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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Da Tutankhaton a Tutankhamon

Ultimo Aggiornamento: 17/01/2015 21:35
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Il Re bambino e l'Aton
Come promesso ad ACUSinpw, propongo qui a seguire la mia personale opinione in proposito alla posizione di Tutankhamon, nei riguardi del culto di Aton.


Il mio parere in proposito abbraccia un'ipotesi che è in netto contrasto con quanto Wallis Budge affermava nel 1921, prima, cioè, che Howard Carter riportasse alla luce la tomba del giovane sovrano Egizio, scomparso prematuramente.
Budge, come altri, propone la teoria di un repentino distacco di Tutankhamon dal culto dell'Aton, quest'ultimo soppiantato immediatamente da un ritorno alla religione tradizionale, che favoriva Amon.
Ma Budge all'epoca probabilmente ignorava che Tutankhaton impiegò tre anni, dopo essere stato incoronato, a modificare il suo nome in Tutankhamon.
In base alle attuali conoscenze, sappiamo che egli aveva 8 anni al momento dell'incoronazione. Ciò significa che ne aveva 11 quando il suo nome venne modificato e Akhetaton fu definitivamente abbandonata, alla volta di Menfi o, forse, di Tebe.

Ora torniamo nel nostro tempo e prendiamo ad esempio un qualsiasi bambino di età compresa tra gli 8 e gli 11. Non possiamo affermare di trovarci al cospetto di un adulto, maturo e consapevole, ma non possiamo nemmeno negare che a quell'età sussiste un'impronta caratteriale di un certo rilievo. Predisposizioni e preferenze si sono già, almeno in parte, sviluppate e il bambino è già in grado di stabilire cosa gli aggrada e cosa no, come di scegliere quali "esempi" seguire.
Rifacciamo un passo indietro, e immaginiamo lo stesso bambino nell'antico Egitto, all'epoca di Tut. Secondo lo standard dell'epoca, questo giovane di 8 anni surclasserebbe il nostro contemporaneo.
Tutto questo per affermare che Tutankhaton ebbe l'opportunità di assorbire fino all'età di 8 anni almeno (ma potremmo affermare per 11 anni circa, senza particolare timore di cadere in errore) una realtà ben precisa, che era quella voluta da Akhenaton. Una realtà in cui indubbiamente spiccava un Credo forte e radicato, quanto meno nell'ambito della famiglia Reale e del suo entourage, di cui presumibilmente (con un'alta percentuale di credibilità) Tutankhaton faceva parte. Una realtà che continuò a circondarlo, anche dopo la morte del Re, poichè continuò a vivere nella Città dell'Orizzonte.

Alla luce di quanto detto, credo sia possibile ritenere che Tutankhaton sviluppò, a sua volta, una "predilezione" verso il culto dell'Aton. Il fatto che egli ignorasse completamente la precedente realtà, potrebbe farci ritenere che il credo di Aton fosse per lui qualcosa di innato, di scontato, per il quale era difficile immaginare alternative. E' quindi comprensibile il ritenere che avvertì un profondo legame con la religione che lo circondava.

L'undicesimo anno di vita del Re, corrispondente al suo cambio nome e quindi al suo terzo anno di Regno, corrisponde, presumibilmente anche all'anno in cui, a suo nome, fu emanato il cosiddetto Editto della Restaurazione. Il testo di tale Editto è giunto fino a noi, grazie a due stele distinte. La prima ritrovata nella cinta templare di Karnak, davanti al Terzo Pilone, rimaneggiata, o per meglio dire, usurpata da Horemheb. La seconda nel tempio di Montu, speculare e copiata fedelmente dalla prima, ma recante i cartigli originali di Horemheb. L'ultimo sovrano della XVIII dinastia non fece altro che rimarcare la paternità di un documento che probabilmente, già in principio, gli apparteneva.

Il testo della Stele rimarca la volontà precisa del Re (Tutankhamon) di ripristinare il vecchio culto. E' chiaro, e penso siamo tutti d'accordo su questo, che non è possibile ricondurre il suo contenuto alla diretta mano del giovane Sovrano, ma che piuttosto occorra ritenere che fu prodotto dal cosiddetto Consiglio di Reggenza, che agiva per suo conto. Affermare che l'Editto della Restaurazione rispecchi l'effettiva volontà di Tutankhamon potrebbe, pertanto, non risultare attendibile.

