Secondo quanto pubblicato in un articolo apparso sul sito del National Geographic, le famose acque che consentirono agli Ebrei, capeggiati da Mosé, di fuggire dall'Egitto, non furono quelle del Mar Rosso, bensì quelle di un lago situato più a nord, nei pressi del Mar Mediterraneo.
Lo studio che giunge a tale conclusione è stato eseguito dal Dott. Carl Drews, dell'Università delo Colorado, e pubblicato sulla rivista
Plos One.
Alcuni anni fa, un gruppo di ricercatori tentarono di fornire una spiegazione del fenomeno dell'apertura delle acque descritto nella Bibbia, attribuendo tale conseguenza ad un forte uragano. Tale teoria, però, presentava due sostanziali problemi: il primo riguarda Mosé e la sua gente, che difficilmente sarebbe potuta passare incolume con un evento climatico di tale portata; inoltre la Bibbia riferisce di un vento proveniente da est, mentre la simulazione condotta dai ricercatori, per fornire effettivo riscontro, richiedeva un vento proveniente da nord-ovest.
L'ambito del Dott. Drews è proprio quello di indagare come l'azione del vento influisce sui movimenti marini e quali ne siano le conseguenze. Si è quindi preoccupato di individuare un sito che fosse plausibile per l'evento raccontato e lo avrebbe individuato nel Lago Manzala (coordinate: 31° 16' 0.01'' Nord, 32° 12' 0'' Est), situato nel Delta del Nilo, tra Damietta e il Canale di Suez, con una superficie pari a 1.360 kmq. Il Lago Manzala è diviso dal Mar Mediterraneo da una sottile striscia di terra.
La simulazione eseguita su quell'area sembra corrispondere quasi perfettamente con il racconto Biblico dell'Esodo, spiegando la spartizione delle acque con i metodi fluidodinamici. I venti muoverebbero le stesse compatibilmente con le leggi della fisica, generando un passaggio sicuro compreso tra due muri d'acqua, che si richiude poi in modo repentino. In base ai calcoli effettuati, gli Ebrei avrebbero avuto a disposizione un corridoio lungo 3 o 4 km e largo 5, per circa 4 ore, generato da un vento che avrebbe soffiato a 100 Km/h per 12 ore consecutive.
Un ulteriore punto a sfavore del Mar Rosso lo si individua nella parola ebraica utilizzata nella Bibbia,
Yam-suf, la cui traduzione letterale corrisponderebbe a "lago di canne" e non "mare di giunchi", come reso abitualmente. Il Lago Manzala, all'epoca, poteva essere effettivamente circondato da papiri.
La teoria del dott. Carl Drews ha incontrato il favore di Kenneth Kitchen e James Hoffmeier, i due esperti studiosi Biblici interpellati dal National Geographic.
In allegato la mappa in cui il Lago Manzala è indicato a sinistra, con la lettera A, mentre lo Stato di Israele è a destra, segnato con la lettera B. Per ovvie ragioni non è possibile proporre l'itinerario seguito (Google Map dice che è impossibile proporre un percorso
).