La piramide: cosa rappresenta in realtà?

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Diego Baratono.
00venerdì 24 settembre 2010 08:15
Certamente è come dici Acus: è un punto di vista. Del resto il "vizio", come tu lo definisci, è abbastanza radicato nei testi degli studiosi più accreditati. E' anche vero che, proprio per il fatto da te sottolineato, ossia il voluto cambiamento nei confronti del periodo amarniano, si può pensare ad una ricerca da parte della casta al potere di una "mediazione", anzi, "interpolazione" tra il passato ed il "nuovo" momento storico che si stava aprendo. E' certo che il concetto di monarchia dalle origini in avanti sia stato un cambiamento continuo. Il problema di fondo, credo, è che non si è ancora compreso che il momento storico legato alla costruzione del sito di el-Giza, è sostanzialmente legato e definito nell'arco di 200/250 anni, nel senso che sono la III e IV dinastia a concepire ed a portare a termine il "progetto" el-Giza. Del resto, se non si entra in quest'ottica, si continuerà erroneamente a parlare di blocchi "sollevati" e posati da centinaia di migliaia di uomini, uno ogni pochi minuti 24 ore su 24 per trent'anni; di "attrezzi" che servirebbero a sollevare i blocchi con corde che s'attorcigliano su argani portoghesi (si vedano gli ultimi "esperimenti" pubblicizzati dal Politecnico di Torino(???)) che tecnicamente non reggono per più di un masso; si continuerà a pensare che oggi "non" siamo ancora in grado di "erigere" una piramide come quella di Khufu e così via. Il "Terzo livello" di el-Giza, in questo senso, consente di capire molte cose: da come sono state costruite le Piramidi, alle cave (ad oggi mai individuate con precisione) da dove si è estratto il calcare nummulitico per la loro struttura interna, e così via. Del resto proprio il nome in geroglifico di "Restau", secondo me mai pienamente compreso, è indicatore dell'esistenza ad el-Giza di tre "picchi" a conferma dell'esistenza di tre piani e quindi del "Terzo livello" da me esplorato. Devo, qui ricordare, che proprio sul "Terzo livello" esistono due industrie litiche microlitiche mai individuate in precedenza, che dovrebbero far drizzare le antenne (per carità, sia ben chiaro, non parlo agli extraterresti, mi raccomando). Credo che già solo questo, possa essere sufficiente a rendere accettabile il considerare in una prospettiva diversa el-Giza senza dover parlare per forza di atlantidei, civiltà esobiotiche, cinture e bretelle, argani portoghesi e via andando e dicendo. Senza il "Terzo livello", in ogni caso, el-Giza non è completa.
-Kiya-
00venerdì 24 settembre 2010 08:54
Vorrei riportare l'attenzione dei partecipanti sull'argomento della discussione, nel rispetto di chi lo ha proposto, che intende esaminare le ragioni che indussero gli architetti della III e IV Dinastia a passare dalla struttura a gradoni a quella a facce lisce.

Tutte le altre tematiche sono indubbiamente interessanti da approfondire, ma nella discussione di pertinenza o in una aperta allo scopo.

Grazie
ACUSinpw
00venerdì 24 settembre 2010 08:58
Scusa, mi risulta difficile seguirti senza i presupposti necessari. Immagino che tu abbia postato sul forum le basi della tua teoria su Giza. Se è così ti chiedo se puoi darmi il link alla discussione (fare una ricerca attraverso l'iPhone al momento mi è difficile, altrimenti ci penserei da solo).
emilioraffaele
00lunedì 27 settembre 2010 13:35
 

Ritorno sull'argomento aperto da Antonio, per aggiungere un'osservazione. Quale è la certezza che, nel periodo di edificazione delle prime piramidi, il clima d'Egitto fosse lo stesso di oggi?. Se così non fosse, le tempeste di sabbia che oggi si verificano periodicamente, sarebbero state un evento molto meno frequente, tale forse da non giustificare onerose opere murarie, quali l'applicazione di un rivestimento in pietra calcarea.

 

Inoltre, intorno alle medesime, erano edificati templi e sacrari. Queste costruzioni, molto più basse della piramide, sarebbero state comunque sepolte dalla sabbia portata dal vento impetuoso.