Se a questo andiamo ad aggiungere alcuni dettagli riferiti al ritrovamento della tomba del Re, l'ipotesi che Tutankhamon desiderasse continuare (e forse continuò, nel suo intimo) a restar fedele al culto della sua infanzia, potrebbe trovare un ulteriore riscontro.
Mi riferisco, nello specifico, al rinvenimento di più reperti recanti il Disco Solare, accostato ai cartigli dell'Aton, corrispondenti alla seconda versione (quella in adozione a partire dal 9° anno di regno di Akhenaton).
Tali insegne sono state rinvenute sui due troni trovati nella tomba. Ritrovamenti che già di per sè, per dinamica, danno adito a riflessione.
Il primo trono in questione è indubbiamente l'oggetto più famoso, identificativo Re, dopo la maschera d'oro. Si tratta del trono d'oro che sullo schienale lo mostra seduto di fronte alla sua Sposa, Ankhesenpaaton/Ankhesenamon, sotto i raggi dell'Aton, a sua volta corredato dai nomi della divinità. Lo stesso schienale, sulla parte frontale reca i cartigli del sovrano, con il suo nome definitivo (Tutankhamon). Ma sul retro dello stesso, compare il nome di nascita, Tutankhaton, come anche sui braccioli.
Il secondo trono è quello definito "Cerimoniale", caratterizzato dalla rifinitura a pelle di leopardo, incastonata in oro. Anche in questo caso, sulla fascia posta nella parte alta dello schienale, accanto all'avvoltoio con le ali spiegate, su ambo le parti, possiamo riscontrare il nome di nascita del Re, ancora Tutankhaton. Sopra la fascia qui indicata, in cima allo schienale compare nuovamente il Disco Solare, questa volta privo di raggi e manine, ma recante i cartigli di Aton nella seconda versione.

Ciò che rende ulteriormente interessate tutto ciò sta nell'ubicazione di entrambe i reperti qui descritti. Nonostante la loro bellezza, nonchè l'importanza rivestita (si tratta di troni!), questi furono posizionati l'uno nell'Anticamera, opportunamente "nascosto" sotto il letto raffigurante la Dea Thoeris e coperto malamente con un drappo di lino; l'altro nell'Annesso, accatastato ad altri oggetti.

La conclusione che se ne può trarre è che tali oggetti non dovessero, evidentemente, rientrare nel corredo ufficiale del Re, ma che vi furono posti per rispondere a un preciso desiderio dello stesso di averli con sé, o a quanto venne, presumibilmente, interpretato come tale.
[Modificato da -Kiya- 27/11/2009 00:15]
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..........Ciò che rende ulteriormente interessate tutto ciò sta nell'ubicazione di entrambe i reperti qui descritti. Nonostante la loro bellezza, nonchè l'importanza rivestita (si tratta di troni!), questi furono posizionati l'uno nell'Anticamera, opportunamente "nascosto" sotto il letto raffigurante la Dea Thoeris e coperto malamente con un drappo di lino; l'altro nell'Annesso, accatastato ad altri oggetti.

La conclusione che se ne può trarre è che tali oggetti non dovessero, evidentemente, rientrare nel corredo ufficiale del Re, ma che vi furono posti per rispondere a un preciso desiderio dello stesso di averli con sé, o a quanto venne, presumibilmente, interpretato come tale.



Secondo me quei troni erano oggetti personali, sebbene di grande importanza erano comunque oggetti che gli appartennero ma non erano i troni in uso nell'esercizio della sua regalità.
Non avendo mai trovato un'altra tomba di re intatta non ci è dato sapere se i troni accompagnassero il sovrano defunto o restassero appannaggio del successore.
Forse il trono, come le corone, non seguiva il re e nel caso di Tut noi abbiamo trovato le sue "poltrone", testimonianza dell'evoluzione religiosa.
Non credo che il cerimoniale potesse prevedere un re il cui nome contiene Amon assiso su di un trono recante il nome di Aton pertanto sono portata a pensare che dal suo undicesimo compleanno, al cambio di nome si aggiunse il cambio dei troni e non non li vedremo mai.

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26/11/2009 00:38
 
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Sottolineando che si tratta di troni (al plurale), non intendevo dire che si trattasse di quello "ufficialmente" riconosciuto al Sovrano d'Egitto, ma piuttosto di troni che il Re utilizzava abitualmente, all'interno del suo Palazzo, nella vita privata.
Il che rende, se vogliamo, ancora più profondo l'eventuale attaccamento al Culto che circondò la sua infanzia.
Quelle "sedie" sono certamente di fattura Amarniana, che il Re volle portare con sè al momento del trasferimento della Corte, coincidente con l'abbandono di Amarna. E li conservò fino alla sua morte, portandoli con sé come si faceva con gli oggetti più importanti e preziosi (non necessariamente inteso da un punto di vista materiale).

