Il vero aspetto di Akhenaton

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Maat Ka Ra
00giovedì 31 maggio 2007 16:39
no, se viene venduto ed interpretato come "segno divino"...cmq è solo un'ipotesi... [SM=x822712]
antonio crasto
00giovedì 31 maggio 2007 16:50
Sono d'accordo con Maat Ka Ra.
Gli egizi sicuramente non conoscevano le malattie genetiche, o almeno non ne capivano il vero significato.
La sindrome di Marfan si manifesta sempre più col crescere dell'età, per cui un cambiamento della figura del giovane faraone potrebbe essere stata interpretato come un segno divino. Se poi l'anomalia ha interessato anche Nefertiti e le cinque figlie questo segno divino potrebbe aver convinto Akhenaton di essere effettivamente un prescelto da Aton, un predestinato. Forse egli si accorse solo verso la fine del suo regno che il segno divino era in realtà una tremenda malattia, che presto l'avrebbe portato alla morte. C'erano a mio parere tutti i presupposti di una tremenda arrabbiatura, per non parlare di pazzia vere e propria.
antonio crasto
00giovedì 31 maggio 2007 17:01
In merito alla peste in Egitto durante la XVIII dinastia segnalo l'intressante articolo:
news.nationalgeographic.com/news/2004/03/0310_040310_blackde...
-Kiya-
00giovedì 31 maggio 2007 23:51
pur tenendo in considerazione i vostri punti di vista, non concordo con la teoria della sindrome di marfan per la famiglia reale Amarniana. La ragione è semplice: è vero che si sono verificate morti assolutamente precoci al suo interno, ma è altrettanto vero che Akhenaton e Nefertiti, sebbene non sappiamo con certezza quanti anni avessero al momento della morte, superarono certamente il 30° anno di età. La Sindrome di Marfan, qualora ne fossero stati affetti, non avrebbe comcesso loro una prospettiva di vita così lunga, tenuto che solo 50 anni fa era una fortuna enorme per coloro colpiti da questa malattia riuscire a raggiungere i 40/45 anni.
Rapportando questo valore a 3300 anni fa, le prospettive di vita dovevano essere di gran lunga inferiori.
pizia.
00sabato 2 giugno 2007 16:17
Re:

Scritto da: Hotepibre 29/05/2007 9.35
Realismo, perciò, non inteso come espressione artistica in se, ma come contrasto con l'arte stereotipa tipicamente egizia in cui non venivano tanto rappresentati, "esseri umani", ma "simboli" che poi, per inciso, avevano anche la forma di esseri umani.
Se non ci fosse stata questa rivoluzione anche nell'arte, sicuramente anche Akhenaton sarebbe stato rappresentato in trono, muscoloso e perfetto; nel momento in cui, invece, lo si rappresenta mostrando anche eventuali imperfezioni, beh, questo è "REALTA'" (o qualcosa di molto simile), e per me è UN realismo sconosciuto in precedenza ed ancora di là da venire.



Allora, visto che il realismo dell'arte amarniana non è "il realismo" comunemente detto, sarebbe più prudente evitare, lo ribadisco, diagnosi mediche.
Queste ultime sono già confutabili se effettuate con webcam, sono poco attendibili se effettuate con foto, sono discutibili se effettuate da ritratto realistico, sono del tutto fuori luogo se effettuate da ogetti d'arte antica.
Gli argomenti addotti finora non hanno intaccato ancora questa mia convinzione, ma provate ad andare dal medico, portandogli invece che il paziente la sua foto (che è una foto!).

Non posso credere né alla sindrome di Marfan, né a quella di Frolich, né alle mille altre che si potrebbero attribuire ad Akhenaton, compreso il raffreddore da fieno e la dermatite da contatto.