 

Come era il clima nel Basso Nilo in quel periodo? Proviamo a fare un veloce passo indietro. Al termine del ciclo delle grandi glaciazioni, con la maggiore evaporazione, dovuta all'innalzamento delle temperature e alla maggiore piovosità, si erano create condizioni di clima favorevole per la crescita della vegetazione, permettendo l'insediamento stabile di molte genti nomadi.

 

Proprio nell'Africa Settentrionale fra l'8500 e il 3500 a.C., circa, l'area sahariana attraversò una delle fasi umide della sua storia, con formazione di una savana.

 

L'Egitto divenne un sol regno nel 3000 a.C., grazie anche alla quantità di risorse favorite da un lungo periodo di abbondanti piene del Nilo, che garantirono un diffuso benessere. Durante la stagione delle inondazioni difatti, tutta la valle del Nilo appariva come un vasto e poco profondo lago, in cui città e villaggi, come piccole isole (o tumuli primordiali), si ergevano sopra il livello delle acque. Nel ritirarsi poi il Nilo lasciava sulle terre inondate, un'abbondante strato di fertile melma, che consentiva ai contadini di ottenere abbondanti raccolti.


Insomma, non credo che il clima possa essere cambiato tanto velocemente come sta accadendo oggi (grazie ai circa 10 miliardi di abitanti sulla terra), sicuramente l'inaridimento del clima in Egitto fu un fenomeno inesorabile, ma graduale ed oltretutto, discontinuo.


Riguardo alla trasformazione stilistica delle piramidi, sono convinto che una costruzione così immensa, vista da decine di chilometri di distanza, rifulgente al sole del deserto, non può che essere la rappresentazione “massima” della grandezza degli antichi Faraoni d'Egitto.



roberta.maat
00lunedì 27 settembre 2010 14:08
Deduco che attribuisci alla scelta della costruzione a piramide un mezzo "propagandistico" della grandezza faraonica.
Non credo sia così o forse ho male interpretato le tue parole con le quali probabilmente volevi definire solo le consegiuenze di quella scelta.
emilioraffaele
00lunedì 27 settembre 2010 19:23
 

Se mettiamo in secondo piano la possibilità (ma poi non l'ho esclusa) che il rivestimento delle Piramidi sia stato effettuato per far scorrere la sabbia portata dal vento, non riesco ad immaginare altri motivi al riguardo.

 

Comunque perché dici “conseguenze”? E' un termine che potrebbe presupporre il successivo verificarsi di situazioni negative, per il Re e per i sudditi. D'altronde che possiamo dire delle conseguenze della campagna pubblicitaria durata per decenni sulla potenza di Ramses II?. Il suo tempio ad Abu Simbel non rappresenta, per lui e la sua regina, un mezzo di propaganda della sua saggezza, della sua forza, ecc., edificato quasi ai confini dell'impero?. La potenza di un Faraone, nella storia d'Egitto si manifestava sicuramente nelle sue opere terrene, perché, grazie al ricordo di chi veniva dopo di lui, egli poteva tornare a vivere.

 

Il re occupava una posizione intermedia tra la sfera terrestre e quella celeste ed intercedeva presso gli dei a favore dei sudditi ed i sudditi adoravano il loro re. La visione del mondo degli antichi egiziani si basava sul principio filosofico della ma'at e che veniva tradotto rozzamente con “verità” o “giustizia”. Il mondo egiziano ideale, era un luogo di stabilità, nel quale le tenebre, con il loro caos e le acque sconfinate che precedevano e circondavano il cosmo, erano tenute a bada dall'eterno rinnovarsi della creazione.

 

La sto facendo lunga, ma si è parlato delle mastabe e della possibilità che esse fossero la rappresentazione del tumulo primordiale ed, a mio parere, è quasi sicuramente così. A proposito di mastabe, è interessante ricordare anche le sette piccole piramidi nell'Alto Egitto, allineate lungo la riva occidentale del Nilo, tra Seila a nord ed Elefantina a sud. Sono molto simili per dimensione e struttura. Sono tutte piramidi a gradini e nessuna possiede camere interne o edifici connessi, come templi per il culto. In prossimità della piramide di Elefantina, è stato ritrovato un cono di granito che recava il nome di Huni, il padre di Snefru, pertanto si è ipotizzato che queste piramidi siano state fatte costruire proprio da Huni. Alcuni studiosi hanno suggerito che tali piramidi a gradini simboleggiassero i Nòmi, le unità amministrative in cui era suddiviso l'Egitto e/o le capitali provinciali, dove i rappresentanti del re esercitavano la loro autorità; altri pensano che potessero essere tombe per le regine nate nelle province o tombe sacre associate al mito di Horo e Seth. Pertanto ecco un'altra ipotesi, non solo monumenti funerari.

