Il vero aspetto di Akhenaton

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Hotepibre
00lunedì 15 gennaio 2007 10:10
Nefertiti
Sul più famoso busto di Neferitti, oggi al museo di Berlino, è stato scritto tutto e più di tutto (me compreso che ho dato una versione tutta mia); la statua, opera dello scultore Thutmosi e rinvenuta a Tell el-Amarna (Borkardt, 6-7.12.1912) proprio in quello che doveva essere il suo "atelier", per quanto rifinita, è mancante dell'occhio destro. Intanto, il luogo del ritrovamento è l'unico elemento che possa far propendere per l'individuazione dell'autore in Thutmosi; per quanto riguarda il busto, non si può pensare che lo scultore dovesse ancora terminare l'opera, poichè essa è, come sopra detto, per il resto completamente rifinita.

Sono state avanzate varie ipotesi:
-che la Regina fosse effettivamente cieca da un occhio, ma, per il verismo che caratterizzava l'arte amarniana, tale particolare sarebbe stato riportato anche su altre immagini, il che non è.
-che l'opera fosse solo un "modello" di scuola, ma in tal caso sarebbe stato logico avere una scultura completamente rifinita a metà, così da essere didatticamente utile ed un eventuale "apprendista scultore".

Un'altra ipotesi, non suffragata, sia ben chiaro, da alcun atto e che sfocia nel romantico, è che corressero stretti legami affettivi tra la Regina e lo stesso scultore Thutmosi e che questi, volutamente, in segno di spregio per un torto patito, avrebbe realizzata la scultura con un occhio in meno...ma siamo davvero nel mondo del romanzo d'appendice.

La mia versione? ...è ancora diversa...
antonio crasto
00sabato 26 maggio 2007 15:49
Mi sono fatto un’idea tutta particolare della “rivoluzione atoniana” e delle rappresentazioni artistiche del periodo.
Ho riportate le mie idee nel mio libro, ma anche in un articolo apparso sulla rivista Hera nello scorso mese di Gennaio.
Una versione ampliata dell’articolo con titolo “La Sindrome di Marfan, indicatore genealogico” è disponibile in rete nel mio sito.

Per quanto riguarda la coreggenza fra Amenhotep III e Akhenaton ipotizzo che:

1. durante il regno di Amenhotep III si sia sviluppata in Egitto, ma forse in tutto il Mediterraneo Orientale, un’epidemia di peste bubbonica;
2. al fine di evitare il contagio e salvare in qualche modo la dinastia, Amenhotep III si sia rifugiato in nella nuova reggia a Malgata, nella regione oltre il Nilo ad occidente di Waset, dedicata alle necropoli e ai templi dei milioni di anni;
3. a un certo punto sia stato deciso il raddoppio della corte creando la coreggenza di Amenhotep IV;
4. per aumentare le probabilità di sopravvivenza della dinastia, Amenhotep IV abbia deciso di creare una nuova corte in una nuova città edificata in un’area desertica, lontana da Waset e dalle città principali d’Egitto;
5. Akhenaton abbia fatto incidere sulle 15 stele confinarie il suo giuramento di non abbandonare, insieme alla sua famiglia, la nuova capitale, come per isolarsi in una lunga quarantena;
6. questo isolamento abbia avuto successo per 12 anni e che Akhenaton, credendo di aver superato la crisi sanitaria, abbia commesso il tragico errore di voler festeggiare ad Akhetaton la Cerimonia per il Tributo dei paese sottomessi o alleati;
7. sia molto probabile che in questa occasione l’epidemia sia stata portata nella nuova capitale e che una prova di ciò siano le improvvise morti che colpirono anche la casa reale.

