Misteri tra i tesori di Tutankhamon

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-Kiya-
00mercoledì 4 gennaio 2006 13:20
La tomba di Tutankhamon è l'unica tomba egizia tra quante ritrovate, risultata praticamente intatta.
Ciò ci ha dato la grande opportunità di ammirare, almeno in parte, gli oggetti che seguivano i faraoni nella loro dimora eterna.
Tutto ciò che il Faraone amava, tutto quanto fosse ritenuto necessario per la sua nuova vita, veniva seppellito insieme a lui.
Tesori inestimabili, gioielli, carri da guerra e gli oggetti ad Egli più caro, trovavano posto nelle stanze e negli annessi.

Tra il corredo funebre di Tut, non pochi sono gli oggetti che lasciano perplessi....
andrò a memoria nell'elencarli, quindi indubbiamente ne salterò qualcuno...
Il pettorale con lo scarabeo in silica glass... i coltelli con la lama in ferro, quando il ferro in Egitto ancora non doveva essere entrato in uso (possibili doni di Paesi stranieri...). Ma ciò che più mi ha colpito è la presenza dei due feretri di neonati, seppelliti con ogni cura e deposti accanto a lui, di cui non sappiamo nulla...
E che dire della totale assenza di papiri? In una tomba reale nemmeno uno scritto? o forse c'erano e sono stati sottratti? e perchè? cosa potevano contenere? informazioni così temibili? per chi?
sono tali e tante le domande che mi pongo in proposito.... ma le vedremo un po' per volta.
Per ora... a voi la parola ;)
Messalinaxxx
00mercoledì 4 gennaio 2006 14:43
Re:
la sua tomba e' stata ammassata un po' alla rinfusa e in fretta... pero' vai con le domande che ti chiedi, cosi' magari proviamo a dare loro delle risposte

;)
Alexander Brandy
00mercoledì 4 gennaio 2006 18:10
Re: Re:

Scritto da: Messalinaxxx 04/01/2006 14.43
la sua tomba e' stata ammassata un po' alla rinfusa e in fretta... pero' vai con le domande che ti chiedi, cosi' magari proviamo a dare loro delle risposte

;)



penso che per dare risposte esatte bisognerebbe aver vissuto con loro.... bisognerebbe entrare nella loro mente, nella loro psicologia... :sm029:
Maat Ka Ra
00mercoledì 4 gennaio 2006 18:13
un altro fatto degno di nota:

diversi oggetti rinvenuti sembrano appartenere ad altre persone. Molti studiosi sospettano che alcuni siano stati letteralmente "riclicati" da altre tombe, forse proprio perchè la sua scomparsa è stata così improvvisa da non aver dato tempo agli artigiani di riprodurli. Non potevano certo sepperlirlo senza l'"essenziale"! :)
Alexander Brandy
00mercoledì 4 gennaio 2006 18:17
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 04/01/2006 18.13
un altro fatto degno di nota:

diversi oggetti rinvenuti sembrano appartenere ad altre persone. Molti studiosi sospettano che alcuni siano stati letteralmente "riclicati" da altre tombe, forse proprio perchè la sua scomparsa è stata così improvvisa da non aver dato tempo agli artigiani di riprodurli. Non potevano certo sepperlirlo senza l'"essenziale"! :)



ma second te davvero un popolo che comunque considerava fondamentale l'aldilà riciclasse oggetti di altri defunti??? mi se,mbrerebbe improponibile come tesi... no?
Maat Ka Ra
00mercoledì 4 gennaio 2006 18:48
..no, non c'è nulla di strano, tanto più che in vari altri casi è più che provata, la cosa...ricicli di vasi, sarcofagi, suppellettili varie....le tombe stesse!!
il dubbio in questione riguarda ad esempio i vasi canopi di Tut. Prima del periodo di Akhenaton, probabile padre di Tut, i vasi canopi (4) riportavano sui coperchi le sembianze delle quattro divinità deputate alla protezione di determinate parti del corpo. Con la rivoluzione di Akhenaton, che ha cercato (invano! [SM=x822722] ) di imporre un unico dio, cioè Aton, queste teste prendevano le sembianze del defunto.
I vasi canopi di Tut hanno il volto di una donna, che potrebbe essere Kiya, se non sbaglio...ma qui la NOSTRA Kiya saprà certamente meglio di me come sono state interpretate le cose...
Alexander Brandy
00mercoledì 4 gennaio 2006 18:52
Re:
:sm029: :sm029:

Scritto da: Maat Ka Ra 04/01/2006 18.48
..no, non c'è nulla di strano, tanto più che in vari altri casi è più che provata, la cosa...ricicli di vasi, sarcofagi, suppellettili varie....le tombe stesse!!
il dubbio in questione riguarda ad esempio i vasi canopi di Tut. Prima del periodo di Akhenaton, probabile padre di Tut, i vasi canopi (4) riportavano sui coperchi le sembianze delle quattro divinità deputate alla protezione di determinate parti del corpo. Con la rivoluzione di Akhenaton, che ha cercato (invano! [SM=x822722] ) di imporre un unico dio, cioè Aton, queste teste prendevano le sembianze del defunto.
I vasi canopi di Tut hanno il volto di una donna, che potrebbe essere Kiya, se non sbaglio...ma qui la NOSTRA Kiya saprà certamente meglio di me come sono state interpretate le cose...



la kyia sa sempre tutto di ste cose.... si si si...
Messalinaxxx
00mercoledì 4 gennaio 2006 19:08
Re: Re:

Scritto da: Alexander Brandy 04/01/2006 18.17


ma second te davvero un popolo che comunque considerava fondamentale l'aldilà riciclasse oggetti di altri defunti??? mi se,mbrerebbe improponibile come tesi... no?



beh che alcuni degli oggetti rinvenuti nella tomba del re Tut appartenevano a suo padre

:)
Messalinaxxx
00mercoledì 4 gennaio 2006 19:09
Re: Re: Re:

Scritto da: Alexander Brandy 04/01/2006 18.10


penso che per dare risposte esatte bisognerebbe aver vissuto con loro.... bisognerebbe entrare nella loro mente, nella loro psicologia... :sm029:



non proponevo esattezze, anche perche' sarebbero soggettive e comunque dettate da sintonie troppo personali, pero' parlavo di costruirci un dialogo sopra

;)
Alexander Brandy
00mercoledì 4 gennaio 2006 19:33
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Messalinaxxx 04/01/2006 19.09


non proponevo esattezze, anche perche' sarebbero soggettive e comunque dettate da sintonie troppo personali, pero' parlavo di costruirci un dialogo sopra

;)



no amore ma infatti,,, nn volevo criticare te... era un mio pensiero.... scusa se ho dato l'impressione che fosse una crotica a te messa....
-Kiya-
00mercoledì 4 gennaio 2006 20:23
Confermo che i vasi canopi citati da Maat Ka Ra riproducevano il volto di Kiya. E si trovarono molti altri oggetti recanti il nome della Regina, mentre di nefertiti non è comparso nulla. Questa è una delle ragioni che porta a credere che fosse sua madre. Molti reperti portavano il nome di Akhenaton, altri quello di Smenkhkhara. Ciò porta a pensare ad un ulteriore legame di parentela, patterno col primo, fraterno col secondo. Ma per quanto attendibili, queste restano pur sempre supposiszioni allo stato attuale.
La stessa tomba, con ogni probabilità non fu costruita per lui, troppo modesta, ma per Ay, colui che fu il suo successore. Mentre quest'ultimo si impossessoò della tomba Reale, che, a causa della prematura e indubbiamente inaspettata, scomparsa del giovane Re, all'epoca sdella sua morte non era ancora ultimata e pronta ad accoglierlo.
Basta confrontare le strutture delle altre tombe reali appartenenti ai regnanti della XVIII dinastia per rendersi conto che quella che ospita Tut è troppo piccola per un sovrano egizio, mentre risulta idonea per un nobile.
Messalinaxxx
00mercoledì 4 gennaio 2006 21:04
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Alexander Brandy 04/01/2006 19.33


no amore ma infatti,,, nn volevo criticare te... era un mio pensiero.... scusa se ho dato l'impressione che fosse una crotica a te messa....