 

E le piramidi con le pareti spioventi? Molto probabilmente, come già detto, la variazione architettonica è connessa all'introduzione di un nuovo dogma religioso (culto solare?). Perché si smise di edificare le piramidi? Chissà, per me non solo per motivi economici o strategici, ma anche perché la gran parte dei Faraoni non viveva abbastanza a lungo per vedere completata la sua dimora eterna, così da ottenere la certezza di poter sopravvivere alla propria morte.

roberta.maat
00lunedì 27 settembre 2010 19:48
La mia risposta, troppo concisa, ha creato un fraintendimento.........per "conseguenze" intendevo il fatto che fossero visibili da chilometri.
In effetti il concetto era : faccio un monumento al mio re che custodisca con sommo onore le sue spoglie, costruisco una torre altissima di mastabe sempre più piccole una sull'altra, riempio i gradoni e ricopro tutto con calcare liscio inattaccabile da intemperie e difficile da scalare ai malintenzionati. Inoltre la mia opera sarà visibile a tutti i popoli a testimonianza della grandezza del mio faraone.
Ho voluto intendere, quindi, che la visibilità non fosse la PRIMA intenzione come fu invece secoli dopo per Ramesse II.
Diego Baratono.
00martedì 28 settembre 2010 08:52
Concordo pienamente con te Roberta.maat, almeno per quanto è inerente alle tre di el-Giza. La struttura architettonica delle piramidi di el-Giza e la loro disposizione è stata concepita con ben altre finalità ...
Sandro Mainardi
00martedì 28 settembre 2010 14:43
Piramidi... perchè?
Ho letto tutti gli interventi riguardo a questa tematica controversa che da anni fa dibattere gli sudiosi. Innumerevoli e disparate sono le teorie, per carità tutte apprezzabili e degne di conoscenza, che si sono susseguite nel tempo. Nonostante tutto, non credo che nessuna di queste appaghi soddisfacientemente la motivazione di tale sovrumano impegno matematico, ingegneristico e costruttivo. Magari qualcuno, perchè no, ha sfiorato la reale portata degli eventi che avviarono queste imprese titaniche. Malgrado ciò non credo che noi, uomini del nostro tempo, riusciremo a comprendere davvero le aspirazioni, le esigenze, il pensiero di civiltà così lontane non solo nel tempo ma, sopratutto, nel modo di percepire il 'creato' in tutte le sue manifestazioni. È questione di essere collegati all'essenza stessa della vita e non ad uno sterile network informatico. Qualunque riferimento utilizzeremo per dare un senso ad una nostra teoria lo faremo sempre sulla base di nostre deduzioni inquinate dal nostro modo pragmatico di percepire le situazioni. Gli antichi avevano una visione dell'Ordine che sfugge alla nostra civiltà. E su questa base forgiavano le loro imprese. Questo è l'elemento che ci sfugge per poter veramente comprendere ciò che li motivò.

La mia prima intenzione è stata quella di inserirmi "tecnicamente" nella discussione, ma non ritengo ne valga la pena.
Cordiali saluti
roberta.maat
00martedì 28 settembre 2010 15:51
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Sandro Mainardi :
.......................................La mia prima intenzione è stata quella di inserirmi "tecnicamente" nella discussione, ma non ritengo ne valga la pena.
Cordiali saluti.
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Personalmente ringrazio di questa affermazione che ovviamente cancella il resto dell'intervento che avevo giudicato condivisibile.
Per quanto riguarda " l'essere collegati all'essenza stessa della vita e non ad uno sterile network informatico" avrei preferito non leggere questo concetto da chi forse è vicinissimo alla comprensione dell'essenza della vita tuttavia frequenta un network e non gradisce la discussione.
Cordiali saluti e un invito a restare.