In merito alle strane rappresentazioni dei personaggi della famiglia reale, ritengo che:

1. così come ipotizzato da vari ricercatori, Akhenaton soffrisse della Sindrome di Marfan, malattia genetica che col crescere degli anni tende a deformare il fisico e a determinare malattie collaterali, quale il tracoma;
2. questa malattia sia arrivata a corte tramite i matrimoni di Amenhotep III con le principesse dei Mitanni, Gilu Heba e Tadu Heba;
3. la malattia si sia propagata ai figli di Amenhotep III e ai suoi nipoti, arrivando fino a Tutankhamon;
4. l’apparente incongruenza relativa ad Akhenaton possa essere giustificata ipotizzando che Tiye fosse sterile o che non abbia potuto avere altri figli dopo il primogenito Thutmose;
5. Tiye abbia accettato matrimoni collaterali del marito e che, in pratica, abbia “adottato” tutti i figli delle mogli secondarie, compresa Baketaton, nata quando lei doveva essere abbastanza anziana;
6. questa mia ipotesi possa giustificare le deformazioni addominali e alle cosce di Akhenaton e delle figlie, i crani deformati e il fatto che con l’avanzare dell’età Akhenaton appaia con un volto sempre più allungato;

In merito alle rappresentazioni di Nefertiti con le stesse deformazioni di Akhenaton, ritengo infine che :

1. sia molto probabile che la regina fosse in realtà Tadu Heba, ultima concubina di Amenhotep III, concessa in sposa ad Amenhotep IV al momento della coreggenza;
2. la possibile malattia di Nefertiti abbia determinare una lesione a un occhio, per cui il famoso busto di Berlino potrebbero essere un pietoso ritratto, mai esposto, della sua deformazione;
3. una deformazione all’occhio sinistro sembra potersi scorgere anche nella mummia della “Vecchia Signore”, da me ritenuta quella di Nefertiti.
Teie
00domenica 27 maggio 2007 12:38
Re:

Scritto da: antonio crasto 26/05/2007 15.49
Per quanto riguarda la coreggenza fra Amenhotep III e Akhenaton ipotizzo che:
1. durante il regno di Amenhotep III si sia sviluppata in Egitto, ma forse in tutto il Mediterraneo Orientale, un’epidemia di peste bubbonica;



E' una teoria molto affascinante.
Vorrei chiedere una cosa per quanto riguarda il punto di cui sopra: se fosse successo, è mai possibile che nessun cenno della cosa sia arrivato fino a noi con un papiro, una stele, una incisione su di un monumento, ecc.?
Certo l'epidemia potrebbe giustificare un tale spostamento (che precisiamo NON riguardò Amenhotep III che restò al suo posto, se non sbaglio) ma di una cosa così grave e diffusa non c'è traccia scritta? Nessuna? Anche solo trascrivendola come una punizione divina per un qualunque motivo?

Teie
antonio crasto
00domenica 27 maggio 2007 13:20
Esistono degli indizi concreti:
- una "lettera" del re di Cipro che si giustifica per non aver inviato il rame delle sue miniere, in quanto tutti gli uomini addetti all'estrazione del metallo erano morti o soffrivano di una grave malattia;
- sappiamo che vari anni dopo il regno di Akhenaton gli Ittiti si ammalarono di peste per aver portato nella loro capitale un certo numero di prigionieri egizi. La peste si diffuse e morì anche il re degli Ittiti;
- ritengo possibile che l'opera letteraria di Eschilo (mi pare) sulla "Peste a Tebe" possa vere trovato ispirazione in un fatto storico accaduto a Waset / Tebe e quindi riportato nella citta greca.

In ultimo alcuni scienziati ritengono di aver trovato le prove che la peste sia esistita in Egitto proprio durante il periodo che staiamo considerando e che sia stata diffusa dai topi del Nilo costretti a lasciare il fiume a causa di una tremenda magra del fiume.
Teie
00domenica 27 maggio 2007 18:13
Re:

Scritto da: antonio crasto 27/05/2007 13.20
Esistono degli indizi concreti:
- una "lettera" del re di Cipro che si giustifica per non aver inviato il rame delle sue miniere, in quanto tutti gli uomini addetti all'estrazione del metallo erano morti o soffrivano di una grave malattia;
- sappiamo che vari anni dopo il regno di Akhenaton gli Ittiti si ammalarono di peste per aver portato nella loro capitale un certo numero di prigionieri egizi. La peste si diffuse e morì anche il re degli Ittiti;
- ritengo possibile che l'opera letteraria di Eschilo (mi pare) sulla "Peste a Tebe" possa vere trovato ispirazione in un fatto storico accaduto a Waset / Tebe e quindi riportato nella citta greca.

