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Valle dei Re le tombe "sconosciute"

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2015 12:52
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
06/12/2015 17:47
 
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La tomba kv 63
La Tomba KV 63

La KV 63 è la penultima tomba scoperta nella Valle dei Re. La tomba è composta da un pozzo profondo 5 metri in fondo al quale si accedeva a una porta alta 1,5 metri chiusa da blocchi di pietra senza alcun tipo di sigillo, dietro questa porta si trova la camera unica che misura quattro metri per cinque.
La KV63 è situata nella zona tra la KV10 (Amenmesse) e la KV 62 (Tutankhamon), nel cuore del ramo orientale della valle e in prossimità dei principali crocevia.
La scoperta avvenne durante gli scavi compiuti sui resti delle capanne di operai della XIX dinastia situate all’ ingresso della KV 10, la tomba di Amenmesse. Durante l'esplorazione di uno strato di roccia scura, si giunse a uno strato formate scaglie di pietra bianca lasciato dagli scavi di Carter. Un’ulteriore esplorazione rivelò un angolo tagliato nella roccia che si rivelò essere il bordo superiore di un pozzo verticale. A quel punto la squadra sapeva di aver scoperto qualcosa di molto più elaborato e significativo di quanto rappresentassero i resti delle capanne dei lavoratori. Purtroppo, la scoperta venne alla fine della stagione 2004-05 di scavo, e ulteriori scavi dovttero essere rinviati all'autunno successivo
La KV63 è stato scoperta il 10 marzo 2005. La notizia che il pozzo portava ad una camera fu diffusa l'8 febbraio 2006, da parte del Consiglio Superiore delle Antichità, che ha accreditato la scoperta fatta dal team di archeologi americani dell'Università di Memphis, sotto la guida del Dr. Otto Schaden. La camera, alla quale è stato dato i numero "KV63" in conformità con la convenzionale numerazione utilizzata nella Valle, inizialmente si pensò fosse una tomba reale, la prima scoperta dopo la KV 62, la tomba di Tutankhamon, da Howard Carter nel 1922, ma dopo i primi approcci, si rivelò essere una “cache” per la conservazione di materiali usati per la mummificazione.
Ad una prima sommaria ispezione il contenuto della camera risultò essere di sette bare di legno e 28 grandi giare usate per lo stoccaggio.
I sarcofaghi erano di splendida fattura, alcuni dei volti erano colorati e rifiniti, per distinguerli venne assegnato ciascuno una lettera progressiva dell’ alfabeto, rispettivamente A,B,C,D,E,F e G.
Come luogo per il restauro lo studio e la conservazione dei reperti venne scelto la sala colonnata della adiacente tomba KV 10.
La rimozione e l’apertura delle giare iniziò il 2 marzo 2006 e la maggior parte dei vasi assieme a un grande vaso di alabastro che conteneva piccoli vasi confezionati in argilla cruda furono trasferiti nella KV 10. I vasi erano chiusi da coperchi di argilla senza nessun sigillo. I vasi e i contenuti erano simili a quelli della KV54, la cache imbalsamazione Tutankhamon.
Man mano si procedeva alla loro apertura il contenuto si rivelò essere per la maggior parte natron, in tutto circa 400 kilogrammi, semi, conchiglie, ceramiche assortite, piccole ossa di animali, frammenti di papiro, vassoi di argilla cruda, pezzi di corde vassoi di argilla, chiusure per anfore di argilla. La scoperta più importante fu di un letto in legno con teste di leone, smontato a pezzi, un telaio molto probabilmente utilizzata per sostenere la mummia in piedi durante la cerimonia per l’apertura della bocca. Con questa cerimonia i sensi del defunto venivano ripristinati magicamente per il viaggio verso l'aldilà.
Sempre nel marzo 2006 si iniziò l’ opera di recupero e conservazione del primo sarcofago, l’A.
Tutte le bare furono aperte dopo un adeguato lavoro di rinforzo del legno a mezzo di speciali resine a causa del pessimo stato del legno corroso dalle termiti che si sbriciolava appena toccato. L’ ultimo sarcofago il D fu aperto il 6 luglio 2006.