I critici d'arte, gli stessi che talvolta osannano pittori moderni che appiccicano tubetti di colore o pennelli usati sulla tela, o infilano monetine in lastre di plexiglas o peggio ancora inscatolano sostanze quanto meno poco odorose da loro "autoprodotte", sicuramente guardano all'arte amarniana con l'occhio moderno, senza calarsi in QUEL mondo, valutando quell'arte "in se" e non come evoluzione storica di un concetto, di un'idea cosa che, in questo campo, sanno decisamente far meglio gli archeologi



Anche gli archeologi a volte sbagliano.
E sbagliano soprattutto quando vogliono a tutti i costi far da soli, snobbando il contributo che altri tipi di tecnici possono dare al loro lavoro.
Se prima di etichettare l'arte amarniana con l'appellativo di realistica, gli archeologi, (magari gli stessi archeologi che per altre loro malefatte sono stati poi aspramente criticati dai loro successori), avessero prima consultato un critico d'arte, forse il mondo non si sarebbe mai imbattuto in questo malinteso concettuale:
siccome l'arte amarniana è realitica allora Akhenaton doveva avere seno e fianchi degni di Nefertiti e le figlie dovevano avere un cranio a forma di zucchino di Albenga

Per far tornare i conti qualcuno ha persino negato l'evidenza, intanto i panni sporchi il re li faceva lavare in casa:
siccome un uomo affetto da tali malattie non può avere figli, allora le 6 figlie Nefertiti le ha concepite con un altro uomo e il re faceva finta di niente, per il bene dello stato

Questo genere di operazione logica assomiglia tanto ai sillogismi che ci insegnavano a scuola, ricordate quello:
Le capre hanno la barba. ...Socrate ha la barba! Allora Socrate è una capra!

Se vogliamo fare delle ipotesi campate in aria ci sta tutto, siamo d'accordo, se vogliamo parlarne in un forum, ci sta tutto lo stesso, sono d'accordo, "SE".

Se vogliamo capire qualcosa del passato grazie ai frammenti che abbiamo siamo obbligati a fare delle distinzioni; le ipotesi possono aiutare in fase di ricostruzione, ma bisogna tener ben presente dove finisce la realtà e dove comincia la fantasia.

antonio crasto
00lunedì 4 giugno 2007 07:56
Non ho capito bene il discorso sull'opportunità di ipotizzare possibili malattie di Akhenaton e la sua famiglia osservando semplicemente delle statue o delle immagini.
Posso capire che queste non ci possono rivelare malattie riguardanti organi interni, ma quando le immagini ci parlano di deformazioni mi sembra più che logico ipotizzare sindromi deformanti.
D'altra parte a parlare di possibili malattie di Akhenaton sono proprio i medici, ai quali bastano in questo caso le sole immagini.
L'attenzione cade sulla sindrome di Marfan proprio perché, tra le varie sindromi genetiche che causano deformazioni, è l'unica che non altera le capacità riproduttive dell'ammalato.
In merito alla possibilità che si potesse a quei tempi sopravvivere fino ai trenta anni, sappiamo che nelle statistiche di sopravvivenza ci sono sempre i valori estremi.
Non dimentichiamo che Akhenaton, se pur malato, aveva buoni protettori in Paradiso.
Io ritengo di aver individuato la mummia di Akhenaton e Nefertiti per cui serebbe forse possibile fare uno studio del DNA e vedere se queste due mummie presentano una variazione del cromosoma colpevole della Sindrome.
Hotepibre
00lunedì 4 giugno 2007 09:09
Anni fa era "di moda" il paranormale israeliano Uri Geller, chi non lo ricorda, che piegava cucchaii ed indovinava cosa ci fosse disegnato su un foglio chiuso in una busta.
Era diventato così importante che venne sottoposto ad una commissione di premi Nobel che confermarono, per iscritto con tanto di firme, che aveva effettivamente capacità paranormali.
La cosa strana è che Geller NON si è mai voluto far sottoporre ad "esame" da prestigiatori professionisti (tra i quali un tal Ray Kennedy che ha promesso UN milione di dollari a chi dimostrerà, in sua presenza, di avere effettivamente poteri paranormali). Per incispo, Geller è poi caduto nel dimenticatoio dopo qualche "esibizione" andata male e perchè molti prestigiatori (tra cui lo stesso Kennedy) hanno saputo ripetere esattamente le sue performance dichiarando, però, di eseguire trucchi!