In ultimo alcuni scienziati ritengono di aver trovato le prove che la peste sia esistita in Egitto proprio durante il periodo che staiamo considerando e che sia stata diffusa dai topi del Nilo costretti a lasciare il fiume a causa di una tremenda magra del fiume.



Si, ma io parlavo di fonti egizie. Le altre possono esere falsate da fattori diversi.

Teie
-Kiya-
00lunedì 28 maggio 2007 09:34
e se invece tutto quanto riguardasse questa epidemia fosse stato arbitrariamente distrutto dagli egizi, documenti compresi? una sorta di Damnatio Memoriae estesa agli eventi per ... dimenticare?
antonio crasto
00lunedì 28 maggio 2007 09:44
Io concordo con molti Egittologi che vedono nelle prime otto "piaghe bibbliche" alcune conseguenze legate alle continue eruzioni di Thera e al cambiamento climatico conseguente. La nona piaga, le tenebre, sarebbe infine connessa all'esplosione catastrofica del vulcano, che sicuramente interessò l'Egitto con le sue nubi tossiche.
La decima piaga, la morte dei primogeniti egizi, sarebbe stata una punizione divina, ma in realtà potrebbe avere, a mio parere, qualche riferimento storico.

Alla luce di questa ipotesi mi sambra più che logico che gli Egizi non abbiano scritto questa pagina di cronaca o che i documenti relativi siano stati persi o distrutti.
Un saluto da Antonio
Hotepibre
00lunedì 28 maggio 2007 10:08
Re:

Esistono degli indizi concreti:
- una "lettera" del re di Cipro che si giustifica per non aver inviato il rame delle sue miniere, in quanto tutti gli uomini addetti all'estrazione del metallo erano morti o soffrivano di una grave malattia;


Concordo intanto con Tye: fonti egizie please!
inoltre quale rapporto esisterebbe tra una pestilenza avvenuta a Cipro ed una presunta epidemia egizia?


- sappiamo che vari anni dopo il regno di Akhenaton gli Ittiti si ammalarono di peste per aver portato nella loro capitale un certo numero di prigionieri egizi. La peste si diffuse e morì anche il re degli Ittiti;


anche in questo caso, quale rapporto tra una presunta pestilenza egizia ed una "vari anni dopo" presso gli Hittiti? Anche a voler giustificare l'epidemia hittita con i prigionieri egizi, stiamo parlando dichiaratamente di "vari anni" e la peste (come la gran parte delle altre malattie) non ha un'incubazione così lunga.


- ritengo possibile che l'opera letteraria di Eschilo (mi pare) sulla "Peste a Tebe" possa vere trovato ispirazione in un fatto storico accaduto a Waset / Tebe e quindi riportato nella citta greca.


...che motivo avrebbe avuto Eschilo (del quale non ricordo tra le sette esistenti, alcuna che abbia per titolo alcunchè abbia ache fare con la peste a Tebe: Le supplici, Il Prometeo Incatenato, i Sette contro Tebe, I Persiani, Agamennone, Emenidi e Coefore), che motivo avrebbe avto, dico, per spostare l'azione scenica nella Tebe greca quando avrebbe potuto lasciare la Tebe egizia (anche in considerazione di un'opera, andata persa, che si intitolava "Gli Egiziani"?)