-Kiya-
00martedì 28 settembre 2010 18:09
Re: Piramidi... perchè?
Sandro Mainardi, 28/09/2010 14.43:

.....

La mia prima intenzione è stata quella di inserirmi "tecnicamente" nella discussione, ma non ritengo ne valga la pena.
Cordiali saluti




La frase di chiusura che su riporto lascia alquanto (molto) perplessa anche la sottoscritta.....
Com'è mia abitudine, voglio astenermi dal giungere a conclusioni affrettate, quindi, Sandro, posso chiederti di motivare questa tua affermazione?

Ringrazio anticipatamente.

Kiya
Sandro Mainardi
00martedì 28 settembre 2010 19:16
Sicuramente non perchè non accetti il confronto o perchè non siate validi interlocutori, anzi. Ne deduco che sono stato male interpretato!
Intendevo affermare che, enunciato il mio pensiero sulla problematica (come da mio precedente post), ritengo sia inutile elucubrare su simili congetture all'infinito.
Scusatemi se posso essere sembrato offensivo! :)
-Kiya-
00martedì 28 settembre 2010 22:29
Caro Sandro,
ti confesso di aver inteso tutt'altra cosa, ma sono felice di aver dato retta alla mia razionalità, che mi impone sempre di non trarre conclusioni affrettate. Ancor di più lo sono nel constatare, grazie alle tue parole, di aver rischiato di malinterpretare il tuo intervento precedente.

Hai ragione nel sottolineare il rischio evidente di congetturare all'infinito, ma è pur vero che molte delle teorie più accreditate sono nate come congetture. Se Carter si fosse lasciato intimorire da chi ostentava parere contrario al suo, forse ancor oggi non avremmo individuato la tomba di Tut.... :) Pertanto, mi interesserebbe leggere la tua ipotesi relativa all'interrogativo qui proposto, ovvero:

quali ragioni (pratiche o cultuali) giustificherebbero la forma piramidale a facce lisce delle Piramidi della IV Dinastia e successive?
roberta.maat
00mercoledì 29 settembre 2010 00:00
Mi dispiace aver male interpretato le parole di Sandro e vorrei, per concludere questo increscioso O.T., in primis scusarmi e poi aggiungere che, quando non si conosce il reale senso delle cose perchè chi le ha concepite non esiste, si è costretti a cercare tutte le informazioni possibili e cioè i dati concreti e le teorie derivanti da intuito o deduzioni.
Ciascuno di noi non dispone dell'intero scibile quindi è cosa saggia e sempre auspicabile confrontarsi per apprendere e capire .
Se la piramide è una delle immagini dell'universo ologramma posso capire che esistono forme diverse nel tempo della stessa cosa ma mi chiedo comunque perchè essa prima è in un modo poi in altro.
Sandro Mainardi
00mercoledì 29 settembre 2010 01:13
Kiya, il non trarre conclusioni affrettate è sintomo di saggezza. Personalmente apprezzo moltissimo questa cautela nel valutare le situazioni e mi regolo anche di conseguenza, quando possibile. Grazie!

Anche nel caso della domanda che hai riproposto mi approccio con la stessa metodologia e quindi non ho una risposta definita da offrire al dibattito. Posso solo dire che nel corso dei miei numerosi sopralluoghi nei siti menzionati non vedo quella progressione cronologica che per tanti è così delineata e scontata. Altresì ho all'attivo numerosi indizi, in parte esposti da vari studiosi, in parte frutto di constatazioni dirette, che indicano una ben diversa progressione temporale sia come metodologie costruttive che interpretazioni simboliche. E che dire delle numerose particolarità tecnico-funzionali? Ci sono dettagli delle strutture che non giustificano la necessità di far scivolare la sabbia, o del riprodurre i raggi del sole, o del mostrarsi a notevole distanza. No... troppo semplicistico!
Certi effetti li si poteva ottenere anche con minor puntigliosità ingegneristica e, sicuramente, chi ha pianificato tutto questo era ben consapevole dell'importanza dei dettagli messi in opera. Ad esempio, un'auto con un CX specifico è stata progettata e voluta proprio in quella configurazione perchè rispondente a determinate necessità funzionali ottenibili solo con quel design in un preciso contesto. Dovremmo abbandonare l'idea di considerare queste persone solo dei filosofi visionari, osservatori del sole o delle stelle al solo scopo di preservare un'immortalità effimera e irraggiungibile. Erano degli scienziati, ingegneri preparati, efficienti organizzatori, abilissimi impresari... non dei poveri illusi.
Ritengo indispensabili per la mia ricerca i seguenti punti:
1) la funzione di tombe NON si adatta alle piramidi di Giza
2) le stesse sono un'anomalia nella cronologia classica/costruttiva
3) la qualità delle opere successive stride col livello qui raggiunto
4) anche la cronologia fra le tre costruzioni non segue le classiche indicazioni
5) la loro messa in opera è stata perseguita in più fasi
6) il posizionamento in sito avvalora l'idea di un progetto unitario
7) precisi dettagli fanno pensare a precise funzioni "pratiche"
8) le strutture interne non sono da ritenersi frutto di variazioni progettuali
9) anomalie di ingegnerizzazione danno adito ad errori di interpretazione
0) la forma piramidale sublimava la funzionalità richiesta in quel momento
Questi i miei "10 comandamenti di base" che cerco di tener ben presenti nel corso del mio approcciarsi alla questione.

