della storia della Terra […] si sono avute […] rapide e totali distruzioni di grandi porzioni dei regni vegetali e degli animali […]. Cambiamenti così radicali della flora e della fauna si riflettono nelle testimonianze fossili. In tempi abbastanza recenti, i geologi hanno incominciato a pensare che tali estinzioni di massa siano in realtà catastrofi […]. La teoria della tettonica delle placche ha profondamente modificato lo stato delle nostre conoscenze."
L. MACDOUGALL, Storia della Terra, Torino, Einaudi, 1999, pp. 4,5,9.»

Un inciso, in genere sono molto scettico sulle informazioni prese dal Web, ho provveduto a reperire i due testi citati sia per controllarne le citazioni, sia per farmi una cultura.

L’ipotesi dello spostamento dell’asse di rotazione della Terra spiegherebbe le suddette anomalie, in proposito ci sono varie teorie più o meno plausibili: lo scontro con un grosso asteroide, l’incontro ravvicinato con una cometa od un pianeta, lo slittamento della crosta terrestre come ipotizzato da Charles Hapgood ritenuto tra l’altro possibile da un certo Albert Einstein.
Visto che non abbiamo la scienza infusa certe ipotesi prima di scartarle a priori, come spesso succede, la comunità scientifica dovrebbe valutarle seriamente.




Altro tipo di "rovesciamento" fu quello percepito, ma in realtà frutto solo di una convenzione, che avvenne dopo cica 400 anni dall'inizio del calendario, quando cioè, a causa del mancato conteggio di quelle ore che attualmente per noi, vengono convolgiate nel 29 febbraio degli anni bisestili, gli Egizi si trovarono di fronte all'inspiegabile dilemma di avere le ricorrenze tipicamente estive molto spostate verso l'inverno.



Qui più che "rovesciamento" si deve parlare di “ritardo”.



Il papiro detto di Ipuwer potrebbe, secondo alcuni, essere il racconto di un cataclisma, forse di ricordo ancestrale, forse dell'esplosione dell'isola di Thera.

Per quanto riguarda Erodoto non so e non capisco perché scriva quelle cose, ma in ogni caso generalmente non incontra la mia fiducia, anzi...



Se ci troviamo di fronte ad un evento descritto non da una sola cultura, come quella egizia, ma anche in altre per di più mai venute a contatto fra loro mi viene da pensare che possa esserci più che un fondo di verità, a prescindere della fiducia che si possa avere in questo o in quel autore.
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