In ultimo alcuni scienziati ritengono di aver trovato le prove che la peste sia esistita in Egitto proprio durante il periodo che staiamo considerando e che sia stata diffusa dai topi del Nilo costretti a lasciare il fiume a causa di una tremenda magra del fiume.


fonti please!
Hotepibre
00lunedì 28 maggio 2007 10:18

In merito alle rappresentazioni di Nefertiti con le stesse deformazioni di Akhenaton...


non mi pare che Nefertiti sia mai stata rappresentata con "le stesse deformazioni di Akhenaton". Nel suo caso, infatti, secondo il canone talvolta iper-realistico dell'arte amarniana, si assiste ad una accentuazione della femminilità con sottolineatura, ad esempio, del pube che si evidenzia in abiti particolarmente aderenti (vedi sopra, ad esempio, l'immagine in cui s tiene per mano con Akhenaton)


1. sia molto probabile che la regina fosse in realtà Tadu Heba, ultima concubina di Amenhotep III, concessa in sposa ad Amenhotep IV al momento della coreggenza;


e qui non posso che concordare!


2. la possibile malattia di Nefertiti abbia determinare una lesione a un occhio, per cui il famoso busto di Berlino potrebbero essere un pietoso ritratto, mai esposto, della sua deformazione;


"possibile malattia"? quale?
E come mai, sempre per quell'iper-realism,o di cui sopra si diceva, una tal malformazione non sarebbe stata riportata in nessun altra opera che ritrae la Regina? (ancora una volta, si veda il gruppo statuario sopra riportato di Akhenaton e Nefertiti)


3. una deformazione all’occhio sinistro sembra potersi scorgere anche nella mummia della “Vecchia Signore”, da me ritenuta quella di Nefertiti.


se ti riferisci al corpo rinvenuto nella KV35 di Amenhotep II, fatte salve le lesioni post mortem, non mi sembra sia stato riscontrato alcunchè agli occhi.
antonio crasto
00lunedì 28 maggio 2007 10:30
Caro Hotepibre,
purtroppo il giornale di Waset ha chiuso da molto e il suo archivio non è più disponibile.
Le mie sono ipotesi, avallate almeno in parte da alcuni importanti indizi.
Non sono d’accordo con te che al tempo degli Egizi una pestilenza a Cipro potesse restare isolata e non coinvolgere anche i paesi vicini. Considera che Cipro esportava il rame e che quindi navi di tutti i paesi del Mediterraneo orientale facevano la spola con i suoi porti.
Non mi sembra il caso di ritenere che una pestilenza potesse aver fine in poco tempo. Basta ricordarsi delle “pestilenze” degli ultimi secoli per non parlare dell’AIDS, che da decenni imperversa in tutto il mondo malgrado lo sviluppo della medicina.
Secondo me in certe argomentazioni bisogna accontentarsi di indizi e della logica.
Per quanto riguarda poi l’opera sulla peste a Tebe è evidente che essa aveva un fine politico, come quasi tutte le opere greche.
Era necessario considerare una punizione divina per le malefatte del Re locale e quale miglior spunto di una possibile epidemia accaduta in tempi storici nell’omonima capitale egizia.

Per questa volta invece di bere alle fonti inglesi, ti devi accontentare dell’acqua minerale italiana!!!
Hotepibre
00lunedì 28 maggio 2007 10:58
Ero a conoscenza che la "Gazzetta di Waset" avesse chiuso da qualche tempo, ma non mi riferivo a fonti giornalistiche, ne' inglesi ne' di acqua minerale italiana (che peraltro potrei anche preferire) [SM=x822711] .
Le mie perplessità derivano caso mai, più che dalle fonti, dalla "cascate" di notizie che girano e che derivano da ipotesi apprezzabilissime, ma spesso appunto originate da semplici elucubrazioni personali.
Tutti qui siamo portatori di ipotesi e, salvo qualche eccezione, l'autodidattica la fa da padrone, ma proprio perchè autodidatti, siamo sempre "affamati" di "Fonti documentali" a cui poter far capo per convincerci anche della bontà di una ipotesi proposta o, altrimenti, saremmo costretti ad accettare per buona ogni ipotesi di omini verdi e marzianetti propinata da chicchessia a supporto delle proprie farneticazioni pseudo-egittologiche! (purtroppo oggi sempre più freaquenti)
antonio crasto
00lunedì 28 maggio 2007 11:40
Chiedo venia, ma l’età e il primo Sole estivo mi hanno annebbiato la memoria.
L’opera in cui si parla della peste a Tebe è l’Edipo re di Sofocle.
Edipo riesce a libere Tebe dal morbo, sconfiggendo la Sfinge.
Non vi suggerisce niente questa seconda coincidenza?
Hatshepsut76
00lunedì 28 maggio 2007 16:09
Re:

Scritto da: antonio crasto 28/05/2007 11.40
Edipo riesce a libere Tebe dal morbo, sconfiggendo la Sfinge.
Non vi suggerisce niente questa seconda coincidenza?



A me suggerisce questo:

Mosè libera gli Ebrei dall'Egitto, lasciando con un palmo di naso il Faraone...

E' corretto?
antonio crasto
00lunedì 28 maggio 2007 16:39
Non volevo arrivare a questo. Intendevo dire che in un'opera greca si parla di una città di Tebe, in cui la Sfinge causa la morte per peste degli abitanti. Se Tebe è una città greca, la Sfinge è sicuramente un simbolo egizio.
Il parallelismo Mosè - Edipo mi sembra decisamente forzato.
-Kiya-
00lunedì 28 maggio 2007 17:29
sono numerosi gli studiosi che affermano una possibile pestilenza, quale causa scatenante della creazione della città di Akhetaton, intesa come una roccaforte in mezzo al nulla dove trovrono asilo tutti coloro che ancora non erano stati contagiati. Alcuni egittologi addurrebbero come prova di ciò il giuramento che compare sulle Stele che limitano la Città dell'Orizzonte, con il quale Akhenaton si impegna a non modificare in alcun modo l'estensione della medesima.
Proprio FrAnkh, in occasione della sua conferenza dedicata ad Akhenaton, qualche mese fa (peraltro.... mni scuso col medesimo per non averla ancora pubblicata... CHE VERGOGNA! [SM=x822730] - Attendevo il definitivo passaggio alla nuova versione, che ancora non c'è stato a causa di rallentamenti sul percorso, rimedierò quanto prima... ), fece riferimento ad un'egittologa (di cui non ricordo il nome al momento) che basava proprio unos studio su questa teoria. Ricordo altresì che FrAnkh non fosse d'accordo, ma le motivazioni le lascerei a lui...
pizia.
00lunedì 28 maggio 2007 23:35
Re:

Scritto da: antonio crasto 28/05/2007 10.30
Secondo me in certe argomentazioni bisogna accontentarsi di indizi e della logica.



[SM=x822717]
Be', insomma...
In un forum possiamo certo accontentarci di indizi e logica, però...

Sinceramente non riuscirete mai a convincermi che l'arte amarniana sia realistica.
Eppure dovreste sapere abbastanza bene tutti cosa vuol dire realismo in arte.
Comunque ognuno rimane del suo parere e su questo credo che per un bel po' andrà avanti così, gli archeologi continueranno a parlere di realismo e gli artisti e i critici d'arte continueranno a fare [SM=x822728] pensando: "Mah!"

Sempre parlando a livello personale mi sembrano deduzioni molto logiche quele di Antonio su Akhenaton che ha scritto nella pagina precedente del topic, da uno a sette; non condivido a fondo quelle su Nefertiti da uno a tre e quelle sulla rappresentazione delle figure da uno a sei.

Mi rendo conto però che su Nefertiti potrei avere impressioni fallaci e mi impegnerò a pensare più a fondo al problema della sua provenienza straniera. [SM=x822706]
Maat Ka Ra
00lunedì 28 maggio 2007 23:49
...è solo la mia opinione, per carità, ma io lo edo il realismo amarniano, senza pensare di avere di fronte un mostro....
-Kiya-
00martedì 29 maggio 2007 09:25
Re:

Scritto da: pizia. 11/08/2006 20.11


ritratti




ho voluto riprendere il link proposto da pizia. all'origine di questa discussione per riproporvelo ancora una volta.
A proposito di realismo, scorrete la pagina fin verso il fondo, dove iniziano ad essere proposte le teste di gesso, inventariate, ma rimaste anonime, e ammiratene innanzitutto l'austerità, oltre che i tratti somatici riproposti. Non ce n'è una che assomigli all'altra... sembra quasi di trovarsi di fronte a un album di fotografie.

