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Valle dei Re le tombe "sconosciute"

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2015 12:52
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
28/07/2015 15:21
 
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Contenuto della tomba catalogato da Russel:
1 – Piccole Lama di cesello in rame
2 - Pannello e porta da santuario
3 - coperchio del grande vaso di alabastro
4 - seconda porta da santuario
5 - "mattone magico"
6 - pannello dal santuario con la figura cancellata di Akhenaton
7 - perline blu fajence sparse
8 - scatola
9 - "mattone magico"
10 - tetto del Santuario (?)
11 - pannello del Santuario
12 - pannello laterale del santuario (?)
13 - scatola
14 - resti di una cassetta di legno contenente 156 oggetti, tra cui vasi unguento, rotoli di papiro, modello wandts, due figure di Bes, una piccola figura di ragazza che trasportano un vaso, Wadjet-occhi e modelli di frutti
15 - teste di leone da bara, frammenti di tenoni., ureo con il nome tardo di Aten
16 - bara e mummia
17 - "mattone magico"; frammenti di sigillo
18 - plinto di statua (?)
19 - vasi canopi
20 - "mattone magico"
21 - scatola
22 - resti di una piccola cassetta contenente amuleti e altro materiale "per la cerimonia dell’apertura della bocca", tra cui il manico di uno scalpello, quattro blocchi di alabastro, coltelli di selce e due ciottoli rossi
23 - scatola
24 – vaso con base di alabastro; frammento di mobili con i cartigli di Tiye e Amenhotep III

Nel 1993, Lyla Pinch Brock liberò la tomba dalla sporcizia accumulata e nel 1996 riparò l'intonaco nella camera di sepoltura e le scale rotte. Successive e più approfondite ricerche portarono alla luce altri reperti che apparivano in contraddizione tra di loro come frammenti di sigilli con il nome di Tutankhamon, etichette vino con il nome di Amenofi III mentre un’altra recava quello delle tenute di Sitamon; un tubo per kohl di ematite nera con i cartigli di Amenofi III e della regina Tiye, un altro vasetto di amazonite verde con quello di Amenofi III; un frammento di vaso in vetro opaco bianco con parte del cartiglio di Amenofi II (ora allo Swansea Museum), mentre il resto del vaso fu trovato nella KV35 e ora fa parte delle collezioni del Museo del Cairo; anche un ostrakon con il progetto della tomba. Amuleti a forma di pilastro djed e ibis in faience blu e grani di collana d’ oro a forma di conchiglia, ornamento tipico della XII dinastia.
I pannelli del santuario erano sparsi per l’ambiente, uno fu trovato sulle macerie del corridoio, un altro sull’ingresso della camera le rimanenti parti appoggiate alla parete più grande, due di loro recavano tracce di doratura con i resti di una scena nella quale Akhenaton, la cui immagine assieme ai suoi cartigli fu abrasa e sostituiti con il nome e i titoli di suo padre con sua madre, Tiye, sono raffigurati adorando e facendo offerte a Aton, il disco solare.
Un’altra curiosità in questa tomba. Gli operai intenti allo smontaggio del santuario, vi dimenticarono gli attrezzi, un set di scalpelli di rame per il legno. La doratura della superficie fu ottenuta con una foglia d’oro dello spessore di mm. 0.005 (5 micron). Il metallo impiegato era di alta qualità, composto da oro 95%, argento 2%, rame 2% e l’ 1% di tracce di altri minerali.
Anche i quattro canopi, fatti in alabastro di accuratissima fattura, rappresentano un’immagine femminile, di sensuale bellezza indossante una tipica parrucca in voga nell’ epoca amarniana. La scritta sul corpo dei canopi benché quasi completamente abrasa, mostra inequivocabilmente il nome della principessa Kiya e un foro praticato sulla parrucca sembra indicare una probabile riutilizzo per una regina amarniana, forse Merytaton.
Ma il pezzo più importante e intrigante è il sarcofago e il suo contenuto. Il tutto suscitò una serie di interrogativi che a tutt’oggi non sono stati risolti.
Il sarcofago, mostrava una preziosa finitura rishi dove furono usate pietre pregate, lapislazzulo e turchese per i blu, corniola e realgar per i rossi, ancora più ricca dei sarcofaghi di Tutankhamon e di Amenofi III, del quale furono trovati frammenti nella KV 22.
Il sarcofago fu realizzato per la sepoltura di Akhenaton, infatti la postura è quella classica dei sovrani, mani incrociate sul petto per reggere i due scettri, l’Hekat e il Nekhekh e la barba osiriaca.
Il sarcofago venne modificato per accogliere la mummia di una regina, fu asportato il nemes sostituito da una pesante parrucca nubiana, in voga in quell’epoca, ornata con l’ureo. I cartigli relativi all’occupante erano stati erasi mentre il volto era stato strappato quasi totalmente lasciando solo l’occhio destro.

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