Cosa c'entra questo con il nostro discorso? Semplice, come i premi Nobel non avrebbero (e non hanno) saputo distinguere tra fenomeni paranormali e trucchi da prestigiatore, così un critico d'arte potrebbe dare il suo giudizio estetico, magari infiorato di paroloni senza senso per riempire di vuoto il nulla (come fanno abbastanza spesso salvo rare eccezioni), ma mai potrebbero entrare nei meandri di quella che è la logica archeologica così come, del resto, un archeologo mai saprebbe dare (salvo rare eccezoini) un giudizio estetico di tipo artistico svincolato dall'interesse storico archeologico.
L'interdisciplinarietà è una gran bella cosa, a patto che ognuno resti nel proprio campo!
-Kiya-
00lunedì 4 giugno 2007 09:40
al di là delle ipotesi che alcuni medici fanno, non dobbiamo però dimenticare una cosa fondamentale: non possediamo il corpo di Akhenaton .

Proprio ieri sfogliavo il testo del dott. Cristiano Daglio, medico biologo, impegnato qui all'Ospedale di Orbassano (To) e appassionato di Egittologia.

Da medico fa riferimento a tutte le possibili teorie avanzate dai suoi colleghi, appoggiando o, nel caso, anche negando alcune possibili manifestazioni delle malattie considerate. In conclusione però egli sosteniene che quanto si legge in proposito deve essere trattato esclusivamente nel campo delle ipotesi, poichè non è sufficiente basarsi sulla statuaria e sulle rappresentazioni del Re e della sua famiglia per confermare che fosse affetto da anomalie genetiche o malattie degenerative. Non esclude infatti la possibilità che possa trattarsi esclusivamente di scelta di canoni estetici con particolare significato simbolico, sebbene prenda anche in esame la schistomatosi, la quale provoca degennerazione degli organi interni e dilatazione del ventre, fino a portare alla morte dell'individuo colpito.
Hotepibre
00lunedì 4 giugno 2007 14:58
Credo che Kiya abbia perfettamente ragione; le rappresentazioni artistiche amarniane sottostavano a canoni così particolari che un certo tipo di rappresentazione poteva ben essere motivata anche da fattori non pretamente improntati alla "realtà".
Un Akhenaton rappresentato con i fianchi larghi, o meglio COSI' larghi, non necessariamente doveva essere la effettiva restituzione scultorea dell'immagine del Re così come la mancanza di caratterizzazione sessuale (ed anzi l'assenza di attributi sessuali definiti) non significa necessariamente che così si presentasse Akhenaton.
E' altrettanto chiaro che, vista comunque questa struttura artistica così particolare e così differente da quelle preesistenti (e successive) dell'AE, si siano fatte illazioni e speculazioni che, partendo dalle opere esistenti, possano aver interessato anche la sfera medica. Da qui a riconoscere una malattia solo attraverso una scultura (come peraltro suggerito da Pizia) credo, non essendo medico, che il passo sia decisamente molto lungo e si può solo restare nel campo delle ipotesi.
Del resto, se facessimo la stessa cosa con le statue dei predecessori di Akhenaton, muscolose e proporzionate, direi sempre "perfette", dovremmo forse dedurre che nessun Re dell' AE, mai, abbia avuto il benchè minimo difetto?
antonio crasto
00lunedì 4 giugno 2007 17:00
Pur rimanendo nell'ambito delle ipotesi, mi sembra decisamente diverso rappresentare il re in forma ideale, bello alto e muscoloso, dalle rappresentazioni di Akhenaton, femmineo, grasso e spesso deforme, per non parlare di Tutankhamon appoggiato a un bastone o stampella.
Quest'ultima rappresentazione ha suggerito un problema di stabilità del giovane sovrano, problematica confermata dalle radiografie della mummia, che sembra abbiano evidenziato le vertebre cervicali "incollate".
Secondo molti medici, proprio questa malattia, suggerita dalle rappresentazioni di Tut, avrebbe determinato indirettamente la sua morte. Il sovrano si ostinava ad andare sul carro, dal quale, a causa delle sue difficoltà motorie, dovette cadere.
-Kiya-
00lunedì 4 giugno 2007 17:31
si tratta di confusione mia, oppure si ritiene che il sovrano rappresentato con la stampella sia Smenkhkhara?
antonio crasto
00lunedì 4 giugno 2007 18:17
In effetti in alcuni testi si parla di Smenkhkara, ma i più ritengono che siano rappresentati Tutankhamon e Ankhesenamon.
-Kiya-
00mercoledì 6 giugno 2007 16:43
quindi è un'altra di quelle cose che non possiamo affermare con certezza...
è pur vero che la presenza di numerosi bastoni da passeggio rinvenuti nella tomba di Tut, potrebbero, in un certo senso confermare che possa trattarsi di lui e che avesse problemi di deambulazione. Ma dopo i test recentemente effettuati sulla tomba, forse l'ho rimosso, eppure non mi pare che si sia evidenziato qualcosa in merito....
pizia.
00giovedì 7 giugno 2007 22:43
Re:

Scritto da: Hotepibre 04/06/2007 9.09
L'interdisciplinarietà è una gran bella cosa, a patto che ognuno resti nel proprio campo!


Mi dispiace, ma è proprio su questo che non sono d'accordo.

L'interdisciplinarità può servire proprio perché tecnici esperti in diversi campi possano dire la loro dando il loro contributo.
Personalmente, se fossi chiamata a dare un parere sulla statica di un edificio egizio non mi tirerei affatto indietro, ma invaderei vergongnosamente il campo, tanto che lo farei quasi gratis!
pizia.
00giovedì 7 giugno 2007 22:45
Re:

Scritto da: antonio crasto 04/06/2007 7.56
Posso capire che queste non ci possono rivelare malattie riguardanti organi interni, ma quando le immagini ci parlano di deformazioni mi sembra più che logico ipotizzare sindromi deformanti.


Dovrebbe essere vero che i modelli di Amedeo Modigliani avessero tutti la stessa malattia, a causa del loro lungo collo; quelli di Botero tutti bulimici, quelli di Picasso...
Hotepibre
00venerdì 8 giugno 2007 00:12
Re: Re:

Scritto da: pizia. 07/06/2007 22.43

Mi dispiace, ma è proprio su questo che non sono d'accordo.

L'interdisciplinarità può servire proprio perché tecnici esperti in diversi campi possano dire la loro dando il loro contributo.
Personalmente, se fossi chiamata a dare un parere sulla statica di un edificio egizio non mi tirerei affatto indietro, ma invaderei vergongnosamente il campo, tanto che lo farei quasi gratis!



...appunto quel che cercavo di dimostrare: l'interdisciplinarietà ha la sua ragion d'essere nella "collaborazione" che ciascuno per il proprio campo fornisce nella creazione di un tutt'unico.
Da questa collaborazione deve NECESSARIAMENTE essere eslcusa proprio l'"invasione di campo" cui fai riferimento poichè anche il più grande ingegnere non è detto che abbia la preparazione "giusta" per valutare un edificio egizio sotto il profilo archeologico.
Potrebbe, certamente, stabilire se "poteva star su" con le colonne messe in quel modo, se le mura erano state erette in maniera corretta, se la malta era adeguata a quel tipo di muratura e cose del genere, ma PERCHE' quel tal tempio sia stato eretto IN QUEL POSTO, o PERCHE' esistano due strane "B" in muratura nel recinto di Djioser, non spetta a lui.
Sono più che convinto che l'interdisciplinarietà sia oggi più che mai NECESSARIA, ma a patto, lo ribadisco, che l'archeologo fermi il suo lavoro dinanzi ai problemi di statica dell'ingegnere così come il secondo non può "entrare" (lo ripeto salvo rare eccezioni) nel campo proprio dell'archeologo!
.Bata.
00venerdì 8 giugno 2007 18:31
Concordo pienamente con Hotepibre, l'interdisciplinarità deve essere collaborazione non invasione di campi che non competono anche se, di questi, si è grandi appassionati.

Anch'io come Pizia mi appassionerei molto se fossi coinvolto in un qualche tipo di ricerca egittologica, ancora di più se questa riguardasse il periodo storico che più mi affascina, ma, credo, prima di parlare ascolterei e poi risponderei a domande specifiche del mio campo.

Ciao, BATA. [SM=x822715]
pizia.
00sabato 9 giugno 2007 10:10

Scritto da: Hotepibre 08/06/2007 0.12

poichè anche il più grande ingegnere non è detto che abbia la preparazione "giusta" per valutare un edificio egizio sotto il profilo archeologico.