In quanto poi alla rappresentazione di Nefertiti, mi pare sia stato contraddetto che la stessa sia mai stata rappresentata con il medesimo stile di Akhenaton.
Nefertiti non fu rappresentata sempre con forme perfette, tutt'altro. Forse il viso della Regina mantenne sempre le caratteristiche della bellezza con cui ci è nota, ma quando rappresentata a figura intera, anche lei come Akhenaton, rispettava in tutto per tutto i canoni dell'arte Amarniana:



notate anche il volto, risultano evidenti i segni dell'età, esattamente come sul busto più noto [SM=x822708]

Per tale ragione, sono del parere che nefertiti non morì prima dei suoi 35 anni....
Hotepibre
00martedì 29 maggio 2007 09:35
Modifichiamo il discorso, per quanto riguarda l'arte amarniana non sto parlando DEL realismo, ma di UN realismo che, all'epoca, era sconosciuto. E quando parlo di UN realismno, mi riferisco alla differenza palese che l'arte amarniana MANIFESTAMENTE ha rispetto all'arte dello stesso antico Egitto.
Realismo, perciò, non inteso come espressione artistica in se, ma come contrasto con l'arte stereotipa tipicamente egizia in cui non venivano tanto rappresentati, "esseri umani", ma "simboli" che poi, per inciso, avevano anche la forma di esseri umani.
Se non ci fosse stata questa rivoluzione anche nell'arte, sicuramente anche Akhenaton sarebbe stato rappresentato in trono, muscoloso e perfetto; nel momento in cui, invece, lo si rappresenta mostrando anche eventuali imperfezioni, beh, questo è "REALTA'" (o qualcosa di molto simile), e per me è UN realismo sconosciuto in precedenza ed ancora di là da venire.
E' anche comprensibile che artisti fino ad allora abituati a rappresentazioni stereotipate potessero trovare difficoltà a rappresentare cose, e persone, in maniera differente.
Si tratta, perciò di UN realismo nascente e, come tale, deve essere considerato. I critici d'arte, gli stessi che talvolta osannano pittori moderni che appiccicano tubetti di colore o pennelli usati sulla tela, o infilano monetine in lastre di plexiglas o peggio ancora inscatolano sostanze quanto meno poco odorose da loro "autoprodotte", sicuramente guardano all'arte amarniana con l'occhio moderno, senza calarsi in QUEL mondo, valutando quell'arte "in se" e non come evoluzione storica di un concetto, di un'idea cosa che, in questo campo, sanno decisamente far meglio gli archeologi.
-francis-
00martedì 29 maggio 2007 10:49
Le talatat esposte al museo di Luxor mostrano chiaramente i tratti non proprio bellissimi di Nefertiti, che è stata rappresentata con gli stessi "difetti" del marito.
Maat Ka Ra
00martedì 29 maggio 2007 12:29
...sono questi "difetti"volti a lasciare un messaggio ben preciso in chi li osserva, ma questo messaggio non è ancora stato interpretato con certezza. Nel periodo in questione tutto cambia e tutto ciò che costituiva un legame con il passato viene abbandonato. La causa che ha portato a questo intervento deciso deve ancora essere investigata a fondo. La determinazione con cui tutti i canoni artistici vengono abbandonati fa immediatamente pensare a ragioni politiche, ma chissà che le cose non sia assai più semplici. Quando analizziamo un oggetto o un periodo storico abbiamo la tendenza a scollegarlo da tutto il resto, mentre la realtà che lo circondava a suo tempo aveva certamente delle ragioni precise e dense di significato che da sole basterebbero a rendere chiaro tutto. Pensiamo ad esempio agli oggetti di uso quotidiano: quando non sappiamo cosa ci troviamo di fronte avanziamo teorie strampalate perchè i nostri punti di riferimento sono la NOSTRA realtà. Quando le cose si chiariscono, ci sorprendiamo a cogliere la semplicità con cui molte cose venivano concepite.
FrAnkh
00mercoledì 30 maggio 2007 23:06

La studiosa americana che ha sostenuto la tesi della pestilenza a Tebe sotto il regno di Amenofi III è Arielle Kozloff. Gli argomenti che porta sono abbastanza convincenti, ed io mi sento di approvarla.