Aggiungo inoltre, che il pettorale riproducente la Dea Nut (anche questo parte del corredo di Tutankhamon) presenta un Cartiglio rimaneggiato.
Gli studiosi ipotizzano che quest'oggetto appartenesse ad Amenhotep IV/Akhenaton, precisamente agli anni di regno tebani, precedenti al trasferimento.
[Modificato da -Kiya- 26/11/2009 00:40]
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26/11/2009 00:55
 
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Credo che la pensiamo allo stesso modo.......Tut restò sempre, nella sua breve vita, legato al culto dell'Aton, i cambiamenti avvennero suo malgrado e la restaurazione fu la naturale conseguenza della fine di un epoca e di abili manovre.
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26/11/2009 16:25
 
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Quando salì al trono Tut era troppo giovane per prendere decisioni così importanti. Il famoso Consiglio di Reggenza governò a nome suo per parecchi anni.
Il fatto che volle portarsi a Tebe i troni tipicamente amarniani può essere indice di amore filiale. Forse non lo ha fatto subito, ma quando iniziò a ragionare con la propria testa.
E' perciò plausibile che i troni non fossero all'inizio costruiti per lui, ma per chi lo ha preceduto nel regno.
Chissà che questa non sia una prova che Akhenaten fosse il padre?
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Grazie Kiya per l'approfondimento. Mi trovi molto d'accordo.
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27/11/2009 00:24
 
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Francis, più sopra, ha espresso il dubbio che i due troni potessero non appartenere a Tut; in realtà un piccolo particolare dimostra che erano davvero del bambino. Uno dei troni infatti (se non entrambi) presenta sotto le zampe leonine dei rialzi che sono stati aggiunti in un secondo momento quasi che si trattase di una "sedia" nata per un bambino e poi adattata alla nuova altezza del "piccolo".
Concordo pienamente con quel che ha scritto Kiya nel suo post iniziale (e Kiya sa benissimo che su certi argomenti ho abbondantemente scritto). Il "bambino" Tutankhaton nasce avendo Aton quale divinità tutelare, sa ben poco, o forse niente, di un altro Dio di nome Amon preesistente e viene affidato immediatamente ad un Consiglio di reggenza (mi pare composto da Maya, sovrintendete della Valle, Ay ed Horemhab).

Diventa, inutile negarlo, una sorta di marionetta nelle mani del Consiglio stesso che sta curando la restaurazione degli antichi culti, ma è pur sempre il Re e chissà che la sua figura non avesse uno scopo ben preciso, ovvero essere proprio l'elemento di transizione tra l'eresia atoniana e la restaurazione amoniana.

Si ritiene che, ad una certa età possa consapevolmente aver scelto la "nuova" religione cambiando, peraltro, il suo nome. Io sono convinto che anche questo cambiamento, invece, sia stato ragionato dall'entourage che aveva avuto bisgono, come era ovvio, di tempo per ripristinare le antiche usanze.
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27/11/2009 00:50
 
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Circa il trono di Tutankhamon, mi sono sempre chiesto come mai è stato possibile che chi ha cambiato il nome del re bambino sullo schienale ( e i segni dell’intervento si vedono abbastanza bene) non lo abbia fatto anche sui braccioli.

Passi se il cambiamento non è stato fatto nella parte posteriore dello schienale, dove difficilmente poteva essere visto, ma lasciare il nome originale (Tutankhaton) sui braccioli proprio non me lo so spiegare [SM=x822741] !
[Modificato da FrAnkh 27/11/2009 00:51]
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27/11/2009 01:20
 
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Escludendo l'ipotesi della "dimenticanza", nel campo delle ipotesi non dimostrabili, potrebbe essersi trattato di un "capriccio" infantile?
Il "piccolo" era abituato a vedere il suo nome scritto in un certo modo e non volle che fosse cambiato (diverso era per la parte posteriore dello schienale che non era costantemente sotto i suoi occhi).

Sotto un profilo più propriamente socio-politico potrebbe invece essersi trattato di un passo intermedio tra la vecchia e la nuova religione. Del resto, e prego Frankh di correggermi se sbaglio, il passaggio da Aton ad Amon non fu così repentino ed immediato e non sarebbe da escludere che la convivenza dei due nomi servisse a dare una sorta di "contentino" ai seguaci del vecchio Dio amarniano in previsione, magari, della definitiva sostituzione resasi poi inutile per la morte del ragazzo.

Come ulteriore ipotesi si potrebbe portare, inoltre, il fatto che la morte sia sopraggiunta improvvisa prima che le operazioni di sostituzioni potessero aver luogo.
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27/11/2009 06:03
 
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Quante cose che non sapevo!
Credo che il fatto che il trono mostri segni di "adattamento" alla nuova statura del re-bambino deponga a favore dell'ipotesi che sia stato costruito apposta per lui. Più difficile da spiegare la permanenza del nome di Akhenaton sui braccioli...l'ipotesi del "contentino" ai seguaci dell'Aton è plausibile, sebbene un po' cervellotica.
All'eventualità che lo splendico trono fosse un oggetto di uso personale e non ufficiale ,effettivamente, non avevo mai pensato...
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