Infatti la valutazione di una forma di espressione artistica, se realistica oppure no non è campo espressamente archeologico, ma proprio dello storico dell'arte, del critico d'arte, dell'antropologo culturale e anche, un pochino, dello psicologo.
Quello che si è verificato proprio in questo caso ha portato ad un qui pro quo che ha nnescato un meccanismo ormai irreversibile.

Ripeto ancora una volta il mio pensiero a tale proposito, perché secondo me chi scrive libri deve conoscere da subito l'eventuale esistenza di obiezioni su un fatto, onde evitare di costruire castelli di carte, fatti di elementi che si tengono su l'uno con l'altro.
Poi se io conto poco o nulla si può sempre decidere di ignorarmi, ma se posso in qualche modo contribuire, sollevando qualche timido dubbio, lo faccio volentieri, perché una volta pubblicato un libro, lo scrittore si dovrà scontrare con i dubbi di persone ben più preparate e sottili di me, che se per caso la pensano allo stesso mio modo, certe premesse possono abbatterle come un catello di carte appunto.

Disgraziatamente un archeologo, o forse nemmeno un archeologo, perché nell'Ottocento chi scavava su e giù per l'Egitto poteva essere tutt'altro che "archeologo" e quindi poteva avere talvolta conoscenze anche più scarse delle mie sull'argomento, dicevo, qualcuno, trovandosi di fronte a rilievi e pitture del periodo amarniano, ebbe la malaugurata idea di giudicarle realistiche; immagino che questa impressione sia scaturita più dalle scene naturalistiche e dai quadretti famigliari che dalla statuaria ufficiale, ma si potrebbe indagare.
Ebbene, da quel momento partì l'effetto deleterio del sillogismo: siccome l'arte amarniana è realista allora Akhenaton doveva essere così.

Ancora una cosa: il critico d'arte non è solo quello che esalta tele con scarabocchi, ma è molto più spesso uno studioso serio che che cerca di capire gli stati d'animo dei singoli appartenenti ad una cultura, analizzando i manufatti prodotti e cercando un parallelo con le vicende storiche vissute.
Non sottovalutare la conoscenza storica di queste persone che sono anche lavoratori stimati, come Zeri e Argan.
Hotepibre
00martedì 12 giugno 2007 15:28
Mi pare di rilevare nelle tue risposte (ma se sbaglio ne chiedo scusa in anticipo) una qual vena polemica che trovo immotivata e che –se esistente- non vorrei solleticare, tuttavia mi sembra necessario chiarire un concetto: in quanto essere raziocinante appassionato di questa materia fin dalla più "tenera" età, ho avuto modo di crearmi giudizi e di esprimere considerazioni che non sempre derivano da scritti del '900 e tantomeno dei secoli precedenti. Quegli scritti, semmai, mi sono serviti successivamente per approfondire i singoli argomenti e trovare conforto alle mie valutazioni, o demolirle quando si sono rivelae azzardate o errate.

Nel caso in questione, che l’arte amarniana sia completamente differente da quella usuale per quel periodo storico in quell’area è un dato di fatto che non credo necessiti di suggerimento alcuno da parte di storici o critici d’arte. Che la diversità sia in una differente sensibilità nella rappresentazione di scene del vissuto quotidiano credo sia nuovamente un dato di fatto non interpretabile altrimenti.
A fronte di staticità e ieraticità delle pose, specie nella rappresentazione dei regnanti, si assiste ad una morbidezza, ad un tentativo di rappresentare la realtà quanto più possibile prossima alla reale visione e percezione di quel che si vuole rappresentare fino al limite del voler "immobilizzare" l’attimo –come chiaramente evidenziabile nel rilievo di Akhenaton e Nefertiti che tengono le figlie sulle ginocchia con i nastri posteriori delle corone palesemente mossi dal vento-.

Su questo si fonda il mio giudizio di "verismo" dell’arte amarniana e su null’altro che non sia, lo ribadisco, una restituzione di sentimenti che, partendo dal mio interpretare ed apprezzare quell’arte, mi vengono restituiti amplificati da sensazioni che non necessariamente debbono sottostare a cliché preconfezionati da storici e critici d’arte cui, in ogni caso, al contrario di quel che puoi aver interpretato, va –nella stragrande maggioranza dei casi- la mia stima e considerazione.