Ciò che non condivido è la sua interpretazione dei motivi che indussero Amenofi IV ad abbandonare Tebe per fondare una nuova città.

Ecco come la Kozloff si esprime al proposito:

"E' intrigante chiedersi se la rivoluzione religiosa di Akhenaton non fosse semplicemente la reazione di un capo che ercava disperatamente di sfuggire alla pestilenza. Se è così, egli è stato malamente interpretato nei tempi moderni, poichè egli non era né eretico, né pazzo, ma piuttosto un re terrorizzato che cercava disperatamente di salvare il suo regno".

Mi pare chiaro che ridurre tutte le tamatiche - religiose, politiche, artistiche, filosofiche, linguistiche, poetiche - espresse dal periodo di Amarna semplicemente ad una fuga dalla peste sia del tutto improponiobile.

Maat Ka Ra
00mercoledì 30 maggio 2007 23:28
beh, sì!....così è un po' troppo semplice come soluzione... [SM=x822717]
antonio crasto
00giovedì 31 maggio 2007 08:29
Al momento della scrittura del capitolo sulla XVIII dinastia non sapevo che l’ipotesi della peste a Waset fosse stata fatta da altri ricercatori. Il fatto che altri abbiano pensato come me, toglie l’originalità alla mia idea, ma mi conforta sulla sua fondatezza.
E’ evidente che la sola epidemia di peste non può giustificare la “rivoluzione amarniana”, ma mi sembra che possa essere un buon punto di partenza.
La costruzione in tutta fretta di una nuova capitale in pieno deserto mi ha fatto pensare ad un isolamento sanitario, una lunga quarantena sottoscritta dai giuramenti di Akhenaton sulle stele di confine.
Se ci fosse stato solamente un motivo religioso non ci sarebbe stato bisogno di alcun giuramento.

La situazione va a mio parere analizzata considerando:

- una probabile malattia invalidante di Amenhotep III;
- l’emergenza di peste, che forse portò alla morte l’erede al trono, il possibile Thutmose V;
- lo spostamento della reggia di Amenhotep III a Malgata;
- la nomina di Amenhotep IV a coreggente;
- il tentativo di ottenere un recessione dell’epidemia rivolgendosi al dio primordiale Aton-Ra;
- la costruzione di una nuova capitale per differenziare le case reali dei due sovrani e aumentare così la probabilità di sopravvivenza di un esponente delle dinastia;
- la durata di oltre dodici anni dell’epidemia;
- l’aggravarsi dei sintomi della malattia genetica (Marfan) di Akhenaton e Nefertiti;
- un’esasperazione del culto di Aton a causa forse di una perdita di senno di Akhenaton;
- una nomina di un nuovo coreggente dopo la morte di Amenhotep III (forse la stessa Nefertiti);
- un probabile colpo di stato da parte dell’esercito.
Maat Ka Ra
00giovedì 31 maggio 2007 10:54
Insieme a tutto il resto, penso che la devozione così totale di Akhenaton nei riguardi di Aton potrebbe anche essere frutto di una sorta di voto fatto ad Aton per la salvezza del popolo a seguito della peste. Un tributo ai suoi occhi più che dovuto di fronte alla realizzazione delle preghiere. Ma le ragioni di governo sono troppo lampanti per essere così facilmente accantonate.
L'invalidante malattia di Amenhotep III potrebbe essere stata la stessa peste, in effetti. Certamente qualcosa successe, visto che abbiamo prove tangibili di azioni quasi disperate da parte del Re nell'ultimo periodo del suo regno.
Condivido la Kozloff che ritiene che Akhenaton fosse tutt'altro che pazzo, nè malato. Oltretutto mi pare che sia stato universalmente accettato che Akhenaton non soffrisse affatto del morbo di Marfan, soprattutto non poteva soffrirne contemporaneamente anche Nefertiti...
antonio crasto
00giovedì 31 maggio 2007 11:06