È accertato che in tutto il mondo svariate culture abbiano utilizzato la forma piramidale per innalzare templi al cielo, al cospetto degli dei. È vero che la forma facilita la funzione di avvicinarsi ai creatori e, al momento, sembra che solo in questo angolo di mondo si siano raggiunti livelli così eccelsi di realizzazione. Siamo in presenza del massimo livello di espressione costruttiva raggiunta o di un relitto fra i tanti arrivato quasi indenne, per puro caso, fino ai nostri giorni?

Saluti...!
Diego Baratono.
00mercoledì 29 settembre 2010 08:12
Gentile Sandro, cosa intende con "relitto fra i tanti arrivato quasi indenne, per puro caso, fino ai nostri giorni"?
Sandro Mainardi
00mercoledì 29 settembre 2010 09:08
Buongiorno!
Intendo dire che, essendo stata utilizzata la forma piramidale da varie culture a livello planetario, non mi meraviglierei affatto se altre strutture fossero scoperte, e lo sono in parte, e riconosciute come tali. Abbiamo esempi in Bosnia, Bolivia, Cina, Russia, ecc... Ho avuto occasione di parlare personalmente con Robert Shoch e, nonostante le dichiarazioni rilasciate non è sicuro che le 'strutture' di Visoko siano naturali. Quindi, come giustamente asserisce la nostra ospite, dobbiamo tenere un atteggiamento cauto nell'arrivare alle conclusioni valutando un contesto.
Ritengo che nel caso dell'Egitto si siano verificate le condizioni storiche per cui più generazioni abbiano contribuito all'ampliamento e al mantenimento, pur con le dovute decadenze del caso, di quella struttura religiosa e organizzativa che ha permesso al pensiero di una grande cultura di arrivare molto vicino ai nostri giorni.
Se un giorno arriveremo ad accertare questo, ed accadrà, la nostra visione del "cammino dell'uomo" cambierà radicalmente.

Cordiali saluti.
Diego Baratono.
00mercoledì 29 settembre 2010 11:17
Grazie per la risposta, certo è che per arrivare ad un cambiamento di paradigma, occorrono i presupposti per poterlo fare. Il problema, credo, sia proprio questo: su quali presupposti ci possiamo basare per decidere in quale direzione "andare" e perché proprio quelli e non altri? E' un problema epistemologico non indifferente. Ragionando su questo, tuttavia, credo si vada ... fuori contesto. Saluti.
-Kiya-
00mercoledì 29 settembre 2010 13:45
Purtroppo ho pochissimo tempo a disposizione, il che non mi consente di articolare il discorso esaustivamente come vorrei. Per ora, quindi, mi limiterò a porre una domanda diretta:

sostanzialmente, mi pare di dedurre, a parere di Sandro e anche di Diego, Gizah con le sue Piramidi rappresenterebbe un "punto di rottura" con quanto vi fu prima e quanto seguì. Ciò renderebbe i monumenti di Khufu, Khafra e Menkaura un unicum che si discosta da tutto il resto, lasciando supporre che, in realtà, il progetto unitario a cui entrambe vi riferite riguardasse esclusivamente quell'area ed escludesse tutti gli altri siti utilizzati prima e dopo?
Diego Baratono.
00mercoledì 29 settembre 2010 14:30
Dal mio punto di vista, per quanto conosco, per quanto ho potuto "scoprire", per quanto sto facendo, posso affermare, con cautela certo, ma anche con la sicurezza confermata da dati ed indizi che puntano univocamente in questa direzione, che el-Giza si presenta come un unicuum per la storia dell'Egitto Antico. Il "Progetto el-Giza", inizia con la III Dinastia e si conclude con la IV Dinastia. In questo senso è un progetto sovrannazionale ed infragenerazionale. El-Giza è un altopiano strutturato su tre livelli e non solo su due. El-Giza in toto è un monumento dedicatorio all'Acqua e di conseguenza alla "rinascita".
ACUSinpw
00mercoledì 29 settembre 2010 16:52
Inizia con la terza dinastia e si conclude con la IV? Intendendo, quindi che le "altre piramidi" comprese in questo lasso di tempo non centrano o sono delle "prove"?
Cosa significa "tre livelli" e "dedicato all'acqua"? E perché si è trattato di un unicum e non ha lasciato dopo di se tracce?
Wotan.Guido
00mercoledì 29 settembre 2010 22:23
Un saluto a tutti. Sto seguendo con grande interesse questa e altre discussioni. Se non intervengo, e' solo perche' mi sento estremamente ignorante, per cui leggo e imparo. Solo quando mi sentiro' meno "asino" esporro' il mio punt di vista.
Grazie per quanto mi fate conoscere!
Guido
Merytaton62
00mercoledì 29 settembre 2010 22:59
Anch'io!!!
Quello che potevo dire l'ho già detto. Adesso...leggo.Ma anche se non compaio, vi seguo sempre con interesse! [SM=x822748]
ACUSinpw
00mercoledì 29 settembre 2010 23:21
Aggiungo che personalmente sono stato all'interno delle piramidi di Snefru, quella di Khufu e Khaefra... La sensazione provata nell'entrare in ognuna di queste è stata sempre la stessa, così come le varie somiglianze che ho potuto riscontrate nell'architettura interna, dove si nota un progressivo raffinamento da meidum fino alla Grande Piramide.. Quindi trovo sempre più difficile considerare Giza un fenomeno a se stante e del tutto distaccato. Un unicum, come lo chiami tu.
Sandro Mainardi
00giovedì 30 settembre 2010 02:05
Buonasera!
Ritengo che il complesso di Giza sia stato concepito come progetto unitario e che le primissime dinastie faraoniche vi abbiano partecipato con contributi minori in gran parte ancora da inventariare. Sono però sempre più convinto che l'archetipo primevo alla base della sua progettazione, che intendeva subliminare l'interazione fra la dimensione del Duat, il mondo materiale e l'Ordine Cosmico, risalga molto più indietro nei secoli. Non escludo affatto che anche le piramidi di Dashur possano aver avuto un ruolo preciso in questa visione globale. Ovvia conseguenza di questa situazione è che chi ha progettato, a distanza di secoli, le successive costruzioni lo ha fatto al di fuori del contesto progettuale originario e con tecniche e finalità ben diversi. Se riusciamo a svincolarci dall'idea della "piramide tomba" possiamo anche approcciarci a comprenderne le caratteristiche architettoniche, sia interne che esterne, con maggior razionalità. Ricordo che la piramide cosidetta romboidale ha ben due complessi di camere interne e due entrate. Scusatemi tanto, ma lasciavano ai parenti stretti del defunto la possibilità di scegliere da dove inumare la salma, oppure l'architetto si era fatto di cannabis e con lui tutte le maestranze? La piramide "rossa" ha tre camere interne e quella destinata alla sepoltura (per convenzione) ha l'entrata all'altezza del soffitto della precedente. Vi sembra costruttivamente e agibilmente logico? La Grande Piramide ha una galleria interna enorme lunga più di 45 metri per 9 di altezza ottenuta posizionando enormi monoliti con inclinazioni di 26°, aggettanti fra loro e inclinati all'interno. E potrei continuare elencando centinaia di dettagli. Qualsiasi ingegnere, di qualsiasi epoca, riterrebbe assurda e ininfluente questa maniacale ossessione per l'impossibile al solo scopo di seppellire la pur veneratissima salma di un grande re.
Allora? Dovè che il ragionamento logico differisce da quello che motivò i progettatori? In un diverso obiettivo della FUNZIONE!
Ha ragione Diego quando asserisce che è difficile cambiare paradigma senza basi.
Vero! Ma in questo caso non possiamo rifarci ad un modello di riferimento, questo è l'UNICO e il solo modello che ci è pervenuto. Non ha confronti!
Ed ha ancora più ragione ravvisando il rischio di andare fuori contesto.
Ma mi permetto di controbattere... QUALE CONTESTO?
Il nostro... o quello di chi progettò e realizzò tutto questo questo? Nel primo caso concordo, nel secondo ho già affermato che non credo minimamente che la nostra percezione del mondo e la loro si sfiorino!