ma cicciolo... figurati... come se non ti conoscessi
;)
Alexander Brandy
00giovedì 5 gennaio 2006 23:21
Re:

Scritto da: -Kiya- 04/01/2006 20.23
Confermo che i vasi canopi citati da Maat Ka Ra riproducevano il volto di Kiya. E si trovarono molti altri oggetti recanti il nome della Regina, mentre di nefertiti non è comparso nulla. Questa è una delle ragioni che porta a credere che fosse sua madre. Molti reperti portavano il nome di Akhenaton, altri quello di Smenkhkhara. Ciò porta a pensare ad un ulteriore legame di parentela, patterno col primo, fraterno col secondo. Ma per quanto attendibili, queste restano pur sempre supposiszioni allo stato attuale.
La stessa tomba, con ogni probabilità non fu costruita per lui, troppo modesta, ma per Ay, colui che fu il suo successore. Mentre quest'ultimo si impossessoò della tomba Reale, che, a causa della prematura e indubbiamente inaspettata, scomparsa del giovane Re, all'epoca sdella sua morte non era ancora ultimata e pronta ad accoglierlo.
Basta confrontare le strutture delle altre tombe reali appartenenti ai regnanti della XVIII dinastia per rendersi conto che quella che ospita Tut è troppo piccola per un sovrano egizio, mentre risulta idonea per un nobile.



ma forse la sua tomba era troppo piccola per ragione, come dire, di 'spazio fisico' oppure è possibile che ci siano altre spiegazioni in merito?
Maat Ka Ra
00venerdì 6 gennaio 2006 00:22
La grandezza della tomba denota l'importanza di chi vi è ospitato, mettiamola così.....fare una tomba completamente scavata nella roccia aveva anche uncosto, che era certamente giustificato per un faraone, un po' meno per un nobile.....necessita però anche di tempo e Tut è mancato davvero prematuramente, probablimente i lavori per la sua tomba era ancora troppo al principio, mentre Ay, essendo già anziano , ne aveva una pronta..

io comunque continuo a non scartare l'ipotesi dell'omicidio di Tut da parte di Ay, credo sia ancora attendibile come teoria....mia opinione personale.
-Kiya-
00venerdì 6 gennaio 2006 01:54
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 06/01/2006 0.22

io comunque continuo a non scartare l'ipotesi dell'omicidio di Tut da parte di Ay, credo sia ancora attendibile come teoria....mia opinione personale.



ed io te la appoggio appieno! ma del resto, sai bene come la penso...
la TAC effettuata quanlche tempo fa in fondo ha solo screditato l'ipotesi del colpo in testa, ma ci sono molti modi per uccidere una persona. Il veleno ad esempio, e a quanto mi risulta gli esami per verificare tracce di veleno non si sono svolti....
Non sono del tutto sicura di voler puntare il dito su Ay, pero. Credo piuttosto che egli sia stato una pedina nelle mani di una mente più astuta, più calcolatrice... mi riferisco al Generale Horemheb.
Appoggio quindi piuttosto l'ipotesi di un complotto ad opera di quest'ultimo. In fondo Ay non rappresentava un grave problema. Era già molto anziano, la sua parentesi da regnante sarebbe stata breve e inoltre avrebbe destato minor sospetto che non l'immediata incoronazione dell'ufficiale.
Sappiamo che Horemheb era un grande stratega, di conseguenza perchè dubitare che abbia pianificato il tutto fin nei minimi particolari, riuscendo ad uscirne pulito.
E' risaputo anche che non gradiva nè Akhenaton, nè tantomeno i suoi successori, troppo pacifici per il suo carattere bellicoso...
E poi c'è da chiedersi inoltre: se davvero Ay avesse architettato l'uccisione di Tutankhamon in prima persona... che ragione c'era di eliminarlo dalle liste reali???? Horemheb l'ha fatto, proclamandosi diretto discendente di Amenofi III.