La speranza di trovare qualche mummia fu delusa, nonostante il dottor Hawass avesse già espresso il suo convincimento che in qualcuno dei sarcofaghi fosse custodita la mummia della regina Kiya, madre di Tutankhamon.
Allo loro apertura i sarcofaghi rivelarono invece che contenevano anche loro avanzi del materiale usato per la mummificazione inclusi sali, biancheria, cuscini, ceramiche deliberatamente rotte e collane floreali alcune intrecciate con strisce d'oro, probabilmente i resti di collane shebiu.
Qui di seguito l’ elenco di sarcofaghi e delle loro particolarità:
A – la parte inferiore era ridotta in pessime condizioni, la parte superiore conservava la maschera della primitiva proprietaria e tracce di intarsi e dorature.
Anche se molto frammentaria e fragile a causa dei danni provocati dalle termiti, alcuni testi sono stati recuperati sotto lo strato di resina. Portavano il titolo di "Reale Nutrice" (mn't NSW) e il nome di Iny. Il testo più lungo testo era sulla fascia trasversale superiore, lato sinistro: “Reverendo, vedo Re in cielo e bevo l'acqua dalla fonte…”, il defunto non è mai identificato come Osiride e le solite divinità non sono citate.
Ciò fa presumere che il sarcofago fu prodotto durante l’ epoca amarniana e che la stessa fosse stata la nutrice di una delle figlie di Akhenato. Conteneva anfore rotte, tra cui una in alabastro. Nessuna traccia di scrittura.
B – La parte inferiore era in ottimo stato mentre la parte superiore era malridotta, il viso, ben rifinito era staccato e posto rovesciato sul sarcofago. Sul fondo una stuoia di foglie di palma frammenti di ceramica in specie blu, tessuti e sacchetti contenenti natron. Titolare sconosciuta.
C – Molto deteriorata, conteneva due pezzi di cornici in calcare, una ciotola in miniatura, un grande orcio e alcuni blocchi di pietra. Nessuna traccia di scrittura.
D - la bara infantile, è stato rimossa e aperta per ultima . La bara di legno è rivestito in oro, ma purtroppo vuota. La parte del viso e della testa, splendidamente eseguita sembrava essere in buone condizioni, ma il resto del legno era in cattive condizioni a causa dei danni delle termiti. La bara misura ca. 46 cm di lunghezza, è quindi leggermente più lunga del cofanetto dorato della G. Conteneva solo cuscini. Nessuna iscrizione.
E – Sarcofago di ottima fattura tutto ricoperto di resina nera. La rimozione della resina ha messo in luce fasce laterali iscritte e un nome di donna. La sua descrizione completa è: "l’ Osiris, Henut-wadjbu, giusta di voce." In questo caso la scritta fa presumere che il sarcofago fu prodotto in epoca post amarniana. Il contenuto era composto da ghirlande e collari floreali in ottime condizioni, tra cui alcune con supporto di papiro e una intrecciata con lamine d'oro.
F – il sarcofago era in pessime condizioni solo il bellissimo viso era splendidamente conservato, tanto che dagli scavatori fu battezzata “la Principessa”. Le fattezze del suo volto e gli occhi riportavano come modello al famoso ritratto di Nefertiti. Nessuna iscrizione. La finezza della sua lavorazione era simile a reperti trovati nella tomba di Tutankhamon.
Al suo interno vi erano solo frammenti di ceramica, natron, stuoie, tessuti e sei piccole ciotole.
G – il sarcofago della giovinetta è stato aperto il 26 maggio del 2006, conteneva cuscini e sotto di essi un piccolo sarcofago antropoide dorato. G era il sarcofago meglio conservato della tomba forse per la sua posizione sopra le altre bare. Era ricoperto di resina nera come gli altri, ma il suo volto era più stilizzato con gli occhi sbarrati doveva essere fatto per una fanciulla, conteneva sei cuscini fatti in lino finissimo e imbottiti con piuma. Sotto i cuscini le due parti di un piccolo cofanetto antropoide, di 42 cm circa, ricoperto foglia oro rosa Una volta rimosso lo strato di resina nera che lo ricopriva si rivelò essere ricoperto da una foglia d’oro. In entrambi i reperti nessuna scrittura atta a individuare il proprietario è stata trovata.
Scarsi sono i riferimenti cronologici.

- segue -
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