Oltretutto mi pare che sia stato universalmente accettato che Akhenaton non soffrisse affatto del morbo di Marfan, soprattutto non poteva soffrirne contemporaneamente anche Nefertiti...



Mi dispiace contraddirti. Ma in campo medico non si ha la certezza di cui parli. Anzi si ritiene molto probabile che il morbo di Marfan possa essere l'unica sindrome che porta alle deformazioni fisiche con le quali è stato rappresentato Akhenaton senza recare impedimenti nella procreazione.
Se leggi il mio articolo puoi capire perché ritengo che anche Nefertiti avesse la stessa malattia. Essi erano forse parenti alla lontana, anche se appartenenti a due rami distinti di propagazione a corte del male.

[Modificato da antonio crasto 31/05/2007 11.08]

Maat Ka Ra
00giovedì 31 maggio 2007 11:25
Scusami, ma io non parlo di un problema medico, quanto piuttosto interpretativo delle reali condizioni sia di Akhenaton che di Nefertiti che, secondo molti studiosi non è egiziana. Il punto, secondo me, è cercare di capire il perchè di un certo tipo di rappresentazione del Re e della sua Regina. E' possibilissimo che egli fosse affetto dal morbo di Marfan, ma non ci sono prove tangibili nè pro, nè contro questa ipotesi; mentre mi pare improbabile che ne potesse essere affetta anche Nefertiti. Mi sembra una forzatura.
Proviamo invece ad immaginare che Akhenaton avesse questo problema, non è forse più credibile che per rendere la cosa meno marcata non si fosse deciso di rappresentare in maniera più realistica anche gli altri componenti della corte, Nefertiti compresa, e che poi questo abbia dato spunto ad un cambiamento nella rappresentazione della Famiglia Reale? Lo vedo più credibile che non una malattia così rara addirittura in due persone che non dovrebbero essere imparentate...
antonio crasto
00giovedì 31 maggio 2007 12:07
In effetti una giustificazione potrebbe trovarsi nel considerare Akhenaton affetto da una sindrome deformante e vedere le immagini di moglie e figlie come copia delle forme del sovrano, per non marcare pietosamente la figura del sovrano.
Questo fatto sembra realistico, ma non mi convince. Mi chiedo poi come gli artisti possano aver immaginato i famosi crani delle figlie di Akhenaton, estremamente deformati e, per me inimmaginabili, senza un modello davanti.
Quei crani sono la testimonianza della trasmissione della malattia alla generazione successiva.
Non dimentichiamo poi che sicuramente sia Marytaton, sia Ankhesenpaaton ebbero problemi di filiazione avendo avuto due aborti o generato due bimbe morte alla nascita.
Maat Ka Ra
00giovedì 31 maggio 2007 12:44
oppure le rappresentazioni di questi crani oblunghi sono diventati delle forzature mirate a creare un certo distacco dal popolo...a renderli, per così dire, unici in quanto Reali...
-Kiya-
00giovedì 31 maggio 2007 16:32
ma se realmente Akhenaton fosse stato soggetto a una deformazione fisica dovuta a Sindrome di Marfan, credete che avrebbe optato per il rivoluzionare l'arte e la rappresentazione di se stesso, imponendo di adottare il realismo che conosciamo ormai bene, quando invece poteva avvalersi della "finzione" portata avanti fino a prima di lui?
perchè rinunciare a farsi immortalare con il fisico prestante che, per chi non l'ha, è quanto di meglio si possa desiderare?

a me questo parrebbe un controsenso....
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