Anche questa è una mia personale analisi dei fatti di cuisoiamo a conoscenza e come tale non vuole imporsi alla storia

;)
Alexander Brandy
00venerdì 6 gennaio 2006 11:37
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 06/01/2006 0.22
La grandezza della tomba denota l'importanza di chi vi è ospitato, mettiamola così.....fare una tomba completamente scavata nella roccia aveva anche uncosto, che era certamente giustificato per un faraone, un po' meno per un nobile.....necessita però anche di tempo e Tut è mancato davvero prematuramente, probablimente i lavori per la sua tomba era ancora troppo al principio, mentre Ay, essendo già anziano , ne aveva una pronta..

io comunque continuo a non scartare l'ipotesi dell'omicidio di Tut da parte di Ay, credo sia ancora attendibile come teoria....mia opinione personale.




e allora scusate... perchè il corpo del faraone non è stato spostato in una toba più grande successivamente?? cioè... si che è morto giovane...ma dopo la sua morte ilavori potevano procedere e quando fossero stati terminati, beh, lo avrebbero potuto mettere lì...

o sbaglio???!!!
Maat Ka Ra
00venerdì 6 gennaio 2006 12:04
la possibilità che tomba di un Re venisse violata era certa quanto il sorgere di Ra!....la tomba di Tut ci è giunta intatta perchè il povero ragazzo non ha avuto molto tempo per diventare "famoso" (mettiamola così) e probabilmente il fatto che avessero utilizzato una tomba destinata ad altri, ha fatto si che non ci fossero troppi sospetti sull'ubicazione di sepoltura. C'è da aggiungere che pare che la tomba con le spoglie di Tut sia stata comunque violata nei primissimi tempi appena dopo la sua morte, comunque spostarlo voleva certamente dire creare una gran baraonda attorno alla sua sepoltura e quindi attirare i ladri. In molti casi spesso le spoglie reali sono state spostate (la cachette di Jeser-Jeserw ne è un esempio eclatante, direi) ma questo avveniva quando ormai non vi era più nulla da fare se non salvare il riposo eterno del defunto e magari quelle poche suppellettili abbandonate dai ladri.....;)
Messalinaxxx
00venerdì 6 gennaio 2006 12:31
Re: Re:
La teoria che Horemheb abbia ucciso Tut e' saltata fuori qualche anno fa e francamente mi fa pensare.
In parecchi la scartano pero', mettendo Ay il primo della lista dei sospetti.

A naso penso sia stato Ay. Il testo scritto da Ankhsunamun, la sposa di re Tut, parla di minacce, di paura, di una persona piu' anziana che le stava rendendo la vita molto difficile... non credo si trattasse di Horemheb.

Se solo si scavasse un po' di piu'... chissa' quante prove sono ancora sepolte nella sabbia...

:)
Maat Ka Ra
00venerdì 6 gennaio 2006 14:31
anche io, nel mio MOLTO piccolo, mi schiero a favore dell'ipotesi che vede in Ay il possibile assassino di Tut...magari anche di altri...insomma, secondo me, veste alla perfezione i panni del cospiratore....anche se restano solo ipotesi! :sm087:
Hatshepsut76
00venerdì 6 gennaio 2006 18:03
Ma.... e se invece si trattasse di una odppia macchinazione? Voglio dire: se Ay e Horemheb avessero ordito un ocmplotto ai danni di Tut? Essendo vissuti a contatto col faraone nel medesimo periodo credo che potrebbe essere possibile, non credete? :sm23:
Wild-h3art
00sabato 7 gennaio 2006 17:31
Pettorale di Tut
Guardando attentamente il pettorale di Tutankhamen, ho notato una sorprendente somiglianza, in realazione ai simboli contenuti, col "Caduceo" di Hermes.









Le "Ali" (dello Scarabeo), i "Serpenti" ai lati dell'Occhio di Horus, la "Pietra rara" Tectite Oro Libica o Silica glass (lo Spirito Solare)

Siccome sono anni che faccio ricerche sul Caduceo, l'averlo ritrovato nel pettorale di Tut mi sorprende non poco. Anche perchè vi è aggiunto l'Occhio di Horus, che dovrebbe rappresentare l'Occhio Divino, onnipotente e onnipresente, o "terzo occhio" della dottrina Buddhista.
A questo punto, non mi resta che constatare che lo stesso Caduceo abbia origini più antiche di quanto pensassi.