Da qui a voler obbligatoriamente vedere nelle statue di Akhenaton veristiche rappresentazioni anche della sua presunta malattia, il passo mi sembra azzardato ma non totalmente assurdo.
-francis-
00martedì 12 giugno 2007 15:43
Caro Giuseppe
potrei fare un copia-incolla del tuo intervento e sottoscriverlo.
Sinceramente non ho mai capito tutto questo interesse, da parte di studiosi, nell'interpretare le malattie di cui soffriva Akhenaten, oltretutto dandole per scontate.
Anche il fatto che Tut fosse zoppo lascia il tempo che trova. E' vero, c'è una scena in cui si appoggia ad un lungo bastone, ma siamo certi che fosse per lui un appoggio e non uno strumento legato alla sua regalità? O un semplice bastone da passeggio? Del resto le tombe reali sono state tutte trovate vuote: chi mi dice che di tali bastoni ne esistessero anche in quelle trafugate?
Comunque l'arte amarniana, come l'arte in genere, dà emozioni soggettive. Le emozioni che provo nel guardare queste opere sono infinite...
-Kiya-
00martedì 12 giugno 2007 17:08
Sono tali e tante le differenze che si riscontrano nell'arte Amarniana, rispetto alle tendenze precedenti, che trovo sia veramente un peccato che ci si soffermi su quegli aspetti, quelle caratteristiche che danno modo di elucubrare a riguardo delle possibili infermità o malformazioni congenite della famiglia reale Amarniana.
La totale abrogazione della staticità a favore di un costante dinamismo, riscontrabile tanto nelle raffigurazioni delle persone, quanto nel fatto che vengano assai frequentemente rappresentati carri, ad uso non improntato sulla guerra, come fino ad allora era stato fatto, ma proprio quale mezzo di spostamento, quasi si volesse ricorrere al movimento, come mezzo essenziale per dare il senso della vitalità a chi ammirava (e ancora oggi può ammirare) i rilievi.

Certo, chi insiste sulla malfermità di Akhenaton può oggi giustificare il frequente apparire di carri con l'impossibilità del sovrano di reggersi in piedi o di sopportare grande fatica fisica. Probabilmente ci sarà anche chi giustifica il formato della talatat affermando che tanto ad Akhetaton erano tutti talmente bassi di statura che le loro riproduzioni ci sarebbero state comunque in quell'altezza esigua.... ed ecco che, come giustamente dice -francis- quelli che possono essere vezzosi bastoni da passeggio (peraltro rinvenuti anche se in foggia meno preziosa, nella tomba di Kha, scoperta intatta da Schiaparelli) acquisiscono valore di stampella e l'ipotetica assenza di un sandalo (non me ne voglia Roberta a cui chiaramente non faccio alcun riferimento) potrebbe trasformarsi in quello che sarebbe stato uno spreco inutile, poichè tanto era zoppo e a terra ci poggiava il bastone...


scusate, la vena assai sarcastica... le affermazioni di cui sopra sono solo frutto di personale esasperazione e non vogliono offendere in alcun modo nessuno di voi. A riprova di ciò, riporto sempre l'esempio più battuto e più caro: speriamo che se dovesse mai sopraggiungere un conflitto mondiale, non sia l'opera di Picasso l'unica a preservarsi.... [SM=x822710]
pizia.
00martedì 12 giugno 2007 20:43
Re:

Scritto da: Hotepibre 12/06/2007 15.28
Mi pare di rilevare nelle tue risposte (ma se sbaglio ne chiedo scusa in anticipo) una qual vena polemica che trovo immotivata e che –se esistente- non vorrei solleticare,



[SM=x822740] [SM=x822740] [SM=x822740] Velenoso!
Infatti, sbagliatissimo, nessuna polemica.
Scuse accettate.
Perdona la mia sincerità ad ogni costo, intanto non ci perdo nulla a sostenere una cosa o l'altra, ma se vogliamo che il forum serva davvero a qualcosa bisogna potersi confrontare apertamente, su ogni argomento, anzi, soprattutto su quelli verso i quali abbiamo pensieri differenti, solo così si cresce.