Buona notte!
ACUSinpw
00giovedì 30 settembre 2010 02:59
Ma possiamo almeno provare ad avvicinarci a questa concezione. Che è poi il motivo per cui, per quanto mi riguarda, ho deciso di intraprendere il cammino dell'Egittologia.
Ti do ragione che la nostra concezione è sostanzialmente incompatibile alla loro, estremamente diversa... Tuttavia non credo che non ci si possa almeno avvicinare. Si trattava comunque di Esseri umani dotati dello stesso mezzo biologico di cui ci serviamo noi.. E per quanto sia vero che i modi di usarlo possono essere tantissimi, ma non infiniti. Lo studio della lingua, dell'arte, dell'urbanistica, dei manufatti, delle mummie, della letteratura degli AE serve proprio a questo: ad avvicinarci al loro ordine di pensiero.
Merytaton62
00giovedì 30 settembre 2010 05:45
Ritengo il fatto che in più parti del pianeta siano sorte costruzioni a forma di piramide del tutto casuale. Non sono un'esperta, ma istintivamente una struttura che si restringe verso l'alto mi suggerisce l'idea di un'ascesa, sia materiale che spirituale...l'ideale,quindi, per un edificio di carattere religioso o celebrativo. [SM=g1361793]
roberta.maat
00giovedì 30 settembre 2010 08:20
Suppongo di aver compreso, in linea di massima, l'area di lavoro del "brain storming" di Sandro.
Il termine che fornisce la chiave del cambiamento di paradigma è la percezione ma con questa premessa si preclude, almeno per ora, la possibilità di comprensione.
Il genere umano, nella maggioranza, colloca sè stesso nelle due dimensioni spazio/tempo e servendosi dei suoi cinqu sensi (taluno si dibatte alla ricera del sesto) si muove entro questi confini.
Una percezione DIVERSA aprirebbe le porte a quanto oggi definiamo ignoto o quanto meno sconosciuto. Non mi riferisco all'impalpabile trascendente ma a ciò che le leggi della fisica finora note consentono appena di immaginare.
Alla luce di questo tutto è ammissibile e la maniacale ossessione per l'impossibile (parole di Sandro che mi piaccioni molto) degli AE avrebbe una spiegazione ed una giustificazione oggi ancora insufficienti.

Desidererei aver scritto quello che penso in modo percettibile, per rimanere in tema, ma le variabili che giocano nel mio pensiero e nella parola sono quelle comuni a chi vorrebbe sempre sapere di più ma non dispone di "tutti" i mezzi per farlo. [SM=g1621246]