Chi ha informazioni più dettagliate in proposito, sul pettorale di Tut?


Wild h3art :sm214c:


[Modificato da Wild-h3art 07/01/2006 17.36]

Maat Ka Ra
00sabato 7 gennaio 2006 17:55
... quel simbolo è greco. I greci andavano a studiare in Egitto fin dai tempi antichissimi, dove padre della medicina di allora era il divinizzato 'Imhotep, quindi non ci trovo nulla di strano che questo abbia molto in comune con la simbologia egizia.
Terrei però a precisare che l'Occhio di Horus non ha davvero niente in comune con il Terzo Occhio del Buddismo. L'Occhio di Horus insieme all'Occhio di Osiris, sono gli occhi di Ra....
Sul silica glass so che si tratta di sabbia vetrificata naturalmente e che esitono alcune zone del deserto in cui si trovava. Non ho idea se quest'ultima venisse considerata sacra oppure no.

Però non ho capito che cosa vorresti sapere su questo pettorale... :)

Maat Ka Ra
00sabato 7 gennaio 2006 18:04
rileggendo , ho scritto una cazzata:
un occhio è di Ra, l'altro di Osiris....insieme sono gli occhi di Horus! :imb:
Sorry! :(
Maat Ka Ra
00sabato 7 gennaio 2006 18:07
Wild,
puoi dirmi per favore dove hai preso l'immagine? stavo cercando di interpretarne la simbologia, ma non riesco a vedere chi è raffigurato sul disco lunare...:)
Maat Ka Ra
00sabato 7 gennaio 2006 18:19
Maat Ka Ra
00sabato 7 gennaio 2006 18:34
dunque...credo di aver trovato qualche cosa...

quanto segue è tratto da "Tutankhamon" di T.G. Henry James.
qui dice che lo scarabeo è realizzato in calcedonio traslucido...Lo scarabeo è l'elemento centrale della composizione. Normalmente viene rappresentato mentre spinge davanti a se il disco solare, con riferimento al percorso diurno del Sole-Ra, ma in questo caso lo scarabeo sorregge invece una barca solare che contiene l'Occhio di Horus rappresentante la luna (infatti è il sinistro) che viene espressamente rappresentata al di sopra di esso: la falce della luna con la raffigurazione del disco solare nel percorso notturno, con al suo interno tre figure che rappresentano il dio Thot, con la testa da ibis, il Re Tut al centro e Ra-Horakti con la testa di falco....parla ancora del significato dei vari simboli in esso contenuti......

Forse però Wild volevi sapere dello scarabeo...

Wild-h3art
00sabato 7 gennaio 2006 22:51
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 07/01/2006 18.07
Wild,
puoi dirmi per favore dove hai preso l'immagine? stavo cercando di interpretarne la simbologia, ma non riesco a vedere chi è raffigurato sul disco lunare...:)



Ciao Maat. :D

Questo è la pagina web dove ho preso l'immagine, ma la foto è piccola

http://www.manipura.it/TectiteOro/scarabeo.jpg

presa dal sito:

http://www.manipura.it/TectiteOro/

ma non è molto interessante per una discussione sull'egittologia.

Ho fatto un ingrandimento, ma la qualità della foto non è buona. I personaggi in cima al pettorale non si vedono bene.

Comunque, i greci non erano i soli a "studiare" il Caduceo, e fare qualche piccolo viaggetto in Egitto a caccia di novità (forse c'ero anch'io in una esistenza passata... :( )
Dove vorrei arrivare lo sai ;) , ma probabilmente ci sono già arrivato per altre vie. Questa del pettorale è un'altra :idea:

In quanto ai simboli dei 2 occhi, Sole/Luna, l'antica Alchimia (parola di origine araba) ne accenna qualcosa.

|=)

(il Sole sta a destra e la Luna a sinistra)

Se non sbaglio, non fu la stessa Iside a rigenerare un nuovo occhio ad Horus, dopo che questi lo perse a causa di Seth durante una battaglia? :imb:


Wild h3art :sm214c:
-Kiya-
00sabato 7 gennaio 2006 23:10
Re:

Scritto da: Hatshepsut76 06/01/2006 18.03
Ma.... e se invece si trattasse di una odppia macchinazione? Voglio dire: se Ay e Horemheb avessero ordito un ocmplotto ai danni di Tut? Essendo vissuti a contatto col faraone nel medesimo periodo credo che potrebbe essere possibile, non credete? :sm23:



Difatti è proprio questo che intendevo anch'io....
Non escludo la responsabilità di Ay in un complotto, ma credo che quest'ultimo sia stato mmanovrato da Horemheb.... che abbia funto da pedina per sviare i sospetti dalla persona del gewnerale, che aveva tutti gli interessi di uscirne pulito.
Come accennato nel post che ho inserito precedentemente, l'età di Ay rappresentava la garanzia ad una veloce salita al trono. Attendere qualche anno non sarebbe stato un problema, a quel punto.

Questo passaggio ha permesso ad Horemheb di uscirne indenne, per poi screditare agli occhi dei sudditi anche colui che lo ha anticipato e che probabilmente gli ha permesso di attuare il suo intento.... chi, più di Ay, era vicino a Tut?! E di chi il Re si fidava certmente ciecamente???! :sm19:
-Kiya-
00sabato 7 gennaio 2006 23:17
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 07/01/2006 18.04
rileggendo , ho scritto una cazzata:
un occhio è di Ra, l'altro di Osiris....insieme sono gli occhi di Horus! :imb:
Sorry! :(



Perchè assimili L'occhio di Ra a quello di Horus?
e inoltre, cosa sai dirmi in proposito all'occhio di Osiride?

Ti basi su documenti specifici? perchè a quanto ne so l'Occhio di Ra e quello di Horus, hanno, nell'ambito religioso egizio significati differenti. E sorgono da due miti specifici. Uno è rappresentato con l'occhio sinistro (Ra), mentre l'altro col destro (Horus).

Il primo, è l'occhio che il Dio Ra manda sulla Terra a rintracciare Seckmet, dopo che lo stesso Dio Ra l'aveva inviata ad attuare la distruzione del genere umano, prima di pentirsene.
Poichè l'occhio tarda a tornare il Dio lo sostituisce con un altro e quando questi torna lo trasforma in ureo.

Il secondo rapppresenta la vittoria del bene sul male e risale al mito che vede Horus combattere contro Seth, battaglia entro la quale il figlio di Osiride perde l'occhio destro.

Dell'occhio di Osiride..... non ne so nulla .... [SM=x822736]
-Kiya-
00sabato 7 gennaio 2006 23:43
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 07/01/2006 18.34
dunque...credo di aver trovato qualche cosa...

quanto segue è tratto da "Tutankhamon" di T.G. Henry James.
qui dice che lo scarabeo è realizzato in calcedonio traslucido...



Il fatto che si tratto di silica glass si direbbe appurato ormai, almeno in base a quanto sostenuto in proposito su questo articolo apparso su ArcheoGate (lo posto per intero, anche se lunghetto, perchè lo trovo interessante):

Il pettorale di Tutankhamon e il "Silica Glass"
di Alfredo e Angelo Castiglioni

Il 4 novembre 1922 avvenne, nella Valle dei Re in Egitto, una sorprendente ed eccezionale scoperta che coronava gli sforzi di un egittologo, l'inglese Howard Carter , (Kensington, 1873 -Londra 1939).
Si trattava dell'ingresso murato della tomba di un Faraone della XVIII Dinastia, Tutankhamon (morto diciottenne nel suo nono anno di regno, circa 1318 anni prima di Cristo), l'unica tomba di Tebe (l'attuale Luxor) ritrovata intatta con il suo corredo funerario, ad eccezione di limitati danni apportati dall'incursione di alcuni saccheggiatori che, disturbati, non riuscirono a completare il loro lavoro.