Siccome caratterialmente sono un "Bastian Contrario", a volte mi diverto a sollevare un sacco di obiezioni, per saggiare una certa teoria o ipotesi.
Magari la penso esattamente come tutti gli altri, ma per mettere alla prova le nostre convizioni, dobbiamo anche metterle in discussione, allora cerco di calarmi nel personaggio che sta dall'altra parte della barricata, per vedere se anche gli altri ad un certo interrogativo rispondono con le mie stesse conclusioni.

Diciamo pure che non è questo il caso, perché a proposito dell'aspetto di Akhenaton mi par di capire che solo Antonio* ritiene di poter individuare una malattia di fondo, e forse MaatKaRa, ma è poco convinta, mentre dai vostri interventi, compreso il tuo Hotep, mi sembra che la prova principale di questa malattia (cioé la rappresentazione artistica) non venga accettata.

Allora siamo d'accordo?
Abbiamo chiarito il problema relativo all'aggettivo "realistico"?



* qui nel forum naturalmente, perché anche il mio stimatissimo Aldred, ad esempio, è pure lui favorevole alla malattia!

Hotepibre
00mercoledì 13 giugno 2007 00:16
[SM=x822740] [SM=x822741] [SM=x822740] Moi? ...ma ssssssskerzi! [SM=x822710]

Ebbene si, io non do alle rappresentazioni di Akhenaton alcun valore medico o clinico (peraltro non è certo il mio campo), ma non me la sento neppure di escludere che sia possibile, per gli esperti di quel settore, "usare" le statue del Re per individuarvi indicatori di possibili malattie.
Ho già più sopra scritto, ad esempio, che se si dovessero ritenere tali rappresentazioni "oro colato" dovremmo necessariamente dire che Akhenaton era asessuato poichè così talvolta appare.
Quanto al "realistico", spero di aver chiarito (e del resto è quel che cerco di fare da parecchi post in qua) quale sia il "mio" concetto di "realismo" riferito all'arte amarniana: non quindi "realismo" in senso storico-artistico, ma realismo in senso effettivo, quanto meno di tentativo di rappresentazione quanto più possibile vicina alla realtà in un periodo storico in cui la faceva da padrona la rappresentazione ideale dei soggetti.
pizia.
00venerdì 15 giugno 2007 20:06
Ho capito cosa intendi per "realismo" quando tu parli di realismo dell'arte amarniana, ma lo sapevo già, in qualche modo lo avevo intuito [SM=x822712]
In questo modo, in una decina di post abbiamo anche chiarito un altro aspetto di questo periodo, squisitamente critico, spero a beneficio di tutti coloro che avranno la pazienza di leggerci. [SM=x822706]
roberta.maat
00venerdì 15 giugno 2007 21:44
[SM=x822706] Più che realismo io ci vedo idealismo......una esasperazione artististica lontana dai canoni della semplice riproduzione.Una corrente definita che ancora dopo 3000 anni ci permette di disuterne ! ma è così difficile vedere una differenza tra Shiltian e Tamara de lempitcka.Arte Amarniana....cioè arte !
La questione del sandalo........!niente a che fare con sospetti di zoppia ! Mi pare di aver scritto ,casomai,che ci vedevo un segno di amore che unisce Tut e la sua regina bambina in un unico cammino....mi sbagliavo perxhè era semplicemente "saltato" l'intarsio.Aggiungo che Akenaton è bellissimo ! [SM=x822706]
-Kiya-
00venerdì 15 giugno 2007 21:46
lo so che non intendevi nulla del genere, ho esasperato l'argomento, ma sottolineando che ti ritenevo esclusa ;)
EGIZIA72
00sabato 3 maggio 2008 10:42
(AGI)-Washington,2 Maggio.Uno dei più grandi faraoni dell'antico Egitto,Akhenaten,era affetto da una grave mutazione genetica,che ha reso alcune parti del suo coprpo tipicamente femminili.Ad esempio,i fianchi larghi e il seno pronunciato.Ma nonostante questo il faraone è riuscito ad avere sei bambin,tra cui il celebre Tutankhamon.A rivelarlo è stato un gruppo di ricercatori dell'Università di Yale in uno studio presentato in occasione della conferenza annuale della Maryland School of Medicine.Dalle analisi delle statue e delle sculture raffiguranti Akhenaten,i ricercatori hanno scoperto che il faraone era vittima di una mutazione genetica che covente una gran quantità di ormoni maschili in femminili.Si tratta della "ginecomastia familiare"una condizione ereditaria che porta alla sovrapproduzione di estrogeni.Le raffigurazioni di Akhenaten,il faraone che ha introdotto il monoteismo in Egitto e che morì più di 33 secoli fa,hanno suggerito che il faraone aveva il seno e i fianchi larghi.Secondo i ricercatori,il faraone "aveva un fisico femminile con ampi fianchi e seni,ma era di sesso maschile,era fertile e ha avuto dei figli",ha detto Irwin Braverman,coordinatore dello studio.(AGI).
roberta.maat
00sabato 3 maggio 2008 12:50
[SM=x822709] Egizia, sulle presunte malattie di Akhenaton, si è dibattuto a lungo avendo come unico supporto le rappresentazioni artistiche del faraone e della sua progenie. Una serie infinita di presunte patologie, sindromi ecc.di cui spesso abbiamo scritto anche sul forum.