Chiedo scusa all'Admin ma questo 3d trascina sempre in Ot.
Diego Baratono.
00giovedì 30 settembre 2010 08:47
Ritengo el-Giza un "unicum" per il semplice fatto che dopo la sua ultimazione altri complessi simili non sono più stati apprestati. Il motivo, credo, perché non era più necessario ripeterne l'esecuzione: lo scopo iniziale, ossia erigere un monumento alla "Rinascita", si era concluso. Da questo momento in poi lo scopo della divinità suprema si era concluso: "Ho fatto in modo che l'uomo cessasse di dimenticare l'Occidente". Questa frase è particolarmente significativa in questo senso. Del resto è altrettanto significativo, o meglio, prende un significato preciso niente affatto "esoterico" quest'altro "concetto": "Fui (anche) colui che nacque come un circolo ...". "Tre livelli" o meglio, il "Terzo livello", è parte integrante di el-Giza. Nessuno si è mai accorto, benché i testi lo indichino chiaramente ed anche lo stesso nome in geroglifico lo indica (nel geroglifico Restau vi è, infatti, il simbolo di tre picchi con i relativi segni che indicano, non tanto un plurale, credo, bensì "solo" il loro numero, ossia tre: su questo si può discutere, ma credo che questo sia il significato reale vista la realtà e non l'interpretazione), che el-Giza è un altipiano, non una piana, che oggi presenta una Sfinge ad un'altezza di nove metri sul livello del Nilo, delle piramidi a 50 metri s.l.N., ed un sito mai esplorato esattamente ad Ovest ("coloro che danno l'Acqua, nel bell'Occidente" vorrà pure dire qualche cosa ...), ma oggi, sottolineo oggi, collocato a 100 metri s.l.N. Lì, per quanto ne so esistono due industrie litiche microlitiche che nessuno s'è mai accorto esistessero: i choppers e la straordinaria pietra tonda che lì ho trovato sono tutto fuorché esoterici, posso garantirlo. Sul "terzo livello" esistono tombe, credo neolitiche, mai individuate (questo è la prima volta che lo dico pubblicamente: spero che qualcuno ne prenda almeno atto). Esiste un quadrilatero, per quel che mi risulta, grande come un campo sportivo posizionato specularmente rispetto allo scasso della Sfinge dell'Est, completamente vuoto al di sotto: è un vuoto misurato "quantitativamente" in 21.5 metri. Esistono le tracce di una struttura ipogea mai individuata prima. Tutto questo, insieme con altri indizi (questa zona è con certezza la cava dalla quale si sono estratti i blocchi per costruire almeno in parte la struttura intera delle tre: ecco perché insisto sul fatto che le piramidi sono state costruite dall'alto. Gli Egizi Antichi sfruttarono con intelligenza quel che il territorio offriva: ne sono certo), portano a credere che il "Terzo livello" sia una parte importante per comprendere "in toto" el_Giza. Senza questa parte il sito è monco del suo significato. Si può continuare a parlare per secoli di el-Giza, ma senza questa parte non si arriverà mai ad una conclusione certa. Non è arroganza intellettuale, mi raccomando, sono solo constatazioni di dati di fatto.
Sandro Mainardi
00giovedì 30 settembre 2010 09:24
"Si trattava comunque di Esseri umani dotati dello stesso mezzo biologico di cui ci serviamo noi.."
Bene!
Allora facciamo un viaggio in Maranhao, ospiti dei Guarajara, e proviamo a far comprendere loro concetti come telefonia mobile, stampa laser, network aziendali, cottura a microonde, ecc. Tecnologie che usiamo quotidianamente (ma di cui molti stessi fruitori ignorano i meccanismi). In questo caso dovremmo essere anche avvantaggiati dal fatto che viviamo nello stesso tempo.. quindi..!

Certo, noi siamo più evoluti di loro, obbietterete. Ma in quale indirizzo tecnologico?
Le strade per arrivare a realizzare un'ida possono non esser infinite, ma è vero che potremmo perderci prima di individiduare quella giusta. Oppure ci accontentiamo di quella che ci sembra più compatibile... per noi.
Invece è proprio dal cambio di percezione che si sono avute le grandi realizzazioni della storia. Noi stessi siamo il frutto di menti che hanno avuto, nel loro momento storico, il coraggio di cambiare paradigma: Tesla, Einstein, Bohr e molti altri tutt'oggi. Non ce ne rendiamo conto, ma se questi signori non l'avessero fatto adesso non potevamo comunicare. Andavamo ancora a carbone! E se noi non lo facciamo dovremo accontentarci di usare a vita pennellino e cazzuola e disquisire di quale tipo di alimentazione si cibavano nell'antichità.

"Ritengo il fatto che in più parti del pianeta siano sorte costruzioni a forma di piramide del tutto casuale."
Certamente, così come lo sono le nostre chiese con i suoi campanili... CASUALI. Infatti, l'altezza degli stessi suggerisce l'avvicinarsi al cielo. Anche in questo caso è la forma che, casualmente, nei cinque continenti viene usata per raccomandarsi a DIO. ;-)
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