La scoperta fu il risultato di pazienti e perseveranti scavi finanziati , fin dal 1909, dal ricco collezionista inglese Lord Carnavon , il mecenate di Carter, (Highelere Castle,Hants,1866.- Cairo, 1923).
Il ritrovamento del tesoro del "Faraone dimenticato" suscitò un'incredibile interesse in tutta Europa. Teste coronate e semplici viaggiatori si riversarono nella Valle dei Re, dove Carter, per oltre un decennio, continuò nel lavoro di restauro e di classificazione dei reperti che la tomba racchiudeva.
Tra i tremilacinquecento oggetti del tesoro del "Faraone fanciullo" (molti d'oro, ornati di pietre preziose e semipreziose), c'erano alcuni pettorali finemente lavorati, attualmente esposti nel Museo Nazionale del Cairo.

La fama di Tutankhamon giunta fino a noi e ancor oggi largamente diffusa, è legata principalmente alla scoperta della sua tomba anche se non possiamo dimenticare che fu proprio questo faraone che segnò la fine dell' "eresia amarniana" del dio unico Aton, con il trasferimento della capitale da Akhetaton, (l'attuale Tell el -Amarna, città voluta dal faraone "eretico" Ekhnaton-Amenofi IV, 1348-1331, XVIII Din.) alla città di Menfi. Il "Faraone dimenticato" evidenziò questo importante avvenimento con il cambiamento del nome da Tutankhaton (immagine vivente di Aton) in Tutankhamon (immagine vivente di Ammon).

Alcuni anni fa, un ricercatore di Milano, Giancarlo Negro , visitando il museo del Cairo, avanzò l'ipotesi che lo scarabeo stercorario (Scarabaeus sacer) , simbolo della rinascita solare (che gli Egizi chiamavano Kheper o Kapri) incastonato al centro di un pettorale di Tutankhamon, non fosse di "calcedonio" (come si riteneva), ma fosse stato intagliato in un materiale più raro e prezioso: il "Silica Glass".

La conferma dell'esattezza dell'ipotesi avvenne qualche anno dopo da parte di una équipe italiana guidata dal prof. Vincenzo de Michele, conservatore di mineralogia e petrografia del Museo di Storia naturale di Milano, che, con analisi gemmologiche non distruttive svolte sotto l'attento sguardo degli archeologi egiziani, stabilì che si trattava di "Silica Glass", un vetro siliceo, conosciuto anche con la sigla Ldsg (Lybian desert silica glass).

Questo rarissimo e purissimo vetro naturale, composto al 98% di silicio puro, dai colori varianti dal bianco, al verde-giallo, al verde-azzurro, si trova in uno dei deserti più inaccessibili del pianeta: il "Great Sand Sea ", il "gran mare di sabbia" così chiamato dagli esploratori europei dell'800; una zona disabitata, non percorsa da carovane, priva d'acqua per centinaia di chilometri, dove la vegetazione è inesistente. Una zona caratterizzata da "cordoni" di grandi dune (alcune raggiungono e superano i 150 mt d'altezza), aventi un orientamento Nord- nord ovest.- Sud- sud est, in territorio egiziano in prossimità del confine meridionale tra Egitto e Libia.

Tra i "cordoni" di dune, che si estendono per centinaia di chilometri, si aprono ampi corridoi di sabbia compatta facilmente percorribili ma dove, sovente, si accumulano depositi di sabbia finissima, impalpabile come borotalco (chiamata dagli esploratori inglesi "sabbia liquida") che attanaglia i pneumatici dei "fuoristrada" e che richiede l'uso di apposite "scalette o piastre" per superarle e la riduzione delle pressione delle gomme a valori molto bassi per permettere al battistrada di allargarsi e "galleggiare" sulla sabbia, come le zampe dei dromedari.

Disseminati in queste "cordoni" si trova il "Silica Glass" , sotto forma di pezzi di varie dimensioni. Piccoli frammenti, molto trasparenti, levigati dall'azione eolica giacciono talvolta accanto a pezzi di media e grandi dimensioni che possono raggiungere e superare il peso di una ventina di chili.