Da quanto riferisci presumo tu voglia intendere un'altra sindrome chiamata appunto "Sindrome di Klinefelter" di cui la ginecomastia è un sintomo.
Non potendo finora ovviamente eseguire alcun test di laboratio su una mummia che non c'è, si tenta di formulare diagnosi basandosi solo su quello che l'arte Amarniana ci ha consegnato come l'aspetto fisico del faraone, ritenendolo,come nel caso da te descritto, portatore di gravi squilibri ormonali.

Continueremo a leggere di tutto ma la verità forse non la conosceremo mai. [SM=g999100]
-francis-
00domenica 4 maggio 2008 10:15
STORIA/ MISTERO AKHENATON: IL FARAONE ERA UN "MUTANTE"?
Lo sostiene uno specialista di storia della medicina

Gli archeologi sono sempre rimasti stupiti dalle raffigurazioni esistenti di Akhenaton, il grande faraone della diciottesima dinastia, che introdusse in Egitto una forma di monoteismo alla metà del 1300 avanti Cristo. Akhenaton infatti viene costantemente rappresentato in bassorilievi e statue con un fisico dalle caratteristiche marcatamente femminili, oltre che con un cranio stranamente allungato. Al punto che c'è chi ha avanzato l'ipotesi che in realtà fosse una donna, circostanza tuttavia smentita dal fatto che gli vengono attribuite almeno sei figlie.

Il dottor Irwin Braverman, che insegna storia della medicina presso la Yale University, ha sviluppato una sua teoria sull'aspetto del faraone, presentandola nel corso del convegno annuale che la University of Maryland dedica alle malattie e ai motivi della morte di personaggi storici.

Secondo Braverman, il faraone era un vero e proprio "mutante", ovvero vittima di una mutazione genetica che ne alterava le funzioni ormonali, aumentando la presenza nel suo corpo di ormoni femminili. Da questo deriverebbe, spiega lo studioso "l'aspetto androgino del faraone, che aveva un fisico marcatamente femminile, con bacino largo e seno, e tuttavia era di sesso maschile e generò figli". Sua moglie era la splendida regina Nefertiti.

Secondo l'egittologo e archeologo Donald B. Redford, la teoria di Braverman è interessante, anche se gli studiosi sono in genere concordi nell'affermare che Akhenaton fosse affetto dalla "sindrome di Marfan", una malattia che incide sull'aspetto fisico determinando lineamenti allungati. Altre ipotesi prendono in esame la "sindrome di Klinefelter" e altre patologie del genere.

Molti dubbi verrebbero chiariti se gli egittologi riuscissero a individuare senza incertezze la mummia di Akhenaton e il governo egiziano desse l'autorizzazione a condurre indagini sul Dna. Braveman spera che la sua teoria posso contribuire a moltiplicare le ricerche al riguardo.

(Fonte: Alice news)
-francis-
00domenica 4 maggio 2008 10:16
Ci risiamo: Akhenaton deve essere malato ad ogni costo!
Non ho più commenti da fare, su di lui se ne sono dette già troppe.
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