Uno tra i primi a dare notizia dell'esistenza del " Silica Glass " fu l'inglese P.A..Clayton. Durante una missione di esplorazione geografica del Gran Mare di Sabbia, scoprì , il 29 dicembre 1932, alcuni pezzi di questo vetro naturale, da lui chiamato "Silica Glass".
Organizzò, successivamente, un'altra spedizione alla quale prese parte anche L.J. Spenser curatore della sezione mineralogica del British Museum di Londra.
Spenser ritenne di elencare questo particolare e raro materiale tra le pietre preziose; alcuni pezzi, portati in Inghilterra, furono tagliati e sono ancor oggi esposti, insieme a esemplari grezzi, nel Geological Museum di Londra.
A seguito di queste spedizioni alcuni giornali inglesi parlarono del mistero che avvolgeva il "Silica glass" chiedendosi se queste "gemme" del deserto provenissero da un altro pianeta.. All'epoca, infatti, furono in molti a ritenere che "il "silica glass" fosse giunto sulla terra dallo spazio.
Un mistero che rimase tale per molti decenni.
Dopo l'intervallo della seconda guerra mondiale, furono riprese, soprattutto negli ultimi decenni del secolo appena trascorso, le ricerche e le spedizioni nell'area del "Silica glass".
Anche se, a tutt'oggi, non sono stati ancora chiariti tutti i "misteri" che lo avvolgono, sappiamo (è la teoria più accreditata) che il "silica glass" si è formato circa 28,5 milioni di anni da oggi (età determinata per mezzo dell'analisi delle tracce di fissione), anche se alcuni studiosi parlano di 30 milioni di anni, e potrebbe essere stato "creato" da un meteorite, da una cometa o da un altro corpo celeste, il cui impatto sulla superficie terrestre avrebbe causato la fusione delle sabbie e dell'arenaria nubiana.
Tuttavia, successive ricerche, non sono riuscite ad individuare il "cratere d'impatto " per cui il prof. Romano Serra del dipartimento di fisica dell'Università di Bologna, ritiene che il corpo celeste sarebbe entrato nell'atmosfera terrestre ad una velocità elevatissima che ne provocò l'esplosione ad una altezza di 10-12 km. dalla superficie del deserto.
L'area venne investita da temperature elevatissime che, come sostiene il prof. De Michele, provocarono la fusione del quarzo della sabbia e, forse, lo portarono anche all'ebollizione. Il successivo, lento processo di raffreddamento del materiale ha determinato la trasparenza del silica glass, che si trova sparso in un area di 25 chilometri di diametro.
Tra le spedizioni effettuate nell'area del "Silica glass", ricordiamo quella svoltasi nei mesi di marzo e aprile del 1996 alla quale parteciparono anche i redattori del presente articolo, Alfredo e Angelo Castiglioni.
Durante la missione fu effettuata la raccolta e la pesatura del "silica glass" trovato in superficie sparso su zone preventivamente delimitate. L'analisi dei dati raccolti ha permesso di individuare anche l'area di maggior concentrazione del "silica glass" tra 25° 26' di latitudine nord e il 25° 26' di longitudine est.
Ci sembra importante riportare alcuni passi, ricavati dal diario della spedizione, in quanto, meglio di altre descrizioni, possono far comprendere il fascino che emana da questa misteriosa e preziosa
"gemma" del deserto.

"I frammenti di "silica glass" ci appaiono all'improvviso, sparsi disordinatamente sulla sabbia ai piedi delle grandi dune. Il sole, alto nel cielo, fa brillare il "silica glass" che riflette il blu cobalto del cielo. Sono gemme luminose che spezzano il monocromatico giallo-bruno della sabbia, punteggiato dal pietrisco annerito dalla "vernice del deserto". Al tatto appaiono levigate dalla continua e incessante azione eolica, protrattasi per milioni d'anni: la superficie vellutata, priva di angoli acuti e taglienti, assorbe rapidamente il calore della mano e il "silica glass" sembra "animarsi", mentre i raggi che attraversano la superficie mettono in evidenza il colore che, dal giallo, sfuma nel verde fino al bianco latteo.

Poco distante, numerose schegge di "silica" sono sparse a raggiera intorno ad un punto centrale dove alcuni pezzi appaiono lavorati. Qui, migliaia di anni fa, un uomo preistorico del Paleolitico Antico e Medio, ha ricavato da questo durissimo e tagliente materiale, lamine, raschiatoi, punte di freccia indispensabili alla caccia e alla vita quotidiana, in un ambiente un tempo ricco d'acqua e di verde che, ora, appare difficile da